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lettera aperta al Papa
- Subject: lettera aperta al Papa
- From: "Redazione Nigrizia" <redazione at nigrizia.it>
- Date: Tue, 31 May 2005 09:48:19 +0200
Certa di cortese attenzione, porgo cordiali saluti Redazione Nigrizia Elisa Meneghello CHIESE&MISSIONE L'Africa guarda a Benedetto XVI, 1 / Aspettative e sfide Pastore anche nostro È bastato che s'affacciasse al balcone perché l'Africa e la sua chiesa l'amassero. Ora aspettano di vederlo di persona. Tante le attese. «Che desideri conoscerci, riconoscere le ricchezze - anche ecclesiali - presenti nel continente, e faciliti un giusto connubio tra valori tradizionali africani e messaggio evangelico». Menghesteab Tesfamariam * Molti m'hanno chiesto: «Cosa t'aspetti dal nuovo Papa?». Altri vescovi africani si sono sentiti porre la stessa domanda. Credo ci sia bastato vederlo alla finestra che dà sulla piazza di San Pietro per avere delle aspettative e porci interrogativi. Mi limito a citarne tre, che considero significativi e di particolare urgenza. Innanzitutto, m'aspettavo un Papa pronto a inserire nel proprio programma «il compito inaudito, che realmente supera ogni capacità umana», di «mostrare Dio agli uomini», perché «solo laddove si vede Dio, comincia veramente la vita; solo quando incontriamo in Cristo il Dio vivente, noi conosciamo che cosa è la vita». Nella sua "omelia d'insediamento", Benedetto XVI ha detto tutto questo in modo perfetto. Quindi, se vita - e vita piena - è il primo segno del "vedere Dio" anche per gli uomini del terzo millennio, allora il Papa dovrà svolgere questo suo "compito inaudito" in modo del tutto particolare in Africa, perché è qui dove la vita è meno viva, meno piena. Per fare questo, il nuovo Pontefice dovrà conoscere profondamente la vita, le ricchezze e le povertà della chiesa cattolica che è in questo continente, come pure le diverse culture in cui essa è incarnata. Perché solo dalla valorizzazione di queste culture potranno derivare quei contributi che l'Africa e la sua chiesa sono chiamate a dare al mondo intero e alla chiesa universale. Tra le "ricchezze ecclesiali", vorrei citare la presenza di una chiesa cristiana di antica data in Egitto, Etiopia ed Eritrea. Una chiesa che affonda le proprie radici in un'adesione ferma ai dogmi fondamentali, celebra la sua fede con un rito proprio, e rivela valori sociali, politici, culturali e religiosi che hanno permeato la vita di intere generazioni e di interi popoli. Sarà, pertanto, necessario che Benedetto XVI abbia accanto a sé persone che l'aiutino sia a portare avanti questa valorizzazione delle chiese africane, sia a studiare e approfondire le cause dei gravi problemi che ancora travagliano questo continente. Africa protagonista La seconda aspettativa è strettamente legata alla prima. La formulo con l'"idea primigenia" che San Daniele Comboni mise al centro del suo Piano per la rigenerazione dell'Africa: «Salvare l'Africa con l'Africa». A distanza di oltre un secolo, quell'idea è più che mai attuale. Va ripresa e applicata in una forma nuova, partendo dalle situazioni concrete che caratterizzano il momento presente. Oggi il continente è alle prese con il grave fenomeno dell'emigrazione. Molti suoi abitanti se ne sono andati o se ne stanno andando via a miriadi. Oggi sono in ogni parte del mondo... È necessario prestare una cura particolare alla formazione cristiana e umana di questi emigrati: non possono essere dimenticati, né tanto meno assorbiti dalle culture nelle quali si sono trapiantati. Invece, vanno seguiti, formati, educati, perché diventino missionari e animatori di comunità, una volta tornati nei paesi d'origine. Al tempo del Comboni, si andava a prenderli in Africa, riscattandoli dalle mani degli schiavisti, per farne degli apostoli da inviare ai loro stessi fratelli. Oggi sono loro stessi ad approdare in Europa e in America, a vivere accanto a comunità cristiane. Queste dovrebbero spalancare loro le porte e accoglierli. Lo scorso anno, i vescovi delle tre eparchie cattoliche dell'Eritrea hanno pubblicato una lettera rivolta ai tutti gli eritrei della diaspora. «Tenetevi saldi nella speranza» abbiamo detto loro, invitandoli a non dimenticare le loro chiese, e a diventare promotori dello sviluppo di tutto il continente. Voglia il cielo che Benedetto XVI presti la sua voce a un simile appello, estendendolo a tutta la diaspora africana! Clero e religiosi La terza aspettativa è più di carattere interno alle nostre chiese. Mi riferisco alla formazione del clero e dei religiosi. Questa formazione rivela preoccupanti carenze. Una su tutte: aliena chi la riceve, perché non incarnata nei valori fondamentali delle culture locali. Vari predecessori di Benedetto XVI hanno esortato a non dimenticare questi valori tradizionali, se si vuole salvaguardare la dignità e la libertà della persona umana e garantire l'edificazione di una società giusta. Penso a valori quali il rispetto per gli anziani, il senso del sacro e del trascendente, il significato vero della famiglia e della comunità... Permeano ancora la vita di tanti Africani, ma corrono il rischio di essere dimenticati o sostituiti da altri dis-valori venuti dal di fuori. Noto con preoccupazione che la formazione del clero e dei religiosi, quando non è svolta - o almeno completata - in Africa, possibilmente in loco, porta facilmente all'acquisizione di modelli occidentali che non si coniugano armoniosamente con molti valori delle società in cui i singoli sacerdoti e religiosi saranno poi chiamati a svolgere il proprio ministero. Occorre fare molta attenzione all'ambiente in cui la formazione avviene, in tutte le sue fasi. Sarebbe anche necessario dare vita, in Africa, a istituzioni educative in grado di offrire una formazione di un livello migliore di quello offerto fino a oggi. Solo così non si avvertirà più il bisogno di mandare i nostri candidati al sacerdozio in Europa o in America. Mi auguro che Benedetto XVI, convinto della necessità di un giusto connubio tra valori tradizionali e messaggio evangelico, voglia impegnare la sua autorità a questo riguardo. Dire che l'inculturazione della vita sacerdotale e religiosa è un obbligo in Africa, è una cosa. Decidere di investire energie - in termini di personale e di soldi - perché questo avvenga, è un'altra. Un chiaro, forte richiamo da parte del Papa in questo senso potrebbe fare la differenza. n (* ) Eparca di Asmara L'O.R. Nairobi. Facoltà teologica degli istituti religiosi. Sotto: Asmara. Mons. Tesfamariam con un vescovo copto eritreo. NIGRIZIA / F. 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