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Newsletter Anno 4, n. 11 - 31 maggio 2006
- Subject: Newsletter Anno 4, n. 11 - 31 maggio 2006
- From: "Circolo Culturale Africa" <segreteria at circoloafrica.org>
- Date: Thu, 1 Jun 2006 04:35:23 +0200
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NEWSLETTER DEL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE E RICERCA PER LA CITTADINANZA ATTIVA Anno 4, n. 11 - 31 maggio 2006 A cura di Gabriele Sospiro Con la collaborazione di: Olivier Gbezera (OG) Cristiano Antunes (CA) Paolo Sospiro (PS) ************************************************************* INDICE 1. AVETE DEI LIBRI DA REGALARCI PER IL NOSTRO CENTRO? 2. ATTIVITÀ DEL CENTRO 3. MARTINICA E IDENTITÀ EUROPEA 4. LA NUOVA VIA DELL'EMIGRAZIONE CLANDESTINA PASSA PER IL SENEGAL 5. RIBELLIONE TUAREG NEL NORD DEL MALI 6. MARCIA SILENZIOSA A ANVERSA 7. RAPPRESENTAZIONE DELL'AFRICA NEI MEDIA 8. NUOVE VIOLENZE NELLE BANLIEUES PARIGINE 9. LE PRIVATIZZAZIONI: IL CASO ARGENTINO (1990 - 1997) 10. PREMIO GIORNALISTICO EURO-MED PER LA DIVERSITÀ CULTURALE ************************************************************* ****************************************************** 1. AVETE DEI LIBRI DA REGALARCI PER IL NOSTRO CENTRO? ****************************************************** Sì. Avete capito bene. Vi stiamo chiedendo di donarci dei libri. Libri che avete letto o che non leggerete mai. Libri che amate tantissimo e che credete debbano continuare a vivere indipendentemente da voi. I temi che trattiamo ormai li conoscete bene. Nel caso vi fossero sfuggiti potete visitare il nostro sito (www.circoloafrica.org) cliccare su attività culturali e poi su centro documentazione e poi ancora su la nostra biblioteca e il gioco è fatto. Avete già fatto mentalmente la lista dei libri che potreste donarci e state già chiedendovi dove diamine inviarceli, no? Ecco l'indirizzo: Circolo Africa, via San Spiridione, 5/a, 60100 Ancona. *********************** 2. ATTIVITÀ DEL CENTRO *********************** Il Centro di Documentazione e Ricerca per la Cittadinanza Attiva è aperto il Martedì e Giovedì dalle 10 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Se avete libri da proporre così che noi possiamo acquistarli fatecelo sapere! Se state facendo una tesi di laurea o ricerche sull'immigrazione, sull'economia politica, o su temi riguardanti il terzo settore, etc. presso il nostro Centro potete ottenere informazioni ad hoc previa prenotazione telefonica. Per contatti ed eventuali prenotazioni 071/2072585 ---------------------------------------------------- The Center of Documentation and Research for Active Citizenship is opened Tuesday and Thursday from 10 to 13 and from 15 to 18.00. If you have any books to propose so that we can buy them please let us know. If you are working on your bachelor thesis or you are carrying out a research on migration, political economy, or issues inherent not profit, etc. in our Center you will able to get some information ad hoc. Telephone reservation is needed. For contacts: +39/071/2072585 ******************************** 3. MARTINICA E IDENTITÀ EUROPEA ******************************** Una settimana in Martinica (Dipartimento francese oltremare, nei Caraibi) lavorando per un seminario sulla cittadinanza europea mi ha permesso di portare a casa qualche risultato. Il seminario, il cui scopo era di scoprire se una popolazione che a circa 7000 chilometri di Bruxelles poteva sentirsi europea, faceva parte di un progetto portato avanti da un anno da Contact-2103, una rete d'associazioni da tutta l'Europa. La prima fase dello progetto, un questionario compilato da giovani provenienti da diversi paesi, aveva già dato qualche risultato interessante: per esempio, i giovani nei vecchi Paesi membri sono quelli più euro-scettici, e la maggior parte non si rende conto di cos'è realmente l'Europa, sentendoci lontani dal processo di decisione. Più ampi dettagli saranno presentati non appena sarà completato il report finale. Tornando alla Martinica, pochi giovani si sentono Europei, per diverse ragioni. Innanzitutto, la distanza è ovviamente un problema, un biglietto andata-ritorno per Parigi costa circa 1000 euro. Secondo, la Storia ha il suo peso, visto che l'Europa è il continente di provenienza dei coloni Spagnoli, Francesi, Portoghesi, Inglesi e Olandesi, che hanno tutti attaccato e saccheggiato l'isola, annientando la popolazione locale (la popolazione attuale è quasi esclusivamente composta di discendenti di schiavi, essendo la popolazione originale stata sterminata). Come uno dei (pochi) giovani partecipanti ci ha detto, è difficile sentirsi Europeo quando uno sa le atrocità che essi hanno commesso. Guardare verso il futuro senza dimenticare il passato, è propria questa la sfida. Poi, la maniera in cui l'Europa ha trattato con i diversi territori oltremare ha aggiunto della frustrazione