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...diario dal Kenya 5



Jambo.
Vi mando due paginette che ho scritto in questi ultimi giorni.
 
28 gennaio 2003
Per oggi avevo in programma di visitare alcuni programmi con KARDS
e con una la donna che li sta seguendo. Miss xxxx è la moglie
di un uomo importante, l'ex segretario generale del KANU, e MP (member of
parliament) del nuovo governo. Un uomo importante, ma soprattutto ricco, vi
lascio immaginare da dove arrivi la sua ricchezza...
Alle 10:00 circa è passato a prenderci il suo autista alla Shalom, si,
l'autista...  Ci ha portato a casa sua e lì abbiamo preso il the e visitato il compound.
Una villa stupenda, con un giardino immenso intorno, la piscina... una
ventina di mucche, qualche migliaio di galline... Il salone immenso con due
zone con i divani, una per parlare e l'altra per prendere il the... Moquette
per terra, una decina di "dipendenti" per badare alla casa e al giardino...
Avete presente quando si sente di non essere al posto giusto, quando
si sente un disagio fortissimo di fronte ad una persona e vorresti
solo sotterarti? Ecco immaginate me, davanti a uno dei dipendenti-schiavi
(incredibilmente sottopagati, circa 4000 scellini al mese...) a
cui miss sta dando ordini... Di fronte al driver che ti viene a prendere e
non dice una parola... Sapere che in quel momento stai rappresentando quella
fetta ricca di abitanti di Nairobi che sfrutta gli altri... Ecco da cosa è
nato tutto... Il mio imbarazzo, la mia tensione, il mio star male... Come
spiegarlo in poche righe?
E io pensavo a venerdì, quando sono andato tutto il giorno in giro per
Kibera a visitare i malati di Aids e al posto in cui mi trovavo... Sentivo
quasi un senso di disgusto...
Poi verso le 12 siamo partiti per Muran'ga, nella central province, a un'ora
e mezza di macchina da Nairobi. Lei mi pare una di quelle ricche donne che fa
un pò di brittannica filantropia, che aiuta ma in quel disgustoso modo di
chi lo fa per "essere", per "sembrare"...
Il primo progetto consisteva in un edificio, che un gruppo di ricche donne
ha costruito con alcuni risparmi... e poi ha rivenduto, a un prezzo maggiore
della spesa, ma ogni appartamento a un costo minore rispetto a quello di
mercato, di modo che loro ci hanno guadagnato qualcosa e la gente che non
può permettersi una casa al prezzo normale, forse riesce a trovare i soldi
per una di quelle... Non abbiamo incontrato una di queste donne, non abbiamo
parlato con uno degli inquilini... bastava lei...
Poi il secondo progetto: un centro per bambine orfane. Una casa in un posto
sperduto. Nulla intorno se non foresta e campi. 10 bambine tra i 3 e i 5
anni... Una responsabile del centro, che non ci ha detto una parola se non
Karibu e ci ha servito dall'inizio alla fine... Anche lì, era la miss a
spiegare tutto: questo è il mio campo da dove prendiamo il cibo per le
bimbe, questo è il mio Giko, il posto su cui cucino... e lei era lì con le
scarpe in pelle blu e panna col tacco, in tinta con la borsa e il tailler
blu...le mani come se appena uscita dalla manicure... Assurdo, non vedevo
l'ora di venir via...  Le bimbe stupende comunque...
Si, sicuramente un progetto completamente diverso da quello sulle
Ngong hills, Casa di Anita, che ben conosco...
Poi il tutto non era iniziato bene. Stamattina appena svegli, quando siamo
usciti sul balcone per vedere se Giovanni era ancora quì per scroccare un
passaggio fino alla Shalom una nuova brutta notizia... Forse qualcuno di voi ha presentele
baracche che ci sono subito usciti da Kivuli sulla destra, con davanti
alcune bancarelle di verdura e pesce. Una di quelle capanne ha preso fuoco
stamattina alle 7 circa. Fiamme altissime che hanno bruciato tre o quattro
capanne nel giro di pochi minuti, ha detto Kizito. Sono morte carbonizzate
due persone... Una delle baracche è quella della donna da cui di solito vado
a comprare la verdura. Spero non sia tra le vittime, a forza di andare da
lei incominciavamo a parlare anche un po' tra il sacchetto dei pomodori e
quello delle cipolle... [tra l'altro si è saputo che non è stata una disgrazia.
E' stato un omicidio-suicidio, un uomo è entrato in una delle baracche,
ha ucciso una donna, ha dato fuoco alla casa e si è suicidato...
Un delitto passionale probabilmente, come ne succedono anche in Italia...].
 
