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Chiama l'Africa news 7/08/02
- Subject: Chiama l'Africa news 7/08/02
- From: Solidarietà Network <webmaster at cipsi.it>
- Date: Fri, 9 Aug 2002 12:32:18 +0100
CHIAMA L'AFRICA NEWS 7 agosto 2002 www.chiamafrica.it ROMA: tel 329/5713452 - fax: 06/30993424 PARMA: tel 0521/314263 - fax 0521/314269 Notizie, informazioni, iscrizioni e cancellazioni alla newsletter possono essere inviate a info at chiamafrica.it ___________________________________________________ 1. NOTIZIE DAL CONTINENTE - Sottoscritti accordi nella R.D.Congo e in Sudan. E' vera pace? - Nasce la nuova Unione Africana - Pubblicato Rapporto Onu sullo stato dell'ambiente in Africa 2. ATTIVITA' - L'assemblea del rilancio. Parma, 1 luglio 2002 - Campo di lavoro e formazione 3. AZIONI - Un Beretta ambasciatore? No grazie! 4. PROSSIMI APPUNTAMENTI 2002 - Provincia di Livorno - "Terre di Babele", 20 e 28 agosto - Ravenna - Esposizione di fumetti africani, fino al 31 agosto - Giubileo degli oppressi, 5/15 settembre - Ronzano (BO) - "Africa e afriche", 21/22 settembre - Verona - 45° Corso "Africa e Madagascar", 29 settembre/31 ottobre 5. RECENSIONI - "L'Africa per l'Africa" - "Il mondo a colori della famiglia Bwana Val" ___________________________________________________ 1. NOTIZIE DAL CONTINENTE - SOTTOSCRITTI ACCORDI NELLA R.D. CONGO E IN SUDAN. E' VERA PACE? Tra i tanti conflitti che minano quotidianamente la vita di milioni di persone in Africa cominciano a nascere segnali di speranza. In Sierra Leone il processo di pace sembra ormai concretamente avviato; in Angola, dopo l'uccisione del leader storico dell'Unita, Jonas Savimbi, il paese sembra essere alla ricerca di una soluzione politica, con un rilancio delle forze di opposizione istituzionali. In entrambi i casi si sta procedendo alla smobilitazione delle forze ribelli e al ripristino di una situazione di "normalità". Ma si tratta di processi lunghi e difficili, nei quali entrano in gioco tanti fattori: il raggiungimento di una vera pacificazione degli animi di chi, per anni, ha visto o praticato ogni genere di violenze e di crudeltà; il risanamento delle tante ferite aperte nel tessuto sociale ed economico; il dramma di migliaia di combattenti e delle loro famiglie per i quali la guerra era diventata un mezzo di sopravvivenza. In Liberia da settimane si tenta di aprire una conferenza di riconciliazione nazionale voluta sia dal presidente Taylor che dalle opposizioni armate, anche se per il momento il tutto si è concluso con un nulla di fatto. A questo quadro si sono aggiunti negli ultimi giorni alcuni segnali di "schiarita" per quanto riguarda il conflitto della Repubblica Democratica del Congo e quello sudanese. REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO Il 31 luglio a Pretoria (Sudafrica) Joseph Kabila, presidente della Repubblica Democratica del Congo, e Paul Kagame, presidente del Ruanda, hanno firmato un "accordo di pace". In realtà sono in pochi a credere alla svolta in questa guerra, che in quattro anni ha causato un milione e mezzo di morti (secondo alcune stime sarebbero almeno due milioni) e che è stata definita come la prima guerra mondiale africana. Ben nove paesi sono stati implicati in questo conflitto, le cui sorti sono determinate anche da interessi esterni alla regione, come ha dimostrato il Rapporto dell'Onu sullo sfruttamento illegale delle risorse nella Repubblica Democratica del Congo. Secondo i commentatori di Misna, soltanto la cieca superficialità dei mass media occidentali poteva sbandierare la notizia dell'accordo come se questo implicasse una pace ormai imminente. La realtà, purtroppo, è molto più incerta. Il documento siglato da Kinsasa e da Kigali è un