Chiama l'Africa news 03/03/03



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Chiama l'Africa news - 3 marzo 2003

SOMMARIO

1. Mercoledì 5 marzo: partecipiamo al digiuno
2. Unione Africana: presa di posizione debole sui conflitti in casa propria
3. Zambia: i gesuiti pestano i piedi ai produttori di OGM
4. Dai nostri aderenti: una riflessione sulla guerra
5. Ritorno da Goma
6. Congo attualità: dopo Pretoria dove si sta andando?
7. L'Africa in piedi. Convegno Internazionale Ancona 29-30 marzo
8. Proposte formative per le scuole
9. Ai Martedì dell'Africa si parla di cooperazione
10. Recensioni
11. Segnaliamo inoltre

IN PRIMO PIANO

1. Mercoledì 5 marzo: partecipiamo al digiuno
Quella di mercoledì 5 marzo si presenta come una giornata storica. E spero
proprio che tutti noi ci saremo. Ognuno con la sua fede e le sue
convinzioni. A digiunare, come ci chiede il Papa, in occasione di un
mercoledì delle ceneri in cui più che mai sperimentiamo che, come dice Gesù
nel vangelo, "certi demoni si cacciano solo con il digiuno e la preghiera".
Un digiuno, quello che ci chiede il Papa, che non vuole essere soltanto
preghiera e supplica a Dio perché converta i nostri cuori e ci renda donne
e uomini di pace. Ma anche un momento di condivisione della sofferenza di
tante sorelle e fratelli che in ogni parte del mondo, soprattutto in
Africa, non vedono riconosciuto nei fatti il loro diritto
all'alimentazione, alla salute, ad una vita degna di questo nome. C'era un
cartello il 15 febbraio, nella grande manifestazione per la pace: "L'unica
guerra giusta è quella contro la miseria". E oggi più che mai, mentre si
preparano le armi e gli eserciti per una guerra che avrà costi umani
altissimi, risuona il monito della Populorum Progressio: "I popoli della
fame interpellano oggi in maniera drammatica i popoli dell'opulenza". Il
digiuno, in più, assume per coloro che vogliono conformare la loro vita
alla pratica della nonviolenza, un significato particolare: quello che gli
ha dato Gandhi. Come momento di dialogo estremo sia con gli amici che con
gli avversari. Un dialogo che mette in gioco non la vita dell'altro, ma la
propria vita, allo scopo di trovare una soluzione umana e duratura ai
conflitti.
Digiuno, quindi, come penitenza e preghiera, come solidarietà e
condivisione, come segno di giustizia che sta alla base della pace, di
qualsiasi pace, ma anche come strumento di una politica che, nei momenti di
conflitto estremo, piuttosto che attentare alla vita dell'altro, mette in
questione la propria stessa vita.
Ho riflettuto a lungo in questi giorni sul protagonismo del papa nella
vicenda della guerra annunciata contro l'Iraq. Certo, dietro questa grande
attività ci sta il ripudio che la chiesa, nel momento in cui si confronta
con il vangelo, è chiamata a scoprire nei confronti di ogni guerra. Penso
però che in questo caso ci sia un altro elemento importante che entra in
campo: questa guerra rischia di apparire come un'ulteriore guerra di
religione. Proprio per questo ci giunge anche l'invito al digiuno: come
risposta religiosa. Come invito a tutti i credenti, di qualsiasi fede, a
mettersi insieme, in una sorta di conversione collettiva: Mai più guerre in
nome di Dio!
C'è un filo rosso che lega tutti coloro che in ogni parte del mondo sono
scesi e scenderanno per strada: la convinzione che ormai la guerra,
qualsiasi guerra, debba essere definitivamente bandita dalla storia. Donne
e uomini di qualsiasi condizione e di qualsiasi fede stanno comprendendo
che siamo ad un tornante della storia. E' il tempo del villaggio-mondo in
cui siamo chiamati a dialogare, a vivere in solidarietà gli uni con gli
altri, a rispettarci nelle differenze e a trovare forme nuove e forse mai
esperimentate di economia e di politica che permettano a tutti di sentirsi
a casa in questa terra che è data in consegna a tutti.
Sembra calare la sera su questo mondo difficile. Lo stesso Dio sembra
tacere, quasi disgustato delle nostre azioni. E' proprio questo il momento
in cui abbracciare con più consapevolezza e convinzione la speranza. Spes
contra spem. Anche i piccoli gesti, come quelli di un digiuno, diventeranno
talmente forti da cambiare il corso stesso delle cose. Non c'è bisogno del
diluvio perché spunti all'orizzonte l'arcobaleno.
Vi do appuntamento alle ore 12.00 in Piazza San Pietro, a Roma, dove sarà
portata la grandissima bandiera multicolore (150 mq) della Perugia-Assisi.
Un abbraccio, Eugenio Melandri

