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Yusuf, un islamico contro gli integralisti
- Subject: Yusuf, un islamico contro gli integralisti
- From: "Yunan" <yunan at tiscalinet.it>
- Date: Fri, 28 Sep 2001 13:15:37 +0200
Yusuf, un islamico contro gli integralisti Non sono tutti come i talebani. Ci sono anche musulmani che hanno guidato una resistenza armata contro un regime fondamentalista. Come Yusuf Kuwa, studente delle scuole coraniche di etnia nuba che si è ribellato contro chi voleva cancellare l'identità del suo popolo di Rodolfo Casadei Chissà quante volte si è morso la lingua il suo insegnante di dottrina islamica. Perché Yusuf Kuwa, sudanese di origine nuba, sarebbe potuto diventare un imam devoto e politicamente allineato, un predicatore radicale di quelli che piacciono tanto ad Hassan al Turabi, il leader integralista sudanese ora un po' in ombra. E invece il suo destino è stato di guidare, lui musulmano, una ribellione regionale contro il regime militar-fondamentalista di Khartum sui monti Nuba, nel cuore del paese. Da 15 anni a questa parte l'esercito sudanese, abituato a combattere contro i guerriglieri cristiani e animisti del sud ribelle, si trova a fare i conti con una resistenza che riunisce nelle sue file musulmani, cristiani e praticanti delle religioni tradizionali, grazie al carisma del comandante Kuwa. Il quale nel marzo scorso si è dovuto arrendere, ma non alle armi del regime, bensì al Grande Nemico: malato di cancro, si è spento in un ospedale inglese. Angeli neri come schiavi Kuwa raccontava così la sua presa di coscienza: «Quando ero alle elementari, quasi propendevo per il fondamentalismo islamico. Ero un appassionato dell'insegnamento della religione, uno dei migliori in dottrina islamica. Ma una delle prime esperienze che mi ha fatto cambiare parere è stata una storia che ci raccontò il nostro insegnante di dottrina islamica. L'argomento riguardava ciò che succede agli esseri umani una volta deceduti. In quella storia si diceva che, se il morto è musulmano, un angelo luminoso lo conduce in Paradiso, mentre se è un infedele un angelo-schiavo nero lo porta dritto all'Inferno. Mi sono domandato se mai potesse esistere un angelo schiavo, e perché mai dovesse essere nero. Cominciai a scrivere poesie di protesta nelle quali domandavo a Dio qual era il destino della gente nera: "Schiavi, schiavi perché neri. Ci hai forse creato dei padroni solo perché siamo neri?"». Altri incidenti e umiliazioni spingono il giovane Kuwa sulla via della riscoperta della sua identità culturale. Aderisce all' Unione generale dei Nuba, poi fonda Komolo, un'organizzazione semiclandestina per la valorizzazione dell'identità nuba e per la sua promozione politica. Diventa insegnante e viene eletto nel Consiglio regionale del Kordofan nel 1981. Ma in entrambe le vesti è fortemente osteggiato, accusato di "razzismo" per la sua resistenza ai progetti di arabizzazione integrale della scuola e della politica regionale. Così nel 1984 entra nell'Spla di John Garang, l'esercito di liberazione del sud Sudan che da un anno aveva preso a combattere il governo di Khartum. Nel 1987 diventa comandante militare e governatore del territorio liberato dei monti Nuba, totalmente isolato dagli altri territori liberati dall'Spla e circondato dalle truppe governative. E' da questo momento in poi che Kuwa dà il meglio di sé, non tanto sul piano militare quanto su quello civile. Yusuf Kuwa governatore modello Di formazione ideologica marxista e minato da dissidi tribali, l'Spla è tristemente noto per i suoi abusi sui civili. L'amministrazione di Kuwa ha rappresentato una luminosa e inattesa eccezione. Il governatore dapprima ristabilì la fiducia dei civili nei confronti dei militari mandando davanti al plotone d'esecuzione qualche decina di soldati. Furti, razzie e stupri di donne da parte dei guerriglieri, fino a quel momento comuni come presso altri reparti dell'Spla, cessarono immediatamente. Quindi tenne un referendum per lasciar decidere alla popolazione se si doveva resistere o arrendersi al governo. Nonostante l'assedio dei governativi e la proclamazione del jihad contro i nuba nel 1991, la vita civile di questa popolazione ha avuto una vera fioritura: le corti di giustizia tradizionali hanno ripreso a funzionare, così come i festival musicali e di lotta, le due principali espressioni culturali nuba. Ed è stato ammesso il principio di libertà religiosa, al punto che il musulmano Kuwa, marito di tre mogli e padre di 9 figli, si ritrovò con alcuni figli cristiani. «Che c'è di strano? -diceva- sui monti Nuba vige questo spirito di tolleranza, in una stessa famiglia possono coesistere religioni diverse. Ho sempre creduto che la religione è un rapporto personale fra Dio e un essere umano. Perciò Dio non ti chiederà conto della religione di tuo figlio, ma di te stesso». di Casadei Rodolfo -------------------------------------------------------------------------- (c) 2001 - Editoriale Tempi duri s.r.l.
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