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[tradenews] Global action
- Subject: [tradenews] Global action
- From: "Roberto Meregalli" <meregalli.roberto at gmail.com>
- Date: Fri, 25 Jan 2008 10:23:27 +0100
Sono passati dieci anni dalla campagna "Mai al MAI", focalizzata sui negoziati in corso all'OCSE per un accordo multilaterale sugli investimenti. Fu la prima esperienza di lavoro in rete e un rapporto di un'agenzia dell'ONU (UNDP) parlo' in seguito della nascita di quella che definì "internet guerrilla". Il '99 fu l'anno di Seattle e la parola "no global" divenne etichetta di persone che in realtà la globalizzazione la stavano vivendo e comprendendo prima di altri perche' la protesta internazionale sul MAI fu costruita via mail, sfruttando cioe' uno degli aspetti costitutivi della globalizzazione: lo sviluppo delle telecomunicazioni. La contestazione non era sulla necessità di regole comuni per un mondo non piu' diviso a compartimenti stagni, ma contro regole che mantenevano e rafforzavano le disuguaglianze e lo sfruttamento di persone e risorse naturali. In dieci anni di lavoro sul tema del commercio, lo sforzo e' sempre stato quello non di limitarlo o demonizzarlo, ma di integrarlo, di non vederlo come un qualcosa a se' ma come uno strumento per ridurre le disuguaglianze favorire il benessere del maggior numero possibile di persone, consapevoli che in questo mondo tutto è legato. Perchè queste considerazioni? Perchè spesso non si riesce a far emergere il messaggio che occorre una visione oltre la siepe, occorre evitare di vedere solo quello che si ha di fronte ed evitare di semplificare una realtà che semplice non e', cancellando le connessioni e finendo con l'agire in maniera impulsiva e incoerente, sbagliando inesorabilmente. A fine anno l'Unione Europea ha posto fine alle facilitazioni commerciali che fin dalla sua nascita come Comunità Europea aveva concesso alle sue ex colonie e piu' volte rimodulato attraverso Lomé e Cotonou. Ha assunto una posizione irremovibile che ha costretto molti paesi ACP a cedere alla sua richiesta di negoziare un accordo di partnership economica solo perche' in cambio potranno continuare a godere (si fa per dire) degli sconti doganali anche per questo e per i prossimi anni. Uno di questi paesi è il Kenya, un pezzo di Africa che e' esploso di recente e di cui i nostri media hanno dato una grande copertura di notizie complice il periodo natalizio e la preoccupazione per la sorte di migliaia di connazionali in vacanza sulle spiagge di Malindi e vicino a Mombasa. Ebbene il Kenya ha detto sì agli EPA per salvaguardare le proprie esportazioni agricole, o sarebbe meglio dire, gli interessi degli esportatori florovivaisti. A nord di Narirobi, sulle rive del lago Naivasha si producono infatti 55 milioni di rose all'anno, tutte esportate nel nostro continente. Negli stessi giorni in cui il Commissario Mandelson faceva ogni sforzo sul fronte EPA, l'UE era a Bali per la tredicesima Conferenza delle Parti (COP 13) impegnata sul fronte dell'ambiente a convincere gli USA a concordare un impegno di riduzione delle emissioni inquinanti per salvare il pianeta dai mutamenti climatici. Ma a 10 mila chilometri di distanza si continuava a coltivare fiori che stanno lentamente prosciugando il lago Naivasha perche' servono 20 mila metri cubi al giorno alle serre e il lago si è già ridotto a un'area pari al 75% di quella che occupava nel 1982. Di questo passo fra 50 anni sarà una pozza di fango. Nel frattempo si sta riducendo il frutto della pesca mentre ovviamente aumenta la popolazione che vive sulle sue rive proprio per lavorare nelle serre. La morale della favola è che mentre a Bali l'Europa si faceva paladina dell'ambiente, in quegli stessi giorni, concludeva con mezzi ricattatori un accordo per continuare ad esportareŠ acqua - sottoforma di fiori - dal Kenya. La morale è che il commercio "buono" è quello che aiuta la gente a sfamarsi e a non distruggere l'ambiente. Per questo anche quest'anno seguiremo i negoziati EPA, facendo da sponda ai movimenti contadini africani, per il bene loro e nostro perche' il pianeta e' uno e clima e commercio non sono due capitoli a se' stanti. E lo ribadiremo il 26 gennaio in occasione della Giornata Globale di Azione, come dieci anni fa, in rete planetaria. Roberto Meregalli Beati i costruttori di pace - Retelilliput - Campagna l'Africa non e' in vendita!
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