NOTIZIE DAL CONTINENTE

2. Unione Africana: presa di posizione debole sui conflitti in casa propria
E' finito in un clima tutto sommato deludente, il primo summit
straordinario dell 'Unione Africana (Ua) che dall'anno scorso ha preso il
posto dell' Oua, tentativo originario di unificare l'Africa avviato nel
1963. Ed è sembrato quasi che intendesse occuparsi più di Iraq che di
Africa, sia pur con una presa di posizione contro il ricorso alla forza e
una riaffermazione del ruolo centrale dell'Onu. " L'attuale sessione
straordinaria si svolge mentre sviluppi di cruciale importanza si stanno
svolgendo in Africa e all'interno della nostra stessa organizzazione
continentale. Progressi significativi sono stati compiuti nell'area della
pace, della sicurezza e della stabilità in molte zone del continente..."
Sono queste alcune delle parole contenute in uno dei documenti stilati e
diffusi ad Addisa Abeba. Intanto, in Costa d'Avorio e in Liberia
continuavano a susseguirsi eventi che sembrano rendere sempre piu'
instabile l'intera Africa Occidentale. E, in qualche modo, l'Africa intera.
Un'atmosfera di misurato distacco sembra purtroppo intromettersi , ancora
una volta, tra i lavori dell'Ua e le sorti sofferenti, per un verso o per
l'altro, di gran parte degli 850 milioni circa di africani. Nei documenti
ufficiali di Addis Abeba si legge a dire il vero anche che "in molte parti
del continente la piaga dei conflitti ha inflitto indicibili sofferenze ai
nostri popoli" ma subito dopo, quasi ad attenuare la durezza dell'ovvio
riconoscimento, si aggiunge: "E' incoraggiante notare che un buon numero di
partecipanti a determinati conflitti si sono ora ravvicinati tra loro con
l'idea di spianare le loro differenze attraverso negoziati". E si citano i
casi del Burundi e della Repubblica democratica del Congo. Si spendono
anche parole incoraggianti per l'evoluzione degli avvenimenti nella
Repubblica Centrale Africana e in Madagascar (appoggiando il nuovo leader
Marc Ravalomanana) e perfino per le Isole Comore. Per la Costa d'Avorio,
pur sottolineando la grave preoccupazione per le gravi violazioni dei
diritti umani commesse in quel Paese - che si condannano con forza - si
esprime però soprattutto compiacimento per l'accordo stipulato in Francia
tra governo e ribelli il 24 gennaio scorso e si "elogiano" i leader della
regione per tutte le iniziative prese da quando scoppio' la crisi nel
settembre scorso. E per la Liberia si raccomanda all'Onu la revoca delle
sanzioni. Non una parola sull'ormai evidente e ambigua fragilità degli
accordi ivoriani di Parigi, non un accenno ai nuovi scontri tra governo
liberiano e ribelli ( forse con basi e movimenti anche in Costa d'Avorio) e
addirittura elogi invece che perplessita' sull'inefficacia dei tentativi di
arginare la crisi ivoriana svolti a livello regionale. E' vero che la
politica viene con fin troppa facilità definita l'arte del possibile, ma
tra il tono ufficiale e quasi incoraggiante di questi documenti - elaborati
peraltro con incredibile rapidità - e la persistenza se non l'aggravarsi di
tensioni e di scontri in diversi Paesi africani si coglie uno iato per lo
meno sconcertante. Non ci sarebbe voluto molto a spendere per lo meno
qualche parola sulla delusione che l'Africa non abbia saputo risolvere da
sola e in casa propria la crisi ivoriana; e forse sarebbe stato possibile
anche fare a meno di "sdraiarsi" sui presunti accordi di Linas-Marcoussis.
Prendere posizione sulla questione irachena è sacrosanto, ma quali vigore e
valore la dichiarazione può avere quando prima di tutto non si fa la voce
grossa a casa propria?
DA: Misna 5/2/03

