Buon Natale e sereno Anno nuovo
- Subject: Buon Natale e sereno Anno nuovo
- From: "p.donadello" <p.donadello at alice.it>
- Date: Thu, 25 Dec 2008 09:47:19 +0100
A voi in regalo un bellissimo video musicale
dal Burkina.
Cari auguri a tutti.
Patrizia
clip^ Norbert Zongo:
Dossier archiviato?
Durata:
05:17
Girato: 17
dicembre 2008
Località: Ouagadougou, Kadiogo, Burkina
Faso Collettivo 10 anni di impunità è troppo! - info:
www.norbertzongo10ans.net ************
Norbert Zongo e i nuovi mercenari alla Bob
Denard di Vincent
Ouattara « Quanti mercenari, soprattutto francesi, invadono ogni giorno l'Africa cosiddetta francofona? Quanti nuovi Bob Denard invadono i nostri paesi per fare man bassa su tutto ciò che luccica? Quanti illustri mercenari sbarcano da noi dettando legge ai nostri responsabili che possono cambiare come se si trattasse di una ruota di scorta? Quanti sono i mercenari, i nuovi Bob Denard che sbarcano da noi in jet e ci fanno applaudire mentre ci alleggeriscono di tutti i nostri beni? » scriveva Norbert Zongo sotto lo pseudonimo di Henri Sebgo.
Sarà assassinato con suoi tre compagni, il 13 dicembre 1998, perché seguiva la via di quegli uomini che lottano per i valori di giustizia e di libertà. Se n’è andato dieci anni fa, ma la sua penna
non è morta. A lui si riconosce l’inizio delle grandi
rivelazioni sui dossier neri del regime del presidente Blaise Compaoré:
Dabo Boukari, Oumarou Clément Ouadraogo, Guillaume Sessouma, Davide Ouédraogo e
ben altri, vite di lacrime che non avranno pace finché giustizia non sarà loro
resa.
Norbert
parla anche dei tragici avvenimenti del 15 ottobre 1987 che hanno portato i
"rettificatori" al potere: «Il clima di terrore ha ghermito tutt’intorno:
il presidente Thomas Sankara ed i suoi compagni polverizzati da bazooka, Henri
Zongo e Boukary Lingali uccisi sommariamente dai boia che hanno bruciato vivi i
loro compagni a Koudougou…» (L’indépendant
n° 166, 15 ottobre 1996).
Così
il Burkina Faso rientrerà nei ranghi della Françafrique. All'epoca del summit
Francia-Africa di Ouagadougou nel 1998 che chiamava « Francia
Colonie »,
scriveva: « Si sono espulsi i mendicanti dalla città di
Ouagadougou. Si è pulito, scopato Ouagadougou. Abbiamo vergogna della nostra
povertà, della nostra miseria » (L’indépendant n°228, 5 gennaio 1998).
Appare,
sotto la sua penna, un tipo di cittadino che non è francofono, che non lo
merita: « questi
poveri, reietti della società, vivono una prigione a cielo aperto nel loro paese
»
è dunque a buon diritto che Norbert Zongo scriveva: « Schiavi siamo stati, schiavi siamo. Summit come quello di Francia - Colonie
a Ouagadougou ce lo provano… » (L’indépendant
n°173, 3 dicembre 1996).
Ma lo scriba apostrofava i suoi
concittadini, mentre il paese piombava nella miseria, col suo corteo di
corruzione, di nepotismo e di assassini politici. E molto legato a Parigi, il
suo principale finanziatore Blaise Compaoré imperversa anche dai suoi vicini che
sostengono il criminale di guerra Charles Taylor nella demolizione della
Liberia.
Crimini
che non poteva lasciar passare Zongo: « Calmiamo la tempesta nella nostra testa,
consigliava, insistendo: Vivere vicino ai senza-avvenire, è non avere più un
avvenire »,
(L’indépendant,
2 giugno 1994). Il
dono di sè diventa per lui anche uno scopo di vita, autore di due opere
importanti « Parachutage
»
e «Rougbenga
»
dove la sua ricerca di libertà suona come un inno della vita. Lo sapeva e lo
diceva con certezza: « Denuncio quindi sono ».
Non
denunciava solamente i crimini di sangue del suo paese, attaccava la politica
francese e le sue multinazionali che spossessano l'Africa dei suoi beni, dei
suoi figli e impongono il servilismo. La privatizzazione dell' Air
Afrique lo
indigna, e scrive: « Quando un Billecar appropriandosi di
Air Afrique, applica le
tariffe più elevate al mondo per annichilire il turismo africano, impegnando la
compagnia a riscattare l’ Airbus francese per dichiararla tempo dopo in
fallimento, è peggio di Bob Denard: è un mercenario dei tempi moderni.
» (L’Indépendant n°114,
10 ottobre 1995).
