Newsletter Anno 4, n. 19 - 6 dicembre 2006



NEWSLETTER DEL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE E RICERCA PER LA CITTADINANZA ATTIVA

Anno 4, n. 19 -  6 dicembre 2006 

A cura di Gabriele Sospiro 
Con la collaborazione di: 
Lena Alex (LA)
Olivier Gbezera (OG)
Radost  Peeva (RP) 
Silvia Mariotti

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INDICE 
1.   CAPODANNO MULTIETNICO AL CIRCOLO AFRICA
2.   ATTIVITÀ DEL CENTRO
3.   RADIO 1812: UNA VOCE PER I DIRITTI DEI MIGRANTI
4.   FESTIVAL DEL CINEMA AFRICANO A BRUXELLES
5.   FORUM SOCIALE MONDIALE A NAIROBI (KENYA)
6.   L'ARCI LANCIA L'APPELLO PER NAIROBI 
7.   MACEDONIA INSIDE THE EU
8.   DUE GIORNI CON L'AFRICA AD ANCONA
9.   DIRITTI SENZA COLORE
10.  ERITREA NEL CUORE

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1. CAPODANNO MULTIETNICO AL CIRCOLO AFRICA
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Proseguono i preparativi per il capodanno multietnico qui al Circolo Africa.
Alcuni di voi ci hanno chiamato e scritto chiedendoci in quale città ci
troviamo. Siamo ad Ancona. Potreste prendere a pretesto il nostro capodanno
e passare un paio di giorni da queste parti. La riviera del Conero è molto
bella anche di inverno. Anzi noi l'apprezziamo anche di più. C'è poca
confusione in giro. 
Telefonateci allo 071-2072585 oppure inviateci una mail a
segreteria at circoloafrica.org per avere maggiori informazioni. Vi
aspettiamo!!

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2. ATTIVITÀ DEL CENTRO
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Il Centro di Documentazione e Ricerca per la Cittadinanza Attiva è aperto il
Martedì e Giovedì dalle 10 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Se avete
libri da proporre così che noi possiamo acquistarli fatecelo sapere! Se
state facendo una tesi di laurea o ricerche sull'immigrazione, sull'economia
politica, o su temi riguardanti il terzo settore, etc. presso il nostro
Centro potete ottenere informazioni ad hoc previa prenotazione telefonica.
Per contatti ed eventuali prenotazioni 071/2072585
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The Center of Documentation and Research for Active Citizenship is opened
Tuesday and Thursday from 10 to 13 and from 15 to 18.00. If you have any
books to propose so that we can buy them please let us know. If you are
working on your bachelor thesis or you are carrying out a research on
migration, political economy, or issues inherent not profit, etc. in our
Center you will able to get some information ad hoc. Telephone reservation
is needed.
For contacts: +39/071/2072585

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3. RADIO 1812: UNA VOCE PER I DIRITTI DEI MIGRANTI 
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Radio 18-12 è un’iniziativa di December 18, il centro di documentazione e
promozione internazionale per i diritti umani dei lavoratori migranti. Radio
18-12 sarà il primo programma radiofonico mondiale che collegherà, nel corso
di 24 ore, le comunità di migranti di tutto il mondo allo scopo di ricordare
le difficoltà che affrontano e celebrare i loro traguardi. La programmazione
su questo tema partirà dall’Australia e proseguirà, secondo il fuso orario
delle diverse zone, sino alla costa occidentale del continente americano.

Perchè Radio 18-12?

Negli ultimi sei anni, la comunità internazionale ha utilizzato la Giornata
Internazionale dei Migranti (GIM), che si svolge il 18 dicembre, per
ricordare e promuovere i diritti umani dei migranti. Lo scorso anno sono
state organizzate, in almeno 30 nazioni, svariate iniziative per la
celebrazione della GIM: da un corteo organizzato in Bangladesh ad un film
festival realizzato in Israele. Il filo conduttore di tutte queste
iniziative è quello di far sentire la voce dei migranti e questo intento è
esattamente il fulcro del progetto Radio 18-12: collegare le comunità di
migranti di tutto il mondo attorno al tema quanto mai attuale della tutela
dei diritti dei migranti.

Cosa farà Radio 18-12?

