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Chiama l'Africa news 03/03/03
- Subject: Chiama l'Africa news 03/03/03
- From: <info at chiamafrica.it>
- Date: Tue, 4 Mar 2003 12:48:07 +0100
http://www.chiamafrica.it Chiama l'Africa news - 3 marzo 2003 SOMMARIO 1. Mercoledì 5 marzo: partecipiamo al digiuno 2. Unione Africana: presa di posizione debole sui conflitti in casa propria 3. Zambia: i gesuiti pestano i piedi ai produttori di OGM 4. Dai nostri aderenti: una riflessione sulla guerra 5. Ritorno da Goma 6. Congo attualità: dopo Pretoria dove si sta andando? 7. L'Africa in piedi. Convegno Internazionale Ancona 29-30 marzo 8. Proposte formative per le scuole 9. Ai Martedì dell'Africa si parla di cooperazione 10. Recensioni 11. Segnaliamo inoltre IN PRIMO PIANO 1. Mercoledì 5 marzo: partecipiamo al digiuno Quella di mercoledì 5 marzo si presenta come una giornata storica. E spero proprio che tutti noi ci saremo. Ognuno con la sua fede e le sue convinzioni. A digiunare, come ci chiede il Papa, in occasione di un mercoledì delle ceneri in cui più che mai sperimentiamo che, come dice Gesù nel vangelo, "certi demoni si cacciano solo con il digiuno e la preghiera". Un digiuno, quello che ci chiede il Papa, che non vuole essere soltanto preghiera e supplica a Dio perché converta i nostri cuori e ci renda donne e uomini di pace. Ma anche un momento di condivisione della sofferenza di tante sorelle e fratelli che in ogni parte del mondo, soprattutto in Africa, non vedono riconosciuto nei fatti il loro diritto all'alimentazione, alla salute, ad una vita degna di questo nome. C'era un cartello il 15 febbraio, nella grande manifestazione per la pace: "L'unica guerra giusta è quella contro la miseria". E oggi più che mai, mentre si preparano le armi e gli eserciti per una guerra che avrà costi umani altissimi, risuona il monito della Populorum Progressio: "I popoli della fame interpellano oggi in maniera drammatica i popoli dell'opulenza". Il digiuno, in più, assume per coloro che vogliono conformare la loro vita alla pratica della nonviolenza, un significato particolare: quello che gli ha dato Gandhi. Come momento di dialogo estremo sia con gli amici che con gli avversari. Un dialogo che mette in gioco non la vita dell'altro, ma la propria vita, allo scopo di trovare una soluzione umana e duratura ai conflitti. Digiuno, quindi, come penitenza e preghiera, come solidarietà e condivisione, come segno di giustizia che sta alla base della pace, di qualsiasi pace, ma anche come strumento di una politica che, nei momenti di conflitto estremo, piuttosto che attentare alla vita dell'altro, mette in questione la propria stessa vita. Ho riflettuto a lungo in questi giorni sul protagonismo del papa nella vicenda della guerra annunciata contro l'Iraq. Certo, dietro questa grande attività ci sta il ripudio che la chiesa, nel momento in cui si confronta con il vangelo, è chiamata a scoprire nei confronti di ogni guerra. Penso però che in questo caso ci sia un altro elemento importante che entra in campo: questa guerra rischia di apparire come un'ulteriore guerra di religione. Proprio per questo ci giunge anche l'invito al digiuno: come risposta religiosa. Come invito a tutti i credenti, di qualsiasi fede, a mettersi insieme, in una sorta di conversione collettiva: Mai più guerre in nome di Dio! C'è un filo rosso che lega tutti coloro che in ogni parte del mondo sono scesi e scenderanno per strada: la convinzione che ormai la guerra, qualsiasi guerra, debba essere definitivamente bandita dalla storia. Donne e uomini di qualsiasi condizione e di qualsiasi fede stanno comprendendo che