protocollo di intesa più che un accordo di pace, e prevede sostanzialmente la cattura e il disarmo dei cosiddetti ribelli interahamwe e degli ex soldati delle Far, le forze armate ruandesi all'epoca del defunto presidente Juvenal Habyarimana, in cambio del ritiro delle forze armate ruandesi. Ma chi potrà attuare il programma di smobilitazione dei circa 25.000 uomini ruandesi presenti in territorio congolese è difficile immaginare. La Monuc - forza di pace dell'Onu - ha pochi uomini e pochi poteri, e l'esercito di Kinsasa ha una storia fatta anche di collaborazione con gli attuali ribelli. Joseph Kabila e Paul Kagame, dovrebbero tornare a incontrarsi giovedì 8 agosto, a New York, alla presenza del segretario generale delle nazioni Unite Kofi Annan (Fonte: Misna). Per saperne di più sul conflitto si può scaricare il notiziario "Pace per il Congo" dal sito www.chiamafrica.it SUDAN Il 20 luglio scorso a Machakos (60 km a sudovest di Nairobi) le delegazioni del Governo del Sudan e dell'Esercito di Liberazione Popolare Sudanese (SPLA), che si combattono dal lontano 1983, hanno raggiunto un accordo nell'ambito dei negoziati di pace sotto l'egida dell'Autorità Inter-Governativa per lo Sviluppo (IGAD), l'organismo regionale indicato come interlocutore nei colloqui di pace sudanesi. L'accordo prevede un governo transitorio di sei anni, basato su una organizzazione di tipo federale, con un governo centrale e due parlamenti regionali, uno nel nord e uno nel sud del paese, che potranno applicare le leggi religiose solo all'interno del loro territorio. Alla fine dei sei anni il sud-Sudan potrà scegliere attraverso una consultazione referendaria tra l'unità nazionale e la secessione. Le associazioni aderenti alla Campagna Italiana per la Pace e il Rispetto dei Diritti Umani in Sudan - Acli, Amani, arci, Caritas Italiana, Cespi, Cuore Amico, Mani Tese, Missionari Comboniani, Nigrizia, Pax Christi, Raggio - apprezzano e valutano positivamente il protocollo di intesa siglato dalle due parti, grazie alla mediazione del generale keniota Lazaro Sumbeiywo e sotto la supervisione degli Stati Uniti d'America (che in questi mesi hanno fortemente sostenuto il negoziato), della Gran Bretagna (ex potenza coloniale nella zona), dell'Italia e della Norvegia (i due stati co-presidenti del Comitato Sudan dell'IGAD Partners Forum). Esse riconoscono che il documento rappresenta un notevole passo avanti in uno dei conflitti più drammatici del continente africano. Tra i suoi meriti quello di riconoscere alle popolazioni del sud del paese il diritto all'autodetrminazione e di sancire la separazione tra governo e religione. Tuttavia sollevano alcune perplessità: gli accordi non prevedono il cessate-il fuoco; nei negoziati non c'è stato alcun coinvolgimento della società civile; il significativo coinvolgimento degli Stati Uniti nella risoluzione del conflitto è legato al perseguimento di precisi interessi politici e strategici nell'area; infine rimane la drammatica difficoltà di accesso degli aiuti umanitari ostacolati dal governo di Kartum. I negoziati riprenderanno il 12 agosto FONTE: Campagna per la pace e i diritti umani in Sudan, comunicato del 26/07/02. Per approfondire: http://www.campagnasudan.it - NASCE LA NUOVA UNIONE AFRICANA Martedì 9 luglio è nata a Durban, in Sudafrica, l'Unione Africana, che sostituisce l'Organizzazione dell'Unità Africana. I vari leaders di governo tentano di ridare slancio alle idee dei padri fondatori dell'Africa post-coloniale, riportando alla memoria il loro sogno di unità del continente. Nel suo discorso di chiusura il presidente sudafricano Thabo Mbeki, primo Segretario Generale dell'Unione Africana, ha affermato: "abbiamo suscitato molte aspettative con la nascita dell'Unione Africana, e non possiamo deluderle". Una delle questioni più spinose tra quelle con cui i capi di stato africani devono misurarsi è quella dei numerosi conflitti che insanguinano il continente. Il Consiglio di Sicurezza dell'UA, sarà incaricato di occuparsi di questo genere di problemi. Una volta divenuto operativo, il Consiglio avrà il potere di inviare proprie truppe nei punti caldi del continente. Accettando questo nuovo organo, i capi di stato della vecchia e nuova generazione hanno di fatto accettato una diminuzione parziale della loro sovranità, ma il vero test si avrà nel momento in cui si rendesse necessario l'invio in aree di crisi di una forza africana di pace, dotata di rapidità d?intervento. Gli altri organi previsti dall'UA sono: la Conferenza dei Capi di Stato, il Consiglio esecutivo ministeriale, la Commissione e il Comitato dei rappresentanti permanenti dell'UA. Previsti anche un parlamento, una Corte di Giustizia, una Banca centrale e una moneta unica, sul modello europeo. Fonte: sito Chiama l'Africa e Congo Attualità n°20 - PUBBLICATO RAPPORTO ONU SULLO STATO DELL'AMBIENTE IN AFRICA Secondo un rapporto dell'UNEP (United Nations Environment Programme) sullo stato ambientale del continente africano, negli ultimi 30 anni la crescita della popolazione, le guerre, il debito, i disastri naturali e le malattie hanno danneggiato il ricco ambiente africano. Nei prossimi 30 anni, altri fattori come il cambiamento climatico, l'introduzione di specie viventi aliene, l'espansione incontrollata delle citta' e l'inquinamento da autoveicoli, aggraveranno i livelli di poverta', il malessere e la crisi ambientale. Per intervenire sulle cause del degrado ambientale servono provvedimenti ben precisi come la riduzione del debito di questi paesi, l'aumento degli aiuti esteri, il rafforzamento delle comunita' locali, l'implementazione degli accordi ambientali, l'introduzione di tecnologie pulite e l'accesso per i paesi africani ai mercati internazionali delle loro merci. Senza tutto cio', afferma il rapporto, l'Africa difficilmente potra' svilupparsi a vantaggio dei suoi cittadini e del suo ambiente. Secondo lo studio, l'Africa e' estremamente vulnerabile al riscaldamento globale a causa della forte dipendenza della sua agricoltura dalle piogge e per la mancanza di fondi per affrontare eventuali danni conseguenti. Nell'Africa australe la produzione agricola potrebbe crollare del 20% nei prossimi 30 anni se il riscaldamento globale continuerà, e molte specie vegetali e animali potrebbero scomparire. L'inquinamento dell'aria aumenta di pari passo con l'espansione urbana che avanza a ritmi velocissimi. Il problema e' aggravato dalle tasse che incoraggiano l'uso di carburanti inquinanti, dall'importazione di macchine datate e dall'utilizzo di impianti industriali inefficienti. Alcuni progetti per lo sviluppo delle energie rinnovabili stanno prendendo piede in Marocco, Algeria e Mauritius. Le emissioni di CO2 sono aumentate di otto volte dal 1950, tuttavia esse sono inferiori alle emissioni dei paesi industrializzati come Germania o Giappone. Il Sud Africa e' responsabile del 42% delle emissioni totali del continente, mentre le emissioni di Egitto, Nigeria e Algeria messe insieme rappresentano il 35.5%. L'innalzamento del livello del mare provocherebbe la scomparsa di vaste aree, ad esempio il 70% delle Seychelles verrebbe sommerso. Il 38% degli ecosistemi costieri, come le foreste di mangrovie e le barriere coralline, sono minacciati da inquinamento, sovrasfruttamento, erosione, e anche dallo sviluppo di porti e la crescita di insediamenti nelle coste e i conseguenti scarichi di acque di rifiuto. Ad esempio il 40% delle foreste di mangrovie della Nigeria e' andato