auguri dal CISS: UN INVITO ALLA SOLIDARIETA' CON I BAMBINI



Title: auguri dal CISS: UN INVITO ALLA SOLIDARIETA' CON I BAM




Ricevo e condivido.

Se volete condividere anche voi, per favore passate parola.
Grazie e a presto

per Congosol
Sergio Di Vita

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C.I.S.S.
Cooperazione Internazionale Sud Sud





Auguri, pero'...

...
stiamo vivendo una ben triste fine dell'anno 2001, in questo mondo in guerra, dove alle devastazioni della miseria e dell'ineguaglianza si vanno sommando quelle che le bombe e i combattimenti producono direttamente.

 Ed oggi, per noi del CISS, c'e' un'altra triste constatazione da fare: quando la logica delle armi prende il sopravvento tutte le altre voci diventano piu' flebili, quasi silenziose, sembra sparire ogni altra logica e possibilita'.
 Noi abbiamo sempre creduto nella solidarieta' internazionale come sostegno ai popoli di tutto il pianeta nel costruire una propria via, dignitosa e autonoma, di vita.
 Oggi, invece, sentiamo troppo spesso dire che in questa situazione l'unica cosa che sia possibile fare e' portare un qualche aiuto alle vittime immediate della guerra, e soltanto di questa guerra.
 Non siamo d'accordo e vorremmo proporvi, allora, un percorso diverso, perche' crediamo che per evitare le nuove guerre e le vittime di domani sia necessario partire dalle vittime della miseria di oggi e, tra queste, dai bambini e dai giovani privati di ogni speranza.

 Anche in questa situazione vogliamo poter fare ancora qualcosa per loro, con l'aiuto della tua solidarieta', e dedichiamo la raccolta di fondi di quest'anno a tre progetti per l'infanzia e i giovani: le bambine e i bambini dell'Africa, innanzitutto, vittime della guerra ma, anche, della miseria e dell'abbandono e i bambini ed i giovani con alle loro spalle altre guerre, oggi rimosse e dimenticate, quelle della Macedonia e del Salvador.
 Trovi di seguito la descrizione di questi interventi, ti chiediamo di aiutarci a realizzarli, per dare un senso alla solidarieta' che non sia solo la partecipazione di un momento.

 Un grazie di cuore con la speranza che prevalgano le ragioni della pace.

                                                                      Per il CISS, Sergio Cipolla




EL SALVADOR: PROGETTO GIOVANI CIHUATAN

El Salvador, il piu' piccolo paese dell'America Centrale, che negli anni ottanta e' arrivato alle prime pagine dei giornali per una lunga e sanguinosa guerra civile, ritornato nell'anonimato con il "processo di pace" degli anni novanta, e' ancora oggi laboratorio di meccanismi, violenze, esclusioni ed anche vivacita' della societa' civile.

La periferia della capitale e' emblematica: mancanza di servizi e lavoro informale, delinquenza giovanile e narcotraffico, maquila (fabbriche di assemblaggio a capitale straniero, esenti dalle imposte e dalle leggi sindacali) e alta natalita'.

Li' stiamo lavorando, con un'organizzazione locale al PROGETTO GIOVANI CIHUATAN (in lingua Nahuát: uniti con le donne), che e' punto di riferimento fisico per le ragazze e i ragazzi della zona, che li appoggia nella costruzione di un percorso di vita positivo, pur nelle difficolta'.
L'appoggio si gioca soprattutto nella proposta di spazi e disponibilita', ma anche su aspetti economici quali borse di studio, percorsi di formazione al lavoro, fondi per piccole imprese produttive.




AFRICA: PARTIRE DAI BAMBINI

L'Africa a sud del Sahara e' il continente dove tutte le strategie di sviluppo sembrano fallire.

Il CISS qui ha deciso di partire da piccoli interventi sui bisogni dei piu' deboli: prima di tutto i bambini.

Con un finanziamento dell'Unione Europea, che copre pero' solo una parte dei costi necessari, stiamo realizzando:
- un'azione a sostegno della produzione agricola alimentare, della salute e della scuola nel villaggio di Torossanguehi, in Costa d'Avorio;
- un'azione per migliorare le condizioni di vita dei minori reclusi presso il carcere di Gran Bassam, sempre in Costa d'Avorio;
- il miglioramento delle strutture per la prevenzione sanitaria e le vaccinazioni in tre villaggi del sud della Mauritania;
- interventi a sostegno dell'istruzione di bambine di strada ospiti di famiglie volontarie nei pressi di Nairobi, in Kenya;
- interventi a sostegno dell'istruzione nei villaggi dei monti Nuba, nel sud del Sudan, teatro di una guerra civile;
- la realizzazione di un centro di accoglienza, dove possano dormire, mangiare e studiare i bambini di strada, profughi di guerra a Pointe-Noire, in Congo (Brazzaville);
- interventi affinche' sia garantita un'istruzione ai bambini ospiti di un campo profughi a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo;
- interventi per migliorare l'autoproduzione alimentare nel villaggio di Macaw, nella stessa Repubblica Democratica del Congo.

Inoltre, nell'est della Repubblica Democratica del Congo, attualmente zona di guerra e rifugio di ondate di profughi dai vicini Ruanda e Burundi, stiamo realizzando - contando anche su un sostegno del governo italiano - la sistemazione di alcuni piccoli ospedali e la ricostruzione del reparto di maternita' dell'ospedale centrale della citta' di Bukavu.



MACEDONIA: RICOSTRUIRE LA CONVIVENZA A PARTIRE DAI BAMBINI

La repubblica ex jugoslava di Macedonia sta vivendo giorni difficili, e rischia di diventare l'ennesima polveriera balcanica.
Le rivendicazioni della consistente minoranza albanese e le infiltrazioni di formazioni armate dal Kosovo possono far esplodere questo piccolo paese che dalla sua costituzione ha rappresentato tutto sommato un modello di convivenza pacifica nel panorama dei Balcani.
A tutt'oggi il processo di pace non sembra riuscire a consolidarsi.

Le prime vittime sono i bambini.

La Macedonia scarseggiava di risorse per il sistema scolastico gia' prima delle guerre e adesso numerosi istituti sono stati ulteriormente rovinati.
Il diritto allo studio e' in teoria garantito a tutti nella propria lingua, ma le strutture sono fatiscenti e l'insegnamento e' impartito per gruppi etnici separati.

Il progetto del CISS "Appoggio alle strutture di educazione primaria di Tetovo, Gevgelije e Valandovo" si pone un obiettivo ambizioso: non solo offrire locali e attrezzature a un gruppo di scuole, ma mettere in moto attivita' di scambio tra ragazzi di diversa lingua ed etnia.
Il progetto prevede la sistemazione di 36 scuole, la fornitura di attrezzature didattiche e attivita' di animazione e formazione alla convivenza interculturale per insegnanti e ragazzi nelle zone di Tetovo (a maggioranza albanese, oggi teatro della guerra civile), Gevgelije (a maggioranza serba) e Valandovo (a maggioranza turca) e attivita' di visite e scambio tra i ragazzi delle tra zone e contatti (anche via internet) con scuole italiane.




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