in essi. Fino a poco tempo fa, non beneficiavano di uno status speciale visto la loro situazione geografica e storica speciale, e soprattutto non avevano un accesso diretto alle istituzioni europei per difendere i propri interessi. Tuttavia, e nonostante una reticenza ovvia verso l'Europa, sempre più giovani sono coscienti dei benefici da trarre dalla cittadinanza Europea, come nuove opportunità per studiare o viaggiare, e i crescenti scambi di giovani sono una testimonianza di questa tendenza. A livello politico, mentre molti sono per l'autonomia, pochi sono per l'indipendenza, visto i problemi economici legati alla dimensione dell'isola e degli scarsi collegamenti con l'America Latina. In questa ottica, l'Europa, con la sua politica indirizzata alle regioni, potrebbe essere un modo per l'isola di scavalcare Parigi e di poter difendere direttamente i propri interessi. A parte il seminario, il viaggio in Martinica è stato intenso viste le celebrazioni dell'abolizione della schiavitù, il 22 di Maggio (per ricordare la ribellione che porterà alla liberazione degli schiavi), che ci ha fatto ricordare i veri legami tra l'Europa e l'isola, e l'origine dei suoi abitanti. Lo stesso giorno, abbiamo avuto l'onore di incontrare Aime Cesaire, uno dei più importanti scrittori neri e un militante per l'identità e la dignità della Martinica, e anche uno dei fondatori del movimento letterario della negritudine (accanto all'ex presidente senegalese Leopold Sedar Senghor). Ha avuto la gentilezza di condividere la sua saggezza con noi, parlando dell'isola e della sua cultura. Alla domanda se il luogo (la Martinica) e il momento (la commemorazione dell'abolizione della schiavitù) erano adeguati per parlare della cittadinanza europea, ha risposto che è sempre il momento e il luogo ideale per parlare di questi soggetti. Basta essere sinceri. OG ---------------------------------------------------------------------------- One week in Martinique (a French overseas department in the Caribbean) working for a seminar on European citizenship was the opportunity to assert some interesting results. The seminar, whose aim was to discover how can a population living 7000 kilometres from Brussels feel European, is part of a year-long project conducted by Contact-2103, a network of associations from all around Europe. The first phase of the project, a questionnaire filled out by youngsters in diverse countries, had quite interesting results on the continent : for example, young people in old member states are the most euro-sceptics, and most of them do not perceive the reality of Europe, feeling disconnected from its decision-making process. More results will be presented as soon as the final report is available. Back to the situation in Martinique, few youngsters feel European, for various reasons. The first is obviously the distance from the continent and the difficulty to travel there, a round-trip flight from Fort-de-France to Paris costing around 1000 euros. Second, History has a particular weight, as Europe is seen as the homeland of Spanish, French, Portuguese, English and Dutch colons, all of which attacked and pillaged the island, annihilating the local population (the current population is almost exclusively composed of slave descendants, the original Caribbean population having been exterminated). As one (of the few) young participants underlined : it is difficult to feel European when you have full conscious of the atrocities committed by Europeans in the past. Looking forward without forgetting the past is the challenge at hand. Finally, the very way in which Europe treated overseas territories has added to the frustration. Up until recently, these territories did not benefit from any special status related to their geographical and historical situation, and more importantly did not have direct access to the European institutions, leading them to be ill-represented. However, despite an obvious reticence to Europe, more and more youngsters are conscious of the benefits that come with European Citizenship, such as new opportunities to study and to travel, as youth projects are slowly gaining interest. On a more political point of view, while many are for autonomy, few are seeking independence, because of the local economy's problems related to its small size and relatively poor links with near-by South America. In this view, Europe, with its region-orientated policy, may be an opportunity for the island to bypass Paris and directly protect its interests. Apart from the seminar, the stay in Martinique was an intense one, because of the celebrations of the abolition of slavery, which took place on the 22nd of May (in souvenir of the rebellion that led to the slaves' liberation), a strong reminder of the true links between Europe and the island, as well of the origin of its inhabitants. On that very day, we had the