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Newsletter Anno 4, n. 1 - 27 dicembre 2005
- Subject: Newsletter Anno 4, n. 1 - 27 dicembre 2005
- From: "Circolo Culturale Africa" <segreteria at circoloafrica.org>
- Date: Thu, 29 Dec 2005 16:34:21 +0100
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NEWSLETTER DEL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE E RICERCA PER LA CITTADINANZA ATTIVA Anno 4, n. 1 - 27 dicembre 2005 A cura di Gabriele Sospiro Con la collaborazione di: Olivier Gbezera (OG) Paolo Sospiro (PS) ************************************************************* INDICE 1. QUARTO ANNO INSIEME ALLA NOSTRA NEWSLETTER 2. CAPODANNO MULTIETNICO AL CIRCOLO AFRICA 3. FORUM SOCIALE MONDIALE A BAMAKO (MALI) 4. LE PEN O SARKOZY? 5. UN ANNO DI ELEZIONI PRESIDENZIALI IN AFRICA ************************************************************* ********************************************** 1. QUARTO ANNO INSIEME ALLA NOSTRA NEWSLETTER ********************************************** Con questo numero della newsletter entriamo dritti dritti nel nostro quarto anno di attività. Da tre anni ormai con cadenza (quasi) regolare vi segnaliamo e raccontiamo le tante grandi e piccole cose che succedono in giro, con maggiore attenzione all'Africa ma anche al mondo dell'immigrazione, del volontariato e della cooperazione internazionale. Nel tempo ci siamo avvalsi di molte persone che ci hanno aiutato - e continuano a tuttora - a scrivere le nostre dieci piccole notizie. Oggi vogliamo ringraziare in particolare Zuki, Vera, Piotr, Gokay, Anna, Olivier, i nostri giovani volontari europei che si sono avvicendati con passione in questo compito. Ovviamente non ci stancheremo mai di chiedervi di darci una mano ogni tanto segnalandoci appuntamenti, punti di vista differenti o semplicemente facendoci sapere che cosa ne pensate di questo piccolo esperimento. ******************************************* 2. CAPODANNO MULTIETNICO AL CIRCOLO AFRICA ******************************************* Mancano ormai poche ore per salutare il vecchio anno e aspettare con fiducia il 2006. Noi lo saluteremo con un cenone multietnico presso il nostro Circolo. Come dicevamo nelle scorse newsletter avrete l'opportunità di assaggiare dei piatti che forse conoscete poco o non conoscete affatto. Oppure vorrete solamente tornare a gustarli nuovamente dopo molto tempo. Per informazioni e prenotazioni: tel. 071-2072585 Email: segreteria at circoloafrica.org ****************************************** 3. FORUM SOCIALE MONDIALE A BAMAKO (MALI) ****************************************** Vi abbiamo già segnalato proprio di recente questo importante appuntamento che avrà luogo a Bamako in Mali a partire dal 19 al 23 gennaio. Fervono i preparativi! Una piccola delegazione del nostro circolo partirà il 16 gennaio. Se siete interessati ad unirvi a noi vi chiediamo di scriverci una email il più rapidamente possibile con intestazione FORUM DI BAMAKO al seguente indirizzo: segreteria at circoloafrica.org ********************* 4. LE PEN O SARKOZY? ********************* Act up Paris, un'associazione di lotta contro l'AIDS ma anche contro tutte le forme di discriminazione, ha tolto dal suo sito web (www.actupparis.org) la versione stampabile del volantino che ha causato la polemica questo mese in Francia. Il volantino rappresentava Nicolas Sarkozy con il messaggio elettorale seguente : Votate Le PEN (ossia il leader dell'estrema-destra). Act up intendeva così reagire alla politica repressiva del ministro dell'Interno e alla stigmatizzazione degli stranieri, malati e sieropositivi, ma anche contro il suo progetto di rendere più difficile l'ingresso in Francia per gli stranieri malati. Il ministro ha risposto all'iniziativa accusando l'associazione di utilizzare l'amalgama e l'estremismo, appunto le armi dell'estrema-destra. Il volantino è stato tolto non sotto la pressione da parte del governo, ma sotto quella dell'avvocato del fotografo la cui fotografia è stata utilizzata, senza il suo permesso. Un sondaggio sul sito web di Le Monde (a cui circa 5500 persone hanno risposto) mostra che circa la metà del campione pensa che il paragone fra Sarkozy e il leader dell'estrema-destra è "un amalgama scioccante", mentre poco meno della meta stima che "non è un paragone così scioccante vista la posizione attuale di Nicolas Sarkozy". -------------------------------------------------------------------- Act