Newsletter Anno 4, n. 11 - 31 maggio 2006



NEWSLETTER DEL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE E RICERCA PER LA CITTADINANZA ATTIVA
Anno 4, n. 11 - 31 maggio 2006

A cura di Gabriele Sospiro
Con la collaborazione di:
Olivier Gbezera (OG)
Cristiano Antunes (CA)
Paolo Sospiro (PS)

*************************************************************
INDICE
1.  AVETE DEI LIBRI DA REGALARCI PER IL NOSTRO CENTRO?
2.  ATTIVITÀ DEL CENTRO
3.  MARTINICA E IDENTITÀ EUROPEA
4.  LA NUOVA VIA DELL'EMIGRAZIONE CLANDESTINA PASSA PER IL SENEGAL
5.  RIBELLIONE TUAREG NEL NORD DEL MALI
6.  MARCIA SILENZIOSA A ANVERSA
7.  RAPPRESENTAZIONE DELL'AFRICA NEI MEDIA
8.  NUOVE VIOLENZE NELLE BANLIEUES PARIGINE
9.  LE PRIVATIZZAZIONI: IL CASO ARGENTINO (1990 - 1997)
10. PREMIO GIORNALISTICO EURO-MED PER LA DIVERSITÀ CULTURALE
*************************************************************

******************************************************
1. AVETE DEI LIBRI DA REGALARCI PER IL NOSTRO CENTRO?
******************************************************
Sì. Avete capito bene. Vi stiamo chiedendo di donarci dei libri. Libri che
avete letto o che non leggerete mai. Libri che amate tantissimo e che
credete debbano continuare a vivere indipendentemente da voi. I temi che
trattiamo ormai li conoscete bene. Nel caso vi fossero sfuggiti potete
visitare il nostro sito (www.circoloafrica.org) cliccare su attività
culturali e poi su centro documentazione e poi ancora su la nostra
biblioteca e il gioco è fatto. Avete già fatto mentalmente la lista dei
libri che potreste donarci e state già chiedendovi dove diamine inviarceli,
no? Ecco l'indirizzo: Circolo Africa, via San Spiridione, 5/a, 60100 Ancona.

***********************
2. ATTIVITÀ DEL CENTRO
***********************
Il Centro di Documentazione e Ricerca per la Cittadinanza Attiva è aperto il
Martedì e Giovedì dalle 10 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Se avete
libri da proporre così che noi possiamo acquistarli fatecelo sapere! Se
state facendo una tesi di laurea o ricerche sull'immigrazione, sull'economia
politica, o su temi riguardanti il terzo settore, etc. presso il nostro
Centro potete ottenere informazioni ad hoc previa prenotazione telefonica.
Per contatti ed eventuali prenotazioni 071/2072585
----------------------------------------------------
The Center of Documentation and Research for Active Citizenship is opened
Tuesday and Thursday from 10 to 13 and from 15 to 18.00. If you have any
books to propose so that we can buy them please let us know. If you are
working on your bachelor thesis or you are carrying out a research on
migration, political economy, or issues inherent not profit, etc. in our
Center you will able to get some information ad hoc. Telephone reservation
is needed.
For contacts: +39/071/2072585

