[Africa] [Fwd: MANIFESTAZIONE A ROMA PER LE VITTIME DI LAMPEDUSA]
- Subject: [Africa] [Fwd: MANIFESTAZIONE A ROMA PER LE VITTIME DI LAMPEDUSA]
- From: "Vittorio Moccia" <v.moccia at itb.it>
- Date: Mon, 21 Oct 2013 10:39:48 +0200
- Importance: Normal
- Reply-to: v.moccia at itb.it
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Oggetto: MANIFESTAZIONE A ROMA PER LE VITTIME DI LAMPEDUSA
Da: <asper.eritrea>
Data: Dom, 20 Ottobre 2013 2:23 pm
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La vostra partecipazione è preziosa in un momento così drammatico.
Appello
La morte di queste persone si doveva e si poteva evitare.
All’interno dell’Unione europea si susseguono appelli, i politici ripetono frasi di circostanza, a cui però non seguono i fatti. Bisogna invece offrire un’alternativa a queste persone in fuga dalla dittatura, da guerra e violenze, altrimenti sono costrette ad affidarsi ai trafficanti di morte.
I morti continueranno a esserci finché non offriremo reali alternative di accoglienza.
Questo è l'ennesimo naufragio: dal 1998 oltre 20.000 esseri umani sono stati inghiottiti dalle acque del Mar Mediterraneo, e oltre 5.000 sono caduti vittime del traffico di organi umani nel Sinai; un numero imprecisato ha trovato la morte nel viaggio disperato nelle sabbie del Sudan e dell'Egitto. È ora di fermare una carneficina che dura da troppi anni.
Perché queste persone partono? Cosa le spinge ad assumersi rischi enormi nella traversata di deserti e mari? Più concretamente, osservando ad esempio che una grande percentuale di coloro che sbarcano sulle nostre coste arrivano dal Corno d'Africa, qual è la nostra posizione politica nei confronti dei governi di quei Paesi?
L'Eritrea è un carcere a cielo aperto: più di 10.000 perseguitati, buona parte rinchiusi incommunicado in prigioni disumane, prigionieri per reati di opinione o politici. Si ignora quanti siano ancora in vita, quanti siano stati uccisi e/o siano deceduti. L'Eritrea è un paese chiuso a qualsiasi controllo umanitario, privo di stampa e di informazione libera, se non quella del regime. L'economia dell'Eritrea è morta a causa della completa militarizzazione del Paese. Le poche risorse provengono dalle rimesse degli emigrati. Bambini soldati e/o schiavi sono costretti ai lavori forzati e sottoposti a lavaggio del cervello. Un quarto della popolazione eritrea vive all’estero, il che ne fa uno dei Paesi con il più alto numero di rifugiati all'estero del mondo. I parenti in patria sono sottoposti a ricatti economici impossibili da pagare (in particolar modo l’odiosa imposta del 2% che grava sui redditi prodotti all’estero dalla diaspora), destinati alla tortura e alla galera.
In Eritrea Isayas Afeworki è al potere da esattamente vent'anni. È un uomo che violasistematicamente i diritti del suo popolo. Nonostante ciò l'Italia ha fatto e fa ottimi affari con lui.
È possibile che
uno Stato come l’Italia, firmatario della Convenzione europea per la
salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà
fondamentali, collabori con associazioni e consolati legati al regime
eritreo che di fatto ledono diritti fondamentali e inderogabili?
È giusto che in uno stato di diritto i cittadini eritrei subiscano
una doppia imposizione fiscale, frutto di persecuzioni e intimidazioni
imputabili ai consolati o alle suddette associazioni o a persone fedeli
alla politica del regime, residenti nel territorio italiano, che operano
come veri e propri esattori di tasse in nome e per conto dello stato
Eritreo?
Noi chiediamo una protezione
completa e non parziale.
Che vengano valutate le ragioni
della esistenza di ambasciata/consolati eritrei in Italia, presenza nociva
e diseducativa per una convivenza civile e pacifica.
Crediamo sia interesse nazionale Italiano proteggere i suoi cittadini, pertanto chiediamo:
- Che l'Italia chiarisca la sua posizione con il governo eritreo
- Un indagine
accurata sul sistema di tassazione eritrea del 2%, sul
sistema di rilascio dei documenti e sulle garanzie di tutela
ai cittadini eritrei
CHIEDIAMO INOLTRE ALL'ITALIA
- Che la legge Bossi-Fini venga modificata - integrata con nuove norme per i RIFUGIATI POLITICI e che si preveda una legge organica sull'asilo.
- Che si crei un corridoio umanitario per il DIRITTO D'ASILO EUROPEO (che permetta ai migranti bloccati in “paesi terzi” di raggiungere legalmente l’Europa) e che i pattugliamenti diventino azioni di soccorso e non di respingimento o rimpatrio forzato.
- Che si rafforzi la politica di accoglienza europea perché i paesi di approdo, come l'Italia, possano essere luoghi di prima accoglienza dove siano possibili i ricongiungimenti familiari con i parenti residenti in altri paesi europei per poter costruire un futuro.
- Per i defunti: chiediamo la RESTITUZIONE DELLE SALME alle loro famiglie in Eritrea, perché possano essere onorati almeno da morti.
Coordinamento
Eritrea Democratica
Eritrean Youth Solidarity for National Salvation Italy
ASPER-ERITREA.Associazione
per la tutela dei diritti umani del Popolo Eritreo
ENCDC Europe
MOSSOB Comitato Italiano per Eritrea Democratica
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