Ricordo a tutti/e coloro che sono di Roma, l'appuntamento a piazza Farnese per oggi pomeriggio ore 18, "Io non respingo":
IO NON RESPINGO. Manifestazione nazionale a Roma
ROMA, 7 giugno 2009 - È stata una corsa contro il tempo. Ma ce l’abbiamo fatta. Il 10 giugno si terrà una grande manifestazione a Roma in Piazza Farnese. A partire dalle 18:00, proprio nelle stesse ore in cui Gheddafi sarà ricevuto dal premier a Palazzo Chigi. Alterneremo reading di testimonianze sulla Libia a poesie,
intermezzi musicali a momenti di informazione e di riflessione. Ci saranno Ascanio Celestini, Goffredo Fofi, Sandro Triulzi, Marco Carsetti, Gabriele Del Grande, Andrea Segre e Dagmawi Yimer. E poi i musicisti Monserrat, Francesco Di Giacomo (Banco Mutuo Soccorso),Andrea Pandolfo (Out of Tune), Andrea Satta (Tetes de Bois), Maura, Coro multietnico Casilino 23. E gli scrittori Igiaba Scego, Ombretta Moschella, Elvira Pellizzari,Jonida Prifti, Caterina Deregibus, Fabio Orecchini, che leggeranno testimonianze sulla Libia insieme agli attori Roberto Citran, Claudio Botosso, Paolo Bruguglia, Bruno Armando e Gea Lionello, e con gli studenti della scuola di italiano Asinitas. Fortress Europe mostrerà al pubblico le foto scattate nei campi libici. Sempre in piazza Farnese, alle 21.00 proietteremo all’aperto il documentario “ Come un uomo sulla terra”, con la presenza degli autori, di Amnesty International - sezione italiana. Il sit-in e la raccolta delle firme per la petizione sulla Libia, inizieranno a partire dalle 16.00, con un’iniziativa promossa dalle scuole di italiano della capitale: Asinitas Onlus, Associazione Comboniana Servizio Emigranti, Insensinverso, Cotrad Didattica Teatro, Focus Casa dei Diritti Sociali, Di 28 ce n'è 1. Chiediamo ad ognuno di voi di partecipare numerosi a una manifestazione nata in modo spontaneo da una ricca rete di associazioni e individui che resistono all’imbarbarimento della civiltà giuridica e umana di questo paese. La campagna IO NON RESPINGO è promossa da Fortress Europe, dall’associazione Asinitas Onlus e dagli autori di
“Come un uomo sulla terra” (Andrea Segre, Riccardo Biadene e Dagmawi Yimer).
--- Mer 10/6/09, luisa.rizzo <luisa.rizzo at alice.it> ha scritto:
Da: luisa.rizzo <luisa.rizzo at alice.it> Oggetto: [africa] Lettera di protesta per l’incontro tra Gheddafi e 700 donne italiane A: africa at peacelink.it Data: Mercoledì 10 giugno 2009, 10:47
Lettera di protesta per l’incontro tra Gheddafi e 700 donne italiane programmato per il prossimo 12 giugno tra il leader libico Gheddafi e 700 donne italiane guidate da Mara Carfagna
Gheddafi e le donne italianeAl Leader della Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista (Per conoscenza, alle e ai rappresentati del governo italiano e dell’Unione europea)
Gentile Muammar Gheddafi,
noi non facciamo né vogliamo far parte delle 700 donne che lei ha chiesto di incontrare il 12 giugno durante la sua visita in Italia. Siamo, infatti, donne italiane, di vari paesi europei e africani estremamente preoccupate e scandalizzate per le politiche che il suo Paese, con la complicità dell’Italia e dell’Unione europea, sta attuando nei confronti delle donne e degli uomini di origine africana e non, attualmente presenti in Libia, con l’intenzione di rimanervi per un lavoro o semplicemente di transitarvi per raggiungere l’Europa.
Siamo a conoscenza dei continui rastrellamenti, delle deportazioni delle e dei migranti attraverso container blindati verso le frontiere Sud del suo paese, delle
violenze, della “vendita” di uomini e donne ai trafficanti, della complicità della sua polizia nel permettere o nell’impedire il transito delle e dei migranti.
Ma soprattutto siamo a conoscenza degli innumerevoli campi di concentramento, a volte di lavoro forzato, alcuni finanziati dall’Italia, in cui donne e uomini subiscono violenze di ogni tipo, per mesi, a volte addirittura per anni, prima di subire la deportazione o di essere rilasciati/e.
