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Chiama l'Africa news 20/09/02
- Subject: Chiama l'Africa news 20/09/02
- From: Solidarietà Network <webmaster at cipsi.it>
- Date: Fri, 20 Sep 2002 20:05:17 +0200
CHIAMA L'AFRICA NEWS 20 settembre 2002 www.chiamafrica.it ROMA: tel 329/5713452 - fax: 06/30993424 PARMA: tel 0521/314263 - fax 0521/314269 Notizie, informazioni, iscrizioni e cancellazioni alla newsletter possono essere inviate a info at chiamafrica.it ------------------------------------------------------------------------------- Noi dobbiamo dire no alla guerra ed essere duri come pietre. (Aldo Capitini). Ci associamo a tutti i movimenti, gli appelli e le campagne per dichiarare la nostra ferma opposizione ad un nuovo attacco all'Iraq. Ci schieriamo contro la guerra, dalla parte della popolazione civile irachena afflitta da dieci anni di sanzioni economiche internazionali. -------------------------------------------------------------------------------- SOMMARIO 1. Notizie dal continente - Repubblica Democratica del Congo - Burundi - Costa d'Avorio 2. Dopo l'incontro all'Università di Roma, Joseph Ki Zerbo a Frascati 3. Riprendono i "Martedì dell'Africa": l'8 ottobre a Roma 4. Fano: Gianni Morandi incontra Chiama l'Africa 5. Immigrazione: un articolo di Nanni Salio 6. Cinema itinerante in Mozambico 7. Recensioni: "Poetiche africane", a cura di Armando Gnisci 8. Appuntamenti ------------------------------------------------------------------------------- 1. NOTIZIE DAL CONTINENTE REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO Durante la 57° Assemblea Generale dell'Onu il Consiglio di Sicurezza si è riunito a porte chiuse per discutere della situazione nella regione dei Grandi Laghi. In questa occasione il presidente ruandese Paul Kagame aveva annunciato il ritiro - entro venerdì 20 settembre - delle sue truppe dislocate dall'agosto del 1998 nella Repubblica Democratica del Congo (25-30.000 soldati) . Subito dopo, al rientro da New York, allo scalo di Abuja, in Nigeria, lo stesso Kagame aveva dichiarato: "Il ritiro delle truppe ruandesi avverrà quando ciò sarà possibile; al momento non abbiamo alcune garanzia per la sicurezza del nostro paese". Sebbene paradossale, questa ultima dichiarazione del presidente aveva fatto temere un improvviso "marcia indietro" rispetto alle promesse fatte appena qualche ora prima. Ma per fortuna giungono in questi giorni dalla Monuc conferme sull'inizio dell'effettivo ritiro delle truppe ruandesi dalla regione orientale del Congo. Ricordiamo che l'accordo di Sun City (Sudafrica) tra i presidenti congolese e ruandese concluso il 30 luglio scorso, prevede il ritiro delle truppe d'occupazione entro 90 giorni in cambio del "rimpatrio" dei membri delle ex-Far (Forze armate rwandesi) e dei miliziani Interhamwé, rifugiati in territorio congolese e ritenuti co-responsabili dei massacri avvenuti in Ruanda nel '94 (secondo l'Onu il loro numero è compreso tra 10.000 e i 20.000) Intanto ci si aspetta una ridefinizione della forza Onu presente nella regione (Monuc) e un suo potenziamento, con lo scopo di "occupare" le zone lasciate libere dalle forze ruandesi e assicurare il disarmo degli ex-ribelli. Fonti: Misna, L'Eveil (Kinshasa) Sul sito www.chiamafrica.it nella sezione "Approfondimenti" ogni mese "Congo Attualità", il notiziario curato dalla "Rete Pace per il Congo". BURUNDI Ieri il portavoce dell'esercito, Augustin Nzabampema, ha confermato alla agenzia di stampa francese 'France Press' che "173 persone sono cadute sotto i proiettili degli elementi delle forze armate burundesi". Il massacro sarebbe avvenuto il 9 