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Re: Nigeria: Amnesty presenta nuove prove di violazioni dei diritti umani nel Delta del Niger
- Subject: Re: Nigeria: Amnesty presenta nuove prove di violazioni dei diritti umani nel Delta del Niger
- From: "renero_free" <renero_free at virgilio.it>
- Date: Thu, 10 Nov 2005 11:35:54 +0100
Bisogna boicottare quelle Nazioni che abusano della forza militare per ottenere vantaggi dalle risorse di quelle Nazioni che hanno solamente il petrolio, ma viene accaparrato da tribù che col ricavato comprano armi. E' un circolo vizioso che andrebbe stroncato, ma le forze in campo da una parte sono alla fame, dall'altra col baratto dell'oro nero, possono comprare tutto. La domanda è " CHE FARE ??? " . Un caro saluto a tutti
LEO.----- Original Message ----- From: <press at amnesty.it>
To: <africa at peacelink.it> Sent: Monday, November 07, 2005 9:14 AMSubject: Nigeria: Amnesty presenta nuove prove di violazioni dei diritti umani nel Delta del Niger
># Questa lista per la distribuzione delle informazioni > # e' gestita dalla Sezione Italiana di Amnesty International. > # Questo messaggio viene elaborato e inviato automaticamente. Si > # prega di non rispondere a questo messaggio di e-mail in quanto non > # vengono controllate eventuali risposte inviate al relativo indirizzo > > COMUNICATO STAMPA > CS130-2005 > > NIGERIA: AMNESTY INTERNATIONAL PRESENTA NUOVE PROVE DI VIOLAZIONI DEI > DIRITTI UMANI NELLA REGIONE PETROLIFERA DEL DELTA DEL NIGER > > 'E' come il paradiso e l'inferno. Loro hanno tutto, noi niente. Se > protestiamo, ci mandano i soldatiS' > (Eghare W. O. Ojhogar, capo della comunita' Ugborodo) > > 'Mi hanno detto di inginocchiarmi sulla sabbia insieme agli altri capi, > con le mani legate dietro la schiena. Poi i soldati hanno iniziato a > picchiarci con i frustini e ci hanno fatto mangiare la sabbia.' > (Cadbury George Omieh, Igno XXI, Re di Odioma) > > Dieci anni dopo l'esecuzione dello scrittore e attivista per i diritti > umani Ken Saro- Wiwa e di otto suoi compagni, nuove prove raccolte da> Amnesty International mostrano come gli abitanti della regione petrolifera
> del Delta del Niger continuino a rischiare la morte e la fame per colpa > delle forze di sicurezza nigeriane. > > Secondo un rapporto reso pubblico oggi da Amnesty International, le > poverissime comunita' che protestano contro le compagnie petrolifere o > sono sospettate di sabotare le attivita' estrattive vanno incontro a > punizioni collettive. > > 'E' un insulto alla memoria di Ken Saro-Wiwa e dei suoi compagni che i> responsabili di uccisioni, pestaggi e stupri siano ancora al riparo dalla
> giustizia. Le campagne degli attivisti per i diritti economici e sociali> restano piu' che mai attuali, dato che il 70% della popolazione del Delta
> del Niger vive nella piu' assoluta poverta', nonostante il boom delle > rendite petrolifere' - ha dichiarato Stefano Meoni, responsabile delle > campagne sull'Africa occidentale della Sezione Italiana di Amnesty > International. > > Basato su una recente missione di Amnesty International nel Delta del> Niger, il rapporto 'Rivendicare diritti e risorse: ingiustizia, petrolio e
> violenza in Nigeria' dedica particolare attenzione alle violazioni dei > diritti umani commesse quest'anno al terminal di Escravos e nella > comunita' di Odiosa, sulla costa del Delta del Niger. > > Il 4 febbraio i soldati della Task force congiunta hanno aperto il fuoco > contro un gruppo di persone della comunita' Ugborodo che stavano > manifestando di fronte al terminal di Escravos, di proprieta' della> Chevron Nigeria. Un uomo e' morto e altre 30 persone sono rimaste ferite,
> alcune in modo grave. Ci sono volute diverse ore per portare i feriti in > ospedale, a bordo di un battello. Ne' il governo, ne' Chevron Nigeria> hanno fornito assistenza medica o logistica adeguata e non e' stata aperta
> alcuna inchiesta sull'accaduto. >> Il 19 febbraio, almeno 17 persone sono state uccise e due donne sarebbero > state stuprate nel corso di un raid della Task force congiunta all'interno
> della comunita' Ijaw di Odioma. L'operazione era stata ufficialmente> lanciata per arrestare un gruppo di vigilantes armati, ma gli arresti non > hanno avuto luogo mentre circa l'80 per cento delle abitazioni sono state > distrutte. Il mese prima, Shell Nigeria aveva rinunciato a un progetto di
> prospezione nell'area, pare venendo incontro a una richiesta dei giovani> di Odioma e rendendosi conto che esisteva una contesa sui terreni oggetto
> della prospezione. Sui fatti di febbraio non e' stata aperta alcuna > inchiesta e oggi Odioma e' pressoche' disabitata. > > Amnesty International chiede al governo federale nigeriano di condurre > inchieste complete e indipendenti sulle denunce di uccisioni, ferimenti, > stupri e distruzione di proprieta' ad opera delle forze di sicurezza. I > risultati delle inchieste dovranno essere resi pubblici e i responsabili > delle violazioni dei diritti umani portati di fronte alla giustizia. > > L'organizzazione chiede inoltre che la Chevron commissioni un'indagine> indipendente e imparziale sul ruolo avuto dalla compagnia nel corso degli
> incidenti del 4 febbraio al terminal di Escravos, e che la Shell indaghi> sulle denunce riguardanti un accordo di sicurezza tra un subappaltatore di
> Shell Nigeria e un gruppo criminale di Odioma. > > FINE DEL COMUNICATO > Roma, 3 novembre 2005 > > Il rapporto 'Rivendicare diritti e risorse: ingiustizia, petrolio e > violenza in Nigeria' e' disponibile in lingua inglese all'indirizzo > http://www.amnesty.org e in sintesi in lingua italiana su > www.amnesty.it/pressroom/documenti/Nigeria > > Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: > Amnesty International Italia - Ufficio stampa > Tel. 06 4490224 - cell. 348-6976920, e-mail: press at amnesty.it > > >> # Le comunicazioni effettuate per mezzo di Internet non sono affidabili e > # pertanto Amnesty International non si assume responsabilita' legale per i > # contenuti di questa mail e di eventuali allegati. L'attuale infrastruttura
> # tecnologica non puo' garantire l'autenticita' del mittente ne' dei> # contenuti di questa mail. Se Lei ha ricevuto questa mail per errore, e'
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