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Colpo di stato in Guinea-Bissau
- Subject: Colpo di stato in Guinea-Bissau
- From: luisa rizzo <lu-sa@mail.clio.it>
- Date: Sun, 14 Sep 2003 14:49:48 +0200
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4/09/03 - 14:48:16
Colpo di stato in Guinea-Bissau
da <mailto:fam.fago@libero.it>M.Fagotto
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Il piccolo stato africano della Guinea-Bissau è da stamane il teatro di
un golpe militare: le Forze Armate avrebbero preso il controllo del paese,
arrestando il presidente Kumba Yala e ordinando ai ministri del governo in
carica di riunirsi in una caserma della capitale Bissau entro le 10.30. I
militari starebbero cercando di arrestare anche il primo ministro, Mario
Pires, che al momento si trova nel sud del paese.
Il golpe sembra sia stato indolore, non si registrano al momento né morti
né feriti. L'esercito ha imposto il coprifuoco dalle 7.00 alle 19.00. Per
le modalità d'esecuzione, il golpe è molto simile a quello dell'arcipelago
di Sao Tomè, la ex-colonia portoghese che nel luglio scorso fu controllata
per una settimana dai militari.
Secondo un comunicato radio letto dal comandante Zamora Induta, le Forze
Armate avrebbero deciso di "assumere poteri costituzionali" a causa
dell'incapacità del presidente di gestire la difficile situazione politica
del paese. Il golpe è stato organizzato alla vigilia delle elezioni
politiche, che si sarebbero dovute tenere il 12 ottobre prossimo per
eleggere i deputati al Parlamento, sciolto dal presidente lo scorso novembre.
Guinea, guerre civili e instabilità
Situata nell'Africa occidentale, a nord del Golfo di Guinea, la
Guinea-Bissau è stata una colonia portoghese fino al 1973, anno in cui
conquistò l'indipendenza da Lisbona. Il paese, la cui popolazione è di poco
superiore al milione, è una delle nazioni più povere ed instabili del mondo.
Quello di oggi è il terzo colpo di stato nella trentennale storia del
paese, dopo quelli del 1980 e del 1999. L'attuale presidente Kumba Yala,
eletto nel 2000, aveva già subìto due tentativi di golpe organizzati
dall'esercito, nel 2000 e nel 2001.
Alla cronica instabilità del paese, teatro di una guerra civile dal 1998 al
2000, ha contribuito anche il capo di stato, che in soli due anni è
riuscito a destituire due primi ministri, il presidente e tre giudici della
corte suprema ed un ministro degli esteri. I metodi poco democratici di
Yala, peraltro in linea con il clima politico generale del paese, hanno
colpito anche il parlamento, sciolto lo scorso novembre.
Da allora, le elezioni parlamentari sono state ritardate per ben quattro
volte, sia per ritardi nella compilazione delle liste elettorali che per
mancanza di fondi. L'ONU avrebbe dovuto garantire lo svolgimento delle
elezioni con un prestito di circa 4 milioni di euro.
Matteo Fagotto