settembre a Itaba, nella provincia di Gitega e avrebbe coinvolto una maggioranza di civili, responsabili, secondo l'autorità militare nazionale, di essere complici della ribellione hutu. Secondo i ribelli delle Forza per la Difesa della Democrazia (FDD), le vittime sarebbero oltre un migliaio. Secondo il colonnello Nzabampema, portavoce delle forze armate, i veri responsabili del massacro sarebbero i combattenti delle FDD che non avrebbero evacuato i civili dalla zona, da loro controllata e soggetta a scontri e cobattimenti. Ma secondo Léonidas Ntibayazi, Presidente della commissione per i Diritti Umani dell'Assemblea Nazionale Burundese, il massacro ha avuto luogo senza che si stesse combattendo. Nel frattempo i colloqui di pace che dovevano iniziare in questi giorni in Tanzania sono stati di nuovo rinviati. Ricordiamo che questo piccolo paese dell'Africa centrale dal 1993 è sconvolto da una sanguinosa guerra civile FONTI: Misna, Yahoo Actualité COSTA D'AVORIO All'alba di venerdì 20 settembre la Costa d'Avorio si è risvegliata sotto il fragore degli spari che hanno svegliato di soprassalto i cittadini di Abidjan, di Bouaké, e di Korogho, tre delle principali città del paese. Inizialmente si era avanzata l'ipotesi di un "ammutinamento" di circa 750 soldati che non accettano di essere messi a riposo. Ma durante la giornata ha preso sempre più piede l'ipotesi di un colpo di stato. Questa tesi sarebbe convalidata dalla conferma dell'avvenuta morte del generale Robert Guei, autore dle primo colpo di stato avvenuto nel paese, nel dicembre del '99. Durante gli scontri avrebbe perso la vita anche il Ministro degli interni Emile Boga Doudou. Non si conosce ancora il numero delle vittime, ne' tra i lealisti ne' tra i ribelli. Il Presidente Ivoriano Laurent Gbagbo, che si trova attualmente in visita ufficiale in Italia, ha annullato molti degli impegni diplomatici (tra i quali l'incontro con il Papa) e si sta preparando a rientrare. La Costa d'Avorio vive da anni un equilibrio politico instabile, e questi avvenimenti si collocano in un delicato momento in cui il dialogo politico all'interno del paese sembrava cominciare a portare i suoi frutti. FONTI: Misna, Allafrica.com 2. DOPO L'INCONTRO ALL'UNIVERSITA' DI ROMA, JOSEPH KI ZERBO A FRASCATI L'11 settembre Joseph Ki Zerbo ha tenuto una vera e propria lezione di "storia dell'umanità" presso la Facoltà di lettere dell'Università "La Sapienza" di Roma. L'incontro, introdotto da Armando Gnisci (docente di Letterature comparate presso la medesima università), e da Eugenio Melandri (Chiama l'Africa), è stato accompagnato dalla magistrale arte canora e narrativa di Pape Kanouté, il griot, colui che ricuce i fili della storia e della memoria collettiva. Come ha detto Gnisci, in quell'incontro ci siamo lasciati accogliere dall'Africa che ospitavamo. Nei giorni scorsi abbiamo diffuso su questa lista la "sbobinatura" dell'incontro, che abbiamo voluto intitolare "L'Estraneo è un dono del cielo", usando l'espressione d'apertura dello stesso Ki Zerbo. Nei giorni seguenti il "maestro" ha partecipato al "meeting internazionale sull'integrazione" a Frascati, organizzato dall'associazione "Nessun luogo è lontano". Riportiamo un breve passo del suo intervento. Il testo per esteso è consultabile sul sito www.chiamafrica.it nella sezione "Approfondimenti" "Le nostre culture senza equipaggiamento logistico secondo il diktat del patto coloniale, sono soltanto degli epifenomeni esotici, perfino ai nostri stessi occhi. Bisogna quindi aiutare l'Africa per evitarle di dare una versione contemporanea dell'africanità e una versione africana della