opportunity to meet Aime Cesaire, one of the foremost black writers and a life-long fighter for Martinican identity and pride, as well as one of the founders of the negritude literary movement (along former Senegalese president Leopold Sedar Senghor). He had the kindness to spare some of his wisdom with us, to talk about his island and its culture. To the question whether the place (Martinique) and the time (Commemoration of the abolition of slavery) were the right ones to talk about European citizenship, his answer was that it is always the right place and time to talk about these issues, as long as we are sincere about it. OG ****************************************************************** 4. LA NUOVA VIA DELL'EMIGRAZIONE CLANDESTINA PASSA PER IL SENEGAL ****************************************************************** Il Senegal sta diventando il nuovo punto di partenza per il pericolosissimo viaggio verso l'Eldorado Europeo. Giovani, che si presentano come l'unica speranza delle loro famiglie e che sono pronti a morire se non ce la fanno, non esitano a provare la traversata verso le isole spagnole delle Canarie, a 1350 chilometri. Questa nuova via è dovuta alla politica più repressiva nel Marocco e più recentemente in Mauritania, che collabora sempre più strettamente con Madrid e che utilizza ormai equipaggiamento spagnolo. Di conseguenza i punti di partenza si sono spostati verso il sud: 9000 immigranti hanno gia raggiunto le isole nel 2006, un incremento notevole dei 4751 nel 2005. Ma è una strada letale: 1500 sono morti in Aprile. Le autorità spagnole e senegalesi stanno prendendo delle misure concrete per contrastare l "suicidio collettivo", come viene definito la traversata dal capo della Mezza Luna Rossa in Mauritania. Dakar ha intensificato la sorveglianza dei 700 chilometri di costa con operazioni congiunte della polizia, dell'esercito e della gendarmeria, e sta pure organizzando campagne di sensibilizzazione sui rischi dell'emigrazione clandestina, evidenziando il fatto che è un crimine in Senegal. Madrid ha mandato un ambasciatore speciale sulle migrazioni nel Paese, che andrà presto in viaggio negli altri Paesi dell'area che lottano anche contro l'emigrazione illegale: Capo Verde, Gambia, Guinea, Guinea-Bissau, Liberia, Mali, Mauritania, Sierra Leone. La Spagna, che fino a poco tempo fa aveva solo tre ambasciate nella Regione (Mauritania, Niger e Senegal), sta provando ad aumentarci la sua presenza politica, come indica l'apertura di un'ambasciata a Bamako (Mali). Lo scopo è di collaborare con le autorità locali per sostener lo sviluppo e diffondere una migliore informazione, per diminuire la voglia disperata di lasciare il proprio Paese. OG ------------------------------------------------------------------- Senegal is becoming the new starting point for the risky trek towards the European Eldorado. Youngsters, who often claim to be the only hope of their family and are willing to die if they should not reach their destination, do not hesitate to attempt the expedition to the Spanish Canary islands, 1350 kilometres away. This new route is due to the more repressive policy in effect in Morocco and more recently in Mauritania, which has seen an increased cooperation with Madrid since March and that now uses Spanish equipment. As a consequence, 9000 immigrants have already reached the islands in 2006, a sharp rise from the 4751 in 2005. But the route is a deadly one : 1500 died in April alone. Spanish and Senegalese authorities are taking concrete measures to counter the "collective suicide" as the head of the Red Crescent in Mauritania defines the trip. Dakar has increased the surveillance of its 700 kilometres-long coast with joint operations involving the police, the army and the gendarmerie, as well as setting up information campaigns on the risks of illegal emigration, as well as it being a crime in Senegal. Madrid has sent a special ambassador on Migration in Senegal, who will soon tour the sub-region to visit other countries concerned by these desperate migrations : Cape Verde, Gambia, Guinea, Guinea-Bissau, Liberia, Mali, Mauritania and Sierra Leone. More generally, Spain, who only had three embassies in the region until recently (Mauritania, Niger and Senegal), is trying to increase its political presence in the region, as the opening of an embassy in Bamako (Mali) indicates. The aim is to work hand in hand with local authorities in order to spread better information and to support development, to make emigrants not want to so desperately leave their home. OG ***************************************** 5. RIBELLIONE TUAREG NEL NORD DEL MALI ***************************************** Il Nord-Est del Mali è scosso da una nuova ribellione tuareg, che ricorda i combattimenti avvenuti nel Paese negli anni 90. Dalla metà di febbraio, ex-ribelli integrati nell'esercito e condotti dal Tenente