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Lettera aperta al Presidente del Rwanda
- Subject: Lettera aperta al Presidente del Rwanda
- From: <info at chiamafrica.it>
- Date: Mon, 20 Jun 2005 10:42:28 +0200
<http://www.chiamafrica.it> APPELLI LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL RWANDA PAUL KAGAME Bukavu / R.D.C, 08 giugno 2005 A Sua Eccellenza Paul KAGAME Presidente della Repubblica Ruandese, Presidenza della Repubblica Kigali – Ruanda Oggetto: Presentazione del Rapporto "Allarme Ruanda". Lettera aperta. Signor Presidente, Abbiamo l'insigne onore di presentare a Lei, e nello stesso momento anche alla Comunità internazionale, questo modesto rapporto sulla situazione di una grande parte della popolazione del suo paese. Non essendo legati da qualche legame giuridico al suo paese e non l'avendo mai abitato , ma avendo vissuto questi dieci ultimi anni osservando ed ascoltando tutto ciò che avviene nel quotidiano della vita in Ruanda, solamente le molteplici ragioni che seguono hanno potuto motivarci a scrivere "<http://www.chiamafrica.it/documenti/destra/Allarme%20Rwanda.doc>Allarme Ruanda" Dapprima, un dovere di solidarietà umana ci obbliga ad accogliere e fare nostre le sofferenze dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, al di là di ogni frontiera. Poi, questi anni di guerra ci hanno mostrato una volta di più come le storie dei paesi della Sotto-regione dei Grandi Laghi sono legate nel bene come nel male. Certo, numerosi congolesi non sono innocenti rispetto a questi anni di guerra, ma consideriamo che, obiettivamente, la maggior parte di responsabilità di distruzioni e dei milioni di morti di questi anni ricada sulle autorità ruandesi e su quelle dei poteri internazionali, che hanno sia suggerito, sostenuto, o in ogni caso, coperto un progetto di espansionismo tanto disumano che omicida. Ora che ci troviamo o che dovremmo trovarci alla vigilia del ritorno di migliaia di cittadini ruandesi sopravvissuti, nel male come nel bene, agli avvenimenti di questi ultimi dieci anni, il popolo congolese desidera vivamente il loro ritorno, lo augura e lo vuole pacifico e calmo, proprio per i danni che ha subito, da parte loro, durante questi lunghi anni. Tuttavia, la situazione attuale nel suo paese, in questi ultimi mesi, sembra rendere più ipotetico che mai questo ritorno, il primo segno essendo la fuga di migliaia di Hutu verso il vicino Burundi ed altrove. Al di là delle sue parole, secondo cui siete pronti ad aprir loro la porta, sono questi fatti, combinati al clima di paura che regna nel paese e alla mancanza di garanzie, che scoraggiano i vostri compatrioti a ritornare in patria. Questo stato di cose è di nuovo rivelatore di tristi prospettive di destabilizzazione e di sofferenze per la popolazione congolese, perché, se questi Hutu sono rimpatriati con la forza, saranno ancora le popolazioni congolesi a farne le spese. In verità, malgrado tutte le sofferenze che la presenza dei suoi concittadini hanno imposto al popolo congolese, i nostri cuori sono pieni di dolore, all'idea che queste persone ritornino in un paese che pure essendo il loro, prepara loro solamente miserie, giudizi iniqui e, perché no? anche la morte. Altri suoi concittadini che vivono da noi continuano a lacerare i nostri cuori: essi hanno appena fatto numerose vittime fra la povera gente che non ha commesso alcun torto se non quello di abitare vicino al territorio che essi hanno scelto come loro feudo. Questi gruppi che sono chiamati Rasta, ai quali si uniscono dei banditi congolesi, hanno un comportamento che contrasta con quello del gruppo che si dice delle FDLR. Il loro comportamento omicida, la loro brutalità e le loro atrocità ci ricordano i tristi episodi di quelle guerre abominevoli che le sue truppe ci hanno imposto. Hanno anche un'alimentazione particolare che si giustificherebbe molto difficilmente attraverso i saccheggi dei poveri villaggi dei dintorni. Così, i nostri dubbi hanno trovato delle risposte sulle modalità e la finalità del loro invio, da parte sua, in RDCongo. Anche di costoro, noi desideriamo la partenza incondizionata e immediata dal nostro territorio. Per chi arriva per la prima volta in Ruanda, le impressioni sono molto ingannatrici sulla sicurezza ritrovata, l'ordine, la coabitazione tra le etnie ed un certo progresso economico e sociale. Tale non è invece il parere di ogni persona arrivata in Ruanda più volte, o che vi ha soggiornato molto tempo o che si è interessata, come noi, dell'infelice sorte del suo popolo: tutto è solamente un sapiente trucco, apparenza ed ipocrisia! Signor Presidente, chiedere che si apra un vero dialogo inter ruandese, afferrando l'opportunità del ritorno dei suoi concittadini nel loro paese, non è, da parte nostra, un'ingerenza negli affari del Ruanda, ben lontano da ciò: ciò che lo comanda imperativamente è l'urgenza della pace nella Sotto Regione. Inoltre, anche l'ideale di giustizia rispetto a tutti i tragici avvenimenti, che segneranno per sempre la storia dei nostri paesi, dovrebbe plasmare i comportamenti degli uni e degli altri. A Lei stesso si offre, infine, la possibilità di scrivere delle pagine nuove di una storia più umana, prima che sopraggiunga la collera del Giudice supremo che ama infinitamente i Suoi figli e verso cui si alza il grido del sangue di tanti uomini e tante donne. Nella speranza che questa lettera attirerà la sua attenzione, vi preghiamo di accettare, Signor Presidente, i nostri saluti rispettosi. Idesbald BYABUZE Katabaruka Vicky CIHARHULA Teresina CAFFI LEGGI "<http://www.chiamafrica.it/documenti/destra/Allarme%20Rwanda.doc>Allarme Ruanda", nella sezione CONGO ATTUALITA' su <http://www.chiamafrica.it>www.chiamafrica.it ------------------------------------------------------------------------------- <http://www.chiamafrica.it>Chiama l'Africa Via Francesco del Furia 18 - 00135 Roma - tel 329/5713452 - fax: 06/30995252 Per non ricevere più questa mail scrivi a <mailto:info at chiamafrica.it>info at chiamafrica.it oppure vai direttamente al <http://www.cipsi.it/africa/mailing.asp>sito Allo stesso recapito <mailto:info at chiamafrica.it>Email puoi segnalare notizie, iniziative o appuntamenti
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