Alcune di noi quei campi li hanno conosciuti e, giunte in Italia, li hanno testimoniati. Tra tutte le parole e i racconti che abbiamo fatto in varie occasioni, istituzionali e non, o tra tutte le parole e i racconti che abbiamo ascoltato, scegliamo quelli che anche Lei, insieme alle 700 donne che incontrerà, potrà leggere o ascoltare.
Fatawhit, Eritrea : “Il trasferimento da una prigione all’altra si effettuava con un pulmino dove erano ammassate 90 persone. Il viaggio è
durato tre giorni e tre notti, non c’erano finestre e non avevamo niente da bere. Ho visto donne bere l’urina dei propri mariti perché stavano morendo di disidratazione. A Misratah ho visto delle persone morire. A Kufra le condizioni di vita erano molto dure (…) Ho visto molte donne violentate, i poliziotti entravano nella stanza, prendevano una donna e la violentavano in gruppo davanti a tutti. Non facevano alcuna distinzione tra donne sposate e donne sole. Molte di loro sono rimaste incinte e molte di loro sono state obbligate a subire un aborto, fatto nella clandestinità, mettendo a forte rischio la propria vita. Ho visto molte donne piangere perché i loro mariti erano picchiati, ma non serviva a fermare i colpi dei manganelli sulle loro schiene. (…) L’unico metodo per uscire dalle prigione libiche è pagare.”
Saberen, Eritrea: “Una volta stavo cercando di difendere mio fratello dai colpi di manganello e hanno picchiato anche
me, sfregiandomi il viso. Una delle pratiche utilizzate in questa prigione era quella delle manganellate sulla palma del piede, punto particolarmente sensibile al dolore. Per uscire ho dovuto pagare 500 dollari.”
Tifirke, Etiopia: “Siamo state picchiate e abusate, è così per tutte le donne”. (Dal film “Come un uomo sulla terra”).
Siamo consapevoli, anche, che Lei e il suo Paese non siete gli unici responsabili di tali politiche, dal momento che gli accordi da Lei sottoscritti con il governo italiano prevedono ingenti finanziamenti da parte dell’Italia affinché esse continuino ad attuarsi e si inaspriscano nei prossimi mesi e anni in modo da bloccare gli arrivi dei migranti sulle coste italiane; dal momento, inoltre, che l’Unione europea, attraverso le sue massime cariche, si è espressa in diverse occasioni a favore di una maggiore collaborazione con il suo Paese per fermare le migrazioni verso
l’Europa.
Facciamo presente innanzitutto a Lei, però, e per conoscenza alle e ai rappresentati del governo italiano, alle ministre e alle altre rappresentanti del popolo italiano che Lei incontrerà in questa occasione, così come alle e ai rappresentanti dell’Unione europea, una nostra ulteriore consapevolezza: quella per cui fare parte della comunità umana, composta da donne e uomini di diverse parti del mondo, significa condividere le condizioni di possibilità della sua esistenza.
Tra queste, la prima e fondamentale, è che ogni donna, ogni uomo, ogni bambino, venga considerato un essere umano e rispettato/a in quanto tale.
Finché tale condizione non verrà considerata da Lei né dalle autorità italiane ed europee noi continueremo a contestare e a combattere le politiche dell’Italia, della Libia e dell’Unione europea che violano costantemente i principi che stanno alla base della sua esistenza e fino a quel momento,
quindi, non avremo alcuna voglia di incontrarla ritenendo Lei uno dei principali e diretti responsabili delle pratiche disumane nei confronti di una parte dell’umanità.
Firmatarie:
Federica Sossi, Alessandra Sciurba, Isabelle Saint-Saens, Glenda Garelli, Anna Simone, Floriana Lipparini, Cristina Papa, Enrica Rigo, Maria VIttoria Tessitore, Barbara Bee, Maddalena Bonelli, Chiara Gattullo, Elisa Coco, Gabriella Ghermandi, Elisabetta Lepore, Barbara D’Ippolito, Paola Meneganti, Anna Maria Rivera, Judith Revel, Vanessa Giannotti, Enza Panebianco, Angela Pallone, Di Lauro Gabriella, Sara Prestianni, Valentina Maddalena, Maria Iorio, Annalisa Caffa, M.Cristina Di Canio, Barbara Romagnoli, Alessia Montuori,
Per adesioni individuali semir at libero.it )
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