colonnello Hassan Fagaga hanno disertato a preso le armi per rivendicare delle misure speciali per la Regione di Kidal e per gli ex-ribelli. La ribellione è poi stata raggiunta da Iyad Ag Agali, figura emblematica della ribellione degli anni 90, e da altri membri importanti del Movimento Popolare d'Azawad, allora il principale gruppo ribelle. Come negli anni 90, è chiesta più autonomia per le regioni Tuareg, e anche un miglior trattamento per gli ex-ribelli integrati nell'esercito regolare. Il movimento insiste sul carattere pacifico della sua azione, anche se 5 sono morti e che 4500 civili hanno lasciato la città di Kidal, temendo combattimenti più ampi. Si pensa che la Libia potrebbe essere coinvolta negli incidenti, avendo già sostenuto gruppi tuareg nel passato e avendo recentemente aperto un consolato in Kidal, senza interessi libici ovvii da proteggere. OG ------------------------------------------------------------------- North-Eastern Mali has seen a new Tuareg rebellion develop lately, one reminiscent of the combats that shook the country in the early 1990s. Since mid-February, ex-rebels integrated in the regular army and led by Lieutenant-Colonel Hassan Fagaga have deserted and took the arms in order to claim special measures for the Kidal region, as well as for former rebels. The rebellion was later on rallied by Iyad Ag Agali, emblematic figure of the 90s rebellion, as well as by other high ranked members of the Popular Movement of Azawad, then the main rebellion group. As in the 1990s, more autonomy is demanded for the Tuareg regions, as well as a better treatment for ex-rebels integrated in the regular army. The movement insists on the peaceful aspect of its actions, even though 5 have died, leading about 4500 civilians to flee the city of Kidal, fearing full-scale combats. Some fear that Libya might be involved in these events, having already supported the Tuareg groups in the past and having recently opened a consulate in Kidal, with no obvious Libyan interests to protect. OG ******************************** 6. MARCIA SILENZIOSA A ANVERSA ******************************** Dopo la serie di violenze e di morti legati al razzismo questo mese in Belgio e in particolare nelle Fiandre, la "marcia bianca" del Venerdì 26 non ha soddisfatto le aspettative. 20000 persone hanno partecipato, molto meno che le 80000 persone della marcia organizzata a Bruxelles in Aprile, dopo l'omicidio da due giovani polacchi di Joe Van Holsbeeck per il suo lettore MP3. La debole mobilitazione fiamminga fa nascere delle domande sulla reale presa di coscienza della tensione razziale, mentre il partito separatista d'estrema-destra, il Vlaams Belang, continua ad essere considerato un partito normale. A conferma di questa tendenza, un sondaggio recente rileva che solo il 30 % dei fiamminghi approverebbe un'azione giudiziaria per bloccare i finanziamenti pubblici al partito. E mentre uno poteva sperare che le violenze recenti avrebbero fatto capire alla gente la realtà e la serietà della minaccia razzista, sembra che il partito, al contrario, ha saputo presentarsi come vittima e come capro espiatorio, e quindi.raccogliere voti. Un ultimo segno della crescente tensione razziale è la chiusura di un sito d'estremisti islamici ipotizzando l'istigazione a violenze contro i belgi e soprattutto contro i fiamminghi, e per l'indipendenza della "Repubblica Islamica Europea", anche se potrebbe anche trattarsi di una bufala. OG ------------------------------------------------------------------- After the series of violence and deaths related to racism that occurred this month in Belgium, and more particularly in Flanders, the "white march" organized on Friday 26th failed to reach expectations. The apolitical march brought together 20000 persons, a far cry from the 80000 that participated in April to the march after the killing of Joe Van Holsbeeck for his MP3 player by two young Poles. The lack of Flemish mobilisation raises serious questions about the real consciousness of the tense racial climate, as the far-right and separatist Vlaams Belang continues to be considered as a normal political party. Confirming this trend, a recent attempt to block the party's public funding has received only 30 % of approval in Flanders, and while some hoped that the recent spree of violence would make people realize the danger linked to the party's rhetoric, it seems that, quite on the contrary, the VB has been able to use victimization processes to.gain votes. Another sign of the ever-more tense climate in Belgium is the closing of an extremist islamist website calling for violence against Belgians and Flemish in particular, and for the independence of the "European Islamic Republic", even though some believe that the site could have been a hoax. OG ****************************************** 7. RAPPRESENTAZIONE DELL'AFRICA NEI MEDIA ****************************************** Nel congresso dell'IPI (International Press Institute, Istituto Internazionale della Stampa) a Edimburgo, nel quale 60 paesi sono rappresentati, la Vice Presidente Sud Africana Phumzile Mlambo-Ngcuka ha avuto delle parole forti sulla maniera in cui il continente africano viene ritratto dai media occidentali. Secondo lei, questi media si concentrano solo sui problemi del continente, come la povertà e le guerre, senza mai fermarsi sui successi economici e politici. "Su 54 Paesi in Africa, solo 5 sono in conflitto nel 2006", ma l'intero continente viene considerato come in guerra e quindi collettivamente "punito", visto anche che gli investimenti vengono scoraggiati. Peggio ancora, i veri problemi del continente come la fuga dei cervelli non sono quasi mai trattati, e raramente legati all'immigrazione, anche quando la nuova legge francese d'immigrazione "selettiva" sta per essere approvata. OG ------------------------------------------------------------------- In the ongoing IPI (International Press Institute) congress in Edinburgh, in which 60 countries are represented, South African Deputy President Phumzile Mlambo-Ngcuka had strong words on the way Africa is portrayed by western medias. According to her, these medias only focus on the continent's problems, such as poverty and wars, without ever stressing the economic and political successes. "Out of 54 countries in Africa, only five are in conflict in 2006", but the whole continent continues to be seen as war-torn and therefore collectively "punished" by discouraged investments. Worse, real problems such as the brain drain are hardly ever treated, and rarely linked with immigration, even in these days when the new French immigration law that is about to be adopted is officially a "selective" one. OG *********************************************************** 8. NUOVE VIOLENZE NELLE BANLIEUES PARIGINE *********************************************************** Le banlieues parigine stanno ancora vivendo incidenti, con la seconda notte di violenze a Clichy-Sous-Bois e Montfermeil (Seine-Saint-Denis), in cui 4 poliziotti sono stati leggermente feriti, 10 macchine bruciate e 5 persone fermate. Lunedì, circa 150 giovani si sono scontrati con 250 poliziotti vicino al commissariato, in cui cocktail molotov e gas lacrimogeni sono stati utilizzati. Gli incidenti sembrano essere una reazione all'iniziativa "anti-gang" firmata dal sindaco di Monfermeil in aprile scorso (poi cancellata), e anche all' interpolazione di un giovane accusato di aver aggredito un autista di autobus recentemente. Il sindaco è stato coinvolto direttamente nelle violenze, infatti circa 100 persone si sono raggruppate vicino casa sua e le sue figlie sono state avvicinate per strada da alcuni giovani. Entrambe le "cités" erano all'epicentro delle rivolte di Novembre, e Muhittin Altun, amico dei due ragazzi le cui morti avevano accennato gli eventi, era tra i fermati ieri. La polizia teme il peggioramento della situazione, visto che la ricostituzione delle morti di Zyed Bena e Bouna Traoré oltre ad un torneo di calcio in memoria loro avranno luogo entro la fine settimana. OG ------------------------------------------------------------------- The Parisian banlieues are once again shaken by incidents, as Clichy-Sous-Bois and Monfermeil (Seine-Saint-Denis) went through the second straight night of violence, in which 4 policemen were slightly injured, 10 cars burned and 5 persons arrested. On Monday, around 150 youngsters faced 250 policemen near the police station, in which Molotov cocktails and teargas projectiles were fired. The incidents seem to be a reaction to the "anti-gang" initiative decided by Montfermeil's mayor last April (thereafter cancelled), as well as the interpellation of a youngster who allegedly attacked a bus driver recently. The mayor has been directly involved in the events, as about 100 persons rioted nearby his home, and his daughters have been subject to disturbances. Both "cités" were in the epicentre of the November riots, and Muhittin Altun, friend of the two youngsters whose deaths sparked the events, was among those arrested yesterday. Police fear that the situation will only get worse, as the reconstitution of the deaths of Zyed Bena and Bouna Traoré as well as a soccer tournament in their memory are to be staged this week. OG *************************** 9. LE PRIVATIZZAZIONI: IL CASO ARGENTINO (1990 - 1997) *************************** La tesi di laurea di Javier Caprio (Corso: Economia Argentina alla Facoltà di Scienze Economiche, Università Nazionale del Litorale di Rosario, Argentina) sul caso delle privatizzazioni argentine degli anni novanta rende l'idea di come la pratica spesso non coniuga la teoria. Esse, come in altri casi, si intrecciano con la storia del paese. Infatti la prima nazionalizzazione avviene dopo la crisi