| CONGO-DEM.REPUBLIC, 22 MAG 2000 (0:1) SUD KIVU : KATOGOTA, ULTERIORI 
PARTICOLARI MENTRE SI CONTANO LE VITTIME  (STANDARD, GENERAL) Ulteriori particolari si sono appresi sul massacro 
di Katogota, una località vicina ai confini con il Rwanda e il Burundi, 60 
chilometri a sud di Bukavu (sud Kivu, est della Repubblica Democratica del 
Congo). Secondo le fonti della MISNA, appartenenti alla 'società civile 
congolese' (e non all'ambiente missionario come riferito da alcune fonti), tutto 
sarebbe iniziato con una violenta discussione tra il comandante (nella lingua 
locale 'afande') munyamulenge (appartenente al gruppo etnico dei banyamulenge) 
Rugazura e un commando militare ruandese; oggetto del contenzioso: un'azione di 
sciacallaggio ai danni del mercato di Lubarika. In seguito all'uccisione 
dell'afande Rugazura, verso le 16:00 del 14 maggio, a Katogota giunge in forze 
l'esercito della Coalizione Democratica Congolese (composto da militari 
ruandesi, burundesi e banyamulnge) che cerca il responsabile del delitto. I 
militari verso le 17:30 riuniscono la popolazione di Katogota imponendo a tutti 
di restare nelle loro abitazioni. Due ore dopo comincia l'operazione di 
sterminio della popolazione inclusi bambini, donne e vecchi. Secondo una serie 
d'informazioni giunte alla sede romana della MISNA il numero dei cadaveri è 
continuato a salire di giorno in giorno. In un primo momento, i cadaveri 
risultavano alcune decine. Successivamente si è appreso che un numero 
elevatissimo di civili era stato trovato senza vita nel perimetro circostante il 
villaggio, particolarmente lungo il fiume Ruzizi. Nonostante l'insicurezza 
determinata dalla presenza di militari nella zona, le fonti della MISNA hanno 
censito i mancanti all'appello segnalandone 372. Sebbene un conteggio definitivo 
non sia ancora possibile, il numero delle vittime sembra destinato ad andare ben 
al di là delle 300 unità. Il Sud Kivu è una zona in cui i massacri contro i 
civili sono stati numerosi negli ultimi anni, come riferito anche 
dall'organizzazione americana 'Human Right Watch' in un rapporto diffuso il 17 
maggio - terzo anniversario dell'insediamento del presidente Laurent D. Kabila. 
Basterà ricordare, in ordine di gravità per numero di vittime, quelli di Kasika 
(agosto 1998) e Makobola (dicembre 1998/gennaio 1999). In un paese grande quanto 
l'Europa occidentale e con poco meno di 50 milioni di abitanti (stimati) - 14 
milioni dei quali, numerosi i bambini, ai limiti della malnutrizione - in 
particolare dall'estate del 1998, il massacro sembra diventato un meccanismo 
normale di sfogo della lotta per la supremazia militare, dei traffici illeciti 
sulle materie prime e delle tensioni etniche. (CO) URL: 
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