perso dal 1980. Nel Nilo i livelli di nutrienti si sono ridotti talmente tanto che la pesca di sardine nel delta e' scesa da 22,618 milioni di tonnellate a meno di 13,500 mln. Fonte: UNEP; trad. di Fabio Quattrocchi - FABIOCCHI at inwind.it 2. ATTIVITA' - L'ASSEMBLEA DEL RILANCIO. PARMA 1 LUGLIO 2002 Ci siamo trovati a ribadire la volontà di stare insieme per uno scopo che riteniamo imprescindibile: affermare, appoggiare e rilanciare l'idea che "l'Africa può", che "un'altra Africa è possibile". Quando siamo partiti per questa avventura ormai sei anni fa, dicevamo "Sono spenti i riflettori sull?Africa?" "Oggi l'Africa, in qualche modo è tornata a fare notizia. E' entrata nell'agenda dei grandi della terra; è stata al centro dei grandi incontri internazionali" - ha detto Eugenio Melandri, coordinatore di Chiama l'Africa. Ma l'approccio è sbagliato, e si fonda sul mantenimento di sistemi coloniali e sulla volontà di esportare modelli di "sviluppo" (parola tossica, secondo Latouche). "E' ora che i responsabili africani capiscano che in questo tempo di globalizzazione, marcata da una strettissima competitività tra sistemi economici, non possono aspettarsi nulla di buono dall'aiuto dell'occidente e devono cominciare, anche facendo sacrifici, a contare su se stessi, sulle proprie forze e sulla grande capacità di mobilitazione e di impegno della popolazione africana" - ha detto ancora Melandri. "Ciò di cui siamo sempre più convinti è che occorre abbandonare i lustrini e le luci colorate dello sviluppo, inteso come ricostruzione in altre aree geografiche del modello di vita occidentale globalizzato, per cominciare a fondare nuovi parametri su cui costruire la convivenza, a partire dalla centralità della vita umana. L'Africa, in questo conteso paradossalmente si trova favorita, proprio perché rappresenta il continente in cui la vita è posta al centro di tutto e si manifesta in una esplosione che altrove non ha confronti. Ma per fare questo, deve "riconcentrarsi su se stessa", sui propri valori fondanti, sulle proprie culture che i teorici della nuova colonizzazione disdegnano e disprezzano. Noi crediamo che, paradossalmente, sarà proprio a partire dai valori vitali che l'Africa non ha ancora svenduto sul mercato della globalizzazione, che sarà possibile ricostruire in termini umani una convivenza non inficiata dalla tossicità dello sviluppo". Il Presidente di Chiama l'Africa, Secondo Ferioli, ha invece fatto il punto sullo stato di attuazione del programma che era uscito dall'assemblea precedente e sulle attività in cantiere per il 2002: da "Entrare in Africa", il nuovo, grande evento per le scuole, al convegno internazionale che porterà avanti le riflessioni avviate negli analoghi appuntamenti di Milano (2001) e di Ancona (2002); dai viaggi di conoscenza in Africa all'avvio di un osservatorio. E ancora: il proseguimento delle iniziative di sostegno alla società civile congolese per la realizzazione di un nuovo Simposio Internazionale per la Pace in Africa, il rafforzamento dei Martedì dell'Africa, il lancio di una grande campagna di adesione individuale, il cui slogan sarà "Ci sto anch'io", la mostra itinerante "L'Africa e la guerra". Il programma di Chiama l'Africa e la relazione completa sull'assmeblea sono disponibili sul sito www. chiamafrica.it - CAMPO DI LAVORO E FORMAZIONE Nella campagna della provincia di Parma, in città e nei paesi limitrofi una decina di ragazzi provenienti da tutte le parti d'Italia hanno selezionato e dato nuovo valore a oggetti e indumenti usati; hanno raccolto carta, ferro e legno per avviarli alla catena del riciclaggio; hanno volantinato casa per casa spiegando le ragioni della raccolta e la destinazione del ricavato. Nel mercatino