mondiale degli anni trenta e con il primo governo peronista caratterizzato da una forte connotazione di uguaglianza sociale e di politica di "sostituzione alle importazioni". Sempre negli stessi anni nasce la banca centrale che sostituisce le banche centrali provinciali (le nostre regioni). In questo periodo lo stato non solo regola ma gestisce le imprese di diritto pubblico e privato. Tra il 1966 e il 1973 invece c'è una prima fase di economia semi-liberista anche se l'apice della mano pubblica sull'economia si registra proprio nel 1973 quando viene costituita la holding statale delle imprese pubbliche, un ente molto simile all'IRI. Dopo il colpo di stato militare del 1976 si verifica il dissesto economico-sociale del paese. Un dato sintetizza tale dissesto, se nel 1974 il numero degli operai era di 3,8 milioni in una popolazione di 27 milioni, nel 2001 esso si riduce a solo 1,5 milioni in una popolazione di 38 milioni. La nazionalizzazione e la politica economica e sociale erano caratterizzate da una serie di imprese pubbliche poco efficienti che non contribuivano alla crescita del paese. Inoltre una bassa redditività, fissazione delle tariffe basata su un criterio distributivo inefficace. Il costo del capitale superiore al prezzi consentito anche da un sindacato succube. A ciò si accompagnava un crescente discredito pubblico dell'operato delle imprese pubbliche e soprattutto a un incremento dei debiti pubblico ed estero. Questo è il contesto in cui nel 1989 si inizia a discutere, nel paese, di privatizzazione e liberalizzazione, con una forte campagna di denigrazione contro la presenza dello stato in economia. Inizia il progetto di privatizzazione menemista in cui si pensa al privato come sostituto naturale delle attività dello stato ed eliminazione dei privilegi dei dipendenti pubblici. I principi di attuazione sono la sussidiarietà, la solidarietà e la liberalizzazione tuttavia la ragione vera sembrerebbe essere la riduzione del doppio debito: pubblico ed estero. Il governo Menem prima di tutto si adopera per una liberalizzazione dei mercati alla quale seguirà poi la privatizzazione che sintetizzandosi prefigge di suddividere le imprese per struttura orizzontale, verticale, regionale dell' industria o del settore. Inoltre per i diversi settori in via di privatizzazione si impostano diversi criteri regolativi per esempio tariffe con prezzo massimo per i settori del gas e dell'elettricità. Per le Ferrovie e le agenzie dell'acqua prezzo basato su un indice con il quale stabilire il costo del servizio. Piena libertà della gestione dei prezzi per quanto riguarda la concessione dei porti. Tutto ciò presupponeva, sulla carta, un maggiore grado di concorrenza potenziale da verifica in itinere. Javier Caprio sostiene che alla fine degli anni novanta, il solo aspetto positivo è stato quello fiscale. . Infatti lo Stato si è liberato delle imprese che generavano perdite, l' alienazione di titoli del debito pubblico, maggiori entrate e soprattutto riduzione del piano di investimenti futuri delle imprese trasferite. Dal punto di vista degli investimenti, in teoria, lo stato si aspettava di ottenere maggiori investimenti grazie all'apporto di nuove risorse da parte dei privati. In realtà ciò non è accaduto perché gran parte dei neo-proprietari si sono limitati ad investire una quota parte dei profitti. Inoltre le privatizzazioni hanno attirato investitori stranieri che hanno riversato sul paese valuta pregiata che ha, a sua volta, apprezzato il cambio con conseguente riduzione delle esportazioni. Dato lo scarso effetto della liberalizzazione, il risultato delle privatizzazioni è stato l 'aumento delle tariffe dei servizi. L'indice dei prezzi al consumo è aumentato del 15% in 10 anni, le tariffe del gas sono cresciute del 50%, il pedaggio autostradale del 42% e la telefonia nazionale del 24%. Insomma la privatizzazione si è abbattuta sui consumatori. Dall'altra parte le imprese privatizzate hanno reso in dieci anni l'80% degli utili complessivi delle imprese del paese. Il PIL complessivo è cresciuto del 20% mentre le imprese privatizzate sono cresciute dell'85%. Nel 1996 il 20% delle famiglie più povere impiegava circa il 17,4% del reddito per l'acquisto di servizi essenziali quando nel 1986 rappresentava il 9,1%. Gran parte delle privatizzazioni sono andate a poche famiglie e solo il 40% delle stesse privatizzazioni sono state acquistate da imprese o famiglie argentine. Spagna, Stati Uniti e Italia sono riusciti ad ottenere rispettivamente il 14,8%, il 12% e l'8,8% delle privatizzazioni. Insomma le privatizzazioni in sé sono neutrali ma è la loro applicazione che non ha funzionato in Argentina, tanto è vero che oggi il nuovo governo intende torna alla nazionalizzane di alcune imprese. Inoltre alcune tra le famiglie più importanti si sono arricchite e non solo, esse hanno trasferito i guadagni all'estero