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Campagna "Ponti e non Muri" in Terra Santa
- Subject: Campagna "Ponti e non Muri" in Terra Santa
- From: Giorgio Gatta <ggatta at racine.ra.it>
- Date: Thu, 3 Jul 2008 09:50:48 +0200
Comunicato Pax Christi Italia Campagna "Ponti e non Muri" in Terra Santa Grazie mons Sabbah e benvenuto mons Twal Pax Christi Italia si unisce alla gioia di tutta la Chiesa di Terra Santa nel ringraziamento pieno di stima e affetto a Mons. Michel Sabbah (fino a poco tempo fa presidente internazionale di Pax Christi) che ha consegnato al cuore e alla saggezza di Mons. Fouad Twal il testimone nella guida episcopale del Patriarcato Latino di Gerusalemme. Da tempo attraverso la preghiera, la visita solidale, l'amicizia, la solidarietà concreta e la campagna "Ponti e non Muri" siamo vicini a quella terra martoriata dall'ingiustizia e dalla violenza e a quella chiesa, minoranza evangelica e coraggiosa costruttrice di ponti, riconciliazione e incontro. Pax Christi sarà in Terra Santa con diversi gruppi nel 2008: · 1-15 agosto "Ricucire la pace" nelle famiglie dei campi profughi, per una memoria condivisa della Naqba (per giovani e adulti) · 15-22 agosto "Pellegrinaggio di giustizia" - condivisione con le comunità cristiane della terrasanta sotto occupazione da 40 anni (per adulti e famiglie) · 24 ottobre-7 novembre "Tutti a raccolta!" - campo di lavoro tra gli ulivi di Aboud (per giovani e adulti) Con l'augurio di una pace senza ulteriore violenza, di una speranza infinita, di una giustizia ristabilita, di una verità rispettata, di un amore concreto, leggiamo questo momento storico attraverso l'editoriale della Newsletter "BoccheScucite" prezioso strumento di informazione e documentazione della campagna Ponti e non Muri. Pax Christi italia Firenze 1 luglio 2008 E' L'ORA DELLA LIBERAZIONE "Il nostro popolo non cessa di soffrire la sua via crucis, ancora, e ancora." Grazie a voi, Michel e Fouad, nostri Pastori e...bocchescucite per la giustizia e la pace! "Potranno criticarmi e giudicarmi su tutto, ma c'è una cosa che assolutamente non posso accettare: che si neghi quello che io da sempre continuo ad affermare: che siamo sottoposti a un regime ingiusto e che viviamo in una situazione permanente di ingiustizia. La pace si farà solo quando finirà l'occupazione". Se tanti in questi giorni hanno abbozzato una sintesi del lungo ministero del Patriarca Michel Sabbah, BoccheScucite sceglie decisamente la sua stessa sintesi, anche se come sempre scomoda e incredibilmente limpida. Quando parlò così, il Patriarca di Gerusalemme, senza nascondere l'amarezza per tante critiche e contestazioni al suo parlare chiaro contro ogni sopruso e ingiustizia, sentiva il bisogno di smascherare - per l'ennesima volta - tutta l'ipocrisia che troppo spesso riempie ogni discorso degli uomini di Chiesa o di governo, capaci perfino di chiudere gli occhi fingendo di non vedere, pur di non "disturbare il manovratore", il potente di turno che persiste impunemente nell'illegalità e immoralità. La storia della Chiesa, che dovrà prima o poi esser riletta a cominciare dai più evangelici testimoni del progetto di liberazione di Dio, ha scritto in questi giorni un'altra straordinaria pagina di altissima profezia, nel compiersi del magistero di Michel Sabbah. Come avvenne per Oscar Romero, il suo stesso popolo oppresso da sessant'anni ha riconosciuto le orme e la voce di Cristo nel passo deciso e nel tono chiarissimo della "voce che grida" attraverso l'umile parola del suo pastore. Mai egli si è sottratto al dovere della denuncia, sapendo fin dal primo giorno che avrebbe irritato e inquietato coloro che fanno della "prudenza" il loro stile. Significativamente, la conferma dell'autenticità della sua profezia non viene a lui dalla stima e dall'approvazione di molti, ma piuttosto dalle continue contestazioni alimentate da chi opprime e fa di tutto per mettere il silenziatore al Vangelo diventato resistenza quotidiana. Ora che possiamo approfondire e custodire l'irripetibile insegnamento di Michel Sabbah nella raccolta di suoi Scritti "Voce che grida dal deserto"(Paoline, 2008) faremo nostro il suo stile "parrenetico", come la coraggiosa "franchezza" degli Atti degli Apostoli. PER AMORE DEL MIO POPOLO, NON TACERO'! E se Sabbah brillerà come indimenticabile "boccascucita", il passaggio di testimone al nuovo Patriarca di Gerusalemme Mons. Fouad Twal, ha già seminato speranza in tutta la Palestina e in tutto il mondo: "Io noto - ha dichiarato all'agenzia CTS notizie - che qui si fanno molti discorsi, promesse, interventi, e, nello stesso tempo, vedo che non andiamo molto avanti. La situazione è quasi sempre la stessa. Israele non si fida, Israele segue una politica della paura e la paura non è la condizione migliore per vivere e per condividere. Noi vogliamo che tutti possano avere libero