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Newsletter: anno 2, n. 2, gennaio 2004.
- Subject: Newsletter: anno 2, n. 2, gennaio 2004.
- From: <segreteria at circoloafrica.org>
- Date: Tue, 13 Jan 2004 21:54:35 +0100
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NEWSLETTER DEL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE E RICERCA PER LA CITTADINANZA ATTIVA Anno 2, n. 2, gennaio 2004 ---------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------- INDICE 1. BENVENUTI ALLA FORTEZZA EUROPA 2. ATTIVITA' DEL CENTRO 3. NUOVI LIBRI 4. FIABE SAHRAWI - RACCONTI POPOLARI DAL SAHARA OCCIDENTALE 5. MENO S.p.A. PIU' SOCIETA' PER UN PUBBLICO PARTECIPATO 6. THE COLLAGE - YOUTH MAGAZINE OF THE HCA 7. THE CONTRIBUTION OF WOMEN TO THE CONSOLIDATION OF PEACE 8. USA: BUSH PROPONE DI REGOLARIZZARE GLI IMMIGRATI CON DEI PERMESSI A TEMPO 9. UNICEF: LE CINQUE PRIORITA' PER IL 2004 10. SEMESTRE EUROPEO: L'IRLANDA DEI GIOVANI E DELLE TRADIZIONI .............................................. 1. BENVENUTI ALLA FORTEZZA EUROPA Una storia qualunque di due ragazzi qualunque, Claudia e Ivan, è riportata in questo numero di Collage International da Mike Ridderhof a simbolo della reale globalizzazione in Europa. Claudia e Ivan si sono incontrati in un campo estivo in Slovacchia; lei è una studentessa francese di 24 anni; lui un laureando dell'università di Skopje, Macedonia. Si innamorano e provano a portare avanti la loro relazione anche al termine del campo estivo. Dopo la laurea Ivan vuol andare da Claudia in Francia, ma dopo mesi di file all' ambasciata e lettere di invito da parte di Claudia resta impossibile ottenere il visto. La garanzia finanziaria richiesta è altissima; Claudia non lavora, quindi non può dimostrare di avere almeno 1000 euro al mese. Trovando un garante, questi dovrebbe comunque pagare più di 75.000 euro. E così, riflette Ivan, in Unione Europea le persone possono viaggiare persino senza passaporto, ma entrare nell'Unione è davvero una scommessa. E nonostante le comprensibili preoccupazioni per i rischi di stabilità sociale che l'arrivo in massa di stranieri potrebbe provocare, Ivan si chiede come questa politica dura e di scetticismo possa andare d'accordo con il "credo" nello stato multietnico. Dopo tutto è stata l'Unione Europea a volere che gli ex-jugoslavi credessero che questa globalizzazione fosse l'unico modo di vivere insieme. Ivan poi non cerca nemmeno lavoro, vuole solo andare a trovare un'amica. Ricordando con un po' di rabbia i problemi che ci sono stati per ottenere il visto di Vera, la volontaria dalla Georgia ora presente qui ad Ancona, e per giunta con un progetto europeo che finanziariamente copre tutto i costi di viaggio e permanenza in Italia, comprendiamo appieno cosa questa testimonianza suggerisce e ne riportiamo il finale per aprire qualche riflessione in merito: "Claudia ha appena terminato di chattare con Ivan. Hanno deciso di lasciarsi. Claudia non ha futuro in Macedonia e non c'è stato verso per Ivan di poter andare in Francia. Il mondo è diventato un villaggio globale. con porte e alte mura tra i suoi quartieri". Fonte: Collage International - Estate 2002 - n. 15 - Globalizzazione ................................................ 2. ATTIVITÀ' DEL CENTRO Il Centro di Documentazione e Ricerca per la Cittadinanza Attiva è aperto il Martedì e Giovedì dalle 10 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00. È attivo il servizio di consultazione libri e riviste e di prestito libri. Se avete libri da proporre per l'acquisto fatevi sentire!!!!! Presso il Centro potrete inoltre avvalervi (su prenotazione telefonica) di consulenza su tesi di laurea e ricerche riguardanti immigrazione ed economia politica, su tematiche inerenti il terzo settore e il volontariato, assistenza per specifiche ricerche internet, anche di natura bibliografica, consulenza sulla letteratura post-coloniale di lingua inglese e letteratura migrante. Per contatti ed eventuali prenotazioni 071/2072698 ................................................ 