deteriorando così la ricchezza del paese. Non resta che concludere con una parte del discorso di Menem, allora Presidente dell'Argentina, all'assemblea, il 20 di Giugno 1989 quando presentò il piano di privatizzazione: "Per arrivare alla rivoluzione produttiva, niente di meglio che scatenare l'incentivo creatore di tutti noi argentini. È arrivato il momento di impegnare tutte le risorse nazionali per allargare la torta". "Lo Stato efficace è quello che provvede alla difesa nazionale, alla sicurezza del suo popolo ed anche alla giustizia sociale. Lo Stato efficace è quello che termina con la evasione delle tasse". "Condurrò il risorgimento economico della Nazione oggi abbattuta, con un nuovo sistema di mercato, il quale sarà popolare e non populista, nazionale e non nazionalista, sociale e non marxista". "Questo sistema dovrà funzionare con la massima libertà possibile ma con la necessaria regolamentazione". "Voglio più proprietari e meno proletari". Con Javier ci siamo ripromessi di fare un prossimo incontro nel quale presentare due studi di caso e che molto probabilmente avverrà dopo l' estate. La presentazione di Javier Caprio la potrete trovare online sul sito del circolo tra qualche giorno. Prossima presentazione di tesi : "Il mercato del lavoro nella Provincia di Ancona" di Marco Lilla Lunedì 5 Giugno - alle ore 18 presso il Circolo Culturale Africa PS ------------------------------------------------------------------- Javier Caprio's graduation thesis (Course on Argentinian Economy at Faculty of Economics Sciences of Litoral National University of Rosario, Argentina) on Argentinean privatizations is a textbook example of how concrete facts often do not follow theories. The first nationalisation occurred after the worldwide 1930s crisis, and was led by the first peronist government, who led the country underlining social and political equality, as well as having a "Import-substitution" economic policy. At the same time the Central Bank appears, as it replaced regional central banks. Not only does the state regulate public and private firms, but it also manages them. From 1966 until 1973 comes a first period of semi-deregulated economy, with if the highest concentration occurring in 1973, with the state-owned holding of public firms, a similar entity to the IRI. After the military overthrow in 1976, economical and political disorder rules the country. in 1974, there were still 3.8 million blue-collar workers on a total population of 27 million, whereas in 2001 they are only 1.5, on population of 38 million. Nationalization and economical policy were defined by a series of public companies who were not efficient, thus who did not help the country's growth. The profits were very low, and tariffs were set up on inefficient criteria. The situation was further worsened by un-active trade unions, politically dominated. The public works were suffering from wide-scale discredit on part of the population, and of an increasing international debts. This is the context in 1989, when talks of privatization and liberalisation led to denigration of the state's role in the economy. The Menem-inspired privatization focuses on having private firms perform state activities and on eliminating state workers' privileges. The main principles are subsidiarity, leading private firms to enact public activities, solidarity and derugulation, but the true objective was the reduction of the public and foreign debt. The Menem government will first liberalise the market, before privatizing and horizontally, vertically and regionally re-organizing firms, depending on their activity. However, diverse regulation criteria are introduced, such as maximum prices for electricity and gas. Ports are totally liberalized, leading to total freeness to establish prices, while Railways and water services are based on specific indexes. All of this was supposed to lead tto a maximum concurrence. Javier Caprio claims that in the late 90s, the only positive aspect was on the fiscal point of view. Actually, the State got rid of firms losing money, counted on increasing public debt and reduced investments. Regarding this last aspect, the state was expecting higher private input, which did not happen as most owners only re-invested a fraction of their profits. In addition, foreign investments led to a higher change rate, thus having a negative effect on exportations. Given the few effects of the liberalization, privatization led to increased service tariffs, the consumption tariff index rising 15 % in 10 years, gas 50 %, highway tolls 42 % and telephone tariffs 24 %. Privatization struck consumers. On the other hand, privatized firms realized 80 % of the total profits in the country. The GDP rose by 20 %, while privatized firms grew by 85 %. In 1996, 20 % of the poorest families were using 17,4 % of their income for essential services, a sharp rise