********************************
3. MARTINICA E IDENTITÀ EUROPEA
********************************
Una settimana in Martinica (Dipartimento francese oltremare, nei Caraibi)
lavorando per un seminario sulla cittadinanza europea mi ha permesso di
portare a casa qualche risultato. Il seminario, il cui scopo era di scoprire
se una popolazione che a circa 7000 chilometri di Bruxelles poteva sentirsi
europea, faceva parte di un progetto portato avanti da un anno da
Contact-2103, una rete d'associazioni da tutta l'Europa.
La prima fase dello progetto, un questionario compilato da giovani
provenienti da diversi paesi, aveva già dato qualche risultato interessante:
per esempio, i giovani nei vecchi Paesi membri sono quelli più
euro-scettici, e la maggior parte non si rende conto di cos'è realmente
l'Europa, sentendoci lontani dal processo di decisione. Più ampi dettagli
saranno presentati non appena sarà completato il report finale.
Tornando alla Martinica, pochi giovani si sentono Europei, per diverse
ragioni. Innanzitutto, la distanza è ovviamente un problema, un biglietto
andata-ritorno per Parigi costa circa 1000 euro. Secondo, la Storia ha il
suo peso, visto che l'Europa è il continente di provenienza dei coloni
Spagnoli, Francesi, Portoghesi, Inglesi e Olandesi, che hanno tutti
attaccato e saccheggiato l'isola, annientando la popolazione locale (la
popolazione attuale è quasi esclusivamente composta di discendenti di
schiavi, essendo la popolazione originale stata sterminata). Come uno dei
(pochi) giovani partecipanti ci ha detto, è difficile sentirsi Europeo
quando uno sa le atrocità che essi hanno commesso. Guardare verso il futuro
senza dimenticare il passato, è propria questa la sfida. Poi, la maniera in
cui l'Europa ha trattato con i diversi territori oltremare ha aggiunto della
frustrazione in essi. Fino a poco tempo fa, non beneficiavano di uno status
speciale visto la loro situazione geografica e storica speciale, e
soprattutto non avevano un accesso diretto alle istituzioni europei per
difendere i propri interessi.
Tuttavia, e nonostante una reticenza ovvia verso l'Europa, sempre più
giovani sono coscienti dei benefici da trarre dalla cittadinanza Europea,
come nuove opportunità per studiare o viaggiare, e i crescenti scambi di
giovani sono una testimonianza di questa tendenza. A livello politico,
mentre molti sono per l'autonomia, pochi sono per l'indipendenza, visto i
problemi economici legati alla dimensione dell'isola e degli scarsi
collegamenti con l'America Latina. In questa ottica, l'Europa, con la sua
politica indirizzata alle regioni, potrebbe essere un modo per l'isola di
scavalcare Parigi e di poter difendere direttamente i propri interessi.
A parte il seminario, il viaggio in Martinica è stato intenso viste le
celebrazioni dell'abolizione della schiavitù, il 22 di Maggio (per ricordare
la ribellione che porterà alla liberazione degli schiavi), che ci ha fatto
ricordare i veri legami tra l'Europa e l'isola, e l'origine dei suoi
abitanti. Lo stesso giorno, abbiamo avuto l'onore di incontrare Aime
Cesaire, uno dei più importanti scrittori neri e un militante per l'identità
e la dignità della Martinica, e anche uno dei fondatori del movimento
letterario della negritudine (accanto all'ex presidente senegalese Leopold
Sedar Senghor). Ha avuto la gentilezza di condividere la sua saggezza con
noi, parlando dell'isola e della sua cultura. Alla domanda se il luogo (la
Martinica) e il momento (la commemorazione dell'abolizione della schiavitù)
erano adeguati per parlare della cittadinanza europea, ha risposto che è
sempre il momento e il luogo ideale per parlare di questi soggetti. Basta
essere sinceri.

OG
----------------------------------------------------------------------------
One week in Martinique (a French overseas department in the Caribbean)
working for a seminar on European citizenship was the opportunity to assert
some interesting results. The seminar, whose aim was to discover how can a
population living 7000 kilometres from Brussels feel European, is part of a
year-long project conducted by Contact-2103, a network of associations from
all around Europe.
The first phase of the project, a questionnaire filled out by youngsters in
diverse countries, had quite interesting results on the continent : for
example, young people in old member states are the most euro-sceptics, and
most of them do not perceive the reality of Europe, feeling disconnected
from its decision-making process. More results will be presented as soon as
the final report is available.
Back to the situation in Martinique, few youngsters feel European, for
various reasons. The first is obviously the distance from the continent and
the difficulty to travel there, a round-trip flight from Fort-de-France to
Paris costing around 1000 euros. Second, History has a particular weight, as
Europe is seen as the homeland of Spanish, French, Portuguese, English and
Dutch colons, all of which attacked and pillaged the island, annihilating
the local population (the current population is almost exclusively composed
of slave descendants, the original Caribbean population having been
exterminated). As one (of the few) young participants underlined : it is
difficult to feel European when you have full conscious of the atrocities
committed by Europeans in the past. Looking forward without forgetting the
past is the challenge at hand. Finally, the very way in which Europe treated
overseas territories has added to the frustration. Up until recently, these
territories did not benefit from any special status related to their
geographical and historical situation, and more importantly did not have
direct access to the European institutions, leading them to be
ill-represented.
However, despite an obvious reticence to Europe, more and more youngsters
are conscious of the benefits that come with European Citizenship, such as
new opportunities to study and to travel, as youth projects are slowly
gaining interest. On a more political point of view, while many are for
autonomy, few are seeking independence, because of the local economy's
problems related to its small size and relatively poor links with near-by
South America. In this view, Europe, with its region-orientated policy, may
be an opportunity for the island to bypass Paris and directly protect its
interests.
Apart from the seminar, the stay in Martinique was an intense one, because
of the celebrations of the abolition of slavery, which took place on the
22nd of May (in souvenir of the rebellion that led to the slaves'
liberation), a strong reminder of the true links between Europe and the
island, as well of the origin of its inhabitants. On that very day, we had
the opportunity to meet Aime Cesaire, one of the foremost black writers and
a life-long fighter for Martinican identity and pride, as well as one of the
founders of the negritude literary movement (along former Senegalese
president Leopold Sedar Senghor). He had the kindness to spare some of his
wisdom with us, to talk about his island and its culture. To the question
whether the place (Martinique) and the time (Commemoration of the abolition
of slavery) were the right ones to talk about European citizenship, his
answer was that it is always the right place and time to talk about these
issues, as long as we are sincere about it.

