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Notizie dalla Repubblica Democratica del Congo
- Subject: Notizie dalla Repubblica Democratica del Congo
- From: "Bagnasco Antonella" <bagnasco.antonella at tiscalinet.it>
- Date: Wed, 17 Jul 2002 09:52:36 +0200
Cari amici, vi trasmetto la lettera che ho ricevuto da Padre Martino Mwamba-Nzambi, un sacerdote congolese, che, dopo aver conseguito il dottorato in teologia spirituale a Roma,è tornato nel suo paese. E' la testimonianza di chi si trova in prima linea ad affrontare una situazione sempre più drammatica. Vi chiedo di diffonderla anche perché le vicende che riguardano questa parte del mondo sono spesso ignorate dai mezzi di comunicazione di massa. Aggiungo l'indirizzo di Padre Martino che ha bisogno di incoraggiamento, di sostegno e di amicizia. Padre Martino MWAMBA NZAMBI Diocèse de Mbujimayi c/o MIBA Avenue Boulevard du Regent, 5 1000 BRUXELLES mwambanzambi at hotmail.com Vi ringrazio per l'attenzione Saluti Antonella Bagnasco Via P. Ratto 5/3 16012 Busalla (GE) <mailto:bagnasco.antonella at tiscalinet.it>bagnasco.antonella at tiscalinet.it Carissimi, é tanto che non ci sentiamo non ci scriviamo più. Pur essendo lontano da voi fisicamente mi sento molto vicino a voi spiritualmente. Vi ricordo spesso all'altare chiedendo al Padre Eterno di far sì che siamo salvati noi tutti per la potenza dell'Amore misericordioso che ha portato il suo dilettissimo Figlio a morire per noi sulla Croce. E' proprio il mistero di questa morte in Croce che si attua potentemente sull'altare, Sono sicuro che anche voi vi ricordate dì noi nelle vostre preghiere quotidiane. Del Congo, mia patria potete sapere molte cose tramite i mezzi modernissimi di comunicazione. Ecco quello che posso dirvi brevemente: i nostri esponenti politici sono in genere molto egoisti. Non hanno cura della gente. Da ottobre dell'anno scorso ad oggi, sono stati organizzati due grandi Colloqui (il primo in Belgio, il secondo nella Repubblica Sudafricana) radunanti il Governo, i massimi esponenti della Ribellione armata, quelli dell'Opposizione non armata e dei vari Partiti politici, e quelli della Società civile. Il popolo ha tanto pregato come al solito perché questi incontri portino la pace alla Repubblica e avviino un processo di democratizzazione del Paese. Ancora una volta il risultato è stato deludente! In una delle mie prediche ho detto al popolo di Dio di prendere in mano il destino del Paese: "Se i politici non fanno quasi niente in nostro favore, noi, Popolo disarmato, possiamo fare qualche cosa! Sappiamo molto bene che Dio è onnipotente. E' Lui che ha liberato Israele dalla schiavitù d'Egitto. E' lui che ha resuscitato Cristo dai morti. Ma in genere Dio non vuole fare nulla per noi senza la nostra collaborazione, il nostro impegno. Questo impegno consiste tanto nel pregare molto e bene, quanto nel lavorare in modo efficace. Noi congolesi siamo purtroppo come un uccello che usa solo un'ala per volare. Non riusciremo a volare, cioè a scuotere la nostra miseria se non vogliamo usare ambedue le ali. Finora abbiamo usato soltanto l'arma della preghiera. Bisogna ora che cominciamo ad usare anche la seconda arma: il lavoro. Si tratta per noi, nella situazione in cui ci troviamo (miseria tremenda dovuta in grande parte allo sfruttamento egoistico di tantissime ricchezze del Paese da parte di alcune famiglie congolesi e straniere) di scendere molte volte e coraggiosamente nelle piazze per protestare contro la politica dei nostri governanti e quella di alcune potenze occidentali (in particolare la Francia, il Belgio e gli Stati Uniti d'America) Sappiamo bene che, facendo così, molti fra noi verranno maltrattati, incarcerati, perfino ammazzati. Ma questo soffrire e morire è il prezzo da pagare per la nostra liberazione. Cristo non ci ha salvato ballando. Ha dovuto soffrire tanto e morire tremendamente. Ora abbiamo paura di tali sofferenze, di tale morte. Ma moriamo lo stesso! Anzi, il numero delle vittime della fame sarà sempre molto superiore a quello delle vittime di una rivoluzione pacifica (come quella che portò via Marcos, il presidente delle Filippine). Noi siamo paragonabili ad una famiglia che si accorge che la sua casa sta bruciando. Reazione: i dieci membri della famiglia escono fuori dalla casa e si mettono a recitare fervorosamente il Santo Rosario, senza che nessuno badi al fuoco ancora piccolo che minaccia la casa e tutti i tesori che ci sono. E' strano infatti che tanto più i politici spogliano la gente, quanto più si moltiplicano e si diffondono gruppi di preghiera e sette in cui si cercano guarigioni e miracoli. Ecco cari fratelli e care sorelle, una trappola sottile del demonio. Egli, secondo alcuni maestri spirituali (Sant'Ignazio di Lodola, San Giovanni della CroceŠ) se non riesce a far peccare qualcuno con la mano sinistra (cioè portandolo a fare cose abominevoli) cerca di tentarlo con la mano destra (cioè portandolo a fare troppe cose buone in modo sbagliato, senza discernimento). Dio ci ha creati con la testa per riflettere e le mani per lavorare. Quando il popolo d'Israele veniva minacciato dagli Amaleciti, Mosè, certo, salì in cima al monte per pregare. Ma c'era anche un'armata d'Israeliti che combatteva (Esodo 17, 8-16). Ecco le due ali: la preghiera (quella potente di Mosè) e la battaglia (quella pacifica, ma coraggiosa dei Discepoli di Gesù Cristo). Coloro fra noi che hanno il dono di pregare tanto come Mosè preghino, dunque non soltanto affinché Dio liberi il Congo dalla miseria dall'alto dei cieli, ma perché Egli dia a molti fra noi il coraggio di scendere nelle piazze per gridare ai nostri governanti: "Basta così! Non possiamo più lasciarvi torturare milioni di persone". Cari amici vi prego d'unirvi con molta diligenza e molto fervore a questa intenzione di preghiera per il Congo e per tutta l'Africa che rischia di venire cancellata dalla carta geografica del mondo dato che migliaia di persone vi muoiono ogni giorno di fame e di malattie endemiche che si possono facilmente guarire nel terzo millennio! Padre Martino Mwamba-Nzambi
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