3. Zambia: i gesuiti pestano i piedi ai produttori di OGM
I gesuiti alimentano la carestia in Zambia? Sono diventati insensibili alla
fame per difendere interessi economici locali? Un gruppo di scienziati
americani ed europei accusa i gesuiti di commettere un crimine contro i
poveri. Un documento che critica la loro posizione è stato presentato a
James Nicholson, ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede, e ad
Andrew Nations, direttore di USAID, l'agenzia americana per la cooperazione
allo sviluppo. Una copia è stata inviata al Padre Generale, con la
richiesta di intervenire. Ma quali sono le ragioni di questa controversia?
"Lo Zambia non dovrebbe essere costretto ad accettare mais geneticamente
modificato", hanno dichiarato i gesuiti del Kasisi Agricultural Training
Centre (KATC) e del Centro di Riflessione Teologica (JCTR). Accettare mais
geneticamente modificato come aiuto alimentare non solo mette a rischio la
salute dei consumatori, ma può avere un impatto negativo sull'agricoltura
del Paese. Secondo uno studio condotto dall'agronoma Bernadette Lubozhya,
le coltivazioni geneticamente modificate potrebbero causare problemi nel
lungo periodo, diminuire la produzione, aumentare l'uso di erbicidi,
ridurre la biodiversità, dare risultati imprevedibili e scarsi guadagni per
i piccoli coltivatori che producono l'80% del fabbisogno dello Zambia. Essi
si troverebbero in una situazione di pesante dipendenza dalle
multinazionali e la produzione di cibo nel Paese cadrebbe infine sotto il
monopolio di poche aziende agro-alimetari. L'agricoltura di sussistenza
sarebbe sostituita dalla produzione alimentare intensiva e a scopo
commerciale, realizzata da grandi imprese meccanizzate, con il risultato di
aumentare la disoccupazione e minacciare la sicurezza alimentare del Paese.
Dopo avere richiesto numerosi pareri, tra cui quello del KATC, il governo
ha rifiutato l'offerta americana di mais geneticamente modificato,
distribuito dal Programma Alimentare Mondiale (PAM). La denuncia e
l'attacco sono seguiti di lì a poco. Il KATC e il JCTR sono ben consapevoli
dell'attuale penuria di cibo e hanno sostenuto gli sforzi del governo per
ottenere mais non geneticamente modificato, sia all'interno dello Zambia,
sia dai Paesi limitrofi. La fame in Zambia è un fatto innegabile, ma prima
di tutto è un risultato della povertà, che a sua volta è causa della
cronica insufficienza della produzione di alimenti. Non esistono molte
alternative: i Paesi donatori e le istituzioni internazionali, come la
Banca Mondiale e il FMI, potrebbero rispondere in maniera positiva alla
situazione finanziaria incerta del governo e incrementare gli aiuti allo
sviluppo tanto necessari.
Direttore del KATC: Paul Desmarais SJ Direttore del JCTR: Peter Henriot SJ
da: HEADLINES -- Notizie dall'apostolato sociale della Compagnia di Gesù

APPROFONDIMENTI

4. Dai nostri aderenti: una riflessione sulla guerra
Strazio e scempio dell'uomo. Una realtà che non serve negare, ma che anzi
va ammessa in tutta la sua crudeltà, e che va fatta conoscere, per evitare
ogni volta il ripetersi dell'orrore
http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=419&tipo=2

5. Ritorno da Goma
La testimonianza del gruppo Muungano, di Parma. Oltre alla guerra, la città
di Goma (Repubblica Democratica del Congo) ha dovuto subire le terribili
conseguenze dell'eruzione del Vulcano Nyragongo, avvenuta lo scorso anno .
http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=411&tipo=2

6. Congo attualità. Dopo Pretoria: dove si sta andando?
http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=407&tipo=2

ATTIVITA'

7. AI MARTEDÌ DELL'AFRICA SI PARLA DI COOPERAZIONE
4 marzo ore 18 - Libreria Odradek
Roma, via dei Banchi Vecchi 57 - tel. 06 6833451
FACCIAMO IL PUNTO SULLA COOPERAZIONE IN AFRICA
INCONTRO CON IL SENATORE RINO SERRI
già' sottosegretario del ministero affari esteri con delega per l'africa
Durante l'incontro sarà presentato il volume
E adesso che facciamo ? (Editori Riuniti), di Lorenzo Angeloni, con la
partecipazione dell'autore

8. L'AFRICA IN PIEDI
La via stretta della società civile.
Convegno Internazionale. ANCONA, 28-30 marzo
Il programma completo è disponibile sul sito alla pagina
http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=403&tipo=4

9. PROPOSTE FORMATIVE PER LE SCUOLE
Percorsi diversi per avvicinare gli studenti al pianeta Africa, a cura del
nostro gruppo di Bergamo. Il programma completo è disponibile sul sito alla
pagina http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=391&tipo=4

9. APPUNTAMENTI

LONGIANO (Cesena) 9 marzo 2003 ore 21, Teatro Petrella
Saro Wiwa. Non mi piace l'Africa
Oratorio civile con poesia e interferenze musicali ispirato ai testi di
Paul Niger "Non mi piace questa Africa" e Ken Saro Wiwa "Anche questa
Nigeria"
PERUGIA Sala Cutu : 15 marzo ore 21 Replica,
16 marzo ore 17: Presentazione degli atti del convegno "Saro-Wiwa e la
poesia militante" con la partecipazione del prof. Palo Calchi Novati INFO:
Teatro di Sacco 075 5857731 - teatro.sacco at tin.it

ROMA, fino al 30 aprile
"Lo sguardo e l'anima". Centoventi immagini da Etiopia, Mozambico, Camerun,
Niger
al museo nazionale etnografico "Pigorini"
sul sito una recensione di Angelo Sica, alla pagina
http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=417&tipo=5

MILANO, 3 marzo-2 aprile
Africa: politica, economia e sviluppo. Corso in 10 lezioni
Le lezioni si terranno nelle date indicate dal programma, dalle 19.00 alle
20.30, presso la sede dell'ISPI, via Clerici 5, Milano.
INFO: www.ispionline.it - segreteria.corsi at ispionline.it, tel.02.863.313.275
Il programma dettagliato è disponibile sul sito alla pagina
http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=410&tipo=5

MILANO, 20-22 marzo 2003 "l'Africa presentata dagli africani"
Master in interventi relazionali in contesti di emergenza
Università Cattolica del Sacro Cuore, Facoltà di Scienze della Formazione
Co-promotori: Amani - Comboniani - Cospes - Exodus - Pax Christi
Tel 02 7234 4033 - 02 67 627 250
Fax 02 7234 2280 - 02 67 07 65 70
cricaste at mi.unicatt.it - bravasio at salesiani.it