Al fine di imprimere un ulteriore impulso alle iniziative celebrative della
Giornata Internazionale dei Migranti, Radio 18-12 invita le emittenti
radiofoniche e le organizzazioni di migranti a:

    * Contribuire e condividere con altri i propri materiali audio
riguardanti il tema della migrazione tramite il sito web di Radio 18-12 nel
periodo che antecede la giornata del 18 dicembre.
    * Diffondere una programmazione dedicata al tema della migrazione per la
giornata del 18 dicembre 2006 allo scopo di realizzare la prima maratona
radiofonica mondiale dedicata a questo tema.

Allo scopo di mettere in contatto tutte comunità di migranti e le emittenti
radiofoniche coinvolte nel progetto, December 18 presenterà a breve il sito
web di Radio 18-12 che fornirà gli strumenti necessari per partecipare a
questo avvenimento.

Info: http://www.radio1812.net 
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Radio 18-12 is an initiative of December 18, the international advocacy and
resource centre on the human rights of migrant workers. It will be the
first-ever global one-day radio show connecting migrant communities
worldwide to highlight their concerns and celebrate their achievements.
Kicking off with broadcasts in Australia, programming on the issue will move
across time zones to reach the west coast of the Americas.

Why Radio 18-12?

For the past six years, the international community used the 18th of
December, International Migrant’s Day, to highlight the human rights of
migrants. Last year, groups organised activities in over 30 countries
ranging from a rally in Bangladesh to a film festival in Israel. Making
migrants’ voices heard is the common thread throughout International
Migrant’s Day and this is precisely what is at the heart of Radio 18-12:
linking communities worldwide around the pressing and ever present issue of
migrants’ rights.

What will Radio 18-12 do?

To provide extra impetus to the activities of International Migrant’s Day,
Radio 18-12 encourages broadcasters and migrant organisations to:

    * Contribute and share with others their existing audio material on
migration to the Radio 18-12 website in the months leading up to the 18th of
December.
    * Provide programming and broadcasting on the 18th of December 2006,
therefore contributing to the first-ever global migration broadcast
marathon.

To connect migrant communities and participating radio broadcasters,
December 18 will soon launch the Radio 18-12 website, which will provide you
with the necessary tools to participate in this event.

Info: http://www.radio1812.net 


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4. FESTIVAL DEL CINEMA AFRICANO A BRUXELLES 
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Dal 15 al 17 Novembre si sono svolte a Bruxelles le «Giornate Europee dello
Sviluppo» promosse dall’Unione Europea e dal Commissario allo Sviluppo Louis
Michel. Lo scopo di questa iniziativa era di avvicinare il pubblico alle
realtà Africane di oggi e di favorire nuovi contatti. Diverse attività hanno
avuto luogo, come mostre di arte contemporanea  e di fumetti, ma anche
incontri di alto livello fra capi di stati Africani ed Europei ed esperti
dello sviluppo. 

Un’altra iniziativa è stata il festival del Cinema Africano, il cui scopo
era di dare una visibilità maggiore alle produzioni del continente e di dare
uno sguardo più diretto sui sogni, le realtà, le paure e le speranze di un
continente in cambiamento veloce. Organizzato sotto la direzione di Guido
Huysmans (anche direttore del Afrika FilmFestival in Leuven), il festival ha
dato l’opportunità di vedere, gratuitamnete, film recentemente premiati,
come «U-Carmen E Khayelitsha» (Orso d’Oro a Berlino nel 2005), «Tsosti»
(Academy Award per il migliore film straniero nel 2006) e «Daratt» (Premio
speciale della Giuria a Venezia nel 2006).

Tra i film che ho visto, la freschezza delle idee e la loro diversità
potevano solo portarmi alla domanda del perché cosi pochi film Africani
arrivano nei cinema Europei. «Africa Paradis» (Benin/Francia) immagina un
futuro in cui l’Africa e l’Europa hanno cambiato i ruoli, nel senso che sono
ormai gli europei a scappare delle numerose crisi politiche e sociali del
loro continente andando verso un’Africa prospera ed unificata. Sylvestre
Amousso usa le proprie esperienze con umorismo per trattare delle difficoltà
ad ottenere il visto e l’integrazione, in un film umile che apre gli occhi
su una realtà molto più crudele. 
«Daratt» (Ciad, Mahamat-Saleh Haroun) si confronta con il difficile problema
dell’amnistia offerta ai criminali della guerra civile, e sopratutto al
perdono delle famiglie delle vittime. Austerità, umorismo e emozioni
convivono, mentre il desiderio di vendicarsi e quello di andare avanti si
confrontano. «Tsosti» è una favola contemporanea di violenza e crimine che
si svolge nelle townships di Johannesburg, dove Tsosti ed i suoi compagni
lottano in modo poco raccomandabile ogni giorno per sopravvivere. Finché il
furto di una macchina diventa il rapimento di un bimbo. 

