Giochi di Guerra ad Aviano, sognando l’Africa




Giochi di Guerra ad Aviano, sognando l’Africa
 
 
di Antonio Mazzeo
 
 
 
Ci vuole fantasia a simulare un’operazione di guerra in Africa
utilizzando uno
scenario nel nord-est d’Italia, proprio adesso che ghiaccio e neve la
fanno da
padroni. Ma il Pentagono vuole completare prima possibile il dispositivo
per
intervenire “efficacemente” nel continente africano, così anche la base
aerea
di Aviano, Pordenone, va bene per un’esercitazione militare di pronto
intervento.
Il nome in codice è “Lion Focus 2009”, e prevede il dispiegamento e
attivazione
di un centro di comando e controllo per sovrintendere al pronto
intervento in Africa
di personale e mezzi delle forze terrestri statunitensi. 
A quest’esercitazione, predisposta dal nuovo Comando per le operazioni
USA in
Africa, AFRICOM, partecipano circa 360 militari dell’Aeronautica,
dell’Esercito,
della Marina e del Corpo dei Marines, impegnati nella pianificazione
strategica e il
coordinamento di unità presenti in località differenti d’Italia e Stati
Uniti
d’America. Il tutto è diretto dal Comando SETAF (Southern European Task
Force) di
Vicenza, da due mesi a questa parte rinominato “SETAF/US Army Africa”,
per
assumere la conduzione delle operazioni dell’Esercito USA nel continente
africano.

La SETAF ha inviato ad Aviano un contingente di 40 specialisti nel
settore delle
telecomunicazioni, per montare un vero e proprio accampamento con
shelter, centri di
controllo e apparecchiature radio. Altra località utilizzata per
l’esercitazione
“Lion Focus 2009” è la base di Longare, sino a qualche anno fa un
deposito di
armi nucleari tattiche dell’US Army e dove, secondo gli attivisti no-war
del
Presidio Permanente di Vicenza, sarebbero stati avviati imponenti lavori
sotterranei
top secret. 

Lo scalo aereo di Aviano – una delle principali basi nucleari in Europa
dell’US
Air Force – entra dunque a far parte del “club” delle basi USA in Italia
destinate al comando e al supporto delle missioni AFRICOM. Ad Aviano e
Vicenza si
aggiungono infatti la stazione aeronavale di Sigonella (Sicilia), vero e
proprio
“hub per le operazioni di rifornimento e carico dei velivoli diretti
verso il
continente africano; la base di Camp Darby (Livorno), che assicurerà la
movimentazione di uomini, mezzi e armamenti dell’US Army; e il complesso
navale di
Napoli-Capodichino-Gaeta, sede del Comando per le Forze Navali USA in
Europa e della
VI Flotta, a cui sono state pure attribuite le funzioni di comando della
neo
costituita “US Naval Forces Africa”. Secondo indiscrezioni trapelate al
Pentagono, la stessa città di Napoli è tra le candidate più accreditate
ad
ospitare entro un paio di anni il quartier generale di AFRICOM, oggi a
Stoccarda
(Germania), per avvicinarlo il più possibile all’area geografica
d’intervento. 
Le attività allo US Naval Forces Africa sono frenetiche, anche perché a
fine
gennaio sarà dato il via nelle acque occidentali del continente alla
prima missione
2009 “APS” (Africa Partnership Station), l’iniziativa della Marina
Militare
statunitense finalizzata – secondo quanto si legge nei comunicati degli
strateghi
di Washington - all’“addestramento delle flotte navali africane nella
lotta
contro i problemi che interessano la regione, come il contrabbando di
droga, la
pirateria, le attività di pesca non regolari, l’immigrazione illegale e
il
traffico di persone”. 

Ma anche nel resto d’Europa si moltiplicano le installazioni riconvertite
ai nuovi
piani di penetrazione militare USA in Africa. In Germania, oltre al
Comando generale
di Stoccarda, sono presenti lo scalo aereo di Ramstein, predisposto per
ospitare le
forze aeree di “AFAFRICA” (le stesse che è facile prevedere opereranno
pure da
Aviano), e Boeblingen, sede del comando delle forze del Corpo dei Marines
per il
continente africano (MARFORAF).

Un ruolo chiave è stato pure ritagliato per il complesso aeronavale di
Rota-Cadice,
Spagna, altra possibile destinazione finale del quartier generale di
AFRICOM. A
conferma di quelle che sono le reali intenzioni di Washington nel
continente nero,
all’inizio del nuovo anno, la base di Rota è stata prescelta come “area
primaria” ove trasferire il personale militare “liberato dopo essere
stato
tenuto come prigioniero di guerra o come ostaggio nel corso di una
missione in
Africa”. Secondo quanto dichiarato dall’US Africa Command, “Rota è stata
individuata come località di ricovero, trattamento medico-psicologico e
riabilitazione per la prossimità della Spagna all’Africa, e inoltre
perché lo
scalo aereo dell’installazione e l’ospedale militare distano tra loro
solo meno
di un miglio”.

Nella base aerea britannica di Molesworth è stato invece installato iI
centro
d’intelligence d’eccellenza del Comando USA per l’Africa. A questo fine,
la
scorsa settimana un reparto di 150 militari è stato trasferito da
Stoccarda a
Molesworth. Altri 150 dipendenti civili del Dipartimento della Difesa
raggiungeranno
la base britannica nei prossimi mesi. Secondo quanto preannunciato da
Vince Crawley,
portavoce di AFRICOM, la nuova stazione d’intelligence “scambierà
informazioni
con il NATO Intelligence Fusion Center e l’US European Command’s Joint
Analysis
Center, ospitati entrambi a Molesworth”.

http://www.enricodigiacomo.org/