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IL PROGETTO ’'ASILO DIFFUSO''
- Subject: IL PROGETTO ’'ASILO DIFFUSO''
- From: lu-sa at clio.it
- Date: Wed, 2 Jul 2008 16:41:38 +0200 (CEST)
- Importance: Normal
la Stampa (Torino) IL PROGETTO L’«ASILO DIFFUSO» Un profugo in casa La nuova solidarietà Insegnante per 40 anni, cooperante in Nicaragua, Cuba e Brasile, volontaria nello straordinario microcosmo dell’Asai per seguire i ragazzi stranieri nei compiti a casa e, da qualche mese, «affidataria» di due giovani rifugiati afghani. Elena Rossetto è andata in pensione un anno fa dalla scuola media «Calvino-Tommaseo» e, credendo molto nel metodo dell’affidamento, è stata tra i primi torinesi a rendersi disponibile per il progetto di «asilo diffuso». I due ragazzi, la professoressa Rossetto li ha conosciuti nell’oratorio laico di San Salvario. Allora dormivano in un dormitorio pubblico. Come tutti gli afghani arrivati in Italia, hanno viaggiato attraverso Pakistan, Iran, Turchia, Grecia. «Più di 10 anni è durato il cammino di uno di loro. Era partito a 8 anni, con un fratello. Lavorava, accumulava denaro, ripartiva», spiega Elena. «Oggi pensano di avere vent’anni: pensano, perché in Afghanistan non esiste anagrafe». Sarwar Rahimi e Ahmed Akbari nell’anno scolastico appena trascorso uno di loro ha finito il corso per saldatore e ha ottenuto una borsa lavoro, l’altro sta raccogliendo frutta nel Pinerolese e in autunno andrà a scuola a sua volta. «Questo ragazzo sta facendo una vita di sacrifici che non molti italiani farebbero. Ma non parliamo di persone fuggite dal loro paese inseguendo un miraggio televisivo. Cercano un luogo in cui vivere dopo aver visto la guerra, la morte dei genitori... Hanno una maturità eccezionale, ma anche grandi vuoti da colmare: affettivi, di istruzione». Difficile intendersi? «Diciamo che sto dimenticando qualche congiuntivo, altrimenti non ci si capirebbe. Per la vita in casa, c’è una buona disponibilità ad accettare regole e comportamenti, collaborazione in casa. Per loro penso di essere una buona opportunità. A me, come accade con tutti i giovani, danno energia, vita». «Torino è da tempo inserita nel “Sistema nazionale di protezione per richiedenti asilo e rifugiati” finanziato - spiega l’assessore ai Servizi Sociali Marco Borgione - dal ministero degli Esteri: l’”asilo diffuso” rientra tra le soluzioni possibili per facilitare l’inserimento sociale». Ad oggi coinvolge 13 persone delle 20 previste, 10 uomini e 3 donne. Tre famiglie stanno perfezionando l'iter per l'affidamento (6 mesi rinnovabili se il percorso verso l'autonomia - studio dell’italiano, formazione professionale, ricerca del lavoro - non è completato). Attraverso le associazioni che aderiscono al Tavolo Rifugio cittadino - La Tenda, Asai, Arci, Almaterra - il Comune garantisce alle famiglie un rimborso spese di 300 euro mensili, altri 100 vanno all’associazione che segue il percorso individualizzato di integrazione. #°*'°+.,_ ,,;:#°'*°+.,,_,,;:#°''*°+.,_ «E' ora quindi che parliate tutti voi che amate la libertà, tutti voi che amate il diritto alla felicità, tutti voi che amate dormire immersi nel vostro privato sogno, è ora che parliate o maggioranza muta! Prima che arrivino per voi» Primo Levi
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