modernità, continuando ad esortarla a raggiungere il Nord, pur sapendo che non siamo sugli stessi binari o che siamo dei vagoni dietro alla locomotiva. Il rinascimento africano, inseparabile da un new deal planetario è realizzabile solo attraverso una genesi mentale copernicana. Il parto di un sistema di paradigmi rifondatori capaci di mobilitare degli intellettuali sicuri tanto delle loro radici che dei loro concetti, come pure degli operatori economici che invece di massimizare i costi umani ed ambientali, siano capaci di estrarre dal minerale del nostro essere socio-culturale l'oro dei vantaggi comparativi." (Joseph Ki Zerbo - Frascati, 12 settembre 2002) 3. RIPRENDONO L'8 OTTOBRE A ROMA I MARTEDI' DELL'AFRICA Dopo la pausa estiva ritornano i consueti appuntamenti presso la Libreria Odradek, in via dei Banchi Vecchi 57, a Roma. "L'Africa tra Storia e Storie". Incontro con Mbacke Gadji, scrittore senegalese residente in Italia e con Giulia De Martino, dell'Associazione "Scritti d'Africa". "Quello che esuli e figli lontani raccontano" è il sottotitolo che abbiamo scelto. Parleremo infatti di africani migranti che narrano - attraverso una lingua che non gli appartiene - l'Africa vista da lontano, attraverso gli occhi di chi vive l'incontro-confronto con altre società e con altre culture. L'Appuntamento è per le ore 18 INFO: info at chiamafrica.it 329 5713452 4. FANO: GIANNI MORANDI INCONTRA CHIAMA L'AFRICA Un testimonial d'eccezione per il nostro comitato di Fano (PS). Gianni Morandi ha incontrato il 10 settembre gli operatori del Progetto Rainbow - della Comunità Giovanni XXIII di Don Oreste Benzi - che insieme al nostro coordinamento locale, stanno operando in favore dei bambini vittime o orfani dell'Aids in Kenya, Tanzania e Zambia. Nel 2001 il Progetto ha sostenuto 12.757 bambini, 3.699 famiglie, 204 anziani, 4.900 bambini mandati a scuola, 70 ragazzi di strada, 692 bambini nei 12 centri nutrizionali e 32 scuole. Una goccia nel mare in una situazione in cui l'Aids, oltre alla malaria, alla tbc ed altre malattie stanno sterminando un'intera generazione di uomini e donne, dai 25 ai 40 anni: il potenziale più produttivo del continente dimenticato e marginalizzato dalla cooperazione e dai mass media. Gianni Morandi ha inoltre voluto sapere tutto sull'iniziativa delle Bomboniere della Solidarietà, un'altra iniziativa del nostro Comitato di Fano. Un gesto concreto e significativo di solidarietà da parte di quanti si preparano a festeggiare matrimoni, battesimi, cresime, comunioni, feste di laurea e anniversari importanti. "Se mai dovessi risposarmi - ha detto Morandi rivolto alla sua compagna e al figlioletto Pietro, anche loro presenti all'incontro- adotterò anch?io le bomboniere della Solidarietà, perché è davvero bello, oltre che giusto, in un giorno di festa e di gioia dare un pò di luce e di speranza a bambini meno fortunati dei nostri" 5. IMMIGRAZIONE: UN ARTICOLO DI NANNI SALIO Hai lasciato l'impronta? Sì, ma quella? ecologica Pubblicato sul n° 7/2002 di Azione Nonviolenta Tutti ricordiamo l'11 settembre 2001: una data fatidica entrata prepotentemente nella storia. Ma pochssimi ricordano un altro 11 settembre, all'inizio del secolo scorso! Era il 1906 e Gandhi decise di sfidare il governo boero lanciando una campagna di disobbedienza civile per protestare contro la ignominiosa legge che obbligava tutti gli immigrati indiani, turchi e arabi residenti in Sud Africa a "munirsi di un certificato di identità, a fornire le impronte digitali e a farsi 'marchiare' il corpo per poter essere facilmente identificabili". (Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, ECIG, Genova 