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LETTERA A MISNA




ERITREAN MEDICAL ASSOCIATION
Italy-branch

Alla Redazione di MISNA
Missionary Service News Agency

In data 17 Ottobre 2000 MISNA aveva divulgato la notizia che otto 
giornalisti eritrei erano stati arrestati per avere reso pubblico un 
documento di critica, destinato a rimanere riservato, indirizzato da un 
gruppo di intellettuali eritrei al presidente Isaias Afewerki.
In data 20 Ottobre, Visafric -agenzia di giornalisti eritrei 
indipendenti- diffondeva una dettagliata spiegazione dei fatti, da cui 
emergeva con chiarezza come le motivazioni fornite circa l'arresto dei 
giornalisti fossero fuorvianti, poichè il fermo degli stessi era 
avvenuto nell'ambito di una verifica indiscriminata della posizione di 
numerosi cittadini eritrei nei confronti dell'assolvimento degli 
obblighi di leva; gli stessi cronisti, già tornati nelle sedi di 
lavoro, esprimevano stupore sulle motivazioni fornite da alcune agenzie 
di stampa, spiegando le circostanze reali dei fatti.
Persistendo nell'impostazione iniziale, nella stessa data  MISNA 
diffondeva, al contrario, un'altro comunicato che nettamente 
contrastava con i fatti, addirittura alzando la posta con 
l'affermazione  che il numero degli arrestati era passato da 8 a 13.
Di recente, come sotto riportato, l'organismo World Association of 
Newspapers, dopo avere compiuto le debite verifiche sull'intera 
vicenda, non avendo trovato riscontri circa le motivazioni diffuse 
dalle agenzie circa l'arresto dei giornalisti, ha presentato le proprie 
scuse al Ministero dell'Informazione eritreo.
Posto che noi non conosciamo la/e fonte/i delle informazioni diffuse in 
tali circostanze da MISNA, dato che appare chiaro come non siano state 
condotte le opportune necessarie verifiche, ci sembrano doverose alcune 
considerazioni:
- considerando la vicenda  interamente chiarita con le verifiche 
condotte dall'organismo suddetto
- poichè il processo di pace è ancora di là da venire, rimanendo ancora 
in vigore la proclamazione di guerra nei confronti dell'Eritrea del 
parlamento etiopico del 13 maggio 1998 e l'occupazione di ampie 
porzioni indisputate del territorio eritreo da parte dell'esercito 
etiopico,
- considerando il grave pregiudizio per l'immagine di un paese che, 
ancora una volta nella sua storia, deve lottare per difendersi 
dall'aggressione di un vicino prepotente,
- poichè in tali circostanze è determinante il ruolo svolto dagli 
organismi di informazione indipendente nell'influenzare l'opinione 
pubblica mondiale
- ritenendo MISNA un'agenzia di informazione importante e rispettabile 
che ha diffuso notizie su di un fatto dandone motivazioni 
successivamente rivelatesi inconsistenti

l'Associazione Medica Eritrea - Sezione Italiana (ERIMA-Italy)

chiede alla Direzione dell'agenzia MISNA di diffondere un comunicato di 
rettifica e di scuse, o quantomeno di dare il debito risalto alle 
considerazioni conclusive della World Association of Newspapers, 
assicurando ad esse un'adeguata diffusione.

Cordiali saluti

per ERIMA-Italy
Dr. Alessandro Verdacchi, vice presidente e PR
Dr. Iosief Abraha, segretario

Allegati:


ERITREA, 17 OTT 2000 (1:13) MISNA

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ARRESTATI OTTO GIORNALISTI DELLA STAMPA INDIPENDENTE
(BRIEF, PEACE/JUSTICE)