Il Festival e le «Giornate Europee dello Sviluppo» sono stati un buon modo
(anche se corto) di avvicinarsi più concretamente alle realtà del continente
e alele sue diversità. Si potrebbe lamentare della debole interazione con i
cineasti, però tali iniziative dovrebbero essere considerate come un punto
di partenza per chiunque voglia saperne di più sull’Africa. 

Per maggiori informazioni : 
www.eudevdays.eu (Inglese e Francese)
www.afrikafilmfestival.be (Francese e Olandese)

OG
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From November 13th to November 17th, the “European Development Days” took
place in Brussels, an initiative promoted by the European Union and its
Commissioner for Development Louis Michel. The aim was to bring African
realities closer to the European public, as well as to spark new contacts.
In this regard, various activities took place, such as exhibitions of
contemporary art and comics, as well as top-level meetings between African
and European heads of States and development experts. 

Another initiative was the African Film Festival, an opportunity to give
higher visibility to African-directed movies and give the public a more
direct glance at the dreams, realities, hopes and fears of a fast-changing
continent. The festival, organised under the direction of Guido Huysmans
(director of the Afrika FilmFestival, which takes places in Leuven) was an
occasion to see, for free, recently rewarded movies, such as “U-Carmen E
Khayelitsha” (Winner of the Golden Bear in Berlin in 2005), “Tsosti”
(Academy award winner for the best foreign movie in 2006) or “Daratt” (2006
Winner of the Special Prize of the Jury in Venice). 

Among the movies that I saw, the freshness of the ideas and their variety
could only make one wonder why so few African movies find their way to
European cinemas. “Africa Paradis” (Benin/France) imagines a future in which
Africa and Europe have switched places, with Europeans fleeing from
political and social crisis’s to a prosperous and unified Africa. Director
Sylvestre Amoussou humorously uses his own (mis)adventures to treat the
difficulties to obtain visas and integration in a humble movie that does
much to open eyes on a much starker reality. “Daratt” (Chad, Mahamat-Saleh
Haroun) takes on the difficult question of amnesty granted to criminals of
the civil war, and especially the forgiveness of those primarily concerned :
the family of the victims. Austerity, humour and emotion mesh together as
plans of revenge and the will to move on confront themselves. “Tsosti”
(South-Africa, Gavin Hood) is a tale of violence and crime in Johannesburg’s
townships, in which Tsosti and his gang hustle day in and day out, until a
car-jacking turns into a baby’s kidnapping. 

The movie festival and the “European Development Days” as a whole were a
good (if short) way of getting better acquainted with the continent’s
realities and diversity. One can only regret the lack of interaction with
the directors or actors, however such an initiative should be considered as
a starting point for each to build on his own knowledge of Africa. 


For more info: 
www.eudevdays.eu (Inglese e Francese)
www.afrikafilmfestival.be (Francese e Olandese) 

OG

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5. FORUM SOCIALE MONDIALE A NAIROBI (KENYA) 
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Sono già abbondantemente cominciati i primi passi verso l'organizzazione del
Forum Sociale mondiale che questa volta avrà luogo nella città di Nairobi in
Kenya. Di nuovo in Africa come già ci era successo questo gennaio quando una
piccola delegazione del nostro circolo si era recata a Bamako in Mali. Le
date per il prossimo WSF sono dal 20 al 25 gennaio 2007. Anche questa volta
proveremo a far parte degli altermondialisti presenti a Nairobi. Se siete
interessati ad unirvi a noi vi chiediamo di scriverci una email il più
rapidamente possibile con intestazione FORUM DI NAIROBI al seguente
indirizzo:
segreteria at circoloafrica.org

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6. L'ARCI LANCIA L'APPELLO PER NAIROBI
****************************** ***********

In 2005, according to the UN, the number of migrants has almost reached 200
millions. From 2001, when the first WSF was held in Porto Alegre, to the
2006 WSF on Migration in Madrid, the fight for migrants rights became
crucial for social movements all over the world.

Migrations are direct consequence of the increasing globalization of
national economies, of the economic exploitation perpetrated by more
developed countries and of both international and civil wars. In short, it
is the most visible effect of the global impacts generated by the capitalist
neo-liberal model.