1998, p. 34). "Per Gandhi la nuova legge non era soltanto discriminatoria ma profondamente umiliante, in quanto trattava gli indiani alla stregua dei criminali comuni". Ebbe così inizio la campagna di disobbedienza civile: gli indiani dovevano rifiutarsi di farsi registrare, anche a costo di essere arrestati. Sembra che il pendolo della storia ci stia riportando ai tempi più bui dell'umanità, quando imperavano razzismo, intolleranza, nazifascismo, guerra. In simili frangenti è importante trarre ispirazione da chi, prima di noi, con grande coraggio, intelligenza e creatività ha saputo affrontare situazioni estremamente difficili senza far ricorso ad altra violenza, ma suscitando il potere dal basso, il potere della nonviolenza. Diamo allora nuovamente la parola a Gandhi: "Quello che ci apprestiamo ad attuare è un proposito molto importante, poiché la nostra stessa esistenza in Sud Africa dipende dalla sua totale osservanza". Egli insiste sul momento cruciale di quella scelta che doveva essere suggellata con un patto da non infrangere, con un giuramento: "Se, dopo aver fatto questo giuramento, violassimo la nostra promessa, saremmo colpevoli di fronte a Dio a agli uomini". Ricordando quegli eventi, Gandhi li avrebbe definiti "l'avvento del satyagraha", il metodo di lotta nonviolenta col quale ci si propone di liberare dalle "catene della violenza" sia gli oppressori sia gli oppressi, sia i ricchi sia i poveri. Dopo poco meno di un secolo da quegli eventi, nella civilissima e cattolicissima Italia un manipolo di signori e di signore della cosiddetta "casa della libertà" intende riproporre quella stessa norma liberticida in aperta violazione dei più elementari diritti umani. Oltre a coloro che sono apertamente d'accordo, c?è chi minimizza con argomenti del tipo "l'impronta digitale non è più razzista d'una fotografia" (Lorenzo Mondo, La Stampa, 2 giugno 2002). Ma come è stata proposta è discriminatoria, tant?è che sinora viene utilizzata solo per chi viene arrestato e va in carcere. Ed è uno dei tanti passi che si vanno compiendo verso forme di controllo da "stato di polizia", che peraltro risulteranno palesemente inefficaci contro i veri problemi della criminalità organizzata e della legalità (mafie, camorra, tangentopoli, corruzione dei "colletti bianchi", conflitti d'interesse, ineleggibilità del premier, monopolio delle televisioni). L'unica impronta veramente importante che dovremmo cominciare sistematicamente a stimare e calcolare per ciascuno di noi è quella "ecologica", ovvero il peso col quale passiamo la nostra breve esistenza su questo pianeta, sottraendo a molti altri esseri umani e non umani le risorse indispensabili semplicemente per vivere. Se rientrassimo dentro i "limiti della crescita", dentro i "limiti della biosfera" se non rubassimo le risorse altrui e non intaccassimo così pesantemente il capitale naturale del nostro pianeta, contribuiremmo allo stesso tempo a risolvere anche il problema dal quale nasce la questione dell'ltra impronta, quella digitale. Riducendo la nostra impronta ecologica, aiuteremmo finalmente e concretamente le altre popolazioni a vivere dignitosamente nel proprio territorio senza doversi sottoporre ai ricatti e ai pericoli della gigantesca migrazione in corso. Contro leggi ingiuste, Gandhi ci sprona a non aspettare, ad agire e a disobbedire attraverso campagne di disobbedienza civile nonviolenta prima che sia troppo tardi, come ci ricorda il monito, ahimè sempre più attuale, lanciato da Martin Niemoller durante il nazismo: Essi vennero contro i comunisti e io nulla obiettai perché non ero comunista; essi vennero contro i socialisti e io nulla obiettai perché non ero socialista essi vennero contro i dirigenti sindacali e io nulla obiettai perché non ero dirigente sindacale; essi vennero contro gli ebrei e io nulla obiettai perché non ero ebreo; essi vennero contro di me e non era rimasto nessuno a obiettare. 