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Sahara Occ. Comunicato stampa
Ai membri dell'Associazione nazionale di solidarietà col popolo sahrawi (ANSPS)
alle associazioni di solidarietà internazionale
alle amiche e agli amici del popolo sahrawi
vi trasmettiamo un comunicato stampa dell'ANSPS sui gravi fatti in corso
nei territori occupati del Sahara Occidentale e inalcune città del Marocco,
vi prego di farvi carico della sua diffusione.
Vi alleghiamo inoltre la Risoluzione sul Sahara Occidentale che la
Commissione esteri della Camera ha approvato gioveì 9 marzo 2000.
Cordiali saluti
ANSPS
via della Dogana Vecchia 5
00186 Roma
tel/fax 06.6864640
e-mail: lidlip@mclink.it
==Attach=Converted===
Roma, 14 marzo 2000
COMUNICATO STAMPA
SAHARA OCCIDENTALE: UN'INTIFADA SOTTO GLI OCCHI DELL'ONU
Roma, 14 marzo 2000. Da due settimane sono in corso nelle due principali
città del Sahara Occidentale occupato, Samara e El Aiun, e in alcune città
marocchine manifestazioni di protesta da parte dei sahrawi. Nei territori
occupati l'esercito di Rabat ha di fatto imposto il coprifuoco, nel più
assoluto silenzio dei caschi blu.
Il 29 febbraio ad Agadir la manifestazione di studenti sahrawi della locale
Università è stata repressa con decine di feriti e di arresti. Gli studenti
protestavano in particolare contro la detenzione di tre sahrawi accusati di
"spionaggio" nei confronti del Fronte Polisario, che si batte per
l'indipendenza del Sahara Occidentale. I tre sono detenuti nella prigione
di Agadir da dicembre e dal 22 febbraio hanno iniziato uno sciopero della
fame; nelle settimane precedenti diversi campus universitari, a Rabat,
Marrakech e la stessa Agadir, in Marocco hanno visto gli studenti sahrawi
mobilitarsi per la loro liberazione.
Il primo marzo a Smara, nei territori occupati, una manifestazione di
studenti sahrawi, cui si è unito un migliaio di persone è stata brutalmente
repressa dall'esercito marocchino; gli scontri sono durati una decina di
ore e si sono conclusi con arresti e numerosi feriti, 56 sahrawi e 13
agenti marocchini. La città è stata poi di fatto occupata e sottoposta a
coprifuoco da parte dell'esercito di occupazione.
Un'analoga manifestazione ad El Aiun il 4 marzo è sta dispersa con numerosi
feriti e arresti, dopo che la gente aveva sventolato le bandiere della
Rasd, la repubblica indipendente che il Polisario ha proclamato nel 1976.
Durante la notte tra il 4 e 5 sono continuati i lanci di pietre contro le
truppe di occupazione. Nelle due città sahrawi è stato imposto il
coprifuoco e uno schieramento massiccio dell'esercito. Le autorità
marocchine hanno dapprima smentito le notizie riprese dalle agenzie e dai
quotidiani stranieri, poi hanno precisato che le manifestazioni erano "non
autorizzate", e negano ora vi siano ancora degli arrestati nelle loro mani
Va ricordato che nel Sahara Occidentale è presente dal 1991 una missione di
pace dell'Onu (Minurso), cui partecipa anche un contingente italiano. I
caschi blu hanno lo scopo di far osservare un cessate il fuoco e di
organizzare un referendum di autodeterminazione. Stupisce che la Minurso
abbia osservato finora il più assoluto silenzio da quando la protesta
popolare è esplosa dal settembre scorso. Sono in molti ad immaginare uno
scenario come quello che si è prodotto a Timor Est prima, durante e dopo il
referendum di autodeterminazione, peraltro con una differenza decisiva: il
Marocco sta facendo di tutto per ostacolare il voto. Le stesse Nazioni
Unite ne hanno preso atto, non solo non si parla più della scadenza
prevista per luglio, ma nessuna data è stata più fissata. Si tratta di
un'inammissibile rinuncia, che rischia di insanguinare con la ripresa della
guerra questa parte del Maghreb.
