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Pace per il Congo
- Subject: Pace per il Congo
- From: "Fraternita' Missionaria" <muungano at libero.it>
- Date: Tue, 30 May 2000 14:18:20 +0200
Ai gruppi e persone che chiedono la pace nella Repubblica Democratica del Congo CONGO-DEM.REPUBLIC, 20 MAG 2000 (15:13) SUD KIVU: MASSACRO, PIU' DI 300 PERSONE UCCISE DALLA COALIZIONE DEMOCRATICA CONGOLESE (STANDARD, GENERAL) Più di 300 persone hanno perso la vita a Katogota, 60 km a sud di Bukavu, (Sud Kivu, est della Repubblica Democratica del Congo) in un massacro perpetrato nella notte tra domenica 14 maggio e lunedì 15, per opera delle forze della Coalizione Democratica Congolese (Rcd). Lo riferiscono fonti della MISNA, le quali, finora, hanno identificato centinaia di donne, vecchi, bambini e uomini, uccisi a colpi di arma da fuoco e machete e in gran parte gettati successivamente nel fiume Ruzizi. Gli armati che hanno commesso l'inaudita strage appartengono agli eserciti ruandese, burundese e a formazioni di banjamulenge. In un primo momento si riteneva che l'azione criminale fosse stata commessa come atto di rappresaglia nei confronti dei mayi-mayi, gruppi spontanei di partigiani nazionalisti congolesi. Successivamente, attraverso testimonianze più circostanziate, si è appreso che nel pomeriggio della domenica un alto ufficiale burundese era stato freddato per un regolamento di conti tra soldati della Rcd. Il fatto aveva causato panico tra la popolazione del villaggio di Katogota, al punto che i militari hanno impiegato del tempo per rassicurare i civili, mantenendo la situazione calma fino al tramonto. "Con le tenebre - ha raccontato un sopravvissuto del quale si mantiene l'anonimato per ovvie ragioni di sicurezza - è iniziato il massacro, durato dalle 7: 30 di sera fino alle 5 del mattino di lunedì. I corpi delle vittime, inizialmente disseminati in un vasto perimetro dentro e fuori il villaggio, sono stati in parte trascinati nei canneti del fiume, in parte abbandonati alle acque. Altri sono stati compressi con forza nelle latrine". (FB) Carissimi Amici, perdonate se cominciamo la lettera con questa notizia giunta da pochi giorni. Sono cose che non possiamo più tollerare; cose che non ci permettono di isolarci nei nostri progetti di vacanze, cose che ci spingono a comprimere i nostri impegni quotidiani per trovar tempo per questo popolo che grida, per queste altre centinaia di morti senza ragione, di cui si cerca di cancellare persino le tracce. Diciamo: basta! Noi diciamo: no, questi morti