siamo ad un tornante della storia. E' il tempo del villaggio-mondo in cui siamo chiamati a dialogare, a vivere in solidarietà gli uni con gli altri, a rispettarci nelle differenze e a trovare forme nuove e forse mai esperimentate di economia e di politica che permettano a tutti di sentirsi a casa in questa terra che è data in consegna a tutti. Sembra calare la sera su questo mondo difficile. Lo stesso Dio sembra tacere, quasi disgustato delle nostre azioni. E' proprio questo il momento in cui abbracciare con più consapevolezza e convinzione la speranza. Spes contra spem. Anche i piccoli gesti, come quelli di un digiuno, diventeranno talmente forti da cambiare il corso stesso delle cose. Non c'è bisogno del diluvio perché spunti all'orizzonte l'arcobaleno. Vi do appuntamento alle ore 12.00 in Piazza San Pietro, a Roma, dove sarà portata la grandissima bandiera multicolore (150 mq) della Perugia-Assisi. Un abbraccio, Eugenio Melandri NOTIZIE DAL CONTINENTE 2. Unione Africana: presa di posizione debole sui conflitti in casa propria E' finito in un clima tutto sommato deludente, il primo summit straordinario dell 'Unione Africana (Ua) che dall'anno scorso ha preso il posto dell' Oua, tentativo originario di unificare l'Africa avviato nel 1963. Ed è sembrato quasi che intendesse occuparsi più di Iraq che di Africa, sia pur con una presa di posizione contro il ricorso alla forza e una riaffermazione del ruolo centrale dell'Onu. " L'attuale sessione straordinaria si svolge mentre sviluppi di cruciale importanza si stanno svolgendo in Africa e all'interno della nostra stessa organizzazione continentale. Progressi significativi sono stati compiuti nell'area della pace, della sicurezza e della stabilità in molte zone del continente..." Sono queste alcune delle parole contenute in uno dei documenti stilati e diffusi ad Addisa Abeba. Intanto, in Costa d'Avorio e in Liberia continuavano a susseguirsi eventi che sembrano rendere sempre piu' instabile l'intera Africa Occidentale. E, in qualche modo, l'Africa intera. Un'atmosfera di misurato distacco sembra purtroppo intromettersi , ancora una volta, tra i lavori dell'Ua e le sorti sofferenti, per un verso o per l'altro, di gran parte degli 850 milioni circa di africani. Nei documenti ufficiali di Addis Abeba si legge a dire il vero anche che "in molte parti del continente la piaga dei conflitti ha inflitto indicibili sofferenze ai nostri popoli" ma subito dopo, quasi ad attenuare la durezza dell'ovvio riconoscimento, si aggiunge: "E' incoraggiante notare che un buon numero di partecipanti a determinati conflitti si sono ora ravvicinati tra loro con l'idea di spianare le loro differenze attraverso negoziati". E si citano i casi del Burundi e della Repubblica democratica del Congo. Si spendono anche parole incoraggianti per l'evoluzione degli avvenimenti nella Repubblica Centrale Africana e in Madagascar (appoggiando il nuovo leader Marc Ravalomanana) e perfino per le Isole Comore. Per la Costa d'Avorio, pur sottolineando la grave preoccupazione per le gravi violazioni dei diritti umani commesse in quel Paese - che si condannano con forza - si esprime però soprattutto compiacimento per l'accordo stipulato in Francia tra governo e ribelli il 24 gennaio scorso e si "elogiano" i leader della regione per tutte le iniziative prese da quando scoppio' la crisi nel settembre scorso. E per la Liberia si raccomanda all'Onu la revoca delle sanzioni. Non una parola sull'ormai evidente e ambigua fragilità degli accordi ivoriani di Parigi, non un accenno ai nuovi scontri tra governo liberiano e ribelli ( forse con basi e movimenti anche in