Re: Chiama l'Africa news 31/1/02



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> MOSTRATE UN ALTRO VOLTO DELL'AFRICA!

L'autore non ha perso l'occasione di mostrare il volto dell'Africa che
sembra interessarlo abitualmente: sofferenza, sangue, violenza e la morte.
Naturalmente senza la decenza di fermare le riprese di fronte al dramma di
un bimbo morto ed allo strazio dei genitori.
Poco serve giustificarsi con il "fatto a fin di bene".

Anche di fronte alla morte gli africani sono offesi; provi la troupe di
Montanaro a recarsi in casa di una vittima di qualsiasi incidente a filmare
il cadavere. Se venissero scaraventati fuori da una finestra nessuno avrebbe
da dire....

Documentare il bene, ed è molto, è il vero servizio di cui l'Africa a
bisogno.

Se si vogliono zittire coloro che auspicano un neo colonialismo o addossano
tutte le responsabilità alle presunte incapacità africane, lo si deve fare
cintando fatti, documenti e numeri. Sarà noioso e poco televisivo, ma pur
sempre più efficace dei soliti slogan con cui amiamo riempirci la bocca.

Sottoscrivo quindi la vostra denuncia ed aggiungo, oltre ai missionari agli
operatori del volontariato, ascoltiamo e rispettiamo la voce degli africani,
giornalisti, economisti e gente comune.
Saluti

ing. Giovanni Todeschini

> Nonostante la stima che nutriamo nei confronti degli autori del programma
> "Dagli Appennini alle Ande", la puntata di martedì 30 gennaio ci ha
> suscitato non poche perplessità. Ricolonizzare l'Africa o lasciare che
> trovi la sua via allo sviluppo? Questo il tema della trasmissione,
> affrontato - a nostro avviso - in maniera superficiale, con una sterile
> operazione di analisi "da salotto", lontana anni luce dalla vita reale
> degli uomini e delle donne africani, che quotidianamente "resistono" agli
> effetti devastanti dello sfruttamento globale. Bravo l'autore e conduttore
> Silvestro Montanaro nel ricordare i segni di un persistente colonialismo
> economico e politico nel continente, dalla vendita di armi allo
> sfruttamento delle risorse, fino al probabile coinvolgimento di milizie
> francesi nella guerra civile scoppiata in Guinea Bissau tra il 1998 e il
> 1999."Non è azzardato - dice Montanaro - parlare di una nuova spartizione
> dell'Africa". Tuttavia avremmo gradito che a sostenere la tesi di
> un'"Africa che può" fossero presenti in studio rappresentanti della
società
> civile italiana, coloro che credono davvero nelle enormi potenzialità del
> popolo africano. Di fronte ai propugnatori di un "imperialismo dal volto
> buono" che sollevi i poveri e derelitti africani, incapaci di costruire
> solide e moderne democrazie, incapaci di mantenere la pace e di tenere il
> passo con la globalizzazione economica, avremmo voluto sentire la voce di
> esponenti del mondo missionario e di organizzazioni religiose e laiche che
> conoscono da vicino la grande ricchezza di questi popoli. Siamo stanchi di
> veder rappresentata un'Africa della disperazione, con il supporto di
> immagini che ledono la dignità di uomini, donne e bambini, la cui
> sofferenza viene offerta in pasto alla nostra inesauribile curiosità.
> Vogliamo anche il ritratto di un'Africa della speranza e della dignità.
> Solo così possiamo alimentare la fiducia degli africani e di noi stessi in
> un futuro diverso per tutti .        (Paola Luzzi)
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