Rapporto Amnesty sulla Costa d'Avorio: donne e bambine, le vittime dimenticate del conflitto



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COMUNICATO STAMPA
CS32-2007

RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SULLA COSTA D'AVORIO: DONNE E BAMBINE,
LE VITTIME DIMENTICATE DEL CONFLITTO

Amnesty International ha denunciato oggi in un nuovo rapporto
l'orripilante dimensione della violenza sessuale contro le donne e le
bambine praticata nel conflitto in atto nella Costa d'Avorio, precisando
che i dati della propria ricerca e la natura brutale degli attacchi non
rivelano ancora la reale estensione del fenomeno.

'Centinaia, se non migliaia, di donne e bambine sono state e continuano a
essere vittime di massicci e, talvolta, sistematici stupri, commessi da
svariati protagonisti del conflitto' - si legge in un rapporto reso
pubblico oggi dall'organizzazione per i diritti umani, intitolato 'Costa
d'Avorio: le vittime dimenticate del conflitto'.

Nel rapporto, Amnesty International denuncia stupri di gruppo, rapimenti e
riduzione in schiavitu' sessuale di donne e bambine ad opera dei
combattenti. Gli stupri sono spesso preceduti da pestaggi e torture,
spesso compiuti in pubblico e di fronte ai familiari delle vittime. Alcune
donne sono state persino stuprate accanto ai cadaveri dei propri
familiari.

'Le donne e le bambine, alcune delle quali di appena 10 anni' - prosegue
il rapporto - 'sono prese di mira per lo piu' per motivi etnici e
politici. Considerate il simbolo dell'onore delle loro comunita', vengono
stuprate anche per umiliarle e, attraverso la violenza, umiliare il loro
gruppo. Nessuno degli autori degli stupri, per quanto ne sappia Amnesty
International, e' stato consegnato alla giustizia'.

'Il ricorso allo stupro appare cosi' esteso, sistematico e impunito' -
accusa Amnesty International - 'da dover concludere che le forze di
sicurezza governative e i gruppi dell'opposizione armata lo considerino
una deliberata strategia per diffondere il terrore tra la popolazione
civile'.

Alcuni dei peggiori atti di violenza nei confronti delle donne sono
compiuti da mercenari, provenienti soprattutto dalla Liberia, che operano
accanto ai gruppi dell'opposizione armata nella Costa d'Avorio
occidentale. Alcune donne intervistate da Amnesty International hanno
dichiarato che i loro violentatori parlavano inglese.

Le sopravvissute spesso vengono isolate e abbandonate dai mariti e dalle
famiglie, e dunque condannate alla poverta' estrema con i figli a carico.

Sebbene non siano disponibili statistiche accurate, da piu' parti si
ritiene che gli stupri commessi nel contesto del conflitto armato abbiano
fatto aumentare in modo significativo la diffusione dell'Hiv/Aids nel
paese.

Le vittime della violenza sessuale, infatti, spesso non riescono ad avere
accesso ai servizi sanitari, laddove esistono. Quelle che vivono nelle
aree controllate dalle Forze nuove sono virtualmente tagliate fuori dalla
sanita' pubblica. Altre sono riluttanti a mettersi in viaggio, a causa
dell'alto costo dei trasporti e del concreto rischio che possano subire
ulteriore violenza: per raggiungere le strutture sanitarie, infatti, la
maggior parte delle donne deve passare attraverso una serie di posti di
blocco, che sono proprio i luoghi in cui avvengono molti stupri.

Nel suo rapporto, Amnesty International elenca una serie di
raccomandazioni volte a eliminare la violenza sessuale in Costa d'Avorio,
attraverso serie indagini e rimedi giudiziari efficaci, come la
riabilitazione e il risarcimento.

'Lo stupro e altre forme di violenza sessuale commesse da combattenti o
guerriglieri nel corso di un conflitto armato, internazionale o interno
che sia, costituiscono crimini contro l'umanita' e crimini di guerra e
devono essere considerati come tali. Eliminare la violenza sessuale
dev'essere la priorita' numero uno di qualsiasi piano di pace destinato a
trovare una soluzione duratura all'attuale crisi della Costa d'Avorio' -
conclude il rapporto di Amnesty International.

Ulteriori informazioni

La rivolta armata scoppiata nel settembre 2002 ha gettato il paese nella
piu' grave crisi politica e militare dall'anno dell'indipendenza dalla
Francia, il 1960. Dopo una serie di falliti colpi di Stato, il paese si e'
di fatto diviso in due: il sud, controllato dal governo, e il nord, nelle
mani di una coalizione di gruppi armati dell'opposizione denominata Forze
nuove.

Le due aree sono separate da una zona cuscinetto controllata da oltre
12.000 elementi di una forza internazionale che comprende truppe francesi
e peacekeeper dell'Onu. Il 4 marzo il presidente Laurent Gbagbo e il
leader delle Forze nuove hanno firmato un accordo per la nomina di un
nuovo governo entro cinque settimane. L'accordo prevede anche il graduale
smantellamento della zona cuscinetto e chiede di affrontare i vari temi
oggetto del contenzioso, tra cui il censimento del corpo elettorale, il
disarmo dei ribelli e l'integrazione di questi ultimi nell'esercito
regolare.

Il rapporto e' disponibile in inglese all'indirizzo
web.amnesty.org/library/index/engafr310012007
e in francese all'indirizzo
http://web.amnesty.org/library/index/fraafr310012007

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 15 marzo 2007

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it






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