The logic of multinational companies, the external debt burden on the
poorest countries, the lack of sovereignty on alimentary and natural
resources and armed conflicts hinder sustainable development (that would
allow to satisfy the needs of all societies) and force thousand of people to
emigrate both towards the North of the world and within the South itself.

Migrations are the expression of a globalized context and cannot be
approached as a national matter of borders control.

Political authorities of the North of the world are clearly misunderstanding
this concept. In Europe, as in the US, a growing militarization of frontiers
is going on. Namely in order to fight irregular migration, Governments are
carrying out repressive policies and are trying to externalize border
controls, through detention centres, expulsions and selection of immigrant
work force. The results of this approach are dramas – as those occurred in
Ceuta e Melilla and in Cairo, deaths in the Sahara, in the Mediterranean or
in the Rio Grande – criminalization of migrants and gross violations of
human rights.

Too often, social movements response is local, national and dispersive. We
fight mainly against national consequences of such policies and
trans-national initiatives, as October the 7th, are still unable in most
countries to mobilize enough people.

That is why carrying on the construction of an international alliance of
social movements is essential for protection of migrants rights.

An alliance able to pressure Governments, persuading policy-makers to take
into account the point of view of destination, origin and transit countries
and, most of all, of people itself.

An alliance able to propose coordinated campaigns:
•	against the prevailing securitising and repressive approach and
border militarization;
•	against the application of a special right to migrants;
•	for the elimination of all camps and for the freedom of movement;
•	for the recognition of equal rights to all, no matter ones
administrative condition and stage of migratory process;
•	for the signature, the ratification and the putting into practice of
the International Convention on the Rights of Migrant Workers and their
Families, Convention 143 of the International Labour Organisation on migrant
workers and Convention 49 against the Trafficking of Human Beings;
•	for the enlargement of the criteria for the recognition of the
status of refugee;
•	for an effective application of the principle of non-refoulement;
•	for the right to live as a family.
In order to carry on the discussion, to elaborate common strategies of fight
and mobilisation, we propose to organise an assembly in occasion of the
World Social Forum, that will be held in January in Nairobi.

The location has a great symbolic meaning for us. Africa is today the symbol
of the creeping economic colonialism, of the economic and social
impoverishment produced by the brain drain, of violent repression of
emigration of non qualified workers, of externalisation of border controls
and of consequent dramas.

That is why we ask you to participate actively in the redaction of this
appeal and in the organization of the WSF initiative on migration, sharing
your points of view both on the contents and on the subjects – associations,
networks, persons – we should try to involve.

To adhere and/or share your point of view, as well as for further
information, please write to: nairobi.migration at arci.it


****************************** 
7. MACEDONIA INSIDE THE EU
******************************
The Republic of Macedonia, will be the third ex-Yugoslav country to have an
EU candidate status, after Slovenia, an EU Member since 2004 and Croatia.
However, the European Commission has not yet set a date for the start of the
negotiation talks. Macedonia’s political situation remains difficult,
however. The relationship of Macedonia with its Neighbours: Bulgaria,
Greece, Serbia and Montenegro and Albania, is one of the most complicated
aspects of the country’s profile, that the EU needs to consider and try and
help the country to resolve, in order to enable the negotiation talks to
start.
Firstly, Bulgaria has been one country that has fully supported Macedonia
throughout its journey to independence and also for a NATO membership.
Bulgaria was the first country to recognise Macedonia’s independence.
However, the country has refused to recognise the existence of a separate
Macedonian nation and language. They consider the Macedonians as an ethnic
sub-group of the Bulgarians and their language as a dialect of the
Bulgarian. This creates quite complicated situation, because the Bulgarian
state feels a sense of disrespect of the Macedonian state towards their
national history and facts of ethnical similarities. In July 2006, the
Foreign Minister of Bulgaria, which will become an EU member on 1st January
2007, announced that would not unconditionally and indispensably support the
membership of the Republic of Macedonia, citing what he called "aggression
towards the Bulgarian nation or history on behalf of the Macedonian
authorities" as a reason. The President has supported this statement, saying
that the Bulgarian "support for the Republic of Macedonia would depend on
the tolerance of the country towards the Bulgarian history and the lack of
negative attitude and aggression”. Despite these indifferences, Bulgaria
continues to give its support to the Macedonian republic towards EU
membership.
On the other hand, the political situation with Greece is more complicated,
because the Greek authorities has not still recognised the independence of
Macedonia. This is due to historical facts, that Greece has relied upon to
declare that firstly the name Macedonia, refers to only part of the wider
region of Macedonia, 51% of which is part of north Greece, and it is
inhabited by an ethnic group of Slavic origin, which are not related to the
Ancient Macedonians. Further more, the name is historically associated with
the Greek culture, the kingdom of Macedon, thus the inhabitants of what is
now the Republic of Macedonia, have no right to claim this name. The UN was
forced to come up with the name of Former Yugoslav Republic of Macedonia, in
1993, which remains until today, as a compromise for both sides. Greece also
has territorial disputes, concerning the suspicion of the Republic of
Macedonia has ambitions for the northern Greek provinces of Macedonia.  They
fear about what they believe is a Yugoslav ambition to create an
“independent” Republic of Macedonia on Greek territory. The Greek also have
speculations of the use of the Macedonia’s flag symbol, which they claim has
ancient Greek origins, thus dispute the correct use of it. 