==Attach=Converted===
Camera dei Deputati
III Commissione (Affari Esteri) - Giovedì 9 marzo 2000
ALLEGATO
Risoluzione n. 7-00791 Ulteriore nuova formulazione
TESTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE
La III Commissione,
premesso che:
- l'esperienza di Timor Est deve richiamare la necessaria attenzione anche
su un altro referendum promosso dalle Nazioni Unite, organizzato attraverso
un proprio apposito organismo, la Minurso, riguardante il Sahara
occidentale;
oramai le operazioni preliminari di identificazione dei titolari del
diritto di voto sono state portate a termine e si è aperta l'ultima fase,
quella dei ricorsi, che comunque non dovrebbe pregiudicare la possibilità
di procedere alle votazioni a metà dell'anno 2000;
- da oltre venticinque anni il popolo Saharawi è costretto a vivere in
stato di emergenza, prima con la necessità di difendersi, poi con la quasi
totalità dei suoi membri costretti a vivere in esilio, in territorio
straniero, in condizioni di vita precarie, appena attenuate da massicci
interventi dell'agenzia ONU per i rifugiati, della Mezzaluna/Croce Rossa,
di vari altri enti internazionali e dall'encomiabile impegno di solidarietà
di governi, amministrazioni locali, ONG, volontariato di vari continenti;
- il referendum per l'autodeterminazione avrebbe già dovuto tenersi ben
otto anni fa, secondo gli accordi provvisori tra le parti;
- per questo referendum e, comunque, per l'autodeterminazione del popolo
Saharawi, Consiglio di sicurezza ed Assemblea generale delle Nazioni Unite
si sono espressi con votazione di risoluzioni ben trentotto volte, a
partire, addirittura, dalla metà degli anni sessanta;
- l'ultima risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 1292 del 29
febbraio 2000 ribadisce la necessità di tenere un referendum libero e
regolare e per questo ha deciso di prorogare il mandato alla Minurso,
impegna il Governo:
- a dare tutto il sostegno possibile per la realizzazione del referendum
stesso;
- a sollecitare da parte delle Nazioni Unite una approfondita ed esauriente
analisi di come sia stata gestita la analoga vicenda referendaria a Timor
Est, predisponendo fin d'ora tutte le misure ed i mezzi necessari a
garantire, nei tempi e nelle modalità predeterminati dall'accordo tra le
parti, la effettiva realizzazione della consultazione popolare,
l'espressione libera ed effettiva del diritto di voto da parte degli aventi
causa, l'immediata ed inderogabile applicazione dei risultati del voto,
prevenendo ed evitando, nel modo più assoluto, qualsiasi sviluppo negativo
successivo;
- a promuovere immediatamente un'iniziativa solenne dell'Unione europea,
al fine di:
a) invitare il Marocco, paese associato all'Unione europea stessa, a
rimuovere ogni ostacolo al mantenimento dei tempi e delle procedure
previste per giungere al voto ed a un impegno formale al rispetto del suo
risultato;
b) proporsi come garante di una ripresa del dialogo tra Saharawi e Marocco
per la ricerca di una gestione pacifica congiunta dell'esito del
referendum, che si faccia anche carico del problema delle centinaia di
migliaia di cittadini marocchini residenti nel Sahara occidentale;
c) riconoscere il nuovo Stato nel caso l'esito del referendum dovesse
risultare favorevole all'indipendenza;
d) aprire fin d'ora colloqui con le attuali rappresentanze Rasd in Europa,
per concordare una collaborazione responsabile, qualunque sia l'esito del
referendum, nell'insediamento del nuovo Governo o della nuova
Amministrazione del Sahara occidentale, nell'edificazione delle strutture e
infrastrutture indispensabili alla convivenza dei due popoli, nell'azione
di rientro e di reinsediamento delle popolazioni profughe;
e) rinegoziare con i futuri assetti democratici delle istituzioni del
Sahara occidentale, siano esse forme di autonomia o un nuovo Stato
indipendente, i diritti di pesca nelle acque atlantiche saharawi, oggi
stipulati tra Unione europea e Marocco, nonché negoziare accordi equi per
l'utilizzo delle risorse minerarie - specie fosfati ed idrocarburi del
Sahara occidentale - come concreto contributo allo sviluppo economico che
dovrà seguire la fase del post-referendum.
(7-00791)
"Pezzoni, Leccese, Bartolich, Francesca Izzo, Calzavara, Marco Fumagalli,
Giovanni Bianchi, Di Bisceglie, Olivo, Crucianelli, Brunetti, Malentacchi,
Mantovani, Michelangeli".