kinshasa: strage in aeroporto

[PIER LUIGI GIACOMONI <rhenus@libero.it>]

Strage a Kinshasa aeroporto in fiamme
Esplosioni a catena in un deposito di armi, almeno 50 morti. Non si esclude
l'ipotesi del sabotaggio
KINSHASA - Hanno causato almeno una cinquantina di morti e un centinaio di
dispersi le esplosioni a catena innescate da un corto circuito in un magazzino
di armi nelle vicinanze dell'aeroporto di Kinshasa, capitale della Repubblica
Democratica del Congo. Le fiamme si sono poi propagate a un deposito di
combustibile, provocando nuove deflagrazioni e incendiando due aerei militari
tra cui, secondo quanto riferito da un portavoce dell'Onu, un Boeing 707.
Diversi edifici sono andati a fuoco e tutti i vetri nella stazione aereoportuale
sono finiti in frantumi. Non e' ancora stato stilato un bilancio ufficiale delle
vittime ma alcune fonti parlano minimo di 46 feriti gravi, altre ne indicano
invece il numero in 27.
In un primo momento, si era parlato di un aereo che si era scontrato in fase di
dichiarato poi che il rogo e le esplosioni sono stati in origine provocati da un
soldato che ha fatto cadere una o piu' munizioni mentre erano in corso le
operazioni di scarico di un aereo pieno di armi. Non si esclude anche l'ipotesi
del sabotaggio: l'ha avanzata ieri sera il ministro dell'Informazione congolese
Didier Mulengi. Gli scoppi sono durati per piu' di due ore, e hanno scatenato il
panico tra la popolazione di Kinshasa e persino di Brazzaville, la capitale
della Repubblica del Congo situata proprio di fronte, sull'altra riva del fiume
che da' il nome ai due paesi, da cui si vedeva una enorme colonna di fiamme e
fumo. In serata a Kinshasa c'e' stato lungo un black- out dei telefoni, e
l'esercito ha fatto trasmettere un messaggio televisivo via radio che invitava a
mantenere la calma.
Secondo portavoci militari, nel deposito vi erano 1.500 tonnellate tra
munizioni, granate e proiettili per obici, che le forze governative dovevano
inviare sul fronte di guerra contro i guerriglieri ostili al presidente
Laurent-Desire' Kabila.
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FONTE: LA REPUBBLICA - DOM. 16/4/2000
http://www.repubblica.it



PIER LUIGI GIACOMONI
rhenus@libero.it

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