Monrovia. Poco
distante dal quartiere generale delle Nazioni Unite in Liberia (Unmil), in
una palazzina bianca a due piani, c’è la sede della DynCorp International.
Lo scorso 15 febbraio, questa società è stata assorbita dalla Veritas
Capital, una delle principali agenzie americane di difesa e
sicurezza.
La DynCorp
International, che ha la propria sede centrale a Fort Worth, in Texas, è
stata impiegata dal Dipartimento di stato americano in varie parti del
mondo. Con 14.500 “operatori” attivi in 40 paesi, lo scorso anno ha
fatturato più di 1,6 miliardi di dollari.
Carey Cox,
responsabile della DynCorp in Liberia, mi accoglie nel suo studio. Gli
chiedo qual è la loro missione in Liberia. «Il nostro scopo è quello di
addestrare la nuova polizia liberiana. Siamo stati assunti dal governo
americano e messi al servizio dell’Onu». Dopo di che, si rifiuta di
rispondere a qualsiasi altra domanda, perché «non autorizzato».
Mi mostra un
documento con scritto a chiare lettere: «I militari della DynCorp
International hanno l’assoluta proibizione di parlare con i giornalisti».
E c’è un “nota bene”: «Per qualsiasi domanda, rivolgersi a Jim Terrell, in
Texas».
Attraverso altre
fonti, vengo a sapere che l’addestramento interesserà 3.500 reclute. Costo
previsto: 40 milioni di dollari, parte del pacchetto di 220 milioni che
gli Usa hanno promesso per la ristrutturazione dell’intero esercito
liberiano.
Un informatore mi
spiega: «Gli Usa vogliono continuare a giocare un ruolo determinante sia
in Liberia che nell’intera regione. Il paese è sempre stato un’importante
base per la Cia. Non va dimenticata la stazione di sorveglianza Omega. Il
controllo del futuro esercito liberiano è parte dell’odierna strategia
statunitense».
La DynCorp ha
scelto di addestrare i nuovi poliziotti nella vecchia base militare di
Camp Shecfflin, a circa 20 km da Monrovia. Ci vado. Il comandante Jenson
mi proibisce di entrare. «Deve avere un permesso scritto del ministero
della difesa» spiega. Mi accosto a un gruppetto di operai che stanno
uscendo. Mi dicono: «I lavori sono già cominciati, sotto la direzioni di
personale americano».
Oltre al normale
lavoro di polizia, i nuovi poliziotti saranno addestrati in compiti di
intelligence: raccolta e analisi di dati, sorveglianza delle frontiere,
del traffico di droga e schedatura delle persone che entrano in Liberia.
Scopo ultimo sarà la creazione di una rete di servizi di intelligence
estesa ai paesi confinanti: Sierra Leone, Guinea e Costa
d’Avorio.
La DynCorp è
stata accusata di brutalità in Afghanistan e di traffico di minori e
violazioni di diritti umani in Bosnia. Ci si può aspettare che si muova
diversamente in Liberia? Qualcuno mi ha già confermato alcune irregolarità
anche qui. Chiedo conferma al mio informatore: «Mi dispiace, ma stai
chiedendo troppo». Non nega, però, che il contratto annuale per un
“esperto” della DynCorp è di 120 mila dollari, al netto delle
spese.
Al quartiere
generale delle Nazioni Unite chiedo conferma di quanto ha detto Carey Cox:
«Lavorano veramente per voi?». Paul Van Goethem, direttore dell’ufficio
stampa della Unmil: «C’è un contingente di poliziotti, assunti dagli Stati
Uniti attraverso la DynCorp, che lavora per noi. Lavorano sia per noi che
per gli Usa. Capisco la sua sorpresa, ma è la realtà». (C.
C.) |