3. NUOVI LIBRI 1) Chimenti Elisa "Al cuore dell'harem" 2) Wallerstein Immanuel "Alla scoperta del sistema mondo" 3) Codeluppi Vanni "Il potere del consumo - viaggio nei processi di mercificazione della società" 4) Fofi Goffredo - Lerner Gad - Serra Michele "Maledetti giornalisti" 5) Sterbhell Zeev "Nascita d' Israele" 6) Salvoldi Valentino "All'ombra del Baobab" 7) Ballarin Lino "Favole dall'Africa vol. 1, vol. 2" 8) Capaccioni Gianni "Il mango racconta - Favole del Benin" 9) Aris Carme - Cladellas Lluisa " Fiabe Sahrawi - racconti popolari del Sahara Occidentale" 10) Dahl Robert A. "Sulla democrazia" ................................................ 4. FIABE SAHRAWI - RACCONTI POPOLARI DAL SAHARA OCCIDENTALE Il popolo sahrawi, letteralmente "gente del deserto", costretto a vivere in territori occupati o in campi profughi fuori della sua patria, nella parte più estrema dell'Africa che si affaccia sull'Oceano Atlantico, il Sahara Occidentale. I Sahrawi hanno lingua, racconti, musica e canti propri, di cui vanno orgogliosi. Un profondo rispetto circonda gli anziani, donne e uomini, che tramandano oralmente la cultura: ieri la storia del popolo, le sue leggente, la sua poesia, oggi anche le gesta della lotta di liberazione, iniziata nel 1973 contro gli spagnoli, proseguita nel 1975 contro il Marocco e non ancora conclusa. "Fiabe sahrawi" ha lo scopo di far conoscere il patrimonio culturale di un popolo e di richiamare sulla lotta per l' autodeterminazione l'attenzione, la simpatia e la solidarietà di tutti. Il libro è arricchito da un'ampia introduzione storica sul popolo sahrawi e da un'appendice che approfondisce i suoi racconti popolari. ................................................ 5. MENO S.P.A. PIU' SOCIETA' PER UN PUBBLICO PARTECIPATO Si è dato per scontato che la miglior soluzione ad un pubblico per tanti aspetti insufficiente fosse una privatizzazione che, secondo quanto emerso dall'incontro tenutosi a San Benedetto il 9 gennaio 2004, ha spesso dato dei miraggi. "Movimento e politica: per una nuova economia pubblica e partecipata" questo il titolo dato da Attac Italia all'evento organizzato a cui hanno preso parte Gianfranco Benzi (CGIL), Marco Bersani (Attac Italia), Stefano Greco (Ds S. Benedetto), Dante Merlanghi (Italia dei valori) e Massimo Rossi (Rifondazione). I temi centrali sono stai tutti lanciati in apertura di discussione da Marco Bersani di Attac; se è un privato a gestire il pubblico è chiaro che punterà al profitto e in questo presente storico lo fa mercificando diritti come l'istruzione o beni come l'acqua (è stato tra l'altro ricordato come fu Berlusconi con l'art. 35 a mettere i servizi pubblici sul mercato per la prima volta) oppure precarizzando il lavoro (e su questo i rappresentanti del centro sinistra e la CGIL sono stati chiamati in causa in modo particolare). Come fermare questa tendenza e come sciogliere il nodo pubblico/privato alla base dell'attuale crisi politica e di democrazia? Ci sembra che di nuovo in merito non sia stato detto molto, ma soprattutto che di soluzioni alla mano ce ne fossero ancora meno: tutti d'accordo sulla necessità di porre i diritti al centro delle politiche che devono coinvolgere i cittadini anche per arginare la crisi partecipativa al voto, segnale inconfondibile di scarsa aderenza fra "folla e oratori". Tutti d'accordo sul fatto che le persone vadano rese partecipi e che il pubblico necessiti di maggiori controlli a garanzia e sicurezza dei cittadini stessi. Molto meno d'accordo i vari esponenti di partito sulle reciproche responsabilità o errori storici rinfacciati. Tutti d'accordo che non tanto Berlusconi, quanto il "berlusconismo" vada fermato e soprattutto che per vincere le prossime elezioni non si può pensare di essere più berlusconiani di lui. Al termine dell'incontro noi eravamo tutti d'accordo su due cose: che aver addirittura creato una categoria identificativa