CONGO AL BALLOTTAGGIO: IERI ULTIMO GIORNO PRIMA DEL VOTO, FRA CANTI E MUSICHE. UN GURPPO DI VOLONTARI ITALIANI FRA GLI OSSERVATORI ELETTORALI



 
Beati i costruttori di pace”

Associazione Nazionale di Volontariato - Onlus

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Bukavu, 26 ottobre 2006

 

Sono già giunti a destinazione metà degli osservatori elettorali italiani in Congo.

Si tratta di territori particolarmente colpiti dalla guerra o dove tuttora persistono tensioni.

E dove non arrivano gli altri osservatori internazionali

 

 

Metà degli osservatori elettorali italiani hanno già raggiunto le loro mete in territorio congolese. Si tratta dei volontari destinati ai centres de vote (i seggi) del Sud Kivu, regione

a Est della Repubblica Democratica del Congo al confine con Burundi e Rwanda,

e di cui la città di Bukavu è capoluogo.

 

Nove destinazioni scelte dall'associazione Beati i costruttori di pace, organizzatrice della missione,  in collaborazione con la Commissione elettorale indipendente (Cei, che gestisce l'intero processo elettorale) e con la Missione Onu in Congo (Monuc).

 

I luoghi delle osservazioni sono stati scelti poiché si tratta di territori dove si sono scatenati gli scontri durante la guerra, e dove tuttora persistono tensioni, oppure perché particolarmente significativi dal punto di vista sociale e politico. Sono anche destinazioni dove difficilmente si recheranno osservatoti di altre missioni internazionali.

 

Il villaggio di Minembwe si trova su un altopiano sopra la città di Uvira. Da qui nel 1996, esattamente dieci anni fa, è iniziata la rivolta della popolazione banyamulenge (tutsi di origine rwandese), primo evento dal quale ha preso rapidamente avvio la guerra.

L'equipe di osservatori ha potuto raggiungere il villaggio solo con l'elicottero: l'alternativa erano 4 giorni di cammino sulle montagne.

 

Altre due equipe saranno nel territorio di Walungu, a Sud-ovest di Bukavu. Nelle foreste della zona sono ancora presenti bande di miliziani armati (ex militari hutu rwandesi fuggiti nel 1994 dopo la tragedia del Rwanda) protagonisti tuttora di incursioni notturne contro la popolazione locale.

Una zona indicata ancora ad alto rischio dalle Nazioni Unite: tuttavia, la presenza di osservatori internazionali è molto richiesta dalla popolazione locale, che la considera un valido strumento per scoraggiare atti di violenza e intimidazione.

 

Nel territorio di Kalehe invece si raggrupparono le truppe del generale Nkunda (filo rwandese, ancora fuori controllo e dotato di un proprio esercito irregolare), protagoniste nel 2004 della temporanea occupazione di Bukavu, il più grave atto di  violazione degli accordi di pace del 2003 che fece temere una ripresa del conflitto. Anche qui è già arrivata l'equipe dei volontari italiani.

 

Per domani è previsto l'arrivo delle altre cinque equipe inviate nei territori del Nord Kivu. Oggi sono atterrate a Goma, da dove partiranno in mattinata per le loro destinazioni.

 

 

Bukavu, 27 ottobre 2006

 

Ultimo giorno di campagna elettorali tra cortei e musica.

Domani silenzio elettorale in attesa del voto di domenica.

Ieri aumento della tensione a Gbadolite, Kinshasa e Lodja.

 

Gli osservatori italiani sono giunti tutti a destinazione

e hanno iniziato il loro lavoro di monitoraggio

 

 

 

Ultimo giorno di campagna elettorale oggi nella Repubblica Democratica del Congo. Per tutto il giorno sono proseguiti cortei rumorosi di auto e marce di manifestanti inneggianti ai candidati con canti e balli che durano fino a oscurità inoltrata.

 

Per le presidenziali, a Bukavu come nella maggior parte dell'Est del Paese, il favorito rimane il presidente uscente Joseph Kabila, forte di un consenso che da queste parti è arrivato al 90% alla prima tornata elettorale (contro il 45% a livello nazionale). Lo stesso vale per i candidati all'assemblea provinciale appartenenti al suo partito, il PPRD (Partito popolare per la ricostruzione e lo sviluppo) e ai partiti alleati. Ma nel resto del Paese il risultato finale non è per nulla scontato.

 

Da domani mattina, sabato 28 ottobre, è imposto il silenzio elettorale in attesa dell'apertura delle urne, domenica alle 6 del mattino.

 

La giornata è stata funestata dalla notizia di nuove tensioni nella città di Gbadolite, nella provincia dell'Equateur, Nord-ovest del Paese. Qui Nzanga Mobutu (figlio dell'ex presidente Mobutu Sese Seko) e a sua volta giunto quarto (con il 4% dei consensi) al primo turno delle presidenziali, è stato trattenuto per un'intera notte nella sede di Radio Liberté, sostenitrice del candidato Jean Pierre Bemba, dove sarebbe dovuto essere intervistato.

 

La presenza a Gbadolite (uno dei “feudi” di Bemba) di Mobutu, il quale settimane fa ha dichiarato che sosterrà Kabila al ballottaggio di domenica, ha fatto sì che la sede della radio venisse circondata dai miliziani bembisti. Non è chiaro se l'azione sia avvenuta in conseguenza a una provocazione dell'una o dell'altra parte, fatto sta che nella sparatoria scatenatasi all'esterno della radio tra miliziani e guardie di Mobutu hanno perso la vita 4 persone, di cui 3 poliziotti intervenuti per risolvere la situazione, e un miliziano di Bemba.

Solo questa mattina alle 8.30 ora locale Mobutu è potuto uscire dalla sede della radio: secondo la Monuc dovrebbe essere già arrivato nella capitale Kinshasa.

 

In mattinata è giunta anche la notizia dell'uccisione di tre detenuti della prigione di Kinshasa e della morte di un sostenitore di Bemba accoltellato da un kabilista a Lodja (nel Kassai orientale).

 

Nel frattempo, il primo gruppo di osservatori italiani, stanziati nella regione del Sud Kivu (vedi comunicato precedente) hanno cominciato la loro missione. I volontari hanno visitato i centri di voto -all'interno dei quali si trovano i seggi- a loro assegnati, e conosciuto i responsabili locali della Cei, la Commissione elettorale indipendente. Alcuni hanno anche potuto partecipare da spettatori alla formazione con simulazioni di spoglio e conteggio dei voti, organizzata dalla Cei per chi lavorerà nei seggi.

 

Sono infine giunti a destinazione anche gli osservatori italiani inviati nel Nord Kivu, dopo una notte passata a Goma.

Molti di loro presenzieranno il territorio del Masisi, a Nord-ovest di Goma, poiché così è stato richiesto dalla Cei della regione. Si tratta del territorio dove opera il generale dissidente Laurent Nkunda, il quale ha rifiutato di unirsi alle forze armate unificate congolesi (e protagonista nel 2004 della presa di Bukavu). Nelle settimane precedenti alle elezioni qui sono state rubate delle divise della polizia nazionale congolese (Pnc), incaricata di sorvegliare i seggi: esiste il timore che qualcuno possa indossarle per presidiare abusivamente i seggi.

 

Un'equipe si è spinta più in là di tutte, nell'estremo Est della provincia, a Nyamilima, al confine con l'Uganda. Per giungervi hanno dovuto essere scortati dal contingente indiano della Monuc attraverso la foresta ove avvengono tuttora episodi di saccheggio e banditismo.

 

 

 

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