from the 9,1 % doing so in 1986. Mostly, the privatizations benefited to few families, and only 40 % of them actually benefited Argentineans, whereas Spanish (14,8 %), the US (12 %) and Italy (8,8%) had substantial returns on the operation. Therefore, privatization in itself is neutral, whereas it is its application in Argentina that was not well managed, to the point that the current government is considering a series of nationalizations. Argentineans were the ones that paid the price of these policies, with more expensive but less efficient services. On the other hand rich families only got richer, and worse sent their profits overseas, further destroying the local economy. We conclude with some words President Menem Speech's in which in 1989 he presented at the parliament his national deregulation programme "To succeed productive revolution, nothing better than liberating the creativity of all us Argentineans. the moment has come to involve all the national resources to have a bigger cake." "The efficient state is the state that provides national defence, security of its people and social justice. The efficient state is the one that stops tax evasion" "I will lead the economical resurgence of the now-down Nation, why a new market system, which will be popular instead of populist, national instead of nationalistic, social instead of Marxist" "This system will have to work with the maximum possible liberty, and with the minimum regulation needed." "I want more owners and less proletarians" We decided to organize a couple of case studies after the summer with Javier, but in the meanwhile his presentation will soon be found on the Circolo's website. The next thesis presentation will be on the "Labour market in the Ancona Province" by Marco Lilla at 6 Pm on Monday the 5th of June at the Circolo Culturale Africa. OG ************************************************************* 10. PREMIO GIORNALISTICO EURO-MED PER LA DIVERSITÀ CULTURALE ************************************************************* Il premio è aperto a giovani giornalisti tra i 25 e i 35 anni della carta stampata o Internet di uno dei 35 paesi euro-mediterranei. I candidati devono presentare un articolo o una serie di articoli che siano stati pubblicati in uno dei 35 paesi euro-mediterranei tra il 1º giugno 2005 e il 1º giugno 2006. Gli articoli ammissibili devono contribuire al dialogo culturale. I vincitori, due per l'Europa e due per il Mediterraneo, saranno invitati ad un viaggio organizzato per quattro paesi, al fine di approfondire e scrivere dei resoconti su tematiche legate al dialogo e la diversità culturale. Gli articoli dei vincitori verranno anche pubblicati in un opuscolo. Il concorso internazionale è organizzato dalla Fondazione Euro-Meditarranea Anna Lindh per il Dialogo tra le Culture e la Federazione Internazionale dei Giornalisti(IFJ). La scadenza per la presentazione degli articoli è il 20 giugno 2006. Il premio verrà assegnato il 10 settembre 2006. Per informazioni dettagliate: http://www.euromedalex.org/Prize/index.html CA ----------------------------------------------------------- The prize is open to young journalists between 25 and 35 who work for print or online media in one of the 35 Euro-Mediterranean countries. Applicants must submit one article or a series of articles that have been published in one of the 35 Euro-Mediterranean countries between 1st of June 2005 and 1st of June 2006. Eligible articles should contribute to cultural dialogue. Award winners, two selected from Europe and two from the Mediterranean, will be invited on a guided tour of four countries to explore and report on issues of cultural dialogue and diversity. They will also have their prize-winning articles published in a booklet. The deadline for submitting articles is 20 June 2006. The Prize will be given on 10 September 2006. Detailed information on the Euro-Med Journalist Prize for Cultural Diversity can be found at: http://www.euromedalex.org/Prize/index.html CA ********************************************************** Il numero 11 di questa newsletter è stato spedito a 10.950 indirizzi, per segnalazioni e suggerimenti scrivete a segreteria at circoloafrica.org. Il prossimo numero uscirà: il 13 giugno 2006. --------------------------------------------------------------------- The number 11 of this newsletter has been sent to 10.950 addresses. For suggestions please contact: Circolo Culturale Africa via San Spiridione, 5/a 60100 Ancona Italia Tel. +39/071/2072585 Web site: www.circoloafrica.org **************************************************************************** Nel rispetto della Legge 675/96 sulla privacy, a tutela di persone e altri soggetti rispetto al trattamento di dati personali, questo indirizzo e-mail proviene da richieste di informazioni o da elenchi (newsgroup). 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