FIRENZE 21-22 marzo
Forum Alternativo Mondiale sull'Acqua per affermare una politica mondiale
dell'acqua fondata sul riconoscimento di questa risorsa come "bene comune"
e sull'inalienabile "diritto all'accesso" per tutti a questa fonte di vita.
Il Forum si svolgerà in concomitanza con il 3° Forum Ufficiale (Kyoto dal
17 al 22 marzo 2003), espressione della nuova oligarchia mondiale che - al
contrario - intende esercitare una politica mondiale dell'acqua basata
sulla privatizzazione, secondo il modello denominato "PPP" (Partenariato
Pubblico Privato).
http://www.cipsi.it/contrattoacqua/forum-acqua/index.htm
segreteriafama at contrattoacqua.it

ROMA, 22 marzo "Il grido del Nord Uganda"
Tavola rotonda con Padre Giulio Albanese e Prisca Ojok Auma Organizzata da
: Missionari Comboniani, ACSE, Chiama l'Africa
ore 17 presso la Parrocchia S.Gregorio Barbarigo
via Montagne Roscciose 14 (presso stazione Metro Laurentina)
INFO: 0651945377 (Comboniani) - 066791669 (ACSE)

BOLZANO, 23 marzo "Africa: la cultura e la vita"
Teatro del Centro giovanile, Via Vintola 18
Seminario organizzato dall' Ass. Psicologi per i Popoli
Tel. 0471/971335 cell. 347/2224200 - gimaiolo at libero.it
I Relatori provengono da Nairobi, Kenya e appartengono ad una realtà -
Koinonia - che ha maturato una vasta esperienza nel campo dell' analisi e
della proposta di soluzione ai problemi sociali; sono inoltre incaricati a
vario titolo nelle Università di Nairobi.

MILANO dal 24 al 30 marzo
13° edizione del Festival Cinema Africano di Milano, a cura del COE Circa
100 film tra pellicole e video. Inoltre concorso cinematografico di
lungometraggi, cortometraggi e video con film realizzati da registi
africani o della diaspora africana nel mondo. Sezione a Tema: AFRICAN
CARTOON, il Cinema d'animazione in Africa.
Segreteria Festival : COE, Centro Orientamento Educativo, Via Lazzaroni 8 -
Milano - Tel: 02 6696258
e-mail: festival at coeweb.org - http://www.festivalcinemaafricano.org/index.php

10. RECENSIONI

Olive Schreiner, Storia di una fattoria africana, Giunti (ristampa)
Vasto affresco di un Sudafica dei coloni, struggente e ricco di personaggi
e registri narrativi, sullo sfondo di una Natura Divina.
http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=418&tipo=6

11. SEGNALIAMO INOLTRE

Voci e Idee Migranti
Primo Premio Internazionale per scrittori migranti
promosso da Kabiliana edizioni
Il concorso è rivolto a tutti gli scrittori e le scrittrici migranti che
soggiornano o vivono permanentemente in Italia e scrivono in lingua
italiana, per dare voce ad una letteratura di grande valore non solo
letterario, ma anche sociale.

E' uscito il libro del Primo Festival europeo degli scrittori migranti
(Goethe Institut, Forum Austriaco di Cultura, Istituto Svizzero e
Università "La Sapienza", Roma, giugno 2002) con i testi degli scrittori e
degli studiosi partecipanti. Contiene anche la prima bibliografia
cronologica delle opere degli scrittori migranti in Italia (1986-2002) e
degli studi ad esse relativi.
Diaspore Europee e Lettere Migranti, a cura di Armando Gnisci e Nora Moll, 2002
Edizioni Interculturali: Via Santa Maria dell'Anima 16, Roma, tel./fax:
06.68892580, www.edizioniinterculturali.it



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redazione a cura di Paola Luzzi