a parte che passa sotto il nome di "berlusconismo" sia esagerato e che in questo modo si riconosca al Presidente del Consiglio un peso anche culturale senza precedenti e di certo fuori luogo (non si vuole sottovalutare un pericolo in questo modo, ma nemmeno riconoscere una vittoria così schiacciante al suo ego); che l'intervento finale sulla neonata StreetTv di Ancona, TelePorto50, sia stato l'unico esempio concreto di partecipazione dei cittadini, se non direttamente al pubblico, almeno ad una parte importante di esso, l'informazione. La tv di quartiere nasce proprio per avvicinare le persone ai problemi dei luoghi in cui vivono: "Nel pescatore intervistato che poi si rivede su TelePorto viene simbolicamente annullata una distanza" diceva uno dei membri della Tv, ma a quel punto, troppo distratto dalla tarda ora, il pubblico ha reagito con scarsa partecipazione!!! ................................................ 6. THE COLLAGE - YOUTH MAGAZINE OF THE HCA Collage is the magazine of the Helsinki Citizens' Assembly network. The HCA is a non-governmental organisation which implements projects to promote a peaceful, open, and active civil society. The key areas of activity are: ethnic tolerance, rights of national and linguistic minorities; fight against nationalism, racism and anti-Semitism; conflicts and conflict prevention policies; refugees' rights, women rights; youth empowerment. The Collage represents a necessary opening towards organisations or individuals interested in the work of the Helsinki Citizens' Assembly network. It allows to discuss issues and topics that may be important in certain parts of Europe, whilst being forgotten in others. The International edition of the youth magazine The Collage is being published in Paris by the Helsinki Citizens' Assembly - International and French branch of the HCA (15 issues). Its language is English and the HCA committees of more than 15 countries contribute in it. Topics of the published issues were: Gender, Religion, Frozen Conflicts, Roma, Globalization, etc. There have been issued two editions of The Collage - Caucasus in 1999 and in 2003. The topic of the first issue was: Customs and Traditions in Caucasus; and of the second issue: Women in Peacebuilding - Caucasus Outlook. In this region full of frozen conflicts, unsolved problems, stereotypes and lack of mutual understanding it is very important to open a door for dialogue, exchange of views and ideas, experiences and feelings. The Collage - Caucasus is the result of joint efforts of young people from Georgia, Azerbaijan and Armenia. The Collage is offered free of charge to readers through universities, non-governmental organisations, youth clubs, direct mailing and youth centers. Submission of articles is open to anyone. The HCA will be happy to send issues of the Collage to every interested organisation or individual. The Collage - International: aec at globenet.org The Collage - Caucasus : editor at collage.am , wicmika at caucasus.net ................................................... 7. THE CONTRIBUTION OF WOMEN TO THE CONSOLIDATION OF PEACE This year's Nobel Peace Prize winner became Iran's Shirin Ebadi. Mrs Ebadi, 56, a reformist lawyer, is the first Muslim woman to receive the Nobel peace prize and sent a bold anti-war message to the west, accusing it of hiding behind the September 11 attacks to violate human rights. Ebadi also slammed Washington for ignoring U.N. resolutions in the Middle East while using them as a pretext for launching a war in Iraq; and also criticized what she called breaches of the Geneva conventions at the United States' Guantanamo military prison in Cuba. Ms Ebadi also pointed a finger at her own government, urging Teheran to accept that reform is inevitable. "In fact, it is not so easy to rule over people who are aware of their rights using traditional, patriarchal and paternalistic methods," she said. Mrs Ebadi became Iran's first female judge before the 1979 Islamic revolution forced her to step aside in favour of men - in 2000, she was jailed as a result of one of her high-profile legal cases. A tireless campaigner for women's and children's rights, she has challenged fundamental articles of Iranian law such as those saying a woman's life is worth half that of a man or that a woman needs her husband's permission to leave the country. Source: Collage, Caucaso, Giugno 2003 - n. 2 - Women for peace ................................................ 