CS INTERSOS LANCIA LA CAMPAGNA 'SONO UN BAMBINO, NON SONO UN SOLDATO'
- Subject: CS INTERSOS LANCIA LA CAMPAGNA 'SONO UN BAMBINO, NON SONO UN SOLDATO'
- From: "INTERSOS" <comunicazione at intersos.org>
- Date: Tue, 28 Jun 2011 22:53:59 +0200
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COMUNICATO STAMPA
INTERSOS
SONO UN BAMBINO, NON SONO UN SOLDATO
‘COSTRUIAMO LE SCUOLE IN CONGO PER TOGLIERE I
BAMBINI DALLA GUERRA’
Nel distretto dello Uélé, all'estremo nord della Repubblica Democratica del Congo ogni giorno 300 bambini attraversano 12 chilometri di foresta equatoriale. Partono dalle loro case all’ora del pranzo, a piccoli gruppi, e dopo poche ore tornano indietro, quasi sempre. Nel tragitto subiscono soprusi, vengono derubati e rischiano di essere rapiti dalle milizie armate del LRA, il famigerato Esercito di resistenza del Signore. Ma questo è l’unico modo per continuare ad andare a scuola.
Nel 2009 la scuola primaria
di Bakudangba venne quasi completamente distrutta durante un attacco del LRA. I
sei maestri e l’amministratore impiegati nella scuola decisero di non
chiuderla, ma di spostare le lezioni nei locali della scuola primaria cattolica
a Doruma, il centro abitato piu' grande che dista 12 chilometri dal piccolo
villaggio. Prima dell’attacco, la scuola contava 318 scolari, mentre ora solo
310 (118 ragazze e 192 ragazzi) frequentano le classi dalla prima alla sesta.
Le famiglie sono divise durante la settimana, la normale vita quotidiana del
villaggio e' interrotta, e per tutti recarsi a scuola e' fonte di paura e grandi
difficolta'.
La zona dove opera INTERSOS e' al confine tra RDCongo, Sud Sudan e Repubblica Centrafricana, ed e' totalmente coperta dalla foresta equatoriale. I trasporti e i movimenti dello staff INTERSOS, sono necessariamente affidati unicamente alle motociclette, con le quali e' possibile raggiungere i villaggi. Le macchine non riescono a passare. INTERSOS e' in quest’area dal 2009 per dare riparo agli sfollati e assistere le vittime delle violenze fisiche e psicologiche dei miliziani, soprattutto i bambini. Anche per gli operatori umanitari la zona e' molto difficile, e sono loro stessi bersagli delle violenze.
‘Per questo stiamo ricostruendo la scuola primaria nel
villaggio di Bakudangba’ spiega Ludovico Gammarelli, capomissione in Congo. ‘Servono i materiali
per rimettere in piedi i sette edifici della scuola. Solo una classe e' tutt’ora
integra ma va ristrutturata, due hanno solo pareti in mattoni i mentre quattro
sono completamente distrutti. E gli arredi, i banchi e le lavagne. Serve un sostegno concreto, per portare a
termine i lavori al piu' presto’.
Con la Campagna di INTERSOS ‘COSTRUIAMO
LE SCUOLE IN CONGO PER TOGLIERE I BAMBINI DALLA GUERRA’ si puo' contribuire
a garantire l’accesso all’educazione agli scolari piu' giovani, e a ridurre il
rischio di reclutamento di bambini soldato dovuto ai continui spostamenti nelle
zone insicure della foresta.
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Una crisi silenziosa.
Nell'enorme nazione africana, nella regione di confine con Sudan e Repubblica Centroafricana imperversa la milizia armata del LRA, acronimo di Lord’s Resistance Army, capitanata da oltre 20 anni dal sanguinario leader Joseph Kony, colpevole di massacri di civili prima in Uganda e dal 2008 spostatosi coi suoi uomini verso il Congo. Fino ad oggi, a causa di oltre 280 attacchi armati, sono state uccise piu' di 2000 persone e sequestrate altre 2.500, di cui 809 sono i bambini rapiti. Cifre sconvolgenti che si sommano ai massicci trasferimenti forzati della popolazione con la distruzione di interi villaggi.
Nel solo mese di giugno nell’Alto Uelè si sono registrati 59 attacchi e
incidenti del LRA, piu' di quanto sia accaduto nei primi 5 mesi del 2011, in cui
per 57 volte gli uomini di Kony hanno saccheggiato e colpito diverse localita'.
Ora siamo nella stagione dei raccolti e moltissime persone lavorano nei campi
dentro la foresta e lontano dai villaggi e dalle strade. La situazione si sta
aggravando giorno dopo giorno, con violenze, saccheggi e rapimenti. Molti ragazzi
e ragazze aiutano le famiglie nei campi e questo aumenta il rischio a cui sono
esposti ogni volta che si allontanano dalle proprie case.
Come e' avvenuto il 19 aprile scorso per Paul.
