[Stampa] Sudan: Amnesty International chiede al Consiglio di sicurezza Onu di contrastare il tentativo di assicurare l'impunità per i crimini in Darfur



SUDAN: AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE AL CONSIGLIO DI SICUREZZA ONU DI
CONTRASTARE IL TENTATIVO DI ASSICURARE L'IMPUNITA' PER I CRIMINI IN DARFUR

COMUNICATO STAMPA CS 107-2008

Amnesty International ha chiesto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni
Unite di respingere le iniziative volte a differire di 12 mesi le indagini
e i procedimenti giudiziari del Tribunale penale internazionale (Icc) sui
crimini commessi in Darfur. Il differimento, sottolinea l'organizzazione
per i diritti umani, potrebbe essere rinnovato ogni anno, anche a tempo
indeterminato.

Dopo che, due settimane fa, il procuratore capo dell'Icc aveva chiesto
l'arresto del presidente del Sudan, Omar al Bashir, l'Organizzazione della
conferenza islamica, la Lega degli Stati arabi e l'Unione africana hanno
sollecitato il Consiglio di sicurezza a votare il differimento, sulla base
dell'art. 16 dello Statuto dell'Icc, meglio noto come Statuto di Roma. La
richiesta di differimento potrebbe riguardare il caso specifico del
presidente al Bashir o estendersi a tutte le indagini condotte dall'Icc in
Darfur.

Dieci anni fa, Amnesty International aveva cercato di opporsi
all'inserimento dell'art. 16 nello Statuto di Roma, sostenendo che
altrimenti si sarebbe consentita l'ingerenza politica del Consiglio di
sicurezza nelle attivita' dell'Icc per assicurare giustizia, verita' e
riparazione per le peggiori violazioni dei diritti umani (genocidio,
crimini contro l'umanita' e crimini di guerra). Coerentemente, oggi
l'organizzazione per i diritti umani sollecita il Consiglio di sicurezza a
non ostacolare in alcun caso il corso della giustizia.

Il governo del Sudan puo' contestare l'ammissibilita' della giurisdizione
dell'Icc in altri modi, che non favoriscano l'impunita'. Secondo l'art. 19
dello Statuto di Roma, gli imputati o il loro governo possono contestare
la giurisdizione dell'Icc sulla base del fatto che le persone incriminate
dall'Icc saranno processate da tribunali nazionali. A quanto pare, il
governo sudanese avrebbe accolto la proposta della Lega degli Stati arabi
di istituire tribunali nazionali sotto supervisione regionale per
giudicare i crimini commessi in Darfur. Tuttavia, Amnesty International
teme che questa soluzione potrebbe rivelarsi scarsamente efficace,  a
causa delle gravi lacune presenti nel sistema giudiziario sudanese e di
quelle emerse nell'azione di altre corti speciali istituite a livello
statale: la mancanza d'indipendenza del potere giudiziario, l'immunita'
concessa a funzionari di alto livello e a gruppi a questi collegati,
l'assenza di volonta' politica di svolgere indagini ed emettere condanne
per gravi violazioni dei diritti umani, l'iniquita' delle procedure e la
scarsa attenzione e rispetto per le vittime.

Amnesty International ha giudicato molto negativamente il fatto che,
nonostante la Camera per le istanze preliminari debba ancora esaminare la
richiesta d'arresto del presidente al Bashir, il Consiglio di Sicurezza
abbia gia' ricevuto la proposta di applicare l'art. 16 dello Statuto di
Roma, in concomitanza col rinnovo del mandato dell'operazione ibrida
Unione africana - Onu in Darfur (Unamid), che scade oggi.

Il differimento di 12 mesi delle indagini e dei processi potrebbe avere un
impatto disastroso sull'azione dell'Icc e costituire un precedente per
ogni situazione su cui il procuratore stia svolgendo indagini. Lascerebbe
inoltre il Consiglio di sicurezza in balia di un ricatto permanente del
Sudan, che potrebbe dar luogo a una serie di misure di ritorsione, come la
ripresa delle ostilita', il giorno in cui il Consiglio di sicurezza non
intendesse prorogare ulteriormente il differimento.

Amnesty International ha definito vergognoso il fatto che quasi la meta'
degli Stati membri del Consiglio di sicurezza, compresi Stati che hanno
ratificato lo Statuto di Roma e che notoriamente si vantano di sostenere
soluzioni che pongano fine alla crisi del Darfur, abbiano minacciato di
opporsi al rinnovo dell'Unamid se la relativa risoluzione non prevedra' il
differimento.

Cio' che sta avvenendo in queste ore all'interno del Consiglio di
sicurezza rischia di pregiudicare gli sforzi internazionali di dispiegare
una missione Unamid efficace e in grado di assicurare la protezione della
popolazione civile del Darfur.

Nel corso dell'ultimo anno, Amnesty International ha piu' volte espresso
la propria preoccupazione per l'incapacita' della comunita' internazionale
di assicurare il pieno dispiegamento dell'Unamid e la fornitura di tutte
le risorse necessarie per proteggere i civili. L'organizzazione per i
diritti umani ha anche sollecitato il Consiglio di sicurezza a prendere
provvedimenti per ottenere la piena cooperazione del Sudan al
dispiegamento e all'avvio delle operazioni dell'Unamid.

Secondo Amnesty International, la giustizia e' un elemento fondamentale
per assicurare una pace effettiva e duratura e per garantire i diritti
delle vittime in situazioni in cui sono state commesse gravi violazioni
dei diritti umani. La discussione in corso al Consiglio di sicurezza
rischia di pregiudicare la ricerca della giustizia, della verita' e della
riparazione per gli orribili crimini che sono stati commessi e continuano
a essere commessi in Darfur.

Amnesty International chiede con forza al Consiglio di sicurezza di
assumere l'impegno di porre fine alle violazioni dei diritti umani in
Darfur, garantendo la completa efficacia dell'azione dell'Unamid,
sostenendo i lavori dell'Icc e pretendendo piena cooperazione dal Sudan.

FINE DEL COMUNICATO  Roma, 31 luglio 2008

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