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CONVEGNO AFRICA - COMUNICATO STAMPA 19/03/05
- Subject: CONVEGNO AFRICA - COMUNICATO STAMPA 19/03/05
- From: chiama africa <convegno2005 at yahoo.it>
- Date: Sat, 19 Mar 2005 16:57:48 +0100
Con preghiera di diffusione Comunicato stampa Afriche in piedi senza l'aiuto dell'occidente Il secondo giorno del convegno "L'Africa in piedi in aiuto all'Occidente", presso l'Università di Ancona, ci presenta idee e pratiche di sviluppo non ortodosse, almeno quando si parla dell'Africa: non ci sono i bambini mutilati (anche se molte associazioni che promuovono questo incontro sono da anni impegnati contro l'uso dei bambini soldato nelle tante guerre del vecchio continente), non ci sono le donne che aspettano gli aiuti umanitari, non c'è la richiesta di soldi, di aiuti. "Se l'Africa non può stare in piedi, lasciateci cadere" dice all'apertura dei lavori Albert Tevoedjré, sociologo ed economista del Benin, rappresentante speciale dell'Onu per la Costa d'Avorio fino al gennaio scorso. Il bisogno di memoria è una parte importante che l'Africa può avere nel futuro del mondo. Perché senza il passato non c'è futuro, non a caso Tevoedjré cita Hitler ("Quello che colpisce il borghese occidentale del nazismo è che ha attaccato l'uomo bianco, ma quello che io vedo oggi qui è l'uomo africano umiliato nel suo essere, nella sua cultura, nella sua economia"), e parlando di negritude, l'importantissima corrente filosofica e politica che ha sostenuto le prime indipendenze africane, in particolare il Senegal, sostiene che la negritudine è un pensiero di solidarietà, di riconoscimento di sé e dell'altro come pari, nei diritti e nei doveri sociali. La solidarietà guida la discussione odierna, a partire dal riconoscimento dell'essere africano come uomo e donna adulti, in grado di soddisfare i propri bisogni, per prima l'autosufficienza alimentare, come spiega Saliou Sarr, Presidente della Federazione degli agricoltori di riso del Senegal, per continuare per il riappropriarsi del proprio sapere, come ben sa Bernardo Bernardi, grande vecchio dell'antropologia italiana, che da più di 50 anni spiega la cultura africana, apparentemente così distante dalla nostra. Jean Leonard Touadi, giornalista da molti anni presente nel nostro paese, spiega perché lo sviluppo che viene proposto è uno sviluppo condizionato, come se l'Africa fosse un bambino bisognoso del paterno aiuto del ricco Nord. Non a caso Anne-Cècile Robert propone una visione afro-ottimista del futuro, che sarà l'Africa ad aiutare l'Occidente, e forse già accade. Non a caso il sindaco di Ancona, Fabio Sturani, insiste su uno sviluppo diverso, a partire dall'esperienza della cooperazione decentrata: ad Ancona l'Africa è una parte viva, sia nella presenza delle comunità immigrate che lavorano nelle tante piccole fabbriche che costituiscono il tessuto economico di questa bella parte d'Italia, sia nelle proposte culturali: da quattro anni qui si svolge questo convegno, e da altrettanto tempo si realizza il festival del Cinema Africano. La cooperazione diventa un intervento di incontro tra popoli, la solidarietà dal basso che costituisce la novità, umana e politica, di tante realtà, qui in Italia e lì in Africa. Domani i lavori proseguiranno con Thabinga Shope-Linney, manager sudafricana del NEPAD (Nuovo Partenariato di Sviluppo dell'Africa) che propone, a partire da singole elaborazioni degli stati africani, quello egiziano, algerino, nigeriano, il Senegal e il Sudafrica, un piano di sviluppo africano. Le Afriche sono una, si uniscono per contare di più, per uscire dalle emergenze, per tornare finalmente, realmente, indipendente. Per info: Cristina Formica 3338101150/0712204306 Convegno2005 at yahoo.it
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