OG

******************************************************************
4. LA NUOVA VIA DELL'EMIGRAZIONE CLANDESTINA PASSA PER IL SENEGAL
******************************************************************
Il Senegal sta diventando il nuovo punto di partenza per il pericolosissimo
viaggio verso l'Eldorado Europeo. Giovani, che si presentano come l'unica
speranza delle loro famiglie e che sono pronti a morire se non ce la fanno,
non esitano a provare la traversata verso le isole spagnole delle Canarie, a
1350 chilometri. Questa nuova via è dovuta alla politica più repressiva nel
Marocco e più recentemente in Mauritania, che collabora sempre più
strettamente con Madrid e che utilizza ormai equipaggiamento spagnolo. Di
conseguenza i punti di partenza si sono spostati verso il sud: 9000
immigranti hanno gia raggiunto le isole nel 2006, un incremento notevole dei
4751 nel 2005. Ma è una strada letale: 1500 sono morti in Aprile.
Le autorità spagnole e senegalesi stanno prendendo delle misure concrete per
contrastare l "suicidio collettivo", come viene definito la traversata dal
capo della Mezza Luna Rossa in Mauritania. Dakar ha intensificato la
sorveglianza dei 700 chilometri di costa con operazioni congiunte della
polizia, dell'esercito e della gendarmeria, e sta pure organizzando campagne
di sensibilizzazione sui rischi dell'emigrazione clandestina, evidenziando
il fatto che è un crimine in Senegal. Madrid ha mandato un ambasciatore
speciale sulle migrazioni nel Paese, che andrà presto in viaggio negli altri
Paesi dell'area che lottano anche contro l'emigrazione illegale: Capo Verde,
Gambia, Guinea, Guinea-Bissau, Liberia, Mali, Mauritania, Sierra Leone. La
Spagna, che fino a poco tempo fa aveva solo tre ambasciate nella Regione
(Mauritania, Niger e Senegal), sta provando ad aumentarci la sua presenza
politica, come indica l'apertura di un'ambasciata a Bamako (Mali). Lo scopo
è di collaborare con le autorità locali per sostener lo sviluppo e
diffondere una migliore informazione, per diminuire la voglia disperata di
lasciare il proprio Paese.

OG
-------------------------------------------------------------------
Senegal is becoming the new starting point for the risky trek towards the
European Eldorado. Youngsters, who often claim to be the only hope of their
family and are willing to die if they should not reach their destination, do
not hesitate to attempt the expedition to the Spanish Canary islands, 1350
kilometres away. This new route is due to the more repressive policy in
effect in Morocco and more recently in Mauritania, which has seen an
increased cooperation with Madrid since March and that now uses Spanish
equipment. As a consequence, 9000 immigrants have already reached the
islands in 2006, a sharp rise from the 4751 in 2005. But the route is a
deadly one : 1500 died in April alone.
Spanish and Senegalese authorities are taking concrete measures to counter
the "collective suicide" as the head of the Red Crescent in Mauritania
defines the trip. Dakar has increased the surveillance of its 700
kilometres-long coast with joint operations involving the police, the army
and the gendarmerie, as well as setting up information campaigns on the
risks of illegal emigration, as well as it being a crime in Senegal. Madrid
has sent a special ambassador on Migration in Senegal, who will soon tour
the sub-region to visit other countries concerned by these desperate
migrations : Cape Verde, Gambia, Guinea, Guinea-Bissau, Liberia, Mali,
Mauritania and Sierra Leone. More generally, Spain, who only had three
embassies in the region until recently (Mauritania, Niger and Senegal), is
trying to increase its political presence in the region, as the opening of
an embassy in Bamako (Mali) indicates. The aim is to work hand in hand with
local authorities in order to spread better information and to support
development, to make emigrants not want to so desperately leave their home.

OG

*****************************************
5. RIBELLIONE TUAREG NEL NORD DEL MALI
*****************************************
Il Nord-Est del Mali è scosso da una nuova ribellione tuareg, che ricorda i
combattimenti avvenuti nel Paese negli anni 90. Dalla metà di febbraio,
ex-ribelli integrati nell'esercito e condotti dal Tenente colonnello Hassan
Fagaga hanno disertato a preso le armi per rivendicare delle misure speciali
per la Regione di Kidal e per gli ex-ribelli. La ribellione è poi stata
raggiunta da Iyad Ag Agali, figura emblematica della ribellione degli anni
90, e da altri membri importanti del Movimento Popolare d'Azawad, allora il
principale gruppo ribelle.
Come negli anni 90, è chiesta più autonomia per le regioni Tuareg, e anche
un miglior trattamento per gli ex-ribelli integrati nell'esercito regolare.
Il movimento insiste sul carattere pacifico della sua azione, anche se 5
sono morti e che 4500 civili hanno lasciato la città di Kidal, temendo
combattimenti più ampi. Si pensa che la Libia potrebbe essere coinvolta
negli incidenti, avendo già sostenuto gruppi tuareg nel passato e avendo
recentemente aperto un consolato in Kidal, senza interessi libici ovvii da
proteggere.

OG
-------------------------------------------------------------------
North-Eastern Mali has seen a new Tuareg rebellion develop lately, one
reminiscent of the combats that shook the country in the early 1990s. Since
mid-February, ex-rebels integrated in the regular army and led by
Lieutenant-Colonel Hassan Fagaga have deserted and took the arms in order to
claim special measures for the Kidal region, as well as for former rebels.
The rebellion was later on rallied by Iyad Ag Agali, emblematic figure of
the 90s rebellion, as well as by other high ranked members of the Popular
Movement of Azawad, then the main rebellion group.
As in the 1990s, more autonomy is demanded for the Tuareg regions, as well
as a better treatment for ex-rebels integrated in the regular army. The
movement insists on the peaceful aspect of its actions, even though 5 have
died, leading about 4500 civilians to flee the city of Kidal, fearing
full-scale combats. Some fear that Libya might be involved in these events,
having already supported the Tuareg groups in the past and having recently
opened a consulate in Kidal, with no obvious Libyan interests to protect.

OG

********************************
6. MARCIA SILENZIOSA A ANVERSA
********************************
Dopo la serie di violenze e di morti legati al razzismo questo mese in
Belgio e in particolare nelle Fiandre, la "marcia bianca" del Venerdì 26 non
ha soddisfatto le aspettative. 20000 persone hanno partecipato, molto meno
che le 80000 persone della marcia organizzata a Bruxelles in Aprile, dopo
l'omicidio da due giovani polacchi di Joe Van Holsbeeck per il suo lettore
MP3. La debole mobilitazione fiamminga fa nascere delle domande sulla reale
presa di coscienza della tensione razziale, mentre il partito separatista
d'estrema-destra, il Vlaams Belang, continua ad essere considerato un
partito normale. A conferma di questa tendenza, un sondaggio recente rileva
che solo il 30 % dei fiamminghi approverebbe un'azione giudiziaria per
bloccare i finanziamenti pubblici al partito. E mentre uno poteva sperare
che le violenze recenti avrebbero fatto capire alla gente la realtà e la
serietà della minaccia razzista, sembra che il partito, al contrario, ha
saputo presentarsi come vittima e come capro espiatorio, e
quindi.raccogliere voti. Un ultimo segno della crescente tensione razziale è
la chiusura di un sito d'estremisti islamici ipotizzando l'istigazione a
violenze contro i belgi e soprattutto contro i fiamminghi, e per
l'indipendenza della "Repubblica Islamica Europea", anche se potrebbe anche
trattarsi di una bufala.

OG
-------------------------------------------------------------------
After the series of violence and deaths related to racism that occurred this
month in Belgium, and more particularly in Flanders, the "white march"
organized on Friday 26th failed to reach expectations. The apolitical march
brought together 20000 persons, a far cry from the 80000 that participated
in April to the march after the killing of Joe Van Holsbeeck for his MP3
player by two young Poles. The lack of Flemish mobilisation raises serious
questions about the real consciousness of the tense racial climate, as the
far-right and separatist Vlaams Belang continues to be considered as a
normal political party. Confirming this trend, a recent attempt to block the
party's public funding has received only 30 % of approval in Flanders, and
while some hoped that the recent spree of violence would make people realize
the danger linked to the party's rhetoric, it seems that, quite on the
contrary, the VB has been able to use victimization processes to.gain votes.
Another sign of the ever-more tense climate in Belgium is the closing of an
extremist islamist website calling for violence against Belgians and Flemish
in particular, and for the independence of the "European Islamic Republic",
even though some believe that the site could have been a hoax.

