[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
L'UE sugli sgomberi forzati in Kenya
- Subject: L'UE sugli sgomberi forzati in Kenya
- From: "Barbara Battaglia" <ufficio.stampa at vittorioagnoletto.it>
- Date: Fri, 23 Dec 2005 16:03:50 +0100
Buonasera, vi segnalo un caso che spero possa interessarvi. Negli scorsi mesi, in Kenya, sono stati sgomberati coercitivamente migliaia di abitanti di alcune baraccopoli. Vittorio Agnoletto, europarlamentare della Sinistra unitaria europea, ha presentato a questo proposito un'interrogazione alla Commissione UE. La risposta è arrivata pochi giorni fa, il 20 dicembre: l'Unione europea definisce «inammissibili» gli sgomberi forzati e promette di «ribadire» al governo del Paese africano le normative vigenti che obbligano gli stati «alla restituzione immediata, alla compensazione e/o alla consegna di un alloggio o terreno alternativo adeguati». Di seguito e in allegato i testi dell'interrogazione e della relativa risposta. Saluti solidali e auguri di buone feste, Vittorio Agnoletto cell. 3356356978 Barbara Battaglia, addetta stampa tel. 02 87395155, cell. 3494354984 INTERROGAZIONE SCRITTA E-3972/05 di Vittorio Agnoletto (GUE/NGL) alla Commissione Oggetto: Sgombero forzato in Kenya del "Deep Sea Village" a Nairobi e violenze della polizia kenyota nella discarica di "Dandora" Due gravi fatti di violenza ed ingiustizia hanno colpito nuovamente la città di Nairobi e la vita degli abitanti delle sue baraccopoli. Il 23 settembre 2005, nella baraccopoli di "Deep Sea" (Westlands- Nairobi, Kenya), migliaia di cittadini kenyoti sono stati fatti sloggiare forzosamente da polizia, militari e uomini assoldati per sgomberare la baraccopoli. Il 1° ottobre 2005, nella discarica del Mukuru, tra Dandora e Korogocho (Eastlands – Nairobi, Kenya), un corteo di baraccati, pastori e preti residenti nelle baraccopoli adiacenti alla discarica si è riunito pacificamente per rivendicare i propri diritti alla salute, alla sicurezza e alla casa, ma il corteo è stato attaccato con bottiglie, sassi e altri oggetti contundenti per ben tre volte, causando alcuni feriti. La polizia, che aveva autorizzato la manifestazione e che avrebbe dovuto proteggerla, più volte chiamata non si è presentata. Premesso che per la demolizione di "Deep Sea" il governo del Kenya ha violato il Commento Generale n. 7 del 16 Maggio 1997 del Comitato sui diritti economici, sociali e culturali dell’ONU (di cui il Kenya fa parte) che attribuisce allo Stato “il dovere di astenersi da qualunque sgombero forzato e di garantire che la legge sia applicata verso rappresentanti dello Stato stesso o terze parti che attuano sgomberi forzati”, si vuole sapere: 1. quali sono le valutazioni della Commissione sull'accaduto e quali pressioni intende esercitare sul governo di Nairobi perché venga messa fine alla demolizione di "Deep Sea", soprattutto nel momento in cui non vengono offerte alternative alle popolazioni locali; 2. se esiste un impegno della Commissione nell'ambito della cooperazione UE-Kenya per attivare progetti di costruzione di abitazioni che possano offrire alternative agli abitanti delle baraccopoli di Nairobi, e più in generale del Kenya. E-3972/05IT Risposta data dal sig. Michel a nome della Commissione (20.12.2005) 1. Gli sgomberi effettuati nei paesi in via di sviluppo vanno considerati nel contesto della crescita rapida e disordinata delle città. Le baraccopoli accolgono il 70% della popolazione urbana dell’Africa, ovvero 180 milioni di persone. Secondo i rapporti di UN-Habitat<outbind://25/#_ftn1>[1], due residenti urbani su cinque vivono in condizioni insalubri. Purtroppo in Kenya non sono rari gli sgomberi forzati, come quelli segnalati nell’interrogazione. La Commissione ritiene che, anche se giustificati, gli sgomberi debbano aver luogo solo dopo aver esaminato a fondo il problema in tutte le dimensioni e basandosi sulla