Macedonia remains in peaceful political relationship with Albania, after the
republic has agreed to recognise and to implement greater rights for ethnic
Albanians in Macedonia, which account to more than 25.2% of the population.
This happened after some tensions occurred between the Macedonian majority
over the Albanian minority, thus a Peaceful agreement was signed in order to
protect the ethnic Albanians within the republic. 
The country has also settled an agreement with Serbia and Montenegro to the
alignment of the boundary between the two countries, to encourage the
peaceful co-existence between the ethnical groups within the Republic. 

The Republic of Macedonia, will be the third ex-Yugoslav country to have an
EU candidate status, after Slovenia, an EU Member since 2004 and Croatia.
However, the European Commission has not yet set a date for the start of the
negotiation talks. Macedonia’s political situation remains difficult,
however. The relationship of Macedonia with its Neighbours: Bulgaria,
Greece, Serbia and Montenegro and Albania, is one of the most complicated
aspects of the country’s profile, that the EU needs to consider and try and
help the country to resolve, in order to enable the negotiation talks to
start.
Firstly, Bulgaria has been one country that has fully supported Macedonia
throughout its journey to independence and also for a NATO membership.
Bulgaria was the first country to recognise Macedonia’s independence.
However, the country has refused to recognise the existence of a separate
Macedonian nation and language. They consider the Macedonians as an ethnic
sub-group of the Bulgarians and their language as a dialect of the
Bulgarian. This creates quite complicated situation, because the Bulgarian
state feels a sense of disrespect of the Macedonian state towards their
national history and facts of ethnical similarities. In July 2006, the
Foreign Minister of Bulgaria, which will become an EU member on 1st January
2007, announced that would not unconditionally and indispensably support the
membership of the Republic of Macedonia, citing what he called "aggression
towards the Bulgarian nation or history on behalf of the Macedonian
authorities" as a reason. The President has supported this statement, saying
that the Bulgarian "support for the Republic of Macedonia would depend on
the tolerance of the country towards the Bulgarian history and the lack of
negative attitude and aggression”. Despite these indifferences, Bulgaria
continues to give its support to the Macedonian republic towards EU
membership.
On the other hand, the political situation with Greece is more complicated,
because the Greek authorities has not still recognised the independence of
Macedonia. This is due to historical facts, that Greece has relied upon to
declare that firstly the name Macedonia, refers to only part of the wider
region of Macedonia, 51% of which is part of north Greece, and it is
inhabited by an ethnic group of Slavic origin, which are not related to the
Ancient Macedonians. Further more, the name is historically associated with
the Greek culture, the kingdom of Macedon, thus the inhabitants of what is
now the Republic of Macedonia, have no right to claim this name. The UN was
forced to come up with the name of Former Yugoslav Republic of Macedonia, in
1993, which remains until today, as a compromise for both sides. Greece also
has territorial disputes, concerning the suspicion of the Republic of
Macedonia has ambitions for the northern Greek provinces of Macedonia.  They
fear about what they believe is a Yugoslav ambition to create an
“independent” Republic of Macedonia on Greek territory. The Greek also have
speculations of the use of the Macedonia’s flag symbol, which they claim has
ancient Greek origins, thus dispute the correct use of it. 