OG

******************************************
7. RAPPRESENTAZIONE DELL'AFRICA NEI MEDIA
******************************************
Nel congresso dell'IPI (International Press Institute, Istituto
Internazionale della Stampa) a Edimburgo, nel quale 60 paesi sono
rappresentati, la Vice Presidente Sud Africana Phumzile Mlambo-Ngcuka ha
avuto delle parole forti sulla maniera in cui il continente africano viene
ritratto dai media occidentali. Secondo lei, questi media si concentrano
solo sui problemi del continente, come la povertà e le guerre, senza mai
fermarsi sui successi economici e politici.
"Su 54 Paesi in Africa, solo 5 sono in conflitto nel 2006", ma l'intero
continente viene considerato come in guerra e quindi collettivamente
"punito", visto anche che gli investimenti vengono scoraggiati. Peggio
ancora, i veri problemi del continente come la fuga dei cervelli non sono
quasi mai trattati, e raramente legati all'immigrazione, anche quando la
nuova legge francese d'immigrazione "selettiva" sta per essere approvata.

OG
-------------------------------------------------------------------
In the ongoing IPI (International Press Institute) congress in Edinburgh, in
which 60 countries are represented, South African Deputy President Phumzile
Mlambo-Ngcuka had strong words on the way Africa is portrayed by western
medias. According to her, these medias only focus on the continent's
problems, such as poverty and wars, without ever stressing the economic and
political successes.
"Out of 54 countries in Africa, only five are in conflict in 2006", but the
whole continent continues to be seen as war-torn and therefore collectively
"punished" by discouraged investments. Worse, real problems such as the
brain drain are hardly ever treated, and rarely linked with immigration,
even in these days when the new French immigration law that is about to be
adopted is officially a "selective" one.

OG

***********************************************************
8. NUOVE VIOLENZE NELLE BANLIEUES PARIGINE
***********************************************************

Le banlieues parigine stanno ancora vivendo incidenti, con la seconda notte
di

violenze a Clichy-Sous-Bois e Montfermeil (Seine-Saint-Denis), in cui 4
poliziotti

sono stati leggermente feriti, 10 macchine bruciate e 5 persone fermate.

Lunedì, circa 150 giovani si sono scontrati con 250 poliziotti vicino al
commissariato,

in cui cocktail molotov e gas lacrimogeni sono stati utilizzati.

Gli incidenti sembrano essere una reazione all'iniziativa "anti-gang"
firmata dal

sindaco di Monfermeil in aprile scorso (poi cancellata), e anche all'
interpolazione

di un giovane accusato di aver aggredito un autista di autobus recentemente.

Il sindaco è stato coinvolto direttamente nelle violenze, infatti circa 100
persone si sono

raggruppate vicino casa sua e le sue figlie sono state avvicinate per strada
da alcuni giovani.

Entrambe le "cités" erano all'epicentro delle rivolte di Novembre, e
Muhittin Altun,

amico dei due ragazzi le cui morti avevano accennato gli eventi, era tra i
fermati ieri.

La polizia teme il peggioramento della situazione, visto che la
ricostituzione delle morti

di Zyed Bena e Bouna Traoré oltre ad un torneo di calcio in memoria loro
avranno

luogo entro la fine settimana.



OG

-------------------------------------------------------------------

The Parisian banlieues are once again shaken by incidents, as
Clichy-Sous-Bois and

Monfermeil (Seine-Saint-Denis) went through the second straight night of
violence,

in which 4 policemen were slightly injured, 10 cars burned and 5 persons
arrested.

On Monday, around 150 youngsters faced 250 policemen near the police
station,

in which Molotov cocktails and teargas projectiles were fired.


The incidents seem to be a reaction to the "anti-gang" initiative decided by

Montfermeil's mayor last April (thereafter cancelled), as well as the
interpellation

of a youngster who allegedly attacked a bus driver recently. The mayor has
been

directly involved in the events, as about 100 persons rioted nearby his
home, and

his daughters have been subject to disturbances.


Both "cités" were in the epicentre of the November riots, and Muhittin
Altun, friend

of the two youngsters whose deaths sparked the events, was among those
arrested

yesterday. Police fear that the situation will only get worse, as the
reconstitution of the

deaths of Zyed Bena and Bouna Traoré as well as a soccer tournament in their
memory

are to be staged this week.



OG


***************************
9. LE PRIVATIZZAZIONI: IL CASO ARGENTINO (1990 - 1997)
***************************

La tesi di laurea di Javier Caprio (Corso: Economia Argentina alla Facoltà
di Scienze

Economiche, Università Nazionale del Litorale di Rosario, Argentina)  sul
caso delle

privatizzazioni argentine degli anni novanta rende l'idea di come la pratica
spesso non

coniuga la teoria. Esse, come in altri casi, si intrecciano con la storia
del paese. Infatti

la prima nazionalizzazione avviene dopo la crisi mondiale degli anni trenta
e con il primo

governo peronista caratterizzato da una forte connotazione di uguaglianza
sociale e di

politica di "sostituzione alle importazioni". Sempre negli stessi anni nasce
la banca centrale

che sostituisce le banche centrali provinciali (le nostre regioni). In
questo periodo lo stato

non solo regola ma gestisce le imprese di diritto pubblico e privato.



