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NIGRIZIA 4/2000 - PAROLE DEL SUD



Parole del sud
QUANDO IL PAPA CHIEDE PERDONO
di Tissa Balasuriya


Giovanni Paolo II e' stato eccezionale; nella sua vita, nel suo pontificato,
e anche nella sua ripetuta richiesta di perdono per i peccati della chiesa e
dei cristiani nel corso dei secoli.

Come testimonia Luigi Accattoli nel suo libro "Quando il papa chiede
perdono", il pontefice per arrivare a questo passo ha dovuto contrastare una
notevole opposizione che proveniva perfino dai suoi piu' stretti
collaboratori.

Riconoscendo che tutti i popoli e tutti i gruppi religiosi nella storia
hanno commesso i loro peccati (si pensi per esempio al sistema delle caste
nell'Asia meridionale), vorrei proporre alcune riflessioni ai cristiani, in
particolare a quelli d'occidente. Questo papa anziano ha fatto una scelta
coraggiosa. Queste proposte vorrebbero far continuare questo cammino.

La dottrina cattolica della penitenza e' molto chiara nei catechismi,
compreso l'ultimo Catechismo della chiesa cattolica. Una buona confessione
richiede l'ammissione di tutti i peccati, specificando gravita' e numero. E'
necessario un pentimento sincero, perche' quei peccati offendono Dio e le
altre persone. Il pentimento inoltre deve essere accompagnato dalla
determinazione di non ripetere piu' quegli sbagli; e dall'impegno di rendere
soddisfazione e riparazione a coloro che hanno sofferto o soffrono per causa
nostra. E si dovrebbero evitare perfino l'occasione e le circostanze che
potrebbero indurci a peccare di nuovo.

Quindi la generica confessione e richiesta di perdono del papa, pur essendo
un buon inizio, non basta. Noi dobbiamo andare oltre, in quanto siamo
corresponsabili di quegli errori se non, addirittura, i beneficiari. Una
confessione sincera richiede risposte serie a domande come le seguenti.

Quali sono state le autorita' responsabili di cosi' grandi atrocita' contro
individui e interi popoli?

Che tipi di processo furono adottati per portare avanti iniquita' come
l'uccisione degli eretici, dei dissidenti e di altri credenti?

Quale clima teologico, spirituale, di diritto canonico, e quali alleanze
sociopolitiche hanno motivato una tale intolleranza e arroganza?

Chi e come puo' riparare simili crudelta', l'oppressione e la
marginalizzazione dell'Altro, come nel caso dei popoli indigeni, delle
donne, delle altre religioni, delle culture e degli scienziati?

Questi stessi processi, autorita', teologie, spiritualita', istituzioni di
diritto canonico, sistemi di alleanze, sono ancora presenti nella chiesa e
tra i cristiani?

Noi cristiani non siamo forse stati in parte responsabili, e continuiamo a
beneficiare del piu' grande genocidio della storia dell'umanita', del
saccheggio, della dominazione culturale e dello sfruttamento che continua? E
siamo ancora ben lontano dal riconoscerlo!

Mentre ringraziamo il papa per il suo sforzo, molti di noi devono assumersi
questa responsabilita' in tutta onesta', e con un sincero pentimento,
affinche' il cristianesimo possa essere oggi credibile. Le universita', i
seminari, gli istituti di ricerca, le riviste specializzate, i mezzi di
comunicazione di massa, le congregazioni religiose, le conferenze
episcopali, la curia vaticana e molti altri ancora hanno bisogno di
accettare questa sfida spirituale del giubileo del 2000 per una vera
riconciliazione.



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