Tempi duri per la stampa indipendente in Eritrea. Otto
giornalisti sono stati arrestati ad Asmara per aver
criticato il governo del presidente Isaias Afeworki.
Fonti della società civile riferiscono che il
provvedimento è stato adottato perché gli operatori
dell’informazione si erano permessi di diffondere una
'lettera aperta' di un gruppo di 13 intellettuali
eritrei ad Afeworki. Nella missiva, sottoscritta il 3
ottobre scorso a Berlino dalla diaspora eritrea, il
presidente viene criticato per la sua “leadership
autocratica” in contrasto con le regole della
democrazia. Come se non bastasse, gli otto giornalisti
sono stati accusati di non aver ottemperato alla
chiamata alle armi durante l'ultima ! stagione di guerra
contro l’Etiopia, tra maggio e giugno. Un autorevole
esponente di un'agenzia internazionale impegnata per
la difesa dei diritti umani ritiene che l'arresto dei
giornalisti rappresenti un segnale di debolezza e
forte nervosismo della dirigenza eritrea "troppo
sospettosa nei confronti di quelle voci libere che
esprimo dissenso nel pieno rispetto degli interessi
nazionali". (CO)



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a76578b&lat=975252846&hm___action=http%3a%2f%2fwww%2evisafric%2ecom%2fne 
ws%2easp%3fcategory%3dOctober_News%26amp%3barticle%3dJournalists_set_rec 
ord_straight%2easp>http://www.visafric.com/news.asp?category=October_New 
s&article=Journalists_set_record_straight.asp



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Visafric Oct 20

Eritrean Journalists featured in a recent news story, which claimed 
that they had been arrested for publishing a letter critical of the 
Eritrean government, have said they find the report to be “ totally 
misleading and disappointing.”

Dawit Habtemichael, a journalist working for  "Mekaleh", a private 
newspaper, said that he was among others caught this week in a swoop to 
net draft dodgers and those that had gone AWOL (away without authorized 
leave).  “ I was allowed to come back to work once I showed proof that 
I was assigned to serve my national service in Asmara,” Dawit said. 
“Journalists are no different than others and are therefore required to 
do their duty”, said Dawit, who works at the newspaper evenings and 
weekends in his free time.

Semret Seyoum, another journalist caught in the swoop said that he is 
disappointed by the report saying it was “ incorrect” particularly 
since "Setit",  the private paper he works for,  had not even published 
the said letter. “ How can we be jailed for publishing a letter when we 
had not even published it”, he asked adding that in fact it was the 
government paper, Hadas Ertra, that carried comments on the said letter.

Yebiyo G/Meskel, of Mekaleh paper said he is stationed at the Alitena 
Mereb front and was in Asmara on leave when he too was caught in the 
swoop. “ My leave paper is till November 21 and I plan to return s soon 
as my leave is up,” said Yebio adding that he did not understand why 
the news media would publish such a story.


Selam Y. Beyene a sport reporter for Mekaleh, now back at his desk, 
also expressed astonishment at how the news agency “ made a mountain 
out of a mole hill.”

Most of those caught in the swoop, including six of the eight 
journalists, are now back at work after showing proof that they were 
doing, had done, or were exempted from national service. Two of the 
journalists were found not to have carried out their duty and are now 
being assigned to their posts.

Although the eight journalists caught in the recent swoop worked for 
the independent media, Tesfay keleta, Head of the Radio Department, 
said that government media staff have in the past also been caught in 
the swoop to net draft dodgers. “ Like everyone else most my staff are 
serving their duty in the front line but anytime they are in town, they 
too are required to show proof that they are not dodging their duty”, 
Mr. Keleta said.

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ASMARA: LA VICENDA DEI GIORNALISTI FA ARRABBIARE IL
GOVERNO  (STANDARD, POLITICS/ECONOMY) 20 ottbre 2000