Costa d'Avorio) e addirittura elogi invece che perplessita' sull'inefficacia dei tentativi di arginare la crisi ivoriana svolti a livello regionale. E' vero che la politica viene con fin troppa facilità definita l'arte del possibile, ma tra il tono ufficiale e quasi incoraggiante di questi documenti - elaborati peraltro con incredibile rapidità - e la persistenza se non l'aggravarsi di tensioni e di scontri in diversi Paesi africani si coglie uno iato per lo meno sconcertante. Non ci sarebbe voluto molto a spendere per lo meno qualche parola sulla delusione che l'Africa non abbia saputo risolvere da sola e in casa propria la crisi ivoriana; e forse sarebbe stato possibile anche fare a meno di "sdraiarsi" sui presunti accordi di Linas-Marcoussis. Prendere posizione sulla questione irachena è sacrosanto, ma quali vigore e valore la dichiarazione può avere quando prima di tutto non si fa la voce grossa a casa propria? DA: Misna 5/2/03 3. Zambia: i gesuiti pestano i piedi ai produttori di OGM I gesuiti alimentano la carestia in Zambia? Sono diventati insensibili alla fame per difendere interessi economici locali? Un gruppo di scienziati americani ed europei accusa i gesuiti di commettere un crimine contro i poveri. Un documento che critica la loro posizione è stato presentato a James Nicholson, ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede, e ad Andrew Nations, direttore di USAID, l'agenzia americana per la cooperazione allo sviluppo. Una copia è stata inviata al Padre Generale, con la richiesta di intervenire. Ma quali sono le ragioni di questa controversia? "Lo Zambia non dovrebbe essere costretto ad accettare mais geneticamente modificato", hanno dichiarato i gesuiti del Kasisi Agricultural Training Centre (KATC) e del Centro di Riflessione Teologica (JCTR). Accettare mais geneticamente modificato come aiuto alimentare non solo mette a rischio la salute dei consumatori, ma può avere un impatto negativo sull'agricoltura del Paese. Secondo uno studio condotto dall'agronoma Bernadette Lubozhya, le coltivazioni geneticamente modificate potrebbero causare problemi nel lungo periodo, diminuire la produzione, aumentare l'uso di erbicidi, ridurre la biodiversità, dare risultati imprevedibili e scarsi guadagni per i piccoli coltivatori che producono l'80% del fabbisogno dello Zambia. Essi si troverebbero in una situazione di pesante dipendenza dalle multinazionali e la produzione di cibo nel Paese cadrebbe infine sotto il monopolio di poche aziende agro-alimetari. L'agricoltura di sussistenza sarebbe sostituita dalla produzione alimentare intensiva e a scopo commerciale, realizzata da grandi imprese meccanizzate, con il risultato di aumentare la disoccupazione e minacciare la sicurezza alimentare del Paese. Dopo avere richiesto numerosi pareri, tra cui quello del KATC, il governo ha rifiutato l'offerta americana di mais geneticamente modificato, distribuito dal Programma Alimentare Mondiale (PAM). La denuncia e l'attacco sono seguiti di lì a poco. Il KATC e il JCTR sono ben consapevoli dell'attuale penuria di cibo e hanno sostenuto gli sforzi del governo per ottenere mais non geneticamente modificato, sia all'interno dello Zambia, sia dai Paesi limitrofi. La fame in Zambia è un fatto innegabile, ma prima di tutto è un risultato della povertà, che a sua volta è causa della cronica insufficienza della produzione di alimenti. Non esistono molte alternative: i Paesi donatori e le istituzioni internazionali, come la Banca Mondiale e il FMI, potrebbero rispondere in maniera positiva alla situazione finanziaria incerta del governo e incrementare gli aiuti allo sviluppo tanto necessari. Direttore del KATC: Paul Desmarais SJ Direttore del JCTR: Peter Henriot SJ da: HEADLINES -- Notizie dall'apostolato sociale della Compagnia di Gesù APPROFONDIMENTI 4. Dai nostri aderenti: una riflessione sulla guerra Strazio e scempio dell'uomo. Una realtà che non serve negare, ma che anzi va ammessa in tutta la sua crudeltà, e che va fatta conoscere, per evitare ogni volta il ripetersi dell'orrore http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=419&tipo=2 5. Ritorno da Goma La testimonianza del gruppo Muungano, di Parma. Oltre alla guerra, la città di Goma (Repubblica Democratica del Congo) ha dovuto subire le terribili conseguenze dell'eruzione del Vulcano Nyragongo, avvenuta lo scorso anno . http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=411&tipo=2 6. Congo attualità. Dopo Pretoria: dove si sta andando? http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=407&tipo=2 ATTIVITA' 7. AI MARTEDÌ DELL'AFRICA SI PARLA DI COOPERAZIONE 4 marzo ore 18 - Libreria Odradek Roma, via dei Banchi Vecchi 57 - tel. 06 6833451 FACCIAMO IL PUNTO SULLA COOPERAZIONE IN AFRICA INCONTRO CON IL SENATORE RINO SERRI già' sottosegretario del ministero affari esteri con delega per l'africa Durante l'incontro sarà presentato il volume E adesso che facciamo ? (Editori Riuniti), di Lorenzo Angeloni, con la partecipazione dell'autore 8. L'AFRICA IN PIEDI La via stretta della società civile. Convegno Internazionale. ANCONA, 28-30 marzo Il programma completo è disponibile sul sito alla pagina http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=403&tipo=4 9. PROPOSTE FORMATIVE PER LE SCUOLE Percorsi diversi per avvicinare gli studenti al pianeta Africa, a cura del nostro gruppo di Bergamo. Il programma completo è disponibile sul sito alla pagina http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=391&tipo=4 9. APPUNTAMENTI LONGIANO (Cesena) 9 marzo 2003 ore 21, Teatro Petrella Saro Wiwa. Non mi piace l'Africa Oratorio civile con poesia e interferenze musicali ispirato ai testi di Paul Niger "Non mi piace questa Africa" e Ken Saro Wiwa "Anche questa Nigeria" PERUGIA Sala Cutu : 15 marzo ore 21 Replica, 16 marzo ore 17: Presentazione degli atti del convegno "Saro-Wiwa e la poesia militante" con la partecipazione del prof. Palo Calchi Novati INFO: Teatro di Sacco 075 5857731 - teatro.sacco at tin.it ROMA, fino al 30 aprile "Lo sguardo e l'anima". Centoventi immagini da Etiopia, Mozambico, Camerun, Niger al museo nazionale etnografico "Pigorini" sul sito una recensione di Angelo Sica, alla pagina http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=417&tipo=5 MILANO, 3 marzo-2 aprile Africa: politica, economia e sviluppo. Corso in 10 lezioni Le lezioni si terranno nelle date indicate dal programma, dalle 19.00 alle 20.30, presso la sede dell'ISPI, via Clerici 5, Milano. INFO: www.ispionline.it - segreteria.corsi at ispionline.it, tel.02.863.313.275 Il programma dettagliato è disponibile sul sito alla pagina http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=410&tipo=5 MILANO, 20-22 marzo 2003 "l'Africa presentata dagli africani" Master in interventi relazionali in contesti di emergenza Università Cattolica del Sacro Cuore, Facoltà di Scienze della Formazione Co-promotori: Amani - Comboniani - Cospes - Exodus - Pax Christi Tel 02 7234 4033 - 02 67 627 250 Fax 02 7234 2280 - 02 67 07 65 70 cricaste at mi.unicatt.it - bravasio at salesiani.it FIRENZE 21-22 marzo Forum Alternativo Mondiale sull'Acqua per affermare una politica mondiale dell'acqua fondata sul riconoscimento di questa risorsa come "bene comune" e sull'inalienabile "diritto all'accesso" per tutti a questa fonte di vita. Il Forum si svolgerà in concomitanza con il 3° Forum Ufficiale (Kyoto dal 17 al 22 marzo 2003), espressione della nuova oligarchia mondiale che - al contrario - intende esercitare una politica mondiale dell'acqua basata sulla privatizzazione, secondo il modello denominato "PPP" (Partenariato Pubblico Privato). http://www.cipsi.it/contrattoacqua/forum-acqua/index.htm segreteriafama at contrattoacqua.it ROMA, 22 marzo "Il grido del Nord Uganda" Tavola rotonda con Padre Giulio Albanese e Prisca Ojok Auma Organizzata da : Missionari Comboniani, ACSE, Chiama l'Africa ore 17 presso la Parrocchia S.Gregorio Barbarigo via Montagne Roscciose 14 (presso stazione Metro Laurentina) INFO: 0651945377 (Comboniani) - 066791669 (ACSE) BOLZANO, 23 marzo "Africa: la cultura e la vita" Teatro del Centro giovanile, Via Vintola 18 Seminario organizzato dall' Ass. Psicologi per i Popoli Tel. 0471/971335 cell. 347/2224200 - gimaiolo at libero.it I Relatori provengono da Nairobi, Kenya e appartengono ad una realtà - Koinonia - che ha maturato una vasta esperienza nel campo dell' analisi e della proposta di soluzione ai problemi sociali; sono inoltre incaricati a vario titolo nelle Università di Nairobi. MILANO dal 24 al 30 marzo 13° edizione del Festival Cinema Africano di Milano, a cura del COE Circa 100 film tra pellicole e video. Inoltre concorso cinematografico di lungometraggi, cortometraggi e video con film realizzati da registi africani o della diaspora africana nel mondo. Sezione a Tema: AFRICAN CARTOON, il Cinema d'animazione in Africa. Segreteria Festival : COE, Centro Orientamento Educativo, Via Lazzaroni 8 - Milano - Tel: 02 6696258 e-mail: festival at coeweb.org - http://www.festivalcinemaafricano.org/index.php 10. RECENSIONI Olive Schreiner, Storia di una fattoria africana, Giunti (ristampa) Vasto affresco di un Sudafica dei coloni, struggente e ricco di personaggi e registri narrativi, sullo sfondo di una Natura Divina. http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=418&tipo=6 11. SEGNALIAMO INOLTRE Voci e Idee Migranti Primo Premio Internazionale per scrittori migranti promosso da Kabiliana edizioni Il concorso è rivolto a tutti gli scrittori e le scrittrici migranti che soggiornano o vivono permanentemente in Italia e scrivono in lingua italiana, per dare voce ad una letteratura di grande valore non solo letterario, ma anche sociale. E' uscito il libro del Primo Festival europeo degli scrittori migranti (Goethe Institut, Forum Austriaco di Cultura, Istituto Svizzero e Università "La Sapienza", Roma, giugno 2002) con i testi degli scrittori e degli studiosi partecipanti. Contiene anche la prima bibliografia cronologica delle opere degli scrittori migranti in Italia (1986-2002) e degli studi ad esse relativi. Diaspore Europee e Lettere Migranti, a cura di Armando Gnisci e Nora Moll, 2002 Edizioni Interculturali: Via Santa Maria dell'Anima 16, Roma, tel./fax: 06.68892580, www.edizioniinterculturali.it ------------------------------------------------------------------------------- Ti è arrivata questa mail perchè risulti iscritto alla newsletter di <http://www.chiamafrica.it>Chiama l'Africa Via Francesco del Furia 18 - 00135 Roma - tel 329/5713452 - fax: 06/30995252 Per non ricevere più questa mail scrivi a <mailto:info at chiamafrica.it>info at chiamafrica.it oppure vai direttamente al <http://www.cipsi.it/africa/mailing.asp>sito Allo stesso recapito <mailto:info at chiamafrica.it>Email puoi segnalare notizie, iniziative o appuntamenti redazione a cura di Paola Luzzi
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