dell'usato permanente, allestito grazie al campo di lavoro dell'anno scorso, è possibile acquistare libri vecchi e nuovi, rarità, mobili e oggettistica, come in un bazar dall'atmosfera affascinante. Aggirandosi tra tante cose utili, belle o anche solo curiose ci si rende conto dell'importanza di rimettere a nuovo ciò che la società scarta. Spesso infatti non ci rendiamo conto di gettare cose ancora utili e funzionanti, in nome di una cultura dello spreco. Persone o famiglie che per i più vari motivi devono disfarsi del superfluo, invece di destinarlo alla discarica possono in questo modo contribuire a dargli nuovo valore e nello stesso tempo partecipare alla raccolta di fondi destinati ad iniziative di solidarietà con l'Africa. Il campo è stato accompagnato giorno per giorno da momenti di riflessione sul senso del riciclo, sulla società dei consumi e del benessere, e sul business che in qualche caso, purtroppo, si crea anche in questo tipo di attività. Tanto lavoro, molte riflessioni e un po' di studio. Tra gli incontri che hanno accompagnato la settimana del campo : "La tratta degli schiavi"; "L'Africa tra vecchio e nuovo colonialismo"; "Ritorno a Goma", la città congolese distrutta dall'eruzione del vulcano Nyragongo, dove faticosamente riprendono alcuni progetti sostenuti - tra gli altri - da Chiama l'Africa. Il binomio riciclo/solidarietà è ormai una realtà permanente nella provincia di Parma. Chi vuole disfarsi di materiali, oggetti, mobili e indumenti in buono stato può telefonare al n° 0521 314263 e concordare con i responsabili le modalità per il ritiro. 3. AZIONI - UN BERETTA AMBASCIATORE? NO GRAZIE! La campagna in difesa della 185 tira un respiro di sollievo grazie allo slittamento della discussione del ddl 1547 presso le commissioni riunite Esteri e Difesa del Senato Se ne riparla a settembre. Il disegno di legge è stato sommerso di emendamenti da parte dell'opposizione, che chiede di stralciare tutti gli articoli riguardanti le modifiche alla 185 e di approvare nei tempi stabiliti i soli articoli riguardanti la ratifica del Trattato. Fortemente osteggiato soprattutto dalla società civile, il disegno di legge di fatto stravolge la migliore legge europea in materia di armamenti, esentando il parlamento dall'obbligo di rendere noti alcuni dati fondamentali per una seria politica di controllo, come ad esempio il valore delle coproduzioni, la notifica delle banche d'appoggio per l'export di armi e la trasparenza delle transazioni finanziarie. Intanto si apre un altro fronte nella battaglia contro i mercanti di morte. Il quotidiano BRESCIA OGGI (19 luglio 2002) e il settimanale PANORAMA (1 agosto 2002) hanno infatti reso noto che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi intende nominare ambasciatore negli USA Ugo Gussalli Beretta, esponente di una delle principali industrie di armi del nostro paese. La rivista Missione Oggi lancia un appello a tutti i cittadini e alle associazioni invitando a spedire lettere ed email al Presidente della Repubblica chiedendogli di respingere, qualora confermata, la nomina del produttore d'armi ad ambasciatore negli Usa. Secondo i promotori dell?appello ci troviamo davanti ad una prima significativa prova della nuova politica estera "made in Italy", che - per esplicito orientamento del Ministro degli esteri nonché presidente del Consiglio on. Silvio Berlusconi - dovrà essere prima di tutto un trampolino di lancio per gli affari e per il business di casa nostra. Approfondimenti e testo completo dell'appello sul sito: www.saveriani.bs.it 4. PROSSIMI APPUNTAMENTI 2002 - CAMPIGLIA MARITTIMA (LI) 20 agosto - "La miniera" - SASSETTA (LI) 28 agosto - "Il bosco e i Balcani" Dopo quella di Piombino realizzata il 2 agosto