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"Noi difendiamo l'Europa! Opposizione politica e lotta all'immigrazione in Libia " l'audio documentario di Roman Herzog
- Subject: "Noi difendiamo l'Europa! Opposizione politica e lotta all'immigrazione in Libia " l'audio documentario di Roman Herzog
- From: "alice3" <luisa.rizzo at alice.it>
- Date: Thu, 24 Sep 2009 20:26:10 +0200
Il titolo è "Noi difendiamo l'Europa!": 70 minuti di sonoro raccolto da
Roman Herzog che raccontano la lotta condotta dal governo contro l'immigrazione. Progetto sostenuto da Fortress Europe. Stasera la presentazione a Roma Dal Redattore Sociale "Cerchiamo asilo politico e ci troviamo in una situazione tremenda: siamo torturati mentalmente e fisicamente da anni". Quella di Showit, eritreo, è una delle voci di "Noi difendiamo l'Europa! Opposizione politica e lotta all'immigrazione in Libia", l'audio documentario di Roman Herzog -- che sarà presentato oggi a Roma - che in 70 minuti vuole testimoniare la lotta all'immigrazione da parte del governo libico. Il documentario è stato interamente registrato in Libia seguendo le autorità libiche nelle loro attività e visitando i campi di detenzione dove sono rinchiusi i profughi e gli emigranti. Numerose le drammatiche testimonianze dei rifugiati internati: "E' terribile guardati intorno non abbiamo futuro - dice sempre Showit - il mondo non ci vede. Due anni in una prigione senza assistenza non è facile: guarda quanto è affollato, troppa gente per delle stanze così piccole e senza finestre". "D'estate -- spiega il giovane eritreo - fa un caldo da morire e succedono incidenti perché siamo troppi, d'inverno, invece, non c'è il riscaldamento: siamo tutti malati". Una descrizione del tenore di vita del luogo che ospita queste persone ben diversa da quella che ne fa il Colonnello Abu'Ud: "Questo campo è stato costruito nel 2000 e dal 2006 ci sono solo eritrei, gli altri li deportiamo. Ma gli eritrei si rifiutano perché hanno dei problemi nel loro Paese, se fossero disposti a tornare a casa rimarrebbero qua meno di due settimane. Se invece li lasciassimo liberi andrebbero tutti in Europa. Rifugiati politici qua non ne abbiamo, gli eritrei non vogliono restare in Libia e noi rispettiamo la loro dignità. Alcuni di loro sono stati accolti da altri paesi: l'Italia 70, l'Olanda 17, il Canada altri. Ma i media europei ci accusano di maltrattare gli eritrei di picchiare le donne, tutte bugie non abbiamo niente da nascondere". "Noi difendiamo l'Europa!", verrà presentato in anteprima da Fortress Europe e Audio Doc questa sera a Roma al Nuovo Cinema Aquila ore (21,00) e il 25 settembre a Palermo al Laboratorio Zeta (ore 20,30). Un progetto sostenuto da Fortress Europe per denunciare la situazione politica rispetto al ridimensionamento dell'immigrazione in Europa: "Si parla di un cambiamento politico in Libia, di un'apertura -- spiegano i responsabili -- ma dalla fine dell'embargo, nel 2006, i Paesi dell'Unione Europea, la Russia e gli Stati Uniti fanno a gara per corteggiare il regime di Gheddafi: in gioco ci sono soprattutto le enormi riserve di gas che la Libia offre". Secondo Fortress Europe "in cambio di rapporti commerciali più vantaggiosi, Gheddafi deve tenere lontano dall'Europa i profughi che da anni attraversano il Mediterraneo: a prevederlo -- precisano - è l'accordo quadro che dal novembre 2008 l'Unione Europea sta negoziando con Gheddafi". Da maggio 2009, ricorda Fortress Europe, l'Italia e l'Agenzia europea di controllo delle frontiere Frontex respingono in Libia le imbarcazioni dei migranti e della protezione dei profughi se ne dovrebbe occupare, secondo il commissario alla Giustizia e agli Affari interni dell'Unione Europea Jacques Barrot, proprio l'Onu in Libia: "Dal giorno alla notte, da 'Stato canaglia' la Libia è diventato un apprezzato partner cui affidare la protezione dei profughi, in cambio di petrolio, gas e commercio: ma -- si domanda l'osservatorio - cosa fa la Libia per contrastare l'immigrazione, come l'Europa esige? E fin dove arriva questa ipotetica apertura politica?". (Barbara Petrini |
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