accesso ai Luoghi Santi, vogliamo la libertà per la gente che vive sul posto, per i nostri cristiani, quelli di Betlemme, di Ramallah, della Galilea, della Giordania, che possano visitare liberamente la Città Santa, i Luoghi Santi. Finora, questa grazia, questa benedizione, questa gioia ci sono state precluse". Con grande saggezza mons. Twal ha misurato i suoi primi interventi pubblici, senza paura di dover puntare alto: "Per i nostri capi politici preghiamo e chiediamo a Dio di metterli sulle vere strade della giustizia, della pace e della riconciliazione. I nostri punti di vista, della Chiesa e degli Stati, non sono sempre gli stessi su certe posizioni e per quanto riguarda la persona umana, vittima di queste posizioni. Portiamo nella nostra preghiera le inquietudini, le gioie, le attese e le sofferenze di tutti gli abitanti di questa terra, ebrei, musulmani, drusi e cristiani. Vi portiamo pure le piaghe sanguinanti di due popoli, dell'occupante e dell'occupato, l'israeliano e il palestinese. Per tutti chiediamo a Dio di concedere saggezza e coraggio, per sconfiggere il male dell'occupazione e il male della paura che paralizza la marcia verso la pace" (dall'omelia di ingresso come Patriarca di Gerusalemme). Questo caldo e appassionato abbraccio di prossimità è emerso in tutte le dichiarazioni di Mons. Tuwal, vescovo di tutti, dei giordani, dei palestinesi, degli israeliani e dei ciprioti, che però non può non prestare un'attenzione speciale al popolo che in questo momento soffre di più. È con questa voce coraggiosa che il nuovo Patriarca sembra davvero proseguire il cammino senza astrarsi dalla riprovevole realtà dell'occupazione ed evidenziandone l'asperità: "La strada è difficile. E noi siamo chiamati a vivere una vita difficile. Questa è la nostra vocazione. Ciò però non vuol dire che siamo chiamati a sottometterci al fatalismo del male che ci attornia nè vuol dire che dobbiamo rassegnarci al male e all'oppressione degli uomini". A qualche giornalista il Patriarca Twal ha fatto tremare il registratore: ''E' ora di farla finita con il muro, e' ora di farla finita con i check-point. E' ora di dare vita ad uno Stato palestinese!'' (Radio vaticana), e ad altri la penna: "Noi saremo la voce che annuncia la felicità e la pace che verranno, la voce che denuncia e combatte l'ingiustizia, l'odio, l'intrigo" (L'Osservatore Romano, 25.6). E se non basteranno la voce e gli scritti, sarà il suo volto sorridente e fermo a non esitare nell'affermare ciò che anche le voci più autorevoli della Chiesa tacciono, nel timore dell'immancabile accusa di antisemitismo: è così che abbiamo apprezzato la sua espressione convincente nell'intervista televisiva del TG3 del 25 giugno, dove diceva che se il Papa Benedetto andrà in Terra Santa il prossimo anno, la sua, ovviamente, dovrebbe essere una visita pastorale, cioè dovrebbe avere lo scopo di incontrare i fedeli. Ma allora i fedeli lì dovrebbero essere liberi di poterlo incontrare...I fedeli di Betlemme dovrebbero poter andare a Gerusalemme, cosa che non possono fare, con il muro, con tutti i checkpointŠ Ma se non incontrerà i cristiani di lì, i cristiani palestinesi, che senso ha? Il timore, insomma, che il popolo palestinese oppresso da sessant'anni, perdendo il suo pastore Michel, rischiasse di "perdere la voce", si è dimostrato infondato. Il Patriarca Fouad darà voce al grido che l'Europa e il mondo preferiscono non ascoltare, perchè -come ha efficacemente sottolineato- al popolo palestinese non basta... sopravvivere! "Noi riceviamo tanti aiuti, tanti, tanti - afferma Twal alla Radio Vaticana - e ne siamo riconoscenti. Ma allo stesso tempo diciamo: abbiamo bisogno di qualcosa di più. Ciò di cui abbiamo bisogno è la pace. Non vogliamo più limitarci a 'sopravvivere', non vogliamo vivere con la licenza di mendicanti, continuando a chiedere l'elemosina per tutta la vita. Non mi piace, questo. E' una grande umiliazione!" Campagna "Ponti non Muri" Newsletter "BoccheScucite" 1 luglio 2008 NB. per leggere tutte le newsletter e iscriversi vai al sito - <http://groups.google.com/group/bocchescucite>http://groups.google.com/group/bocchescucite ---------------------------------------------------------------- Pax Christi Faenza c/o Giorgio Gatta via Bendandi, 25 48018 Faenza RA Tel. e Fax 0546.634280 e-mail: <mailto:ggatta at racine.ra.it>ggatta at racine.ra.it <Skype:ggatta>Skype:ggatta ---------------------------------------------------------------- Mediatori di Pace <mailto:segreteria at mediatoridipace.org>segreteria at mediatoridipace.org <http://www.mediatoridipace.org>www.mediatoridipace.org T-ERRE Turismo Responsabile <mailto:info at t-erre.org>info at t-erre.org <http://www.t-erre.org>www.t-erre.org <http://turismoresponsabile.blog.kataweb.it/>http://turismoresponsabile.blog.kataweb.it/
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