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autonomia: un giochino da re
- Subject: autonomia: un giochino da re
- From: "ANSPS" <ansps at libero.it>
- Date: Thu, 30 Mar 2006 13:58:41 +0200
ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI SOLIDARIETÀ CON IL POPOLO SAHRAWI Comunicato AUTONOMIA: UN GIOCHINO DA RE Roma, 27 marzo 2006 Il re del Marocco Mohammed VI è ritornato a proporre l'«autonomia» per il Sahara Occidentale. Non è la prima volta che avanza questa proposta, e che gioca con le parole. Lo ha fatto sabato 25 marzo a conclusione di una visita nei territori occupati del Sahara Occidentale, durante la quale i sahrawi hanno manifestato ancora una volta la loro contrarietà all'occupazione, malgrado la consueta durissima repressione. Il re conferma l'intenzione di non voler cedere un solo granello di sabbia del Sahara Occidentale, facendo finta di dimenticare che la monarchia ha concluso 30 anni fa un accordo con la Mauritania per la spartizione dell'ex colonia spagnola. Per il re quello delle "province meridionali" è, con ogni evidenza, un territorio "sacro" a geometria variabile. Mohammed VI promette di presentare per la prossima riunione del Consiglio di Sicurezza, che dovrà discutere fra l'altro della proroga della missione dei caschi blu (Minurso), un piano di "autonomia". Lo fa dopo anni di immobilismo, a parte la repressione nei confronti dei sahrawi. Di questa autonomia non si conoscono molti dettagli ma di ciò che si sa finora basta e avanza. In primo luogo il re conferma il rifiuto del referendum di autodeterminazione, è la sua posizione fin dal 28 settembre 2000 a Berlino quando rigetta l'accordo col Fronte Polisario del 1988 e il Piano di Pace formulato dall'Onu e arrivato ormai in dirittura d'arrivo con l'identificazione degli aventi diritto al voto. Poiché da sempre l'Onu riconosce ai sahrawi il diritto all'autodeterminazione, vale a dire di pronunciarsi sul proprio futuro, ecco che Mohammed VI escogita la consultazione dei partiti politici marocchini, che come è noto hanno diritto di esistenza e di parola alla sola condizione di non mettere in discussione le tre verità assolute del regno: il re, l'islam e le "province meridionali". In un eccesso di democrazia, il re propone di consultare se stesso, ovvero di sentire il parere del Consiglio consultivo per gli Affari Sahariani, da lui stesso nominato. Concluso il gran consulto avremo quindi un bel "piano di autonomia", dove i sahrawi non devono metter lingua. Il ragionamento del re del resto non fa una grinza: la comunità internazionale vuole una "soluzione politica", ecco quindi la proposta del re. Di che cos'altro si vuole rimproverarlo adesso? Nulla poverino, si è solo dimenticato di un paio di piccoli particolari. Le Nazioni Unite hanno sempre reiterato il diritto all'autodeterminazione del Sahara Occidentale, a partire dalla sentenza della Corte internazionale dell'Aia che il 15 ottobre 1975 ha rigettato come infondate le pretese storiche del Marocco, e della Mauritania, e ha stabilito che la colonia spagnola è un territorio da decolonizzare. L'unica "soluzione politica" è quindi quella di trovare gli strumenti concreti per arrivare all'autodeterminazione, quella vera, non per girarle attorno. Un piano di pace, con un periodo di autonomia, è stato presentato dall'Onu nel 2003, accettato dal Polisario e rifiutato dal Marocco. Prevede che, alla fine di cinque anni di autonomia, la popolazione del Sahara Occidentale, 84.000 sahrawi e circa 200.000 coloni marocchini possano votare, con precise garanzie internazionali, per scegliere tra l'indipendenza, l'autonomia o l'integrazione pura e semplice nel Marocco. Alcune associazioni democratiche marocchine spiegano il rifiuto incomprensibile di Mohammed VI con il suo terrore di vedere i marocchini poter votare per la prima volta nella storia del regno in modo del tutto libero, e pertanto poter scegliere di costituire insieme ai sahrawi uno Stato democratico. Si capisce ora perché gli appelli al "dialogo" da parte del re sono pura diversione. Il piatto della monarchia è, ancora una volta, vuoto. Sono invece ancora piene le carceri marocchine dei maggiori attivisti sahrawi, malgrado la liberazione di alcuni di loro. Mancano ancora all'appello oltre 500 scomparsi e 150 prigionieri di guerra di cui il Marocco rifiuta di dare notizie. Luciano Ardesi Presidente dell'ANSPS ANSPS Associazione Nazionale di solidarietà con il popolo Sahrawi Via Ostiense, 152 00154 Roma t/f 06-5780639 ansps at libero.it
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