partecipazione e consultazione delle persone o dei gruppi colpiti. Gli sgomberi forzati e per giunta violenti sono inammissibili. È necessario infatti garantire un’adeguata risistemazione ed attuare delle misure di accompagnamento, o altrimenti soprassedere agli sgomberi. Nel quadro dell’accordo di Cotonou, l’Unione europea ha avviato con il governo del Kenya un dialogo politico relativo, in particolare, al rispetto dei diritti umani, dei principi democratici, dello Stato di diritto e della governance. In tale contesto, la risoluzione 1993/77 della Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite, del 10 marzo 1993, afferma che la pratica degli sgomberi forzati costituisce una flagrante violazione dei diritti umani, e sollecita i governi alla restituzione immediata, alla compensazione e/o alla consegna di un alloggio o terreno alternativo adeguati. Questo punto sarà ribadito alle autorità keniote. 2. Sebbene quello degli alloggi non sia uno dei settori chiave della cooperazione con il Kenya, la Commissione sostiene il settore sociale e le popolazioni più povere del Kenya attraverso diversi strumenti. - La Comunità europea, assieme ad altri donatori, sostiene attivamente il programma Kensup<outbind://25/#_ftn2>[2], avente una dotazione di 6 milioni di dollari e realizzato da UN-Habitat con il governo del Kenya. Il programma mira all’elaborazione ed attuazione di un programma nazionale di ristrutturazione delle baraccopoli. Tra gli interventi previsti si segnalano: l’elaborazione dei piani strategici, la ristrutturazione degli alloggi, il miglioramento delle infrastrutture materiali e sociali e della gestione dei rifiuti, nonché la creazione di attività generatrici di reddito e la lotta al virus dell’immunodeficienza umana/sindrome da immunodeficienza acquisita (HIV/AIDS). - Gli interventi di bilancio in favore della strategia per la riduzione della povertà (125 milioni di euro) mirano a fornire un aiuto di bilancio al Kenya, rafforzare le capacità del paese a ristabilire la crescita ed assisterlo nelle azioni volte a ridurre la povertà. Una parte di questi aiuti è connessa al miglioramento delle attività realizzate nei settori dell’istruzione e della sanità. - La Commissione finanzia inoltre altre azioni finalizzate direttamente alle popolazioni più povere: programmi di attività comunitarie (20 milioni di euro), che mirano ad aiutare le collettività locali ad assumersi direttamente le responsabilità del proprio sviluppo e a sostenere le iniziative in materia di biodiversità a beneficio delle comunità più vulnerabili; programma di sanità a livello distrettuale (15 milioni di euro), che mira a garantire servizi sanitari qualitativamente migliori, più facilmente accessibili e maggiormente sensibili al fabbisogno delle comunità; linee di bilancio (20 milioni di euro) - esecuzione di progetti da parte di organizzazioni non governative (NGO) ed organizzazioni internazionali, a copertura di interventi in numerosi settori: acqua, sanità, attività generatrici di reddito, ambiente e foreste tropicali, diritti dell’uomo e buona governance. <outbind://25/#_ftnref1>[1] Programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani. <outbind://25/#_ftnref2>[2] Kenya Slum Upgrading Programme, ovvero il programma finalizzato al miglioramento delle condizioni di vita nelle baraccopoli del Kenya.
- Prev by Date: PeaceLink aiuta l'Africa. Aiuta PeaceLink a Natale con un piccolo contributo
- Next by Date: [aa-info] Fw: Ancora sul violento anticomunismo dell'Unione Europea: CP of Greece, Statement of The PB On The Anti-Communist Motion To PACE [Fr., En.]
- Previous by thread: PeaceLink aiuta l'Africa. Aiuta PeaceLink a Natale con un piccolo contributo
- Next by thread: [aa-info] Fw: Ancora sul violento anticomunismo dell'Unione Europea: CP of Greece, Statement of The PB On The Anti-Communist Motion To PACE [Fr., En.]
- Indice: