dramma in Centrafrica



DRAMMATICA SITUAZIONE IN CENTRAFRICA
BOZOUM NELLE MANI DEI RIBELLI


La Repubblica Centrafricana e le nostre Missioni
stanno vivendo in pieno il dramma della rivolta armata
con cui l’ex capo di Stato Maggiore dell’esercito,
François Bozize, sta cercando di portare a compimento
il rovesciamento dell’attuale Presidente Ange-Félix
Patassé.

Fallito il secondo tentativo di prendere la capitale
Bangui alla fine di ottobre 2002, i ribelli si sono
impossessati di una buona parte del nord del Paese, da
Kaga Bandoro a Bossangoa e ora a Bozoum. In tutte le
città ci sono morti, saccheggi e violenze, perpetrate
anche dai ribelli congolesi di Jean-Pierre Bemba,
chiamati in aiuto dal Presidente, che già si faceva
proteggere dai libici. In più il Paese sta soffrendo
anche la fame. Neppure le missioni sono state
risparmiate dai saccheggi, come è avvenuto a Taley, a
45 km. da Bozoum, da dove le Missionarie Francescane
del Verbo Incarnato erano dovute fuggire.

          A Bozoum i ribelli avevano già fatto la loro
prima comparsa il 19 dicembre scorso e alla nostra
Missione avevano rubato un’auto e dei soldi, dopodichè
si erano ritirati.

Sabato 18 gennaio i ribelli sono tornati in forze a
Bozoum venendo, come prima, dalle strade di Paoua e
Bossangoa. I ribelli centrafricani, appoggiati da
forze arabe del Ciad, hanno sbaragliato con 400 uomini
e armi più efficaci la resistenza dell’esercito
regolare, sostenuto dai libici e dai congolesi,
diventando così i padroni incontrastati della città.

Alla Missione in quei giorni era assente P. Norberto,
che aveva accompagnato verso Bouar delle Suore, che
erano fuggite a piedi da Markunda ed erano arrivate
dopo un mese a Bozoum. Sul posto erano rimasti P.
Lionello con P. Varghese e il laico Marco, i quali
hanno dovuto assistere impotenti ai vari tentativi di
depredare anche la Missione, come già avveniva nei
quartieri, da parte di soldataglia lasciata a sé
stessa e sovente ubriaca. Sino al sabato si erano
mantenuti in contatto via radio con le missioni di
Baoro e Bouar, dopodichè è calato il silenzio perché
la radio era stata nascosta.

Martedì 21 gennaio si è quindi saputo che P. Lionello
e gli altri hanno abbandonato la Missione per
rifugiarsi a Baoro. Sono partiti a piedi nella notte
di lunedì per recuperare una macchina che era stata
prudentemente nascosta a circa 10 km. sulla strada di
Bouar.



Non era possibile però prendere la via di Bouar
perché i libici avevano fatto saltare il ponte a Kunde
per proteggere Bouar. Così è stata presa la strada di
Baoro, che ormai da tanti anni era impraticabile. Sono
arrivati a Buforo, a 23 km., alle due di notte. Qui
hanno ripreso la strada al mattino, con l’aiuto del
meccanico Joseph, che faceva da battistrada su una
moto, e di suo padre Marcel, che guidava.
Faticosamente si sono aperti il cammino con l’aiuto di
accette e sono passati illesi su ponti a volte con
solo due longheroni di ferro. A mezzogiorno erano a
Baoro, da dove abbiamo avuto una conversazione
attraverso il telefono satellitare.

          Così ora la situazione del Centrafrica è
tragica, in quanto la capitale Bangui è praticamente
accerchiata dai ribelli e ridotta alla fame. Al
momento si hanno poche speranze che si giunga a un
accordo, grazie alla mediazione dei Vescovi, prima che
anche Bossentelé, Baoro e Bouar, dove abbiamo le
Missioni, cadano nelle loro mani.

Con insistenza preghiamo e invitiamo a pregare perché
al più presto abbia fine questo teribile momento, che
continua a seminare lutti e distruzioni, là dove la
gente è già molto provata da povertà, sofferenze e
malgoverno  ( 22/01/2003 ).

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La crisi centrafricana – testimonianza delle Suore
Carmelitane di Torino


Le Suore Carmelitane di S. Teresa di Torino sono
presenti e operanti nella Repubblica Centrafricana da
quasi trent'anni, chiamate dai Padri Carmelitani
Scalzi della Provincia Ligure ad una comunione e
collaborazione fraterna, nella reciproca autonomia.
      Le loro case sono tre, tutte sul territorio della
Diocesi di Bouar: quella di Baoro, aperta nel 1975;
quella di Bossentele, aperta nel 1991; la casa di
formazione, affiancata a quella di Baoro dal 1995. Le
comunita' sono composte da missionarie italiane e
malgasce (le Suore Carmelitane hanno avviato le
missioni al Madagascar nel 1959 e numerose sono ormai
le vocazioni autoctone). Il loro apostolato si fonda
sulla collaborazione con i Padri nella pastorale
dellevangelizzazione; sull'attivita' svolta
nei centri di servizio sociale, sull'assistenza
sanitaria (aperta anche alla cura dei lebbrosi)
attuata nei dispensari e nelle visite ai villaggi
della brousse; sull'attivita' scolastica avviata in
questi ultimi anni.

      Mercoledi' 29 gennaio 2003, per la prima volta, la
casa di Bossentele e' stata raggiunta da un numeroso
gruppo di guerrilieri ribelli, fra i quali c'erano
dodici feriti, a causa di un incidente, che sono stati
curati da Sr. Maria Teresa Gallo, responsabile di
quella comunita'. All'avvicinarsi del pericolo ella
aveva rimandato a casa i bambini della scuola. Dopo la
visita dei guerriglieri, ha fatto partire le due
Sorelle malgasce, Sr. Marie Viviane e Sr. Marie
Dominique, alla volta di Baoro, perché fossero piu' al
sicuro, unendosi alle Sorelle, restando sola...  ma
dalla comunita' di Baoro si mise prontamente in
viaggio, per unirsi a lei, Sr. Maria Giuseppina
Mascheroni.

      All'invito della Madre Generale di partire entrambe
per Baoro, Sr. Maria Teresa ha risposto, angosciata
per la situazione, ma ferma e serena nell'affrontarla:
”Madre, come possiamo lasciare sola questa povera
gente che ricorre a noi per aiuto e per consiglio?. ..
Non possiamo abbandonare i nostri fratelli in questa
drammatica circostanza... hanno bisogno della nostra
presenza e della nostra testimonjanza. Se il Signore
lo vuole, siamo pronte anche a dare la vita!” A sua
volta, Sr. Maria Giuseppina ha confermato senz'altro
questa decisione e la ferma volonta' di “dare la
vita”, se necessario. Profondamente commossa e
ammirata per un cosi' profondo spirito missionario e
per il coraggio eroico delle sue Suore, ringraziandone
il Signore con tutto il cuore, la Madre non ha voluto
imporre il proprio pensiero e ha permesso loro di
restare, pur raccomandando la massima prudenza.
      I guerriglieri si sono ripresentati a Bossentele una
seconda volta, portando un ferito che hanno lasciato
nel dispensano, con una sentinella, perché fosse
curato da Sr. Maria Teresa; quando sono tornati a
riprenderlo, poiché la ferita era grave, la Suora ha
consigliato di portarlo all'ospedale di Bozoum... ma
non sappiamo se quell'ospedale esista ancora!
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Questo è un messaggio di MIR-riconciliazione - il MIR-in-rete