Tra il 1966 e il 1973 invece c'è una prima fase di economia semi-liberista
anche se l'apice

della mano pubblica sull'economia si registra proprio nel 1973 quando viene
costituita la holding

statale delle imprese pubbliche, un ente molto simile all'IRI. Dopo il colpo
di stato militare del

1976 si verifica il dissesto economico-sociale del paese. Un dato sintetizza
tale dissesto, se nel

1974 il numero degli operai era di 3,8 milioni in una popolazione di 27
milioni, nel 2001 esso si

riduce a solo 1,5 milioni in una popolazione di 38 milioni. La
nazionalizzazione e la politica economica e sociale erano caratterizzate da
una serie di imprese pubbliche poco efficienti che non contribuivano alla
crescita del paese. Inoltre una bassa redditività, fissazione delle tariffe
basata su un criterio distributivo inefficace. Il costo del capitale
superiore al prezzi consentito anche da un sindacato succube.

A ciò si accompagnava un crescente discredito pubblico dell'operato delle
imprese pubbliche e

soprattutto a un incremento dei debiti pubblico ed estero. Questo è il
contesto in cui nel 1989 si inizia

a discutere, nel paese, di privatizzazione e liberalizzazione, con una forte
campagna di denigrazione

contro la presenza dello stato in economia. Inizia il progetto di
privatizzazione menemista in cui si pensa al privato come sostituto naturale
delle attività dello stato ed eliminazione dei privilegi dei dipendenti
pubblici.



I principi di attuazione sono la sussidiarietà, la solidarietà e la
liberalizzazione tuttavia la ragione vera

sembrerebbe essere la riduzione del doppio debito: pubblico ed estero. Il
governo Menem prima di tutto si adopera per una liberalizzazione dei mercati
alla quale seguirà poi la privatizzazione che sintetizzandosi prefigge di
suddividere le imprese per struttura orizzontale, verticale, regionale dell'
industria o del settore.

Inoltre per i diversi settori in via di privatizzazione si impostano diversi
criteri regolativi per esempio tariffe con prezzo massimo per i settori del
gas e dell'elettricità. Per le Ferrovie e le agenzie dell'acqua prezzo
basato su un indice con il quale stabilire il costo del servizio. Piena
libertà della gestione dei prezzi per quanto riguarda la concessione dei
porti. Tutto ciò presupponeva, sulla carta, un maggiore grado di concorrenza
potenziale da verifica in itinere. Javier Caprio sostiene che alla fine
degli anni novanta, il solo aspetto positivo è stato quello fiscale.  .

Infatti lo Stato si è liberato delle imprese che generavano perdite, l'
alienazione di titoli del debito pubblico, maggiori entrate e soprattutto
riduzione del piano di investimenti futuri delle imprese trasferite. Dal
punto di vista degli investimenti, in teoria, lo stato si aspettava di
ottenere maggiori investimenti grazie all'apporto di nuove risorse da parte
dei privati. In realtà ciò non è accaduto perché gran parte dei
neo-proprietari si sono limitati ad investire una quota parte dei profitti.
Inoltre le privatizzazioni hanno attirato investitori stranieri che hanno
riversato sul paese valuta pregiata che ha, a sua volta, apprezzato il
cambio con conseguente riduzione delle esportazioni. Dato lo scarso

effetto della liberalizzazione, il risultato delle privatizzazioni è stato l
'aumento delle tariffe dei servizi. L'indice dei prezzi al consumo è
aumentato del 15% in 10 anni,  le tariffe del gas sono cresciute del 50%, il
pedaggio autostradale del 42% e la telefonia nazionale del 24%. Insomma la
privatizzazione si è abbattuta sui consumatori. Dall'altra parte le imprese
privatizzate hanno reso in dieci anni l'80% degli utili complessivi delle
imprese del paese.