8. USA: BUSH PROPONE DI REGOLARIZZARE GLI IMMIGRATI CON DEI PERMESSI A TEMPO George Bush propone di regolarizzare milioni di immigrati clandestini, con un permesso di lavoro temporaneo. Una mossa che guarda alle esigenze di ripresa economica degli Stati Uniti e al voto ispanico in vista delle elezioni presidenziali di novembre."Al di là di considerazioni di buon senso - ha detto il presidente Usa - la riforma consentirà agli stranieri di fare quei lavori che gli Americani non vogliono fare". Si calcola che in questo momento i clandestini siano tra gli 8 e i 14 milioni e aumentano a un ritmo di mezzo milione l'anno."I principi fondamentali della riforma - ha aggiunto Bush - sono che l'America deve controllare le sue frontiere; e che la nuova legge deve servire le esigenze economiche della nostra Nazione", considerazioni che all'Italia non suonano nuove, ma echeggiano stranamente dall'alto della Bossi-Fini. La proposta americana di riforma delle norme sull'immigrazione prevede un permesso di lavoro della durata di 3 anni, rinnovabile; in caso di mancato rinnovo l'immigrato deve rientrare nel suo Paese, come dire "grazie del suo contributo e arrivederci". Le reazioni dei diretti interessati sono contrastanti. A Los Angeles, Angelica Salas lavora in un'associazione per la tutela dei diritti degli immigrati: "Penso che un passo avanti, per quanto piccolo, sia positivo - dice - anche se per coloro che sono qui da tanti anni questa non è una soluzione". La proposta Bush trova molti critici sia tra i Democratici che tra i Repubblicani: la sua approvazione al Congresso è tutt'altro che certa. Fonte: www.euronews.net ................................................ 9. UNICEF: LE CINQUE PRIORITA' PER IL 2004 L'Unicef ha iniziato il nuovo anno sottolineando cinque gravi problemi che affliggono i bambini nel mondo: sopravvivenza, Aids, guerre, sfruttamento e mancanza di aiuti/investimenti. L'elenco delle cifre è freddo, ma rende l'idea del problema. Quasi 11 milioni di bambini muoiono ogni anno prima di raggiungere i cinque anni, decine di milioni rimangono fisicamente o mentalmente disabili per mancanza di cibo durante l'infanzia; malattie curabili o prevenibili come il morbillo, la malaria e la diarrea sono tutt'oggi tra le maggiori cause di mortalità infantile. I bambini rimasti orfani a causa dell'Aids sono 14 milioni, 11 dei quali vivono nell'Africa sub-sahariana dove, continuando il trend attuale, saranno oltre 20 milioni nel 2010. Si stima che siano oltre 20 milioni i ragazzi costretti a fuggire a causa della guerra e oltre 1 milione i bambini rimasti orfani o separati dalle proprie famiglie e oltre 300 mila sono forzatamente impiegati come "ragazzi soldato" in trenta paesi del mondo. Centinaia di milioni di bambini sono vittime di abusi e violenze e oltre 2 milioni, in prevalenza bambine e ragazze, sono vittime del commercio per sfruttamento sessuale. Oltre 246 milioni di ragazzi sono costretti a lavorare e 171 milioni di questi in lavori faticosi e in condizioni pericolose. "Occorrono maggiori investimenti specifici per i ragazzi e la priorità va data all'istruzione che è il miglior investimento che un paese possa fare per il proprio futuro" - ha sottolineato Carol Bellamy, il Direttore Esecutivo dell'Unicef . "Per un bambino la mancanza di istruzione non solo limita le sue potenzialità come individuo, ma riduce drammaticamente le prospettive che, una volta divenuto adulto, i suoi figli siano in grado di sfuggire a una