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Re: Chiama l'Africa news 12/05/03
sALVA, CARISSIMA pAOLA, COME STAI TU E LE TUE BELLISSIME? e' DA UN Pò DI
TEMPO, PRATICAMENTE DOPO aNCONA, CHE NON CI SENTIAMO E CHE NON SENTO GLI
ALTRI. Stanno tutti bene? C'è qualche novità in giro? Teresa ed io e qualche
volontario siamo
molto presi dal fare e spedire BOMBONIERE: c'è stato quest'anno un forte
aumento di richiesta, anche in seguito alla pubblicità fatta su molti
giornale, gratis oppure a pagamento. Verso metà giugno vorremmo andare in
Africa per due settimane, se la salute.... i figli.. speriamo bene.
Per la mostra UN GIORNO PER l'AFRICA la prenoto per la seconda settimana di
ottobre, spero di trovare le risorse . Aspetto tue notizie, ampie e
dettagliate.
Ti saluto vivamente. ciao Teresa e Italo
----- Original Message -----
From: <info@chiamafrica.it>
To: <africa@peacelink.it>
Sent: Tuesday, May 13, 2003 12:49 AM
Subject: Chiama l'Africa news 12/05/03
> <http://www.chiamafrica.it>
>
> Newletter del 12 maggio 2003
>
> NOTIZIE DAL CONTINENTE
>
> 1. COLLERA E INQUIETUDINE NELLA SOCIETÀ CIVILE PER LA GUERRA ALL'IRAQ
> L'opinione pubblica di molti paesi africani ha espresso attraverso la
> stampa e manifestazioni pubbliche il suo ripudio della guerra
> anglo-americana contro l'Iraq. Articoli duri sono usciti sui giornali di
> Benin, Senegal, Congo, Cameroun. Manifestazioni si sono avute in Niger,
> Senegal, B.Faso. All'inquietudine per una guerra ritenuta di stampo
> coloniale e imperialista si unisce la ferita di una memoria collettiva
> ancora viva.
> "Opporsi alla guerra" secondo il "Collettivo contro l'impunità" del
Burkina
> Faso, non dipende dalla natura del regime di Saddam Hussein. Denunciamo
> tutti i regimi dittatoriali, ma non spetta agli Stati Uniti decidere al
> posto del popolo iracheno".
> Sebbene si tratti dell'eliminazione di un dittatore gli africani, che
> all'interno del loro continente sono ancora costretti a confrontarsi con
> dei regimi autoritari, rifiutano di rallegrarsi di fronte ad una guerra
che
> introduce unilateralmente nel campo delle relazioni internazionali un
> concetto inedito: quello della "liberazione" dei popoli a colpi di bombe e
> di massacri. Soprattutto senza che nessuno si sia preoccupato di chiedere
> agli Iracheni se fossero disposti a pagare una tale prezzo per la fine del
> regime di Saddam Hussein. Il "bushismo" viene considerato una barbarie e
> uno schiaffo alla legalità internazionale.
> Fonte: Nouvel Afrique-asie Maggio 2003
>
> 2. L'IRAQ NON FACCIA DIMENTICARE L'AFRICA
> I dirigenti africani invitano la comunità internazionale a vigilare
> affinchè l'enormità del lavoro di ricostruzione dell'Iraq del dopoguerra
> non faccia calare il sipario ancora una volta sui bisogni del continente.
> Oltre a Thabo Mbeki, presidente del Sudafrica, altre dichiarazioni vengono
> dal ministro delle finanze del Lesotho Timothy Thahane "Oggi l'Iraq
> richiama l'attenzione del mondo intero, così come ieri avveniva per il
> Kosovo e l'Europa dell'Est", ha affermato durante la riunione annuale
della
> Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale svoltasi a Washington
> in aprile, durante la quale i ministri delle finanze africani hanno
> esortato i donatori a non ridurre le risorse destinate alle crisi
> umanitarie, sociali ed economiche che attanagliano il continente.