Il PIL complessivo è cresciuto del 20% mentre le imprese privatizzate sono
cresciute dell'85%. Nel 1996 il 20% delle famiglie più povere impiegava
circa il 17,4% del reddito per l'acquisto di servizi essenziali quando nel
1986 rappresentava il 9,1%. Gran parte delle privatizzazioni sono andate a
poche famiglie e solo il 40% delle stesse privatizzazioni sono state
acquistate da imprese o famiglie argentine. Spagna, Stati Uniti e Italia
sono riusciti ad ottenere rispettivamente il 14,8%, il 12% e l'8,8% delle
privatizzazioni. Insomma le privatizzazioni in sé sono neutrali ma è la loro
applicazione che non ha funzionato in Argentina, tanto è vero che oggi il
nuovo governo intende torna alla nazionalizzane di alcune imprese. Inoltre
alcune tra le famiglie più importanti si sono arricchite

e non solo, esse hanno trasferito i guadagni all'estero deteriorando così la
ricchezza del paese. Non resta che concludere con una parte del discorso di
Menem, allora Presidente dell'Argentina, all'assemblea, il 20 di Giugno 1989
quando presentò il piano di privatizzazione:



"Per arrivare alla rivoluzione produttiva, niente di meglio che scatenare
l'incentivo creatore di tutti noi argentini. È arrivato il momento di
impegnare tutte le risorse nazionali per allargare la torta".



"Lo Stato efficace è quello che provvede alla difesa nazionale, alla
sicurezza del suo popolo ed anche alla giustizia sociale. Lo Stato efficace
è quello che termina con la evasione delle tasse".



"Condurrò il risorgimento economico della Nazione oggi abbattuta, con un
nuovo sistema di mercato, il quale sarà popolare e non populista, nazionale
e non nazionalista, sociale e non marxista".



"Questo sistema dovrà funzionare con la massima libertà possibile ma con la
necessaria regolamentazione".



"Voglio più proprietari e meno proletari".



Con Javier ci siamo ripromessi di fare un prossimo incontro nel quale
presentare due studi di caso e che molto probabilmente avverrà dopo l'
estate. La presentazione di Javier Caprio la potrete trovare online sul sito
del circolo tra qualche giorno.



Prossima presentazione di tesi : "Il mercato del lavoro nella Provincia di
Ancona"

di Marco Lilla

Lunedì 5 Giugno - alle ore 18

presso il Circolo Culturale Africa

PS
-------------------------------------------------------------------


Javier Caprio's graduation thesis (Course on Argentinian Economy at Faculty
of Economics Sciences of Litoral National University of Rosario, Argentina)
on Argentinean privatizations is a textbook example of how concrete facts
often do not follow theories. The first nationalisation occurred after the
worldwide 1930s crisis, and was led by the first peronist government, who
led the country underlining social and political equality, as well as having
a "Import-substitution" economic policy.

At the same time the Central Bank appears, as it replaced regional central
banks. Not only does the state regulate public and private firms, but it
also manages them.



From 1966 until 1973 comes a first period of semi-deregulated economy, with
if the highest concentration occurring in 1973, with the state-owned holding
of public firms, a similar entity to the IRI. After the military overthrow
in 1976, economical and political disorder rules the country.

in 1974, there were still 3.8 million blue-collar workers on a total
population of 27 million, whereas in 2001 they are only 1.5, on population
of 38 million. Nationalization and economical policy were defined by a
series of public companies who were not efficient, thus who did not help the
country's growth.

The profits were very low, and tariffs were set up on inefficient criteria.
The situation was further worsened by un-active trade unions, politically
dominated. The public works were suffering from wide-scale discredit on part
of the population, and of an increasing international debts. This is the
context in 1989, when talks of privatization and liberalisation led to
denigration of the state's role in the economy. The Menem-inspired
privatization focuses on having private firms perform state activities and
on eliminating state workers' privileges.



The main principles are subsidiarity, leading private firms to enact public
activities, solidarity and derugulation, but the true objective was the
reduction of the public and foreign debt. The Menem government will first
liberalise the market, before privatizing and horizontally, vertically and
regionally re-organizing firms, depending on their activity. However,
diverse regulation criteria are introduced, such as maximum prices for
electricity and gas. Ports are totally liberalized, leading to total
freeness to establish

prices, while Railways and water services are based on specific indexes. All
of this was supposed to lead tto a maximum concurrence. Javier Caprio claims
that in the late 90s, the only positive aspect was on the fiscal point of
view.




Actually, the State got rid of firms losing money, counted on increasing
public debt and reduced investments. Regarding this last aspect, the state
was expecting higher private input, which did not happen as most owners only
re-invested a fraction of their profits. In addition, foreign investments
led to a higher change rate, thus having a negative effect on exportations.
Given the few effects of the liberalization, privatization led to increased
service tariffs, the consumption tariff index rising 15 % in 10 years, gas
50 %, highway tolls 42 % and telephone tariffs 24 %. Privatization struck
consumers. On the other hand, privatized firms realized 80 % of the total
profits in the country.