sono queste le prossime tappe del viaggio di "TERRE DI BABELE", una iniziativa che si inserisce nel più vasto progetto "Porto Franco Toscana. Terra dei popoli e delle culture", al suo terzo anno di attività. "Terre di Babele", che ha debuttato in anteprima al Festival Off di Avignone all'inizio di luglio, prevede tra settembre e ottobre appuntamenti anche a Castiglioncello, Castagneto Carducci, Cecina e Livorno. Si tratta di un evento di strada, in cui lo spettacolo teatrale si intreccia con le narrazioni individuali e della comunità sulle tante "diversità": le carceri, gli ospedali, i senza fissa dimora, i rom, i migranti. E ancora: la Palestina, l'Africa, l'Afghanistan, l'Argentina, luoghi raccontati in prima persona dalle donne che li abitano. Elemento fondamentale è la partecipazione del pubblico, che interagisce e contribuisce alla costruzione e alla riuscita dell'evento. "Terre di Babele" è un'iniziativa realizzata dal Centro Interculturale Samarcanda e dal Teatro dei Concordi in collaborazione con comuni e associazioni della provincia di Livorno, e messa in scena dal Teatro dell'Aglio e da Theatralia s.c.r.l. Per informazioni: Eraldo Ridi - tel. 0565 49509 - luciridi at tiscalinet.it - RAVENNA fino al 31 agosto "Africa Comics" Esposizione di fumetti africani presso il Museo d'Arte della Città, Loggetta Lombardesca. La mostra si aprirà con la premiazione della giuria del concorso Africa e Mediterraneo per il migliore fumetto di autore africano. ORARI DI APERTURA: Martedì, Giovedì e Venerdì 9-13.30 / 15-18 Mercoledì, e Sabato 9-13.30 Domenica e festivi 15-18 Lunedì chiuso - Ingresso gratuito Per informazioni: www.africaemediterraneo.it - GIUBILEO DEGLI OPPRESSI 5-13 SETTEMBRE - DA VERONA A PESARO in cammino con: p.Alex Zanotelli, don Luigi Ciotti, i vescovi di Locri e di Caserta e testimoni dal Brasile e dal Sudafrica. 14 SETTEMBRE - QUARRATA (PT) IX Marcia per la giustizia e la legalità (Rete Radiè Resch) 15 SETTEMBRE - BOLOGNA conclusione presso il Palamalaguti con il convegno dal titolo "La pace nelle nostre mani: non solo utopia!" Promuovono Istituti e Laicato Missionari Comboniani Per informazioni: p. Mosè Mora tel. 340 0549741 - pacenellemani at comboniani.org - EREMO DI RONZANO (BO) 21-22 settembre "Africa e Afriche. Tanti popoli, un futuro". La Festa, che prevede dibattiti, spettacoli, mostre, stands e visite storico artistiche del sito, si svolge sulla collina di Ronzano (4 Km dal centro di Bologna), nei locali dell'Eremo dei Servi di Maria. La domenica saranno in funzione servizi di ristorazione: pranzo con piatti africani, bar, tigelle (nel pomeriggio). Per informazioni: 335-5703834 (Passini Diego Rufillo, presidente Associazione Amici di Ronzano). - VERONA 29 settembre-31 ottobre 45° Corso "Africa e Madagascar" Organizzato dalla Fondazione del Centro unitario missionario (Cum). Il corso è rivolto principalmente ai missionari che partono per la prima volta per l?Africa e il Madagascar ed in particolare a sacerdoti diocesani, religiosi, religiose e laici. Per informazioni e iscrizioni: Fondazione Cum, tel.: 045/89.00.329 oppure http://www.fondazionecum.it. 5. RECENSIONI Sul sito www.chiamafrica.it, nella sezione "Letture", due nuove recensioni: - "L'Africa per l'Africa", atti del convegno internazionale (Roma, 13 marzo 2002) organizzato da UCSEI e ASCAI. All'interno del volume gli interventi di studiosi, esperti e diplomatici sia italiani che africani, che analizzano la "New partnership for Africa?s development" (Nepad), il piano di sviluppo per l'Africa elaborato dagli africani stessi - Valentina Akava Mbaka, "Il mondo a colori della famiglia Bwana Val", una fiaba sul significato della diversità
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