Sono ormai 13 i giornalisti arrestati in Eritrea e
sulla cui detenzione si erano avute le prime
informazioni lunedì scorso. Inizialmente il
provvedimento sembrava riguardare solo otto di loro,
ma il numero è poi salito. Il portavoce del governo
Yamane Ghebremeskel ha negato che il loro arresto sia
legato alle critiche espresse dagli operatori
dell'informazione nei confronti della "direzione
autocratica" del presidente Isaias Afeworki. Secondo
il portavoce, gli arrestati sono solo accusati di
"renitenza alla leva". La notizia, alla quale
l'agenzia d'informazione Ansa ha dedicato ieri due
lanci, è stata confermata da fonti della società
civile contattate dalla MISNA ad Asmara. Yamane ha poi
precisato che "i giornalisti sono liberi di stampare
quello che desiderano in un Paese libero come
l'Eritrea" definend! o una "menzogna" la notizia secondo
cui sarebbero stati arrestati per aver diffuso il
cosiddetto "Manifesto di Berlino". Si tratta di una
lettera che un gruppo di 13 intellettuali eritrei ha
inviato il 3 ottobre al presidente Isaias Afeworki,
criticandone la direzione assolutistica. Una cosa è
certa: all'interno del governo eritreo le divisioni
sembrano acuirsi. A detta degli osservatori,
l'improvvisa rimozione del capo della diplomazia
eritrea, il ministro degli esteri Hailé Woldensae,
sembra indicare che tra il presidente e molti dei suoi
compagni della guerriglia indipendentista (1961-1991)
i rapporti si siano incrinati. L'imminente quarto
congresso del partito unico, il Fronte popolare per la
democrazia e la giustizia (Pfdj) potrebbe fornire
l'occasione per un "chiarimento", non foss'altro
perché proprio Woldensae era stato il politico che
aveva apposto la firma alla tregua con Addis Abeba. Fa
comunque ben sperare il! fatto che siano state
convocate per il dicembre 2001 le prime elez ioni dopo
l'indipendenza dall'Etiopia, avvenuta nel 1993. Sempre
secondo gli osservatori, potrebbe essere la volta
buona per aprire il Paese al multipartitismo. Un
esponente della società civile ha commentato alla
MISNA: "L'arresto dei giornalisti per renitenza alla
leva solleva non poche perplessità, se non altro per
il fatto che il reato venga imputato proprio agli
operatori dell'informazione". (CO)

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<http://64.4.8.250/cgi-bin/linkrd?_lang=EN&lah=129e3048f1ea28af48ffb3b07 
b884a0a&lat=975252846&hm___action=http%3a%2f%2fdehai%2eorg%2farchives%2f 
dehai_news_archive%2f0155%2ehtml>http://dehai.org/archives/dehai_news_ar 
chive/0155.html


To
The World Association of Newspapers
75889 Paris

November 2, 2000

Dear Sirs,

I have received your letter dated 30 October 2000
regarding your concerns about the eight journalists.

Sirs, to begin with, the news that eight journalists
were imprisoned does not hold water. There is no
single journalist in detention or in prison today in
Eritrea. This can easily be verified by your high
esteemed association or by any other independent body
any time.

The eight journalist were questioned, in a routine
procedure, to verify if they have done the national
service. Six were subsequently released, since they
had already absolved their national service. The rest
are doing their services, from which no Eritrean in
the 18-40 age-group is exempted.

Furthermore, these people were not targeted, as you
have put it “because of articles they had published
that were critical of the government.” Nothing can be
far from the truth. The activities of all private
newspapers have not been hampered, are still in
circulation and are still publishing items critical to
the government. Even the government-run newspapers are
putting critical comments and opinion from various
contributors. So, the allegations that these people
were taken to curb freedom of expression fly in the
face of common sense. A representative of Reporters
Without Borders Mr. Jean Francois Juliard has even
admitted that they have no proof that the journalist
were taken for criticizing the Eritrean Government.
It is very sad to see the World Association of
Newspapers falling prey to unconfirmed and entirely
baseless reports and come to such a conclusion.

Yours truly,

Said Abdelhay
Director General
Press Department
Ministry of Information
Asmara, Eritrea

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14 November 2000

Dear Mr. Abdelhay,

Thank you for your letter of 2 November.

After making further enquiries, we now fully accept
your explanation that the eight journalists referred
to in our letter of 30 October were arrested on
suspicion of failing to perform national service. We
apologise for drawing the mistaken conclusion that the
reason for their detention was to silence their
criticism of the government.
Our initial letter was based on the same inaccurate
information as the Reporters Without Borders and we
assure you that it was written entirely in good faith.
Please accept our apologies and extend them also to
the Minister.

Yours sincerely,

Roger Parkinson
President
World Association of Newspapers

Ruth de Aquino
President
World Editors Forum



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