Non
è solamente il saccheggio delle risorse ma quello che il giornalista prova a
mettere in evidenza è l'arroganza che la accompagna: « Quando in Burkina un semplice "direttore di
trattoria" (rappresentante
dei francesi in Burkina) viola, con l'arroganza più ingiuriosa, le leggi del
nostro paese, calpesta le decisioni giudiziarie, è peggio di Bob Denard. Quando
i Bouygues, i Saga, i Bolloré irrompono in Costa d'Avorio, in Burkina, in Benin
(…), ricomprano le nostre imprese dite privatizzate per un pezzo di pane, dopo
avere coltivato i nostri responsabili politici, garantendo loro pure
il sostegno militare di Parigi, sono peggio di un mercenario alla Bob Denard
» (Ibid). Norbert
Zongo chiama alla presa di coscienza avvertendo che: « questi nuovi mercenari sono pericolosi, più
devastatori (…) Se Bob Denard avesse invaso il nostro paese, l'avremmo
combattuto con ogni mezzo. Ma ecco che restiamo impotenti davanti a Sitarail,
(gruppo Bolloré), la peggiore delle invasioni coloniali e dei
mercenari che abbiamo subito. La rapina del nostro Cimat, è superiore a quella
di Bob Denard ».
La Francia non cambia…
« La Francia ha ben da negare le rivelazioni
della sua stampa che mostra la presenza di truppe francesi in Zaïre e di
mercenari creati dalla guardia presidenziale francese, non c’è da illudersi,
Parigi è in Africa ciò che è sempre stata: un padrone incontestato che detesta
la contestazione e la punisce severamente. La Francia non cambia e non cambierà
la sua politica africana così presto »,
scriveva Norbert Zongo. E
si chiedeva: « Siamo
capaci di cambiare affinché Parigi non mandi più le sue truppe a calpestare i
raccolti come in Ciad, invadere i nostri territori come durante l'operazione
Turchese in Ruanda, imporci dei capi di stato come Mobutu, dettarci il nostro
comportamento economico? Non basta gridare, vituperare l'imperialismo ed il
colonialismo francese. Che cosa cercano le truppe francesi a Abidjan, Dakar,
Ndjamena…? Che cosa cercano i numerosi consiglieri militari francesi presenti a
Ouagadougou, Niamey, Lomé, Cotonou…? »
La
risposta a queste numerose domande, Norbert Zongo la vede nel cambiamento che
nascerà grazie alla presa di coscienza della necessità di costruire nazioni
libere e democratiche con istituzioni repubblicane forti. Per arrivarci,
« ciascuno di noi
deve porsi la domanda: sono un alleato di questa Francia invasore, assassina
delle libertà dei nostri popoli? »
(L’Indépendant n°179,
14 gennaio 1997). ……….
Norbert condannava la presenza militare
francese nella sua terra e l'intromissione della Francia negli affari interni
degli Stati africani che favoriscono le presidenze a vita, le distrazioni di
fondi, il saccheggio delle risorse del continente
etc, Distingueva
due tipi di Francia: una dei popoli liberi e l'altra predatrice delle libertà.
« Il peggio è altrove, dice: la Francia coloniale
e neocoloniale ha distillato nelle vene dei poteri politici africani e della
maggior parte dei loro uomini questo orgoglio beato, questa sufficienza idiota
che impedisce di riconoscere i loro errori…", (L’Indépendant
n°107, 22 agosto 1995).
Gli
Stati africani non devono più essere « una pattumiera in senso proprio ed in senso
figurato del mondo intero in questo inferno di protezionismo più celebre e più
ipocrita, in questo mondo di razzismo economico…».
La
voce dell'intellettuale è importante in questa lotta per la libertà. E’ per
questo che Norbert Zongo accusava « queste élites di oggi che si
abbandonano
nell'incoscienza, la
spensieratezza e la pigrizia».
Un modo di dire che è l'ora di lottare per
essere, per non soccombere per sempre.
Tra gli accusati dell'assassinio di Norbert
Zongo: Marcel Kafando, Edmondo Koama ed Ousseini Yaro, tutti membri della
guardia presidenziale del presidente Blaise Compaoré.
Alla fine, l’unico incolpato trattenuto in
questo dossier sarà Marcel Kanfado che ha ottenuto, il 16 agosto 2008, un non
luogo a procedere della Corte d'appello di Ouagadougou, dopo dieci anni di
inchiesta del giudice Wenceslas Ilboudo.
Il caso Norbert è archiviato senza seguito?
No, affermano i giudici, solo nuovi indizi a carico possono permettere di
riaprirlo.
Il silenzio degli uomini e delle donne
conforta i boia nel loro ruolo, dà loro il diritto di continuare ad uccidere
cittadini onesti ed archiviare i loro dossier senza seguito, perché hanno il
sostegno dei politici europei che non hanno vergogna di dire che sono degli
amici dell'Africa.
La fuga è finita…
« Figlio mio, sono venuta a dirti una cosa:
molte persone sono venute a dirmi che scrivi ancora cose sul presidente. Mi
hanno detto che la tua vita è in pericolo perché il presidente al potere non si
accontenterà di incarcerarti come l'altra volta, ma ti ucciderà. Se quello che
si dice è vero, ti supplico di non scrivere più. Se tu
muori…».
E’ con queste parole premonitrici che inizia
la lettera della madre di Norbert Zongo a suo figlio alcuni giorni prima
dell'assassinio.
Traduzione di Patrizia Donadello dal
sito: billetsdafrique.survie.org/spip.php?page=article_pdf&id_article=1189
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