Re:[africa] [tradenews] [EPAs]: Nuove colonie



purchè non sia imperialismo Ognuno deve imparare a lavorare e a mantenersi con dignità







> Nuove colonie
> Botswana, Mozambico, Swaziland, Lesoto, Burundi, Kenya, Ruanda,
> Tanzania e Uganda cedono alle pressioni europee.
> 
> Il 27 settembre scorso, giornata internazionale di mobilitazione
> contro gli accordi di libero scambio, che la Commissione europea sta
> tentando, con ostinazione, di far sottoscrivere a 76 paesi fra i più
> poveri del pianeta, generalmente indicati con la sigla ACP (Africa,
> Caraibi e Pacifico), i Commissari europei che stanno conducendo i
> negoziati, l'inglese Peter Mandelson (commercio) e il portoghese Luis
> Michel (aiuti e sviluppo) indirizzarono a tutti gli attivisti una
> bella lettera aperta in cui ribadivano i loro buoni propositi
> accusando la società civile di: "giocare a poker con la vita umana
> delle persone che stiamo cercando di aiutare".
> Non male come battuta! Soprattutto perché i negoziati commerciali
> assomigliano davvero molto a una partita di poker, visto che le parti
> in causa tentano fino all'ultimo di nascondere le loro carte, amano
> bleffare, offrono meno di quanto potrebbero, chiedono più di quanto
> necessiterebbero e così via, le analogie sono molte.
> Peccato che tutto questo lo stiano facendo proprio Michel e Mandelson
> sulla pelle di 700 milioni di persone che vivono in stragrande
> maggioranza in Africa Subsahariana.
> 
> Per cinque anni i paesi ACP e la Commissione Europea si sono
> fronteggiati per concordare questi accordi (Economic Partnership
> Agreements), che già nel loro nome esprimono un concetto assolutamente
> falso, quello di partenership, poiché si parla di partner quando ci si
> riferisce a due persone che desiderano la stessa cosa e che si pongono
> (più o meno) sullo stesso piano. Qui stiamo invece parlando di una
> sola realtà, l'UE, che ha progettato un nuovo tipo di relazione con le
> sue x colonie e la sta ostinatamente imponendo nonostante l'altro
> "partner" stia dicendo "NO" da cinque anni.
> I no reiterati hanno costretto la Commissione a fare un passo
> indietro, annacquando la proposta e trasformandola in un accordo a
> interim da sottoscrivere entro fine anno, in attesa di concordare dei
> veri EPA nel corso del prossimo 2008.
> Mandelson, sempre duro ed arrogante nei negoziati, il 20 novembre, di
> fronte alla commissione parlamentare UE che si occupa di commercio, ha
> dovuto ammettere che Africa occidentale e centrale rimangono le sfide
> principali (con la finezza che lo contraddistingue il nostro
> commissario non ha mancato di redarguire la Nigeria per il proprio
> comportamento ostile alle proposte europee, paragonandola a un
> elefante seduto a bloccare i negoziati), mentre si è mostrato
> ottimista con le isole del Pacifico, i Caraibi e i due blocchi
> Africani del Sud e dell'Est.
> In realtà anche con questi due blocchi i problemi non mancano, tant'è
> che non si parla neppure più di blocco Orientale, perché l'UE ha
> deciso di smembrarlo e sta tentando di convincere ad un accordo due
> sottoinsiemi dell'ESA e addirittura singoli paesi.
> Il Consiglio Europeo, riunitosi il 19 novembre, ha abbozzato un
> Regolamento di emergenza che in sostanza offre la riduzione dei dazi
> su tutti i prodotti esportati dai paesi ACP (eccetto zucchero e riso)
> a tutti coloro, gruppi o singoli paesi poco importa, che avranno
> concluso (anche senza ratifica) un accordo con l'UE che apra le loro
> economie alle imprese europee.
> Si tratta dell'ultima chance per attirare nella rete il maggior numero
> possibile di paesi vincolandoli a firmare una ipoteca sul proprio
> futuro ricattandoli con la minaccia di alzare i dazi a partire dal 1
> gennaio 2008 e di chiudere i rubinetti dei finanziamenti europei allo
> sviluppo.
> Nella rete sembra siano finiti Botswana, Mozambico, Swaziland e Lesoto
> che il 24 novembre si sono impegnati a firmare un accordo ad interim e
> a continuare, nel corso del 2008, negoziati su servizi e investimenti.
> E' di oggi (27 novembre) la notizia dell'accordo fra UE, Burundi,
> Kenya, Ruanda, Tanzania e Uganda (East African Community - EAC). A
> Kampala in una dichiarazione congiunta, i due "partner" annunciano che
> i cinque paesi africani nel giro di 15 anni azzereranno i dazi
> sull'80% delle esportazioni europee e che "non più tardi del luglio
> 2009" i negoziati condurranno a un EPA comprensivo degli altri temi in
> agenda.
> Siamo di fronte a un effetto domino che vedrà capitolare anche gli
> altri paesi ACP?
> La pressione europea è fortissima e il timore da parte di questi paesi
> di perdere dal 1 gennaio gli sconti sui dazi di cui godono, sta
> creando una situazione di caos nei sei blocchi regionali spezzando
> legami e solidarietà. Dopo cinque anni di negoziati stanno saltando
> tutte le regole, l'impressione - terribile - è che l'Europa stia
> ridisegnando la mappa Africana delle relazioni commerciali.
> Nel suo celebre discorso del 9 maggio 1950, Robert Schuman dichiarava
> che "l'Europa avrebbe potuto, con le adeguate risorse, realizzare uno
> dei suoi compiti essenziali; lo sviluppo del continente africano". Che
> ne è di quella visione dell'Africa e delle responsabilità dell'Europa,
> che avevano i suoi padri fondatori?
> 
> -Roberto Meregalli
> Beati i costruttori di pace - Campagna l'Africa non è in vendita!
> 
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