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Si apre una nuova speranza in Kenya
Davide Rasella, Casco Bianco - Obiettore di Coscienza, in servizio in Kenia
Vi scrivo per aggiornarvi sul risultato delle elezioni qui in Kenya, lo
scrutinio non e' stato ancora completato ( circa 6 milioni di schede su 10
milioni ) ma ormai e' sicura la vittoria di Kibaki, leader dell'opposizione,
su Uhuru Kenyatta, rappresentante del partito al governo. Il primo ha
ottenuto piu' di tre milioni e mezzo di voti contro il milione e trecento di
Kenyatta, poco e' rimasto per i restanti partiti dell'opposizione che non si
sono uniti alla National Rainbow Coalition. Il suo successo e' stato
schiacciante superando addirittura le previsioni che si facevano alla
vigilia. Nonostante vi siano stati alcuni tentativi di truccare le elezioni
da parte del partito al governo, il buon lavoro svolto dagli osservatori
internazionali e dalla ECK (commissione elettorale del Kenya), insieme alla
stessa popolazione, fermamente decisa a contrastarli, hanno impedito che
potessero influire in maniera significativa sul risultato elettorale cosi'
come era successo nelle elezioni del '92 e del '96. L'aria che si respira
qui a Nairobi e' di liberazione...liberazione da una dittatura che durava
ormai da troppi anni e che stava facendo affondare il paese, che non
rispettava i diritti umani, che favoriva solo i privilegi di pochi ed
abbandonava per strada gli ultimi, che aveva portato l'economia alla
stagnazione e la disoccupazione a livelli insostenibili. Moi ha gestito il
potere in maniera autoritaria, introducendo logiche di nepotismo e
corruzione che hanno distrutto il Kenya, e nello stesso tempo torturando ed
uccidendo molti oppositori politici. E' finita un'era.
Non e' detto che Kibaki riuscira' a risollevare il paese. Le premesse sono
buone, lui e' un'economista molto quotato a livello internazionale e la sua
promessa piu' impegnativa e' stata la seguente: rendere la scuola primaria
(elementarie medie) obbligatoria e gratuita per tutti. A noi Italiani potra'
sembrare poco, ma in un paese dove tutto e' a pagamento, dove i servizi
essenziali non sono garantiti a nessuno ( la scuola costa molto di piu' che
in Italia, la sanita' e' un privilegio di pochi, il tutto con il 60% della
popolazione che vive con meno di un dollaro al giorno) questo e' un passo
importante. In centro citta' si festeggia, ed anche nelle baraccopoli c'e'
un clima disteso....e' stato un cambiamento voluto da tutti...non ha senso
che i pochi contrari si oppongano con la violenza, violenza che pure si era
prospettata. E' avvenuto tutto nella maniera piu' pacifica e democratica
possibile per un paese come il Kenya, e questo lascia ben sperare per il
futuro.
Davide
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