Quello che mi spaventa in questo momento è l'onda
di violenza che alimenta i nostri giovani ragazzi. Oggi la felicità sembra
contenuta nell'alcool nella droga, nell'alta velocità, nel picchiare gente
indifesa. questa volta i protagonisti sono tutti italiani tanto quelli di Verona
che di Torino. E' obbligo dello stato garantire ai cittadini la sicurezza,
ma più si va avanti e più diventa rischioso camminare nelle strade delle nostre
città. La violenza non ha colore di pelle, è solo un malfunzionamento della
testa.
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Sent: Monday, May 05, 2008 1:11 PM
Subject: [africa] bellissimo articolo di
gad lerner sul pestaggio di verona ad opera degli skinheads e non
solo....
Se la vittima del pestaggio di
Verona fosse stato uno straniero anziché il povero Nicola Tommasoli, un
giovane dei “nostri”, oggi la città vivrebbe il medesimo turbamento? Ne
dubito, visto lo scarso rilievo attribuito finora alle scorribande contro gli
immigrati perpetrate sistematicamente da anni in quel territorio dal “Fronte
Veneto Skinheads” e da altre squadracce fasciste e padane, sedicenti cristiane
o pagane, nel nome della lotta contro la società multietnica e il
“mondialismo”. Nessun leader politico si è mai sognato di impostare la sua
campagna elettorale contro i soprusi fisici, sessuali, culturali, inflitti ai
nostri nuovi vicini di casa colpevoli di generare allarme sociale. Il
tema non sarebbe redditizio come lo è invece ergersi a paladini della
sicurezza minacciata dall’invasione degli “estranei”. Se al contrario fosse
stato un criminale straniero a ridurre in fin di vita Nicola Tommasoli nel
centro di Verona, non oso immaginare la rincorsa dei proclami e delle
fiaccolate. Il vento che sospinge irrazionalmente in prima pagina
l’ossessione per la sicurezza dei cittadini è alimentato dal calcolo politico
ma scaturisce da una frattura culturale profonda, di cui è espressione anche
il ventenne skinheads di buona famiglia pronto a scatenare violenza per futili
motivi, dopo essersi autoproclamato sentinella del territorio. Evitiamo per
favore pseudoanalisi sociologiche sulla furia dei “nostri” contrapposta alla
delinquenza degli “altri”. Preoccupiamoci semmai di riconoscere la portata
della frattura generatasi nel profondo della nostra concezione del mondo.
Rimesso in discussione il paradigma universalistico di matrice illuminista,
secondo cui gli uomini sono tutti uguali e ugualmente titolari di diritti
irrinunciabili, tornano in auge la retorica del “sangue e suolo”, il primato
della tradizione, dei costumi e dell’appartenenza a una comunità storica,
linguistica e religiosa. Il mito delle radici da preservare. Lo storico
Zeev Sternhell descrive una vera e propria corrente della modernità basata sul
culto di tutto ciò che distingue e separa gli uomini, nata come critica alla
rivoluzione francese e all’illuminismo per poi rinvigorirsi come cultura di
massa della destra novecentesca. L’ideologia
che motiva l’azione razzista e squadristica degli skinheads da stadio, dilaga
ben oltre i manipoli di quella minoranza paranazista. Mi guardo bene
dal fare un tutt’uno con la riscoperta della spiritualità contro il
mercatismo, su cui Giulio Tremonti fonda la nuova legittimità popolare di una
politica votata a dominare le insidie della globalizzazione. Così come non
collego la parodia terroristica del “Fronte Cristiano Combattente” di Roberto
Sandalo –specializzato in attentati alle moschee- con la recente ripresa del
tradizionalismo cattolico preconciliare. Ma
non c’è dubbio che l’humus culturale delle ronde a presidio del territorio,
l’enfatizzazione smisurata del pericolo rom, l’irrisione del “buonismo” di cui
sarebbe colpevole il volontariato cattolico, sono frutti di quella medesima
critica alla società contemporanea. Dove la destra si concepisce come
naturale adesione alle diversità dei popoli che la sinistra pretenderebbe
invece di comprimere in una gabbia oppressiva, innaturale,
omologante. Pochi giorni fa il sindaco leghista di Logagnano di Soma
(Verona) ha invocato la pena di morte per il ventenne rumeno Claudio Stioleru
colpevole dell’omicidio del suo datore di lavoro e (probabilmente) della
moglie. Poi è emerso che Stioleru doveva
soggiacere a umilianti pretese sessuali da parte della sua vittima, il che non
giustifica certo il delitto ma rivela un quadro di soprusi perpetrati
all’ombra della clandestinità. Sono le medesime forme di mercificazione dell’umano che
alimentano il traffico della prostituzione femminile immigrata. Solo che
difficilmente le ragazze rumene e moldave uccise e abbandonate nei sacchi
della spazzatura finiscono in prima pagina come le “nostre” donne violentate
dagli stranieri, biecamente compatite in campagna elettorale a differenza
dell’80 per cento degli stupri consumati tra le pareti
domestiche. Così il legittimo allarme per la microcriminalità che
affligge le periferie urbane diviene un’altra cosa: il feticcio della
sicurezza, adoperato da una parte politica per zittire l’avversario, cioè la
sinistra, indicata come artefice di una globalizzazione che spalanca le
frontiere. La falsa ideologia della diversità
italiana (o padana, o cristiana) da preservare, autorizza di nuovo quel che ci
illudevamo fosse definitivamente proibito: la colpevolizzazione di interi
popoli, accusati di essere per loro stessa natura subdoli, violenti,
pericolosi. E’ inutile stupirsi poi quando si scopre che dei ragazzi
di buona famiglia rivestono i panni dei giustizieri ariani e passano
all’azione: come già i brigatisti di sinistra trent’anni fa, anche loro si
proclamano avanguardia di un movimento popolare più vasto. E come allora può
capitare che la violenza metropolitana, divenuta stile di vita, ferisca e
uccida “per sbaglio” bersagli più vicini alla nostra sensibilità di quanto non
lo siano i loro obbiettivi abituali.
Gad Lerner , 5/05/08 "la
Repubblica"
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Tante idee per la salvaguardia del pianeta su Yahoo! for good.
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