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Africanews ITA - Aprile 2000 - B
AFRICANEWS - Versione Italiana
Nr.25 - APRILE 2000
Zambia
Lunga vita alle foreste
di Moses Mbulo
Il crescente degrado delle foreste zambiane ha spinto il paese ad
avviare, nel 1996, un progetto pilota per la trasformazione della
gestione delle foreste. I risultati sono incoraggianti, ma intanto il
controllo delle foreste e' passato dal governo alla gente.
Il futuro delle risorse naturali della Zambia, e in particolare delle
sue foreste, dipende dal successo di un progetto pilota di
conservazione introdotto di recente. Obiettivo del progetto, dicono
gli analisti, e' di trasferire la gestione di queste foreste dal
governo alle comunita' che ne traggono beneficio. In questo modo
verranno adottate delle misure decise dalle comunita', che
arresteranno l'attuale distruzione senza riguardi di queste risorse
naturali. "La soluzione sta nel coinvolgimento della popolazione
locale nella gestione delle risorse naturali" dice Peter Chitondo,
consulente del Ministero dell'ambiente.
Il progetto e' attualmente in corso nel Copperbelt, una delle province
pesantemente colpite dalla deforestazione. In anni recenti il
Copperbelt, il secondo centro industriale della Zambia, ha subito la
perdita di enormi tratti di distese di foreste. Questa tendenza,
inoltre, danneggia anche le risorse fluviali strategiche, come le
acque di Lamba Head. La distruzione e' stata accelerata
dall'abbattimento illegale di alberi e da insediamenti umani, che
adesso si stanno diffondendo nel Copperbelt. Chitondo dice che se non
si interviene, avverte, il Copperbelt e il paese nel suo insieme
rischiano di perdere tutte le foreste, la fauna e le altre risorse
naturali nel corso dei prossimi venti anni.
Secondo il dipartimento forestale del paese, la Zambia ha 457 riserve
di foreste che coprono circa 7.326.119 ettari. Di queste riserve 171
sono classificate come foreste nazionali, mentre le rimanenti sono
registrate come foreste locali. Le foreste nazionali coprono 5.075.525
ettari, mentre quelle locali occupano circa 2.250.593 ettari.
Tra i fattori che hanno accelerato la distruzione delle foreste c'e'
stata l'abolizione dei sussidi alimentari da parte del governo nei
primi anni novanta. Questo e' avvenuto su ingiunzione del Fondo
monetario internazionale (Fmi). Prima che cio' avvenisse l'agricoltura
contadina era la fonte principale di produzione alimentare nel paese,
e impiegava una grande fetta della popolazione. Inoltre, prima che i
sussidi venissero aboliti, nella politica governativa prevalevano
considerazioni tese a garantire ai contadini la stabilita' del prezzo
dei loro prodotti, soprattutto del mais, a sovvenzionare il
fertilizzante e a mantenere basso il prezzo delle materie prime
agricole. Adesso questo non avviene piu'.
In un paese dove piu' dell'ottanta per cento della popolazione vive in
poverta', la popolazione rurale e quella che vive ai margini delle
citta' ha deciso di cercare nelle foreste il modo di sopravvivere.
Hanno iniziato a bruciare la legna per fare il carbone, e questa e'
diventata una industria remunerativa per molti, in particolare nella
regione del Copperbelt.
I contadini impoveriti lo stanno facendo senza il riguardo necessario
per la sostituzione delle specie arboree che vengono abbattute. Nel
1996 per affrontare questa situazione il governo ha avviato il
Programma di azione forestale provinciale (Provincial forestry action
programmme - Pfap) nella regione del Copperbelt. Obiettivo del
programma era dare una spinta e infondere una speranza nella
possibilita' di sostenere le risorse naturali della zona. La sua
introduzione nella regione e' stata percepita sia dai tecnici che
dalla popolazione locale come un intervento ben intenzionato e ben
mirato.
Anche se si e' in una primissima fase, ci sono gia' delle indicazioni
che l'approccio seguito e' accettato da tutti, e sembra che sara'
molto efficace per prevenire la catastrofe incombente non solo nel
Copperbelt e in Zambia, ma anche in tutta l'Africa meridionale.
Secondo il rapporto del dipartimento forestale per il 1997, dei gruppi
di partecipazione rurale alla valutazione (Participatory rural
appraisal - Pra) sono stati organizzati con successo nelle aree
pilota, e sia i Piani di gestione congiunta delle foreste (Joint
forest management plans -Jfmr), nelle riserve forestali, che i Piani
di gestione delle risorse di villaggio (Village resource management
plans - Vrmp) sono nella fase di attuazione. In tutte queste aree il
processo di pianificazione e i programmi di azione immediata hanno
luogo contemporaneamente.
La protezione delle risorse forestali sul lungo periodo sembra piu'
praticabile attraverso il coinvolgimento diretto delle comunita'
forestali locali nella gestione delle foreste. Questo ha un costo piu'
basso dei metodi abrasivi con cui il dipartimento forestale ha cercato
di proteggere le foreste facendo appello alle leggi, o attraverso le
guardie forestali. In passato i tentativi di impedire l'accesso si
sono invariabilmente mostrati inutili, e il controllo delle
concessioni e' fallito anch'esso. Sembra quindi ragionevole supporre
che la protezione delle foreste contro l'abuso distruttivo organizzato
o sporadico sia piu' praticabile quando gli utenti sono anche
proprietari della foresta e risiedono li' o nei suoi dintorni. La
politica dei Piani di gestione congiunta delle foreste e' stata
concepita per mettere alla prova questa ipotesi.
Questa politica afferma che in una zona Pfap la gestione deve
chiaramente definire i diritti e le responsabilita' delle comunita'
locali specializzate. Le comunita' locali devono essere considerate
investitori e parte in causa nelle decisioni sulla gestione delle
risorse. Le persone che gestiscono le foreste dovrebbero beneficiare
della partecipazione nella gestione delle foreste, sia in senso
monetario che non monetario, e dovrebbero essere sostenute tramite
avanzamenti nella carriera in misura delle necessita' delle foreste.
Si puo' sperare che questo garantira' la sopravvivenza delle foreste
della Zambia.
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