Macedonia remains in peaceful political relationship with Albania, after the
republic has agreed to recognise and to implement greater rights for ethnic
Albanians in Macedonia, which account to more than 25.2% of the population.
This happened after some tensions occurred between the Macedonian majority
over the Albanian minority, thus a Peaceful agreement was signed in order to
protect the ethnic Albanians within the republic. 
The country has also settled an agreement with Serbia and Montenegro to the
alignment of the boundary between the two countries, to encourage the
peaceful co-existence between the ethnical groups within the Republic. 

RP
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Republika Makedonia e tretata bivsha Yugoslavska republika, kojato ima
oficialen statut na kandidatka za chlentsvo na EC, sled Slovenia, kojato e
EC chlenka ot 2004 i Xarvatska. Evropeyskata Komisia vse oshte ne e
potvardila tochnata data na kojato priemnite pregovori shte zapochnat.
Politicheskata situacia na Republika Makedonia e vse oshte trudna i
nesigurna. Tova se dalji na kompliciranite otno6enia na Makedonia s neynite
sasedi: Bulgaria, Garcia, Serbia i Montenegro i Albania. EC trjabva da se
sasredotochi varxu razre6avaneto na problemite koito stranata ima, za da
mogat priemnite pregovori da zapo4nat kolkoto se moje po skoro.
Bulgaria e edna strana kojato vinagi e podkrepjala Makedonia napalno po
patja kam nezavisimost i sashto kam chlenstvo v NATO. Bulgaria beshe parvata
strana kojato prizna nezavisimostta na Makedonia. Vapreki tova, Bulgaria ne
priznava sashtestvuvaneto na otdelna Makedonska nacia i ezik. Tova se dalji
na fakti, koito Bulgarskata darjava darji na, i vjarva che Makedonskata
nacia e sub-grupa na Bulgarskata nacia, kakto i ezikat koyto se schita za
dialekt na Bulgarskia ezik. Tova sazdava edna trudna situacia mejdu dvete
strani, zashoto Bulgarskata darjava chuvstva che Makedoncite ne uvajavat
tjaxnata istoria, i otkazvata da priznajat istoricheski fakti, koito
dokazvat tazi vrazka mejdu dvete proizxoda na dvata naroda. Prez July 2006,
Ministarat na vanshnite raboti na Bulgaria, kojato shte stane chlenka na EC
na 1 January 2007, objavi che Bulgaria njama, bezuslovno i nepremenno da
podkrepi chlenstvoto na Republika Makedonia v EC, citirasht, che tova se
dalji na "projavata na agresija kam Bulgarskata nacionalna istoria".
Prezidentat sashto prie tova izkazvane, kato dobavi "Bulgarskata podkrepa za
Makedonia shte zavisi ot tova do kakva stepen Makedonskata darjava shte
tolerira istoriata na kojato Bulgaria darji i do kolko agresiata i
negativnostta shte badat namaleni". Kato se izklyuchat tezi
nerazbiratelstva, Bulgaria prodaljava da ima pozitivno otnoshenie kam
Makedonia i da i dava svojata podkrepa kogato i kadeto e vazmojno.
Ot druga strana, politicheskata sutiacia s Garcia e po komplicirana,
zashtoto Garcia e edna darjava kojato vse oshte ne e priznala nezavisimostta
na Makedonia. Tova se dalji na dalgo osporvanoto ime na republikata, koeto
spored istoricheski fakti, koito Garcia predstavja, se otnasja samo za malka
chast ot golemia region na Makedonia, 51% ot koyto prinadleji na Severna
Garcia i e obitavan ot etnicheska grupa s Slavjanski proizxod, koito njamat
nikakva vrazka s pra- Makedoncite, koito sa naseljavali tezi zemi. Sashto
taka, imeto e istoricheski poznato s Grackata kultura, Kralstvoto na
Makedoncite, koito obitateli ot segashna Republika Makedonia, njamat prava
da izpolsvat tova ime. OON trjabvashe da razreshi tozi konflikt, kato
izpolva imeto Bivsha Yugoslavska Republika prez 1993, kato kompromis za
dvete strani. Garcia ima sashto teritorialni nerazbiratelstva s republikata
otnasjashti se kam podozrenia, koito Garcia ima che Republika Makedonia ima
ambicii za Severno Grackata provincia kojato nosi imeto Makedonia. Te se
straxuvat ot Yugoslavskata ambicia za sazdavane na nezavisima Makedonia v
Grackata darjava. Garcite sashto darjat na spekulativnoto polzvane na
simvola na znameto na Makedonia, koito tvardjat che ima Gracki proizxod.
Makedonia, podarja mirni otniochenia s Albania, sled kato republikata se
saglasi da prieme i da dade poveche prava na etnicheskite Albanci jiveeshti
v Makedonia, koito sa poveche ot 25.5% ot cjaloto naselenie. Tova se sluchi
sled kato naprejenie vaznikna mejdu dvete strani, po konkretno mejdu
objavjavaneto na  Makedonsko bolshenstvo nad Albanskoto malcinstvo v
republikata, sled koeto dvete strani podpisaxa miren dogovor koyto obeshtava
poveche podkrepa za malcinstvata v republikata.
Stranata sashto podarja mirni otnoshenia s Serbia i Montenegro, sled kato
dvete strani uspjaxa da razreshat po miren pat, spora za granicite mejdu
dvete strani, sled koeto dvete strani uspjaxa da namerjat kompromis za mirno
sajitelstvo i ravnopravno razdelenie na teritorijata na dvete strani, kakto
i poveche podkrepa za malcinstvata jiveeshti v dvete republiki.