The GDP rose by 20 %, while privatized firms grew by 85 %. In 1996, 20 % of
the poorest families were using 17,4 % of their income for essential
services, a sharp rise from the 9,1 % doing so in 1986. Mostly, the
privatizations benefited to few families, and only 40 % of them actually
benefited Argentineans, whereas Spanish (14,8 %), the US (12 %) and Italy
(8,8%) had substantial returns on the operation.



Therefore, privatization in itself is neutral, whereas it is its application
in Argentina that was not well managed, to the point that the current
government is considering a series of nationalizations. Argentineans were
the ones that paid the price of these policies, with more expensive but less
efficient services. On the other hand rich families only got richer, and
worse sent their profits overseas, further destroying the local economy.

We conclude with some words President Menem Speech's in which in 1989 he
presented at the parliament his national deregulation programme



"To succeed productive revolution, nothing better than liberating the
creativity of all us Argentineans. the moment has come to involve all the
national resources to have a bigger cake."



"The efficient state is the state that provides national defence, security
of its people and social justice. The efficient state is the one that stops
tax evasion"



"I will lead the economical resurgence of the now-down Nation, why a new
market system, which will be popular instead of populist, national instead
of nationalistic, social instead of Marxist"



"This system will have to work with the maximum possible liberty, and with
the minimum regulation needed."



"I want more owners and less proletarians"



We decided to organize a couple of case studies after the summer with
Javier, but in the meanwhile his presentation will soon be found on the
Circolo's website.



The next thesis presentation will be on the "Labour market in the Ancona
Province"

by Marco Lilla at 6 Pm on Monday the 5th of June

at the Circolo Culturale Africa.



OG

*************************************************************
10. PREMIO GIORNALISTICO EURO-MED PER LA DIVERSITÀ CULTURALE
*************************************************************
Il premio è aperto a giovani giornalisti tra i 25 e i 35 anni della carta
stampata o Internet di uno dei 35 paesi euro-mediterranei. I candidati
devono presentare un articolo o una serie di articoli che siano stati
pubblicati in uno dei 35 paesi euro-mediterranei tra il 1º giugno 2005 e il
1º giugno 2006. Gli articoli ammissibili devono contribuire al dialogo
culturale.
I vincitori, due per l'Europa e due per il Mediterraneo, saranno invitati ad
un viaggio organizzato per quattro paesi, al fine di approfondire e scrivere
dei resoconti su tematiche legate al dialogo e la diversità culturale. Gli
articoli dei vincitori verranno anche pubblicati in un opuscolo.
Il concorso internazionale è organizzato dalla Fondazione Euro-Meditarranea
Anna Lindh per il Dialogo tra le Culture e la Federazione Internazionale dei
Giornalisti(IFJ).
La scadenza per la presentazione degli articoli è il 20 giugno 2006. Il
premio verrà assegnato il 10 settembre 2006.
Per informazioni dettagliate: http://www.euromedalex.org/Prize/index.html

CA
-----------------------------------------------------------
The prize is open to young journalists between 25 and 35 who work for print
or online media in one of the 35 Euro-Mediterranean countries. Applicants
must submit one article or a series of articles that have been published in
one of the 35 Euro-Mediterranean countries between 1st of June 2005 and 1st
of June 2006. Eligible articles should contribute to cultural dialogue.
Award winners, two selected from Europe and two from the Mediterranean, will
be invited on a guided tour of four countries to explore and report on
issues of cultural dialogue and diversity. They will also have their
prize-winning articles published in a booklet.
The deadline for submitting articles is 20 June 2006.
The Prize will be given on 10 September 2006.
Detailed information on the Euro-Med Journalist Prize for Cultural Diversity
can be found at:
http://www.euromedalex.org/Prize/index.html

CA
**********************************************************

Il numero 11 di questa newsletter è stato spedito a 10.950 indirizzi, per
segnalazioni e suggerimenti scrivete a segreteria at circoloafrica.org.

Il prossimo numero uscirà:
il 13 giugno 2006.

---------------------------------------------------------------------
The number 11 of this newsletter has been sent to 10.950 addresses.

For suggestions please contact:

Circolo Culturale Africa
via San Spiridione, 5/a
60100 Ancona
Italia
Tel. +39/071/2072585
Web site: www.circoloafrica.org


****************************************************************************

Nel rispetto della Legge 675/96 sulla privacy, a tutela di persone e altri
soggetti rispetto al trattamento di dati personali, questo indirizzo e-mail
proviene da richieste di informazioni o da elenchi (newsgroup). Per
cancellarsi è sufficiente inviare un'e-mail a: segreteria at circoloafrica.org
con la richiesta CANCELLAMI.

If you do not want to receive any more our newsletter please send an email
requesting DELETE ME.

*************************************************************************