Un ragazzo di 16 anni che si trovava in un campo a 5 chilometri da Doruma. 20 miliziani del LRA l’hanno sorpreso mentre stava riposando dopo aver lavorato il suo pezzo di terra dentro la foresta. Gli assalitori l’hanno aggredito e costretto a cedergli l’olio di palma che gli apparteneva. Qualche ora piu' tardi gli uomini armati l’hanno forzato a seguirli per attaccare la citta', saccheggiare le famiglie inermi e poi assistere all’assassinio di un uomo, accorso con un machete alle urla di aiuto del figlio.
Quando le milizie LRA hanno deciso di fuggire dalla citta', il ragazzo rapito ha dovuto trasportare i viveri che erano stati saccheggiati poco prima. Durante il guado di un fiume e mentre i suoi carcerieri si erano fermati a organizzare il trasporto delle merci rubate, ha tentato la fuga aiutato dall’arrivo dei soldati congolesi che li avevano raggiunti e iniziato a sparato molti colpi in aria, ma Paul e' restato bloccato insieme all’LRA. Dopo aver dormito nella boscaglia, il giorno successivo hanno percorso decine di chilometri, saccheggiando le case lungo la strada e i campi coltivati. Poi, giunti a un rifugio nella boscaglia, gli hanno ordinato di lasciare la merce trasportata e tornare con loro a Doruma per un secondo attacco. Il 21 aprile e' stata sferrata la seconda incursione a Doruma, e ancora una volta Paul ha dovuto seguire i suoi rapitori. Ha partecipato al saccheggio di altre 17 famiglie e al sequestro di un giovane ragazzo e di suo fratello di 11 anni. Dopo l’attacco e la fuga dal villaggio del LRA, Paul è stato liberato insieme al ragazzo piu' grande, hanno camminato insieme nella giungla per ritrovare le loro case. Ma il piccolo bambino di 11 anni non e' stato liberato: l’LRA ha spiegato a suo fratello maggiore che lo avrebbero tenuto con loro, ‘come molti altri bambini, per insegnargli le loro tattiche di guerra’.
Prima di lasciare la zona, i miliziani LRA hanno attaccato ancora tre volte diversi quartieri di Doruma. Ma il bambino di 11 anni non e' stato piu' rivisto dai suoi familiari.
Per aiutare i villaggi dell’Alto Uélé INTERSOS realizza piani di “protezione comunitaria”, in cui tutta la popolazione insieme agli operatori INTERSOS cerca di individuare le aree e le attivita' piu' pericolose, quelle che espongono soprattutto le donne e i bambini ai rischi maggiori, come prendere l’acqua da fonti isolate, coltivare campi distanti dai centri abitati e trasportare cibo e merce senza scorte. Il team si coordina sul campo con i contingenti di sicurezza congolese e organizza controlli e attivita' per mettere in rete le diverse aree isolate.
Purtroppo il distretto dello Uélé e' una delle zone piu' povere di tutta la R.D. Congo, mancano i servizi essenziali e le strade, ed e' forte l’insicurezza alimentare.
Lo scorso anno INTERSOS ha fatto ricongiungere alle loro famiglie 10 bambini congolesi che erano riusciti a scappare dopo diversi mesi di reclutamento forzato nel LRA.
Dal Sud Sudan dove erano arrivati a piedi attraversando il
confine, avevano trovato assistenza nei campi rifugiati di Makpandu e Ezo
gestiti da INTERSOS. Dopo ricerche e con l’aiuto della Croce Rossa
Internazionale, i bambini avevano fatto rientro nei villaggi d’origine. Nel
marzo di quest’anno gli stessi bambini sono ritornati spontaneamente in Sud
Sudan perché in Congo non potevano andare a scuola, avere un futuro sicuro e
hanno preferito cercare una vita migliore lontani da casa.
I fatti – La milizia che porta il terrore in tutta l’area tra RDCongo, Sudan e Repubblica Centrafricana. |
Tutte le cifre sono probabilmente sottostimate. |
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oltre 2500 e ha causato lo spostamento forzato di oltre 400.000 |
individui. L'ONU ha registrato oltre 200 attacchi nei distretti dell’ Alto |
e Basso Uélé nel 2010, e 28 attacchi nel sud del Sudan. |
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Le stime indicano che il 20% dei bambini rapiti sono costretti ai |
combattimenti, mentre l'80% viene utilizzato per i lavori forzati mentre le |
ragazze sono praticamente tutte sottoposte a violenza. |
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sono fuggiti in Sudan e nella Repubblica Centrafricana (RCA). |
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dell'LRA nella RCA, e più di 1.500 il numero di persone fuggite verso il Congo. |
Più di 80.000 persone nel sud del Sudan sono scappate dai villaggi a causa del LRA nel 2009, e circa 42.400 persone sono ancora scappate nel Sudan nel 2010. |
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Per informazioni, materiale fotografico e video:
Paola Amicucci –Ufficio stampa INTERSOS
328.0003609
comunicazione at intersos.org
www.intersos.org
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