RP

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8. DUE GIORNI CON L'AFRICA AD ANCONA
***************************************** 
Si sono svolte mercoledì 15 e giovedì 16 novembre nelle aule della Facoltà
di Economia “Giorgio Fuà” di Ancona due giornate culturali dedicate
interamente al continente africano. “L’Africa che abbiamo in mente” è la
seconda edizione di una iniziativa promossa dal SAUPM, l’organizzazione
degli Studenti Africani dell’Università Politecnica delle Marche, nata con
l’obiettivo di promuovere la cultura africana attraverso I racconti, la
poesia, la musica, il teatro e le tradizioni. 
La prima giornata si è aperta con una conferenza che ha voluto mettere in
risalto alcuni aspetti della cultura Africana tra cui la poesia e la musica.
Al tavolo sedevano la professoressa nigeriana di lingue e letterature
africane Ori Katrine Iheme  e il poeta e musicista Pap Kanoute del Senegal. 
La professoressa Iheme ha introdotto ai presenti in aula il profilo di
questo enorme ed eterogeneo continente che è l’Africa, dove su una superfice
di 30 milioni di km2 vivono circa 490 milioni di abitanti che parlano più di
100 lingue differenti. Nonostante la marginalità a cui viene confinata
spesso l’Africa, la relatrice ha voluto sottolineare alcuni primati di
questo continente culla del primo Homo Sapiens (la famosa “Lussy”), della
prima civiltà, quella egiziana, nonchè del territorio che possiede il
primato delle ricchezze minerarie, spesso causa di tanti conflitti. In
seguito la professoressa Iheme si è soffermata sulle caratteristiche della
cultura Bantu, popolazione tra le più numerose in Africa e a cui anche lei
appartiene, descrivendo il sacro rapporto di questi uomini con la terra, che
può essere lavorata ma non distrutta in quanto sepolcro degli antenati.
Questo forte legame con “l’essere immobile”, cioè la terra, spiegherebbe
secondo lei anche il motivo per cui gli africani non si sono arricchiti con
lo sfruttamento di minerali e pietre preziose. 
La prima serata è proseguita con l’intervento del poeta Pap Kanoute del
Senegal che ha introdotto la sua esibizione parlando della tradizione orale
nella letteratura Africana e della musica come strumento di comunicazione
tra le varie comunità, sopratutto attraverso il djembe. In seguito ha
deliziato i presenti suonando il Kora uno strumento a corde, che veniva
utilizzato sopratutto dalle donne, e cantando canzoni che parlano del
“passaparola” con cui sono state tramandate le tradizioni, le storie e la
cultura africana.
Infine la serata si è conclusa con la proiezione del film “Il suo nome è
Totsi” di Gavil Hood. Purtroppo in questa prima serata i presenti in aula
erano pochi, sopratutto mancava la presenza di giovani e studenti. 
La seconda giornata dedicata all’Africa ha visto al tavolo dei relatori la
giornalista Fortunata Deroso (??), compagna del filosofo e professore
angolano dell’Università di Bari Pedro Miguel, che non è potuto essere
presente all’incontro. La signora Fortunata ha voluto a suo modo introdurre
il pensiero del professor Miguel, un pensiero che lei stessa definisce
originale, autonomo e che si fonda sulle caratteristiche della cultura
africana. L’originalità del pensiero di Miguel sta proprio nel fatto di
essere riuscito a introdurre nel mondo occidentale il pensiero filosofico
africano attraverso la cattedra presso l’Università di Bari, scalfendo la
supremazia e l’ “imperialismo metafisico” della filosofia occidentale.
Secondo Miguel, la connettività tra gli individui favorita dalla
globalizzazione, nonostante escludi molti, favorirà la nascita di una nuova
civiltà, a partire dall’incontro e dal dialogo tra diverse culture. 
Il dibattito è proseguito con l’intervento del filosofo Martin Nkafu
Nkemkia, professore presso la Pontificia Università Lateranense. Anche il
prof. Nkemkia si è soffermato sul tema della filosofia africana ed anche lui
è riuscito ad istituire una cattedra di filosofia e cultura africana presso
l’Università Pontificia, con lo scopo di diffondere il pensiero africano.
L’Africa, secondo il professore, ha dato tanto all’umanità ma troppo spesso
viene pubblicizzata solo l’immagine negativa del continente. Per questo sono
importanti queste iniziative e dare la possibilità a tutti di comunicare
attraverso le nuove tecnologie per promuovere e far conoscere la propria
cultura.
La serata è proseguita con un immersione nella cultura africana che ha
coinvolto tutti e cinque i sensi dei partecipanti. L’Associazione dei
Camerunensi di Ancona si è dapprima esibita con la “Danza del pescatore” e
in seguito con una divertente rappresentazione teatrale del matrimonio
africano, in cui la famiglia della donna dona la sposa alla famiglia
dell’uomo, in cambio di doni. Tra le due esibizioni i presenti hanno potuto
assaggiare e gustare piatti tipici della cucina africana. La manifestazione
si è conclusa con una sfilata di moda di vestiti tradizionali di Senagal,
Costa d’Avorio, Camerun, Congo, Nigeria..etc.. e con balli, che al ritmo
frenetico dei djembe hanno saputo coinvolgere i presenti. 
Una bella iniziativa che grazie agli studenti africani del SAUPM ci ha
permesso di scoprire un po’di più il continente africano, con la speranza
che incontri come questi vengano ripetuti coinvolgendo sempre più persone e
soprattutto i giovani. 