> Già James Morris, direttore generale del Programma Alimentare Mondiale
> (PAM), durante una riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu in aprile
> aveva accusato i donatori internazionali di praticare la politica del "due
> pesi, due misure". "Come è possibile - si è domandato - che accettiamo
> sistematicamente che le sofferenze e la disperazione in Africa assumano
> proporzioni che sarebbero giudicate inaccettabili in qualunque altro posto
> nel mondo?"
> Prosegui sul sito la lettura dell'articolo di Gumisai Mutume, Afrique
> Relance-Onu (maggio 2003)
> http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=478&tipo=1
>
> 3. AFRICA : L'AUMENTO DI AIUTI AMERICANI E' SOLO UN'ILLUSIONE ?
> I discorsi americani sul rilancio della cooperazione verso l'Africa
> subsahariana non fanno altro che moltiplicarsi. Ma non resistono ad un
> esame attento. Secondo il budget previsto per l'esercizio 2004, presentato
> il 3 aprile al Congresso, l'aiuto bilaterale accordato alla regione è
> leggermente aumentato in quantità diminuendo tuttavia in percentuale. E'
> passato infatti dai 1,2 miliardi di dollari del 2002 (pari al 6,3% degli
> aiuti totali degli Stati Uniti) ai 985 milioni del 2003 (5,6%) per
arrivare
> a 1,1 miliardi di dollari nel 2004 (5,5%). I quarantotto paesi interessati
> ricevono all'incirca la metà degli aiuti accordati ai quattro paesi
> dell'Africa del Nord (Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto) ai quali andranno
> 1,9 miliardi di dollari nel 2004, dei quali tuttavia il 98% è destinato al
> Cairo come ricompensa per l'accordo di pace concluso con Israele nel 1979.
> Aggiungendo gli aiuti multilaterali (che premiano ugualmente l'Africa del
> nord) l'aiuto all'Africa, secondo la terminologia americana, si attesterà
> su 1,8 miliardi di dollari nel 2004, contro l'1,7 del 2003 e l'1,9 del
> 2002. E' da notare che dieci stati si "accaparrano" il 62% del totale
> accordato all'Africa Subsahariana: Uganda, Sudan, Etiopia, Kenia, Africa
> del Sud, Nigeria, Ghana, Mozambico, Zambia e Malawi. E con l'arrivo dei
> nuovi beneficiari (Comores e Guinea Equatoriale, con 50.000 dollari
> ciascuno) nessun paese può più sfuggire all'influenza americana. Infatti è
> sufficiente che il governo americano versi 1 dollaro in aiuti ad un paese
> straniero perchè questo si aggiunga alla lunga lista di coloro la cui
> situazione politica interna, l'economia e la diplomazia sono studiate con
> cura dai parlamentari americani. Anche il loro voto nelle Nazioni Unite è
> osservato con la lente di ingrandimento.
> Samir Gharbi, L'intelligent-Jeune Afrique, 27 aprile 2003
>
> 4. NUOVE TENSIONI IN CASAMANCE
> L'euforia che ha seguito l'incontro tra il presidente senegalese Abdoulaye
> Wade e l'abbé Diamacoune Senghor, avvenuto domenica 4 maggio a Dakar, ha
> presto lasciato il posto al ritorno delle ostilità, con una serie di
azioni
> ai danni dei mezzi di trasporto pubblici e della popolazione civile nei
> pressi dei villaggi situati lungo la rotta transfrontaliera
> Ziguinchor-Banjul-Dakar. Secondo le fonti governative il bilancio è di un
> morto e di un ferito nelle fila dell'esercito nazionale e di vari feriti
> tra i viaggiatori all'interno dei mezzi presi di mira. Ma l'incontro tra
il
> presidente e il leader storico del MFDC, che doveva segnare un ulteriore
> avanzamento nel processo di pace di un conflitto che va avanti da 20 anni,
> ha portato con se' un'altra grave conseguenza. Lunedì 5 maggio, cioè
subito
> dopo l'incontro a Dakar, 725 cittadini della Casamance rifugiati in Gambia
> sono rientrati a Ziguinchor in condizioni disperate, secondo fonti non
> ufficiali costretti ad un vero e proprio rientro forzato, cacciati con la
> forza dai villaggi in cui erano ospitati. A far scattare l'atto di forza è
> stato probabilmente l'inserimento nella trattativa di pace del rimpatrio
di
> un certo numero di rifugiati, anche se la notizia non era ancora stata
data
> ufficialmente.