6. CINEMA ITINERANTE IN MOZAMBICO C'è un moderno gruppo di saltimbanchi che sta attraversando il Mozambico per portare la magia del cinema nei villaggi dove non è mai stato visto o si è perso. Un percorso di più di 2000 chilometri, da sud a nord. Le strade, le piste polverose e le barche locali per trasportare tutto quello che serve per una proiezione. Una tappa ogni due o tre giorni, una proiezione ogni sera: i ragazzi del CINEMOVEL arrivano, prendono accordi con il capo villaggio, montano schermo e proiettore e lo sfrigolio delle casse annuncia l'inizio del film. L'incanto eterno dei classici del muto, la giocosità dei cartoni animati per comunicare emozioni e divertimento anche a chi non conosce che la sua lingua. Come ogni rassegna cinematografica che si rispetti anche questa ha il suo dibattito, protagonisti i bambini, le donne e gli uomini che il cinemovel incontra nel suo percorso. INFO: www.cinemovel.tv - info at cinemovel.tv 7. RECENSIONI. "POETICHE AFRICANE" Armando Gnisci (a cura di), Poetiche Africane, Meltemi 2002 Un libro umanista nel senso latino del termine, una raccolta di saggi di intellettuali africani: storici, filosofi, potesse, critici letterari, dal Burkina Faso al Sudafrica, passando per Mogadiscio, per andare "a scuola" dagli africani: scuola del sapere, della cura, del ben vivere. La voce dell'Africa è giunta finora al mondo solo attraverso la letteratura e la musica. Joseph Ki-Zerbo, Ngugi Wa Thiong'o, Fatoumata Ba, Pedro Miguel, Ali Mumin Ahad, Antjie Krog, Abdelfattah Kilito, gli autori dei saggi raccolti in questo volume, ci offrono una meravigliosa occasione di conoscenza del continente africano e delle sue poetiche. 8. PROSSIMI APPUNTAMENTI ROMA - VENERDI' 20 SETTEMBRE ORE 18.30 presso la Libreria ODRADEK - Via dei Banchi Vecchi, 57 "Sankara" e Mani Tese presentano il libro "Musungu - Ero una bianca nell'Africa nera", di Libera Pota Il testo è stato pubblicato da Mani Tese per la costruzione di una scuola nel Burkina Faso. INFO: 06 6833451 FANO (ps) - 23/29 SETTEMBRE Settimana Africana 2002 Mostre, Testimonianze, dibattiti, films, sport, musica, gastronomia, per un incontro di amicizia e di solidarietà con i popoli africani. INFO: Tel. e Fax 0721. 865159 - info at chiamalafricafano.org ROMA - VENERDI' 4 e SABATO 5 OTTOBRE al cinema Farnese Movimondo presenta VIVA A PAZ!, una rassegna di videodocumentari del e sul Mozambico prodotti negli ultimi anni. La Rassegna sarà preceduta, alle ore 17,00, dall'incontro: "Trent'anni di esperienze per una nuova stagione di solidarietà e di cooperazione". Parteciperanno: il giornalista Pietro Veronese, l'ambasciatore Manfredo Incisa di Camerana, l'ambasciatore del Mozambico in Italia Francisco Elias Paulo Cigarro e i rappresentanti delle ong e delle associazioni italiane. Sono previsti inoltre la partecipazione dello scrittore mozambicano Mia Couto e un incontro con il fotografo Ricardo Rangel. Le celebrazioni si sposteranno poi a Maputo dove, tra il 29 e il 31 ottobre, si svolgeranno un forum internazionale su "Cooperazione internazionale in Mozambico e ruolo della società civile" e un Seminario settoriale sulla sicurezza alimentare, entrambi promossi da Unimondo. INFO: Tel: 06.57300330 - m.cereghino at movimondo.org
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