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Re:[africa] [tradenews] [EPAs]: Nuove colonie
- Subject: Re:[africa] [tradenews] [EPAs]: Nuove colonie
- From: "valemanini" <valemanini at libero.it>
- Date: Thu, 29 Nov 2007 07:39:38 +0100
purchè non sia imperialismo Ognuno deve imparare a lavorare e a mantenersi con dignità > Nuove colonie > Botswana, Mozambico, Swaziland, Lesoto, Burundi, Kenya, Ruanda, > Tanzania e Uganda cedono alle pressioni europee. > > Il 27 settembre scorso, giornata internazionale di mobilitazione > contro gli accordi di libero scambio, che la Commissione europea sta > tentando, con ostinazione, di far sottoscrivere a 76 paesi fra i più > poveri del pianeta, generalmente indicati con la sigla ACP (Africa, > Caraibi e Pacifico), i Commissari europei che stanno conducendo i > negoziati, l'inglese Peter Mandelson (commercio) e il portoghese Luis > Michel (aiuti e sviluppo) indirizzarono a tutti gli attivisti una > bella lettera aperta in cui ribadivano i loro buoni propositi > accusando la società civile di: "giocare a poker con la vita umana > delle persone che stiamo cercando di aiutare". > Non male come battuta! Soprattutto perché i negoziati commerciali > assomigliano davvero molto a una partita di poker, visto che le parti > in causa tentano fino all'ultimo di nascondere le loro carte, amano > bleffare, offrono meno di quanto potrebbero, chiedono più di quanto > necessiterebbero e così via, le analogie sono molte. > Peccato che tutto questo lo stiano facendo proprio Michel e Mandelson > sulla pelle di 700 milioni di persone che vivono in stragrande > maggioranza in Africa Subsahariana. > > Per cinque anni i paesi ACP e la Commissione Europea si sono > fronteggiati per concordare questi accordi (Economic Partnership > Agreements), che già nel loro nome esprimono un concetto assolutamente > falso, quello di partenership, poiché si parla di partner quando ci si > riferisce a due persone che desiderano la stessa cosa e che si pongono > (più o meno) sullo stesso piano. Qui stiamo invece parlando di una > sola realtà, l'UE, che ha progettato un nuovo tipo di relazione con le > sue x colonie e la sta ostinatamente imponendo nonostante l'altro > "partner" stia dicendo "NO" da cinque anni. > I no reiterati hanno costretto la Commissione a fare un passo > indietro, annacquando la proposta e trasformandola in un accordo a > interim da sottoscrivere entro fine anno, in attesa di concordare dei > veri EPA nel corso del prossimo 2008. > Mandelson, sempre duro ed arrogante nei negoziati, il 20 novembre, di > fronte alla commissione parlamentare UE che si occupa di commercio, ha > dovuto ammettere che Africa occidentale e centrale rimangono le sfide > principali (con la finezza che lo contraddistingue il nostro > commissario non ha mancato di redarguire la Nigeria per il proprio > comportamento ostile alle proposte europee, paragonandola a un > elefante seduto a bloccare i negoziati), mentre si è mostrato > ottimista con le isole del Pacifico, i Caraibi e i due blocchi > Africani del Sud e dell'Est. > In realtà anche con questi due blocchi i problemi non mancano, tant'è > che non si parla neppure più di blocco Orientale, perché l'UE ha > deciso di smembrarlo e sta tentando di convincere ad un accordo due > sottoinsiemi dell'ESA e addirittura singoli paesi. > Il Consiglio Europeo, riunitosi il 19 novembre, ha abbozzato un > Regolamento di emergenza che in sostanza offre la riduzione dei dazi > su tutti i prodotti esportati dai paesi ACP (eccetto zucchero e riso) > a tutti coloro, gruppi o singoli paesi poco importa, che avranno > concluso (anche senza ratifica) un accordo con l'UE che apra le loro > economie alle imprese europee. > Si tratta dell'ultima chance per attirare nella rete il maggior numero > possibile di paesi vincolandoli a firmare una ipoteca sul proprio > futuro ricattandoli con la minaccia di alzare i dazi a partire dal 1 > gennaio 2008 e di chiudere i rubinetti dei finanziamenti europei allo > sviluppo. > Nella rete sembra siano finiti Botswana, Mozambico, Swaziland e Lesoto > che il 24 novembre si sono impegnati a firmare un accordo ad interim e > a continuare, nel corso del 2008, negoziati su servizi e investimenti. > E' di oggi (27 novembre) la notizia dell'accordo fra UE, Burundi, > Kenya, Ruanda, Tanzania e Uganda (East African Community - EAC). A > Kampala in una dichiarazione congiunta, i due "partner" annunciano che > i cinque paesi africani nel giro di 15 anni azzereranno i dazi > sull'80% delle esportazioni europee e che "non più tardi del luglio > 2009" i negoziati condurranno a un EPA comprensivo degli altri temi in > agenda. > Siamo di fronte a un effetto domino che vedrà capitolare anche gli > altri paesi ACP? > La pressione europea è fortissima e il timore da parte di questi paesi > di perdere dal 1 gennaio gli sconti sui dazi di cui godono, sta > creando una situazione di caos nei sei blocchi regionali spezzando > legami e solidarietà. Dopo cinque anni di negoziati stanno saltando > tutte le regole, l'impressione - terribile - è che l'Europa stia > ridisegnando la mappa Africana delle relazioni commerciali. > Nel suo celebre discorso del 9 maggio 1950, Robert Schuman dichiarava > che "l'Europa avrebbe potuto, con le adeguate risorse, realizzare uno > dei suoi compiti essenziali; lo sviluppo del continente africano". Che > ne è di quella visione dell'Africa e delle responsabilità dell'Europa, > che avevano i suoi padri fondatori? > > -Roberto Meregalli > Beati i costruttori di pace - Campagna l'Africa non è in vendita! > > -- > Mailing list Africa dell'associazione PeaceLink. > Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html > Archivio messaggi: http://lists.peacelink.it/africa > Si sottintende l'accettazione della Policy Generale: > http://web.peacelink.it/policy.html > >
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