> Fonte RFI Actualité, 8/05/03
>
> 5. ONU: EMBARGO SUL LEGNAME LIBERIANO
> Il 5 maggio L'ONU ha consolidato la definizione dell'embargo sulle
> esportazioni di legname liberiano, già deciso con precedenti risoluzioni.
> Le nuove sanzioni saranno in vigore a partire dal prossimo 7 luglio, e
> impegneranno tutti gli stati aderenti a "prendere le misure necessarie ad
> impedire per un periodo di dieci mesi l'importazione nel proprio
territorio
> di legname proveniente dalla Liberia". A motivare la risoluzione è il
fatto
> che la Liberia "non si è pienamente conformata alla richiesta di
sospendere
> ogni appoggio al Fronte Rivoluzionario Unito della Sierra Leone e ad altri
> gruppi di ribelli armati della regione, come richiesto dalla risoluzione
> 1343 ".
> Sarà un duro colpo per il regime di Taylor, per il quale viene meno una
> importante risorsa finanziaria di finanziamento della guerra civile che
> continua a imperversare nel nord-est del paese, soprattutto dopo l'analoga
> risoluzione delle Nazioni Unite del marzo 2001 con cui si vietava
> l'esportazione di diamanti non certificati, la vendita di armi a tutte le
> parti belligeranti del paese e si limitava la circolazione di alcuni
> funzionari. Tutto il ciclo di lavorazione del legname, dal taglio alla
> commercializzazione, è sotto il controllo dei militari e di una fitta rete
> di faccendieri russi, libanesi e asiatici, fino alla mafia corsa e
> italiana, che fanno da anello di congiunzione tra il commercio illegale
> delle armi e quello del legname. Ma anche i grandi importatori di legname
> liberiano come la Cina (290.409 metri cubi importati nel 2000), la Francia
> (167.779) e l'Italia (78.800) dovranno rivedere i loro affari. Secondo
> l'organizzazione Global Witness tra il 1998 e il 2000 il taglio della
> foresta liberiana ha raggiunto il milione di metri cubi, per un valore di
> circa 187 milioni di dollari. Ma la banca centrale dello stato ha
incassato
> meno di sette milioni di dollari. Dov'è il resto? Solo Taylor e i suoi
> amici possono rispondere. Senza calcolare il danno irrimediabile per
> l'ambiente...
> Fonti: UN Integrated Regional Information Networks, 8/05/03 - RFI
> Actualité, 8/05/03
>
> 6. CESSATE IL FUOCO IN COSTA D'AVORIO
> A seguito della firma di un cessate il fuoco integrale tra lo stato
> maggiore ivoriano e i ribelli, avvenuta lo scorso 3 maggio, il governo di
> riconciliazione nazionale ha annunciato la soppressione di tutte le "zone
> di guerra" dichiarate tali per decreto, dopo lo scoppio delle ostilità, il
> 22 settembre dello scorso anno. Tale provvedimento dovrebbe avere ricadute
> positive sull'economia del paese, consentendo un graduale ritorno alle
> normali attività amministrative e produttive in particolare nella parte
> nord del paese, maggiormente interessata dal conflitto.
> Si vanno anche normalizzando i rapporti politico-diplomatici tra la Costa
> d'Avorio e il vicino Burkina Faso, accusato fin dall'inizio di aver
> fomentato la rivolta. Una violenta ostilità si era manifestata nel paese
> contro i numerosi immigrati burkinabé, molti dei quali impiegati nelle
> piantagioni. A disgelare i rapporti è stata la visita del ministro degli
> esteri burkinabé Youssouf Ouédraogo, che si è incontrato con i ministri
> ivoriani del commercio e dei trasporti.