vita di povertà e sofferenze. Per tali ragioni l'UNICEF individua nell'istruzione un aspetto chiave per l'intera agenda dello sviluppo. L'istruzione previene lo spreco di un enorme potenziale di capacità umane"Se si continua ad "investire nell' infanzia" e insistere a rendere i bambini un punto centrale di ogni discussione sullo sviluppo, si potrebbe in effetti fare del mondo un luogo più sicuro e migliore, certo a patto che numeri e intenti che di anno in anno l'Unicef ripropone più o meno ricalcati da quello precedente, non restino inchiostro su carta, quello che fino ad ora sembra essere il loro destino. Fonte: www.unicef.org - www.unimondo.org ................................................ 10. SEMESTRE EUROPEO: L'IRLANDA DEI GIOVANI E DELLE TRADIZIONI L'Italia ha passato il testimone della presidenza europea all'Irlanda, che dal primo gennaio è alla guida dell'Unione. E' la sesta presidenza irlandese dal 1° gennaio del 1973, quando, con Regno Unito e Danimarca, il paese faceva il suo ingresso in quella che allora si chiamava Comunità Economica Europea. Da allora molto è cambiato. L'Irlanda si è trasformata da paese rurale in una realtà nella quale il 60% della popolazione vive nelle città e dove il tasso di crescita demografico, dopo decenni di declino, si è stabilizzato, tra il 1996 e il 2002, sull'1,3%, il più alto in Europa. Oggi l'Irlanda conta 3 milioni e 900 mila abitanti, la cifra più alta mai registrata dal 1871. Nell'estate 2002, gli irlandesi con un'occupazione erano quasi un milione e 800 mila, il 6,8% impiegati in quello che rimane il settore principale, quello dell'agricoltura, pesca e foreste, seguito da hotel e ristoranti, al 6,4%. Ma è in forte crescita il settore delle nuove tecnologie. L'Irlanda è il maggiore esportatore di software del mondo, e produce un terzo dei personal computer mondiali. Il recente incremento demografico ha prodotto un paese molto giovane, il più giovane d'Europa: un paese dove quasi il 70% degli abitanti hanno meno di 45 anni e due su cinque sono sotto la soglia dei 25. Nonostante questo l'Irlanda rimane un paese tradizionalista e fortemente cattolico, dove è vietato l'aborto, e con il minor numero di divorzi nell'Unione europea. È anche uno di quei paesi che vorrebbero un riferimento esplicito all'identità cristiana nel preambolo alla costituzione europea. Tradizionale anche lo status neutrale. Nel 2001, di fronte alla prospettiva dell'istituzione di un esercito europeo, gli irlandesi dissero no al Trattato di Nizza, cambiando idea nell'ottobre del 2002, dopo che fu riconosciuto il diritto di Dublino a non partecipare alle azioni militari europee. L'Irlanda sembra dunque avere tutte le carte in regola per guidare con successo l'Unione Europea nel suo semestre di presidenza; ma mentre il boom economico e demografico segnano solo punti a favore, il forte senso di appartenenza religiosa e il rimanere ancorati ad una tradizione cattolica a volte anacronistica rispetto al dibattito attuale e alle situazioni del resto d'Europa (pensiamo ad esempio ad una multiculturalità e multireligiosità che ben presto interesseranno anche l'Irlanda) lasciano qualche perplessità sulle scelte eventuali che potrebbe prendere. La considerazione che ci sale alle labbra è che un forte senso della tradizione va bene finché usato bene. Fonte: www.euronews.net ................................................ Il numero 2 di questa newsletter è stato spedito a 3.564 indirizzi, per segnalazioni e suggerimenti scrivete a segreteria at circoloafrica.org . I prossimi numeri usciranno nelle seguenti date: 27 gennaio 2004, 10 e 24 febbraio 2004, 9 e 23 marzo 2004, 6 e 20 aprile 2004, 4 e 18 maggio 2004, 1° e 15 giugno 2004 Circolo Culturale Africa via San Spiridione, 5/a 60100 Ancona Tel. 0712072698 Se non vuoi più ricevere e-mail dal Circolo Culturale Africa invia un messaggio con scritto CANCELLAMI a: segreteria at circoloafrica.org
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