up Paris, an association fighting against AIDS and all forms of discriminations, has decided to take off of its web site (www.actupparis.org) the printable version of the poster that created controversy this past month. The poster showed Nicolas Sarkozy with the following electoral message : Vote Le PEN (leader of the far-right). Act up wanted to react to the repressive politic of the Interior Minister e to the stigmatization of foreigners, sick and HIV-positive people, as well as to his project of making it harder for sick foreigners to enter in France. The minister accused the association of using exactly the same means as the far-right, such as amalgam and extremism. The poster was taken off not because of governmental pressure, but because of a possible justice action by the photographer whose work was used, without consent. A poll on Le Monde's website (in which about 5500 persons participated) shows that about the half think that the comparison between Sarkozy and the far-right leader is a "shocking amalgam", whereas a little less than the half consider it "not so shocking a comparison, given Sarkozy's actual positions". OG ********************************************************** ************************************************ 5. UN ANNO DI ELEZIONI PRESIDENZIALI IN AFRICA ************************************************ In occasione della fine dell'anno, vi proponiamo un breve colpo d'occhio sulle elezioni presidenziali in Africa che sono state trattate dal nostro Centro, per avere un po' in mente l'evoluzione in corso nel continente. In Liberia ci sono state le elezioni le più mediatiche, con la presenza dell'ex-calciatore George Weah, considerato come il favorito vista la sua popolarità e il suo impegno durante le guerre civili che hanno colpito il Paese negli ultimi anni. Di più, queste elezioni rappresentavano l'uscita del processo di pace e di democratizzazione del Paese, e hanno quindi mobilitato le grandi organizzazioni internazionali. Al termine delle elezioni, libere e senza frodi, l'avversario principale di Weah, Ellen Jonhson Sirleaf è stata eletta con quasi il 60 % dei voti. Ex-funzionaria internazionale e personalità del mondo politico, la sua elezione può essere considerata come un segno di maturità politica da parte dei Liberiani, che sono andati oltre l'emozione e il carisma di Weah per scegliere la persona probabilmente più adatta per gestire un Paese da ricostruire come la Liberia. Inoltre, è diventata la prima donna capo di stato in Africa, un altro segno positivo di evoluzione delle mentalità. Un altro Paese che ha dato dei segnali positivi è la Repubblica Centro-Africana, in cui le elezioni erano anche la fine del processo di transizione, dopo una decina d'anni di colpi di stato e di vari ammutinamenti. Il presidente attuale, François Bozizé (con il 65 %) è stato confermato con una partecipazione altissima, nonostante le presunzioni di frodi, un segno della volontà dei centro-africani di esprimersi e partecipare alla ricostruzione del Paese. Importante è stato il risultato di Martin Ziguelé, uno dei pochi "nuovi" in politica nel Paese, che malgrado il fatto di essere stato uno dei collaboratori più vicini dell'ex-presidente Ange-Felix Patassé (rovesciato dallo stesso Bozizé, oggi in esilio) è arrivato in seconda posizione. E che, in un atteggiamento democratico nuovo nel Paese, si è congratulato il vincitore con queste parole : "la vittoria di François Bozizé è l'espressione totale della volontà dei Centro-Africani. Ne sono fiero perché siamo tutti figli del Paese". Nessun accusa di frodi è stata fatta. Purtroppo, non tutte le elezioni hanno dato segni positivi. In Etiopia, i problemi sono venuti dopo le elezioni, considerate relativamente libere, dopo che l'opposizione ha rifiutato i risultati. È poi scesa per strada, dove il potere ha usato la violenza per fermare il movimento democratico di protesta. Inoltre, tantissimi giovani sono stati fermati, semplicemente sotto il sospetto di aver sostenuto l'opposizione. La situazione è rimasta confusa a lungo, senza informazioni sul numero di persone fermate nemmeno sul luogo di detenzione. Circa 2000 persone sarebbero state fermate, secondo dati di fonte ufficiale mentre i gruppi di difesa dei diritti umani parlano di almeno 13000 giovani. 