|   
    Il politico, si sa, è avvezzo a infilarsi in
    sentieri fuoripista. Ma quello imboccato dall’amministrazione dispotica di
    Verona rasenta la
     farsa. Colto da una repentina smania di igiene totale e
    di pensiero unico, l’esecutivo scaligero ha deciso di fare la guerra, oltre
    che ai poveri e agli ultimi, anche alla bandiera della pace. Per questa
    giunta, infatti, una manifestazione pacifista si può fare a Verona solo se
    non si sventolano i colori dell’arcobaleno.
 Vittime del nuovo fronte aperto dal sindaco Tosi&c sono gli
    organizzatori locali della Carovana
    missionaria della pace, l’iniziativa del mondo
    missionario italiano, la quinta dal 2000 ad oggi, che dal 25 settembre
    toccherà una ventina di città italiane, dal Nord al Sud, per chiudersi a
    Roma il 5 ottobre.
 Appuntamento centrale
    per il Nord Italia è, appunto, la tappa scaligera: per la tradizione di
    Verona, per gli areniani happening dei “Beati costruttori della pace”, per
    la presenza di molte realtà sensibili ai temi… 
     
      | ![Piazza Bra, Verona]()
 |  
      | Manifestanti per la
      pace in piazza Bra |  Oltre tre mesi fa, i missionari comboniani e i
    responsabili del Centro missionario diocesano (Cmd) inviarono agli uffici
    comunali la richiesta di poter utilizzare per la data del 28 settembre,
    piazza Bra, e per quella del 1° ottobre l’auditorium del palazzo della Gran
    Guardia. Per 96 giorni, il silenzio ufficiale. La pace, l’arcobaleno, i
    carovanieri sono temi sopportati come orpelli inutili da una giunta più
    attratta da prostitute, rom, mendicanti (tutti da punire) e da imprenditori
    immobiliari (da sostenere).  
    Certo, qualche telefonata dagli amministratori è
    giunta agli organizzatori. Ma sempre dai toni negativi: non si può fare.
    Nessuno spazio pubblico alla Carovana. 
 
 Il 17 settembre la giunta formalizza questo no. Poi – forse sollecitata da
    mondi esterni, forse per non fare brutta figura essendo l’unica città a non
    concedere spazi pubblici alla manifestazione – l’amministrazione cambia
    registro. Ma colta dalla fregola riparatoria, sconfina nel ridicolo. Il 19
    settembre l’assessore all’Edilizia pubblica e al Turismo sociale, Vittorio
    di Dio, risponde con una lettera protocollata alle richieste degli
    organizzatori. «A rettifica della nota P.G. n. 210013 del 17 c.m.
    concernente la manifestazione denominata “Carovana Missionaria della Pace 2008”, sono lieto di
    comunicare che a seguito di un riesame di questo assessorato sulle
    possibilità di concedere quanto richiesto, la Giunta comunale, su mia
    proposta, ha espresso parere favorevole alla concessione gratuita degli
    spazi di Piazza Bra, zona Stella, per domenica 28 settembre dalle ore 9alle
    ore 19». «Inoltre – prosegue la lettera – è stato concesso l’uso
    gratuito della hall e dell’auditorium del Palazzo della Gran Guardia per il
    1° ottobre per la realizzazione delle relative attività artistiche ed
    espositive».
 
 Tutto bene, dunque. Tranne per un “insignificante” particolare: «Quanto
    sopra, con il vincolo di omettere qualsivoglia riferimento partitico e di
    esporre unicamente bandiere istituzionali». E per Di Dio – come ha
    comunicato telefonicamente al direttore del Centro missionario diocesano,
    don Giuseppe Pizzoli – tra i riferimenti partitici c’è anche la bandiera
    della pace, perché «trasformata in questi anni nel simbolo dell’estrema
    sinistra».
    
     
      | ![don Tonino Bello]()
 |  
      |  Don Tonino
      Bello |  Don Pizzoli, nella lettera di risposta, oltre a ricordare all’assessore che
    la Carovana «è un’iniziativa di natura ecclesiale e quindi libera da
    qualsiasi partecipazione partitica», ha precisato che la bandiera
    arcobaleno «è stata usata già negli anni ‘80 dal movimento “Beati i
    costruttori di pace”, considerandola come un richiamo all’arcobaleno
    biblico, ponte di pace fra Dio e l’umanità, ed è poi venuta ad avere un
    significato particolarmente forte all’inizio di questa decade con la
    campagna “Pace da tutti i balconi”, richiamando ancora una volta un ponte
    tra il Dio della Pace e tutti “gli uomini di buona volontà” (ricordando il
    canto degli angeli a Betlemme). Il fatto che questo simbolo sia anche stato
    abusivamente assunto da una parte politica con quella che potrebbe essere
    considerata una appropriazione indebita, ci rammarica, ma non ci toglie il
    diritto di continuare a considerare e ad usare la bandiera “della pace”
    come il simbolo e l’espressione propria del nostro movimento ecclesiale in
    favore della pace, dono di Dio per gli uomini e per tutti i popoli». E dopo
    aver ribadito di trovare inaccettabile il vincolo posto, il direttore del
    Cmd ha chiuso la lettera annunciando a Di Dio di rinunciare alle richieste
    fatte: «Preferiamo mantenere la nostra libertà e autonomia a svolgere le
    nostre manifestazioni in ambienti ecclesiali».
 
    Come dire: la dignità non è merce di scambio.
 |