SM

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9. DIRITTI SENZA COLORE
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È questa l'iniziativa che alcune realtà operanti sul tema dell'immigrazione
hanno proposto per domenica prossima nella città di Jesi in provincia di
Ancona. L'idea di fondo è quella incontrarsi per per parlare di accoglienza,
permessi di soggiorno, ma anche di altri due temi importanti come il lavoro
e la sicurezza. Parteciperanno:

SERGIO RUGGIERI - Associazione Culturale "PUNTO ROSSO" - JESI

Intervengono:
MARCELLO PESARINI - Rete Diritti ora
EL FIDAOUI ABDELLAH - Operaio metalmeccanico 
PAOLO COGNINI - Ambasciata dei Diritti
SELLY KANE - Coordinamento donne senegalesi
BARBARA MANCINI - Ass. Arte e Arte
UDO UMOREN NSIMA ANDERSON - Consigliere straniero aggiunto Provincia di
Ancona
GABRIELE SOSPIRO - Responsabile reg.le Immigrazione ARCI-Marche



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10. ERITREA NEL CUORE
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Domenica 10 dicembre alle ore  18.30 presso il Ristorante Mar Rosso in via
Principe Tommaso, 18  a Torino serata letteraria condita con parole,
immagini, suoni, colori e odori. È una occasione per la presentazione di due
libri scritti da due cittadini Eritrei. Nel primo caso abbiamo di fronte una
raccolta di poesie intitolata Seppellite la mia pelle bianca di Hamid Abdu
Barole mentre nel secondo un romanzo dal titolo Alida di Brhan T. F. 
Il tutto in un luogo simbolico: il ristorante "Mar rosso", storico
ristorante Eritreo di Torino. 
Durante la serata verrà presentato Progetto Diritto alla Dignità
dell'Associazione AISCAFRICA di Modena.

Info. letterranza.  349.8628153

Per chi desidera rimanere a cena per assaggiare le specialità eritree del
ristorante è 

gradita la prenotazione al 011.658236

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segnalazioni e suggerimenti scrivete a segreteria at circoloafrica.org. 

Il prossimo numero uscirà : 
il 19 dicembre 2006. 

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Circolo Culturale Africa 
via San Spiridione, 5/a 
60100 Ancona 
Italia 
Tel. +39/071/2072585 
Web site: www.circoloafrica.org 


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