42 persone sono morte durante le violenze. Nel Gabon, la situazione è stata abbastanza negativa, anche se meno violenta. Lì, il problema non sono state le irregolarità, ma piuttosto le opportunità vere dell'opposizione di esprimersi e di crescere in importanza, in un Paese dominato da Omar Bongo. Presidente da 38 anni, egli dispone di tutto lo stato per fare la sua campagna, e l'alternativa politica è un concetto ancora sconosciuto nel Gabon, che sembra aspettare il "dopo Omar Bongo" per provare la vera democrazia. Gli elettori non si sono illusi: il tasso di partecipazione è stato di appena 40 %. In fine, la morte del presidente Gnassingbé Eyadéma nel Togo ha provocato una crisi importante, dove l'esercito portando al potere il figliola violato la Costituzione del Paese. Sembrava che il Paese stesse andando verso un colpo di stato istituzionale, dopo quasi 40 anni di dittatura. Pero è arrivato un segno positivo, nel senso che l'Unione Africana e la CEDEAO (Communité Economique des Etats de l'Afrique de l'Ouest, Comunità Economica degli stati dell'Africa Occidentale) sono riusciti ad imporre una transizione di due mesi, con un presidente ad interim. Purtroppo, gli stessi attori pan-africani non sono stati in grado di garantire la sicurezza dei togolesi, una transizione pacifica e la regolarità delle elezioni. Circa 20000 persone sono fuggite dal Paese, circa 400 persone sono morte, e il figlio dell'ex-dittatore, Faure Gnassingbé è stato eletto con numerose accuse di broglio. Anche se questa crisi ha avuto un esito negativo, possiamo vedere nell'intervento degli organismi sopranazionali africani un passo avanti e un segno di speranza per un'Africa in cui ciascun Paese dovrà rendere conto agli altri. Evidentemente, ci sono tante altre notizie importante, positive o negative, che non abbiamo potuto coprire. Si potrebbero individuare la scelta di un primo ministro in Costa-d'Avorio, primo passo verso la stabilizzazione politica, i tentativi d'attentato contro i presidenti della Guinea e della Somalia, o ancora la situazione nel Darfur, con conseguenze importanti nel Ciad confinante. Questo modesto colpo d'occhio ci fa già capire qualche punto sulla situazione in Africa. Ci sono dei punti positivi, dei passi avanti verso la democrazia e un maggior coinvolgimento delle organizzazioni sovranazionali e di qualche potenze regionali (Nigeria, Africa del Sud, etc.) Come tuttavia ci ricordano le altre notizie negative dall'Etiopia o dal Togo, la strada è ancora lunga, pero almeno è iniziata. -------------------------------------------------------------------- As the end of the year is approaching, we took this opportunity to present a brief overview of the presidential elections that we covered, to have an idea of what has been going on in the continent. Liberia had probably the most high-profile elections, with the presence of ex-soccer superstar George Weah, who was viewed as the favorite due to his popularity and his commitment during the civil war that hit the country. Moreover these elections represented the end of the peace process in the war-torn country. Therefore, the country was the focus of international organizations, trying to end the transition process on a high note. The elections, recognized as free and without frauds, saw the victory of Weah's main adversary, Ellen Jonhson Sirleaf, elected with almost 60 % of the votes. Known for her work as a high-ranking functionary in international organizations, her victory can be seen as a sign of political maturity, Liberians probably choosing the aptest person for the difficult task ahead instead of following the charismatic Weah. Moreover, she became the first woman head of state in Africa, another positive sign of the continent's evolution. Another country that brought us positive signs is the Central African Republic, where the elections were also the end of the transition from 10 years of mutinies and government overthrowing towards democracy. The current president, François Bozizé, was confirmed in office, with about 65 % of the votes. Participation was high, regardless of fraud suspicions, a strong sign of the central-Africans' will to voice their opinion to reconstruct the country. The second place of Martin Ziguélé is also important, as he is one of the few "new" politicians, and that he was able to obtain such a result despite having been one of the closest collaborators of former president Ange-Félix Patassé (overthrown by Bozizè, still