Colpo di stato in Guinea-Bissau



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4/09/03 - 14:48:16


Colpo di stato in Guinea-Bissau
da <mailto:fam.fago at libero.it>M.Fagotto

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Il piccolo stato africano della Guinea-Bissau è da stamane il teatro di un golpe militare: le Forze Armate avrebbero preso il controllo del paese, arrestando il presidente Kumba Yala e ordinando ai ministri del governo in carica di riunirsi in una caserma della capitale Bissau entro le 10.30. I militari starebbero cercando di arrestare anche il primo ministro, Mario Pires, che al momento si trova nel sud del paese.

Il golpe sembra sia stato indolore, non si registrano al momento né morti né feriti. L'esercito ha imposto il coprifuoco dalle 7.00 alle 19.00. Per le modalità d'esecuzione, il golpe è molto simile a quello dell'arcipelago di Sao Tomè, la ex-colonia portoghese che nel luglio scorso fu controllata per una settimana dai militari.

Secondo un comunicato radio letto dal comandante Zamora Induta, le Forze Armate avrebbero deciso di "assumere poteri costituzionali" a causa dell'incapacità del presidente di gestire la difficile situazione politica del paese. Il golpe è stato organizzato alla vigilia delle elezioni politiche, che si sarebbero dovute tenere il 12 ottobre prossimo per eleggere i deputati al Parlamento, sciolto dal presidente lo scorso novembre.

Guinea, guerre civili e instabilità

Situata nell'Africa occidentale, a nord del Golfo di Guinea, la Guinea-Bissau è stata una colonia portoghese fino al 1973, anno in cui conquistò l'indipendenza da Lisbona. Il paese, la cui popolazione è di poco superiore al milione, è una delle nazioni più povere ed instabili del mondo.

Quello di oggi è il terzo colpo di stato nella trentennale storia del paese, dopo quelli del 1980 e del 1999. L'attuale presidente Kumba Yala, eletto nel 2000, aveva già subìto due tentativi di golpe organizzati dall'esercito, nel 2000 e nel 2001.

Alla cronica instabilità del paese, teatro di una guerra civile dal 1998 al 2000, ha contribuito anche il capo di stato, che in soli due anni è riuscito a destituire due primi ministri, il presidente e tre giudici della corte suprema ed un ministro degli esteri. I metodi poco democratici di Yala, peraltro in linea con il clima politico generale del paese, hanno colpito anche il parlamento, sciolto lo scorso novembre.

Da allora, le elezioni parlamentari sono state ritardate per ben quattro volte, sia per ritardi nella compilazione delle liste elettorali che per mancanza di fondi. L'ONU avrebbe dovuto garantire lo svolgimento delle elezioni con un prestito di circa 4 milioni di euro.

Matteo Fagotto