> "La crisi ha messo in luce la nostra dipendenza reciproca, e il fatto che
> non c'è alternativa per i nostri paesi se non lavorare con intelligenza e
> senso di responsabilità » , ha dichiarato il ministro Ouédraogo, mettendo
> il dito nella piaga : il conflitto e i cattivi rapporti tra i due paesi
> hanno infatti gravemente compromesso l'economia dell'intera regione.
> Intanto procede la difficile costituzione del governo di transizione. I
> dieci partiti firmatari degli Accordi di Marcoussis (PDCI, FPI, RDR,
UDPCI,
> PIT, MFA, UDCY e i tre movimenti ribelli) si sono incontrati dietro invito
> dell'ex partito al potere e, con l'eccezione del FPI hanno sottoscritto un
> ultimatum diretto al capo di stato Gbgabo, intimandogli di rendere
pubblica
> la formazione completa del governo e chiedendo la nomina di Ouassénan Koné
> come ministro della difesa.
> Fonte: AFP, 10/05/03 - Fraternité Matin (Abidjan), 9/05/03
>
> 7. DAKAR : FESTIVAL DELLA DANZA
> Dal 30 maggio al 7 giugno si terrà a Dakar (Senegal) la seconda edizione
> del Festival di danza"Kaay Fecc", una manifestazione internazionale che
> mira a dare visibilità alla danza in tutte le sue forme. Trentuno
compagnie
> di danza provenienti da Africa, Europa e America del nord si esibiranno in
> trediversi luoghi di Dakar durante gli otto giorni del festival
organizzato
> dall'associazione Kaay Fecc ("vieni a danzare" in lingua wolof), nata nel
> gennaio 2000 con l'intento di favorire la promozione e la
> professionalizzazione della danza e dell'arte coreografica in Senegal.
> Sono previste anche delle forme di animazione popolare in due quartieri
> della capitale, incontri tra i danzatori e il pubblico e sei laboratori
> dedicati alle danze ivoriane, togolesi, bavaresi, caraibiche guineane e
> senegalesi.
> Gli organizzatori hanno inoltre deciso di impegnarsi in questa edizione
> nella lotta contro l'AIDS, con uno spettacolo su questo tema, conferenze e
> animazioni. Il 29 maggio sarà reso omaggio all'ex presidente del Senegal,
> Léopold Sédar Senghor nel corso di una serata durante la quale sarà anche
> presentata una retrospettiva sulla storia della danza in Senegal.
> Fonte: AFP
>
> Per le notizie sulla Repubblica Democratica del Congo vi invitiamo a
> consultare i notiziari periodicamente pubblicati sul nostro sito
> http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=469&tipo=2
>
> APPUNTAMENTI
>
> BERGAMO
> 11-18 MAGGIO
> SOTTO LO STESSO CIELO - BERGAMO CON L'AFRICA
> http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=470&tipo=5
>
> BERGAMO
> 17 MAGGIO
> LEOPOLD SENGHOR: L'HOMME DU DIALOGUE INTERCULTUREL
> CONVEGNO DI STUDI
> http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=471&tipo=5
>
> SEGNALAZIONE
> Nella newsletter del 24 aprile abbiamo segnalato il KIT DIDATTICO
> "LA SALUTE E' UN DIRITTO? DIPENDE DA DOVE VIVI",
> concepito per introdurre nelle scuole superiori i temi della Campagna per
> l'Accesso ai Farmaci Essenziali di Medici Senza Frontiere. Ci risulta che
> ci sono stati problemi con l'indirizzo e.mail che avevamo fornito.
> Riportiamo qui di seguito i dati completi per richiedere informazioni
> Medici Senza Frontiere - Progetti Scuola
> Tel. 06-4486921 - Fax. 06-44869220
> e-mail: scuola@msf.it oppure Daniela_RUFFINI@rome.msf.org
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