[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
AI - 26 maggio 1999
- Subject: AI - 26 maggio 1999
- From: Vittorio.Moccia at tlsoft.it
- Date: Wed, 30 Jun 1999 11:40:05 +0100
Comunicato Stampa di Amnesty International 43-99 26 maggio 1999 CINA: DIECI ANNI DOPO TIANANMEN -- ANCORA IN ATTESA DI GIUSTIZIA Roma-- A dieci anni dal massacro di Piazza Tiananmen, Amnesty International pubblica un nuovo rapporto intitolato "Cina:dieci anni dopo Tiananmen", che prende in esame il processo di democratizzazione nel corso degli ultimi dieci anni, ed espone dieci casi di persone che scontano lunghe condanne di detenzione dopo processi ampiamente iniqui. L'organizzazione per la difesa dei diritti umani chiede alle autorita' cinesi di fornire finalmente i dati completi di tutte le persone uccise e ferite durante la repressione, di risarcire le vittime e i loro familiari, e di rilasciare tutte quelle persone ancora detenute per aver partecipato nel 1989 alle manifestazioni per la democrazia. "Rilasciare tutti i prigionieri per motivi di opinione e concedere l'amnistia a tutti coloro che si trovano ancora in carcere per aver partecipato alle manifestazioni del 1989, darebbe un senso ai recenti impegni a sostegno dei diritti umani assunti dalle autorita' cinesi", dichiara Amnesty International. La parola "Tiananmen" e' divenuta il sinonimo della repressione della gioventu', della speranza, della democrazia, delle liberta' individuali per milioni di persone di tutto il mondo che hanno assistito alla dura repressione delle manifestazioni pacifiche per la democrazia a Pechino nel 1989. Le immagini sono ancora forti -- i fatti e la realta' rimangono immutati. I bambini sono cresciuti senza genitori, i genitori sono invecchiati senza i bambini. Molte delle persone coinvolte sono ancora in carcere, e per quelli uccisi o feriti non ha ancora risposto nessuno. Le persone che sono state rilasciate sono state strettamente controllate nei movimenti e hanno subito restrizioni alla loro liberta'. Amnesty International ha documentato casi di 241 persone imprigionate per il loro coinvolgimento nelle manifestazioni per la democrazia che culminarono in Piazza Tiananmen. Il quadro completo e' molto piu' ampio. I dieci casi presentati nel rapporto illustrano come il movimento democratico in Cina sia stato stroncato sul nascere. Nel maggio 1989, il 15enne Liu Xin era uscito nelle strade di Shaoyang per guardare una manifestazione. Venne successivamente arrestato con l'accusa di "incendio doloso" e condannato a 15 anni di carcere, per aver fornito dei fiammiferi a qualcuno che li aveva usati per bruciare un auto. Liu Xin ha respinto l'accusa e ha sostenuto di essere stato un semplice spettatore. Il suo rilascio e' previsto nel giugno 2004, all'eta' di 30 anni, dopo aver trascorso meta' della sua vita in carcere. La storia di Liu Xin e' solo una delle migliaia che dimostrano le ingiustizie commesse nel 1989. Allo stesso modo, il caso del sindacalista Zhang Shanguang e' uno dei tanti che dimostrano come la repressione contro i dissidenti politici in Cina sia continuata con la stessa intensita'. Zhang Shanguang e' stato incarcerato la prima volta per sette anni nel 1989 per aver affisso un manifesto che criticava il governo per il massacro del 4 giugno a Pechino. Venne di nuovo arrestato nel luglio 1998 e accusato di aver rivelato, durante un'intervista a Radio Free Asia, informazioni segrete su manifestazioni di operai e contadini. Trascorrera' i prossimi dieci anni in carcere per 'attentato alla sicurezza di stato', in seguito ad un processo durato due ore e venti minuti. La repressione del governo e' aumentata con l'approssimarsi dell'anniversario del 4 giugno, e si teme che questa possa aumentare ulteriormente nella prossima settimana. La polizia ha arrestato attivisti per la democrazia e ha cercato di costringerli a firmare e a porre le loro impronte digitali su una dichiarazione in cui si impegnano a non commemorare le vittime del massacro. Dichiarazioni recenti delle autorita' cinesi avevano dato la speranza -- seppure fragile -- che non avrebbero represso per sempre il dissenso pacifico. Nel suo rapporto sul lavoro del governo, il Primo Ministro Zhu Rongji ha recentemente istruito le forze dell'ordine a non usare "metodi dittatoriali contro il popolo" in casi di fermenti sociali. Li Ruihuan membro della Commissione Permanente del Politburo ha inoltre istruito le forze dell'ordine ad ascoltare lo scontento popolare e ad essere pazienti nell'affrontare le manifestazioni pubbliche. "Le autorita' stanno cominciando ad accettare che, nel lungo periodo, sia piu' facile mantenere la stabilita' dando voce al popolo piuttosto che ricorrere alla repressione", si augura Amnesty International. "E' passato un decennio, ma le vittime del 1989 non sono state dimenticate. Finche' queste ingiustizie continueranno, i parenti delle vittime e gli attivisti dei diritti umani di tutto il mondo, continueranno a chiedere che finiscano", conclude Amnesty International.
- Prev by Date: policy d'area
- Previous by thread: policy d'area
- Indice: