Aderisco all'appello sergio pasini
antrologo
----- Original Message -----
Sent: Wednesday, May 28, 2008 10:24
AM
Subject: [africa] APPELLO
PREGO FAR CIRCOLARE E RACCOGLIERE ADESIONI.-
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Siamo persone –
storici, giuristi, antropologi, sociologi, filosofi, operatori culturali– che
da tempo si occupano di razzismo. Il nostro vissuto, i nostri studi e la
nostra esperienza professionale ci hanno condotto ad analizzare i processi di
diffusione del pregiudizio razzista e i meccanismi di attivazione del razzismo
di massa. Per questo destano in noi vive preoccupazioni gli avvenimenti di
questi giorni – le aggressioni agli insediamenti rom, le deportazioni, i roghi
degenerati in veri e propri pogrom – e le gravi misure preannunciate dal
governo col pretesto di rispondere alla domanda di sicurezza posta da una
parte della cittadinanza. Avvertiamo il pericolo che possa accadere qualcosa
di terribile: qualcosa di nuovo ma non di inedito.
La violenza
razzista non nasce oggi in Italia. Come nel resto dell’Europa, essa è stata,
tra Otto e Novecento, un corollario della modernizzazione del Paese. Negli
ultimi decenni è stata alimentata dagli effetti sociali della globalizzazione,
a cominciare dall’incremento dei flussi migratori e dalle conseguenze degli
enormi differenziali salariali. Con ogni probabilità, nel corso di questi
venti anni è stata sottovalutata la gravità di taluni fenomeni. Nonostante
ripetuti allarmi, è stato banalizzato il diffondersi di mitologie neo-etniche
e si è voluto ignorare il ritorno di ideologie razziste di chiara matrice
nazifascista. Ma oggi si rischia un salto di qualità nella misura in cui
tendono a saltare i dispositivi di interdizione che hanno sin qui impedito il
riaffermarsi di un senso comune razzista e di pratiche razziste di massa.
Gli avvenimenti di questi giorni, spesso amplificati e distorti dalla
stampa, rischiano di riabilitare il razzismo come reazione legittima a
comportamenti devianti e a minacce reali o presunte. Ma qualora
nell’immaginario collettivo il razzismo cessasse di apparire una pratica
censurabile per assumere i connotati di un «nuovo diritto», allora davvero
varcheremmo una soglia cruciale, al di là della quale potrebbero innescarsi
processi non più governabili.
Vorremmo che questo allarme venisse
raccolto da tutti, a cominciare dalle più alte cariche dello Stato, dagli
amministratori locali, dagli insegnanti e dagli operatori dell’informazione.
Non ci interessa in questa sede la polemica politica. Il pericolo ci appare
troppo grave, tale da porre a repentaglio le fondamenta stesse della
convivenza civile, come già accadde nel secolo scorso – e anche allora i rom
furono tra le vittime designate della violenza razzista. Mai come in questi
giorni ci è apparso chiaro come avesse ragione Primo Levi nel paventare la
possibilità che quell’atroce passato tornasse.
Marco Aime, Rita
Bernardini, Alberto Burgio, Carlo Cartocci, Tullia Catalan, Enzo Collotti,
Alessandro Dal Lago, Giuseppe Di Lello, Angelo D’Orsi, Giuseppe Faso, Mercedes
Frias, Gianluca Gabrielli, Clara Gallini, Pupa Garribba, Francesco Germinario,
Patrizio Gonnella, Gianfranco Laccone, Maria Immacolata Macioti, Brunello
Mantelli, Giovanni Miccoli, Giuseppe Mosconi, Grazia Naletto, Michele Nani,
Salvatore Palidda, Marco Perduca, Pier Paolo Poggio, Carlo Postiglione, Enrico
Pugliese, Annamaria Rivera, Rossella Ropa, Emilio Santoro, Katia Scannavini,
Renate Siebert, Gianfranco Spadaccia, Elena Spinelli, Diacono Todeschini,
Nicola Tranfaglia, Fulvio Vassallo Paleologo, Barbara Valmorin, Danilo Zolo.
Filippo Miraglia
Responsabile Immigrazione ARCI Via dei
monti di pietralata 16 00151 Roma+
tel. +39.3484410860 e mail
miraglia at arci.it
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