in exile). In a democratic stance quite new for the country, he had these words to congratulate the winner : "François Bozizé's victory is the full expression of the Central-Africans. I'm proud of it because we all are sons of this country". No frauds accusations were filed. Unfortunately, not all the elections that we covered had such a positive issue. In Ethiopia, problems arose after the opposition refused the official results, that gave the current government the victory. Marches of protests were organized, only to be brutally repressed by the authorities. Thousands of young people were jailed, under the suspicion of supporting the opposition. The situation remained confused for weeks, with no information on the number of persons detained. Official sources state that about 2000 people have been detained due to these protests, even though human rights groups estimate that 13000 persons are missing. 42 were killed during the marches. In Gabon, albeit being non violent, the situation isn't that much better. The problem there wasn't the regularity of the elections, but the fact that the opposition has no room to operate and to become a credible alternative. Omar Bongo, in power for 38 years, has the country under his control, and used all the state's apparatus for his campaign, giving him an unfair advantage. Political change is yet to be tried in Gabon, where the population seems to be waiting for the post-Bongo era. Participation was low (40 %), a sign that the Gabonese don't expect much to change with these elections. Finally, the death of president Gnassingbé Eyadéma in Togo provoked an important crisis, the military empowering his son, in disrespect of the country's Constitution. The country seemed headed towards an institutional overthrow, after a 40 year dictatorship. Fortunately, the African Union and the CEDEAO (Communité Economique des Etats de l'Afrique de l'Ouest, Economic Community of West African Countries) were able to impose a two month transition, with an interim president. On the other hand, those organisms were unable to guarantee security, the peacefulness of the transition and the regularity of the elections. About 20000 fled the country, about 400 died, and the son of the fomer dictator, Faure Gnassingbé, was elected, amongst fraud accusations. Even though the crisis had an negative ending, the fact remains that the intervention of pan-African organizations as a positive sign, and a sign of hope for an Africa in which each country will be held accountable by the others. Obviously, there were many other news, positive and negative, that we weren't able to cover. We could underline the choice of a prime minister in Ivory Coast, first step towards political stability, the attempts to kill Guinea's and Somalia's presidents, or the situation in Darfur, with heavy consequences in neighboring Chad. This quick glimpse shows us some aspects of the current political situation in Africa. There are positive signs, steps towards democracy and a bigger role for pan-African organizations and regional powers (Nigeria, South Africa.). As the negative news out of Ethiopia and Togo reminds us, it's a long road to walk, but its seems that Africa is on its way. OG ********************************************************** Il numero 1 di questa newsletter è stato spedito a 11.389 indirizzi, per segnalazioni e suggerimenti scrivete a segreteria at circoloafrica.org. Il prossimo numero uscirà: il 10 gennaio 2006. --------------------------------------------------------------------- The number 1 of this newsletter has been sent to 11.389 addresses. For suggestions please contact: Circolo Culturale Africa via San Spiridione, 5/a 60100 Ancona Italia Tel. +39/071/2072585 Web site: www.circoloafrica.org ********************************************************************** ****** Nel rispetto della Legge 675/96 sulla privacy, a tutela di persone e altri soggetti rispetto al trattamento di dati personali, questo indirizzo e-mail proviene da richieste di informazioni o da elenchi (newsgroup). Per cancellarsi è sufficiente inviare un'e-mail a: segreteria at circoloafrica.org con la richiesta CANCELLAMI. If you do not want to receive any more our newsletter please send an email requesting DELETE ME. ********************************************************************** ****
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