30 gennaio 2003
C'è una musica forte stanotte che vaga per Kivuli, reggae, come ieri ser c'è
una festa nella main hall per il funerale di Fiona... Siamo tutti un pò
stupiti di come stanno andando le cose... "Leggermente" diverso da come
siamo abituati a vivere la morte in Italia... Un modo di viverla molto più gioioso...
Anche troppo forse per le nostre abitudini.
Oggi pomeriggio, dopo il meeting di stamattina con il children department,
doveva esserci il funerale alle due e mezza, nella chiesa di Saint Jude, quì
dietro Kivuli. Siamo andati, puntuali e c'era pochissima gente. Abbiamo
aspettato un pò e poi Hector ci ha detto che il corpo era ancora
all'ospedale... Aspetta aspetta si sono fatte le 17 passate... Messa, breve
fatta da Kizito con foto durante l'ingresso della bara e prima di entrare
ognuno doveva passare e guardare il viso di Fiona che spuntava da una
finestrella... Il viso scavato dalla malattie, le occhiaie profonde, la
pelle nera e lucidissima... Da quando sono arrivato non l'avevo ancora
vista, stava sempre a casa, usciva raramente e quelle poche volte io non ero
in giro... me la ricordo bene però quando ad aprile eravamo andati a mangiare a
casa sua. Una donna bella davvero e me lo ha ricordato una foto che c'era
sulla bara. Finita la messa, dopo canti allegri sono incominciati i
pianti... Di nuovo passaggio davanti alla bara per salutare Fiona
guardandola in viso... Abbiamo fatto una specie di processione, il furgone
con la bara davanti con una sirena e un lampeggiante accesi. Tutti cantavano
una canzone cantilenante...
Poi siamo arrivati a Kivuli e lì c'è stato come uno stacco improvviso...
Quasi tutte le donne hanno comniciato a piangere e urlare... Alcune dal
balcone con scene veramente cinematrografiche... Era tutto abbastanza
teatrale ma il clima era veramente di disperazione... Stavo quasi per far
scendere qualche lacrima, quando mi sono accorto che tutti gli uomini erano
pressochè impassibili, allora ho fatto che venire in casa a fumarmi una
sigaretta... dopo una mezzoretta a Kivuli è tornato un silenzio surreale.
Hanno messo inizialmente la bara nella main hall, dove c'era già lo stereo e
la gente cominciava a fare le prove per la festa e a ballare...
Poi l'hanno spostata sotto la tettoia vicino al dispensario. Giovanni ha
consigliato di spostarla nella sala di fronte alla cucina. Abbiamo aiutato...
Era la prima volta che prendevo una bara, la seconda volta che
guardavo il viso di una persona morta (anche la prima in Kenya...). Poi ci
siamo fermati a osservarla ancora un attimo. Ora è lì, la gente tra un ballo
e un altro va a fargli visita e si siede sulle panche che abbiamo messo
lungo i muri per parlare...
E la musica continua ad alto volume...
La cosa più angosciante guardare Lovendar (la figlia) in braccio allo zio (il fratello
di Fred) entrambi piangere e farsi coraggio a vicenda... Senza più
genitori...
Me lo ricordo il fratello di Fred, è uguale a lui e lo avevo incontrato a
Kibera, una volta che ero andato con Fred a visitare la casa dei suoi
genitori...
 
 
Ecco, è tutto. Stasera a Kivuli è tornato il silenzio. Il funerale si è spostato
vicino a Kisumu, al villaggio di Fiona. E' tradizione per i Luo seppellire
il corpo nel luogo in cui è nato, nella terra degli antenati... Così i parenti
e gli amici hanno seguito Fiona nel suo ritorno a "casa". Ci staranno
qualche giorno, finchè non finiranno tutti i riti che la sepoltura necesssita.
Un'altra settimana è finita. Altri suoni, immagini, colori, odori alle spalle...
che sicuramente rincontrerò in questo mio cammino.
Fra una ventina di giorni torno. E avrò modo di immagazzinare bene tutto
ciò che ho vissuto in questi tre mesi, prima di ricominciare a marzo.
La vita continua...
Un abbraccio
Tuko pamoja
Carlo