[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Rapporto di Amnesty International sulla persecuzione religiosa in Eritrea
- Subject: Rapporto di Amnesty International sulla persecuzione religiosa in Eritrea
- From: press at amnesty.it
- Date: Wed, 7 Dec 2005 13:14:04 +0100
# Questa lista per la distribuzione delle informazioni # e' gestita dalla Sezione Italiana di Amnesty International. # Questo messaggio viene elaborato e inviato automaticamente. Si # prega di non rispondere a questo messaggio di e-mail in quanto non # vengono controllate eventuali risposte inviate al relativo indirizzo COMUNICATO STAMPA CS147-2005 RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SULLA PERSECUZIONE RELIGIOSA IN ERITREA 'Non riceverai visite e rimarrai qui a marcire fino a quando non firmerai quel pezzo di carta'. E' la minaccia rivolta da un comandante militare a Helen Berhane, una cantante gospel della chiesa di Rema, detenuta in isolamento totale in un container metallico situato all'interno della base militare di Mai Serwa dal 13 maggio 2004. Helen Berhane e' una delle numerose persone detenute in Eritrea per la loro appartenenza a una fede religiosa non riconosciuta. Negli ultimi tre anni, secondo un rapporto reso pubblico oggi da Amnesty International, la stessa sorte e' capitata ad almeno 26 pastori e sacerdoti, a 1750 membri di chiese evangeliche e a decine di musulmani. Molti di essi sono stati torturati e numerosi luoghi di culto sono stati chiusi dalle autorita'. Il rapporto di Amnesty International riferisce di 44 casi di persecuzione religiosa avvenuti a partire dal 2003 e denuncia un aumento delle violazioni del diritto alla liberta' di religione, di opinione e di coscienza. Il rapporto descrive anche alcuni casi di fedeli di confessioni religiose non riconosciute condannati ad anni di carcere da comitati segreti per la sicurezza, senza alcuna difesa legale e senza possibilita' di ricorso in appello. 'Tutte le persone detenute a causa della loro fede religiosa devono essere rilasciate immediatamente. La situazione e' critica e Amnesty International e' fortemente preoccupata per l'incolumita' di centinaia di detenuti' - ha affermato Amnesty International. I 'dissidenti religiosi' sono abitualmente sottoposti a un metodo di tortura chiamato 'l'elicottero': vengono legati mani e piedi dietro la schiena e tenuti in questa posizione per ore. Molti prigionieri sono in pessime condizioni di salute e non ricevono cure mediche adeguate. 'Le procedure per la registrazione delle confessioni religiose in Eritrea devono essere riviste affinche' non violino il diritto di ogni persona a praticare una fede religiosa. Il governo deve porre fine alla repressione violenta e rispettare il diritto internazionale' - ha aggiunto l'associazione. Il rapporto di Amnesty International denuncia che, nel corso del 2005, il governo ha ulteriormente inasprito la repressione nei confronti delle minoranze religiose. Il giro di vite, lanciato senza alcuna spiegazione nel 2003, fa parte di un generale disprezzo per i diritti umani da parte del governo del presidente Issayas Afewerki, in carica dal 1991, anno dell'indipendenza dell'Eritrea. Nel 2002 il governo aveva improvvisamente ordinato ai gruppi religiosi non registrati di chiudere i loro luoghi di culto e cessare la predicazione fino a quando non fossero stati riconosciuti. In seguito, sono state riconosciute solo quattro fedi: l'ortodossa, la cattolica, la luterana e l'islamica. Da allora, a nessun altro gruppo religioso e' stata accordata la registrazione. Nell'ultimo decennio la persecuzione ha colpito anche i Testimoni di Geova: 22 di essi sono ancora in carcere. FINE DEL COMUNICATO Roma, 7 dicembre 2005 Il rapporto 'Eritrea: persecuzione religiosa' e' disponibile in lingua inglese all'indirizzo http://web.amnesty.org/library/index/engafr640132005 Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it # Le comunicazioni effettuate per mezzo di Internet non sono affidabili e # pertanto Amnesty International non si assume responsabilita' legale per i # contenuti di questa mail e di eventuali allegati. L'attuale infrastruttura # tecnologica non puo' garantire l'autenticita' del mittente ne' dei # contenuti di questa mail. Se Lei ha ricevuto questa mail per errore, e' # pregato di non utilizzare le informazioni in essa riportate e di non # portarle a conoscenza di alcuno. Opinioni, conclusioni e altre # informazioni contenute in questa mail rappresentano punti di vista # personali e non, salvo quando espressamente indicato, quelli di Amnesty # International.
- Prev by Date: I confini della scrittura
- Next by Date: 07/12 Reggio Emilia: MUSICA PER IL POPOLO SAHRAWI
- Previous by thread: I confini della scrittura
- Next by thread: 07/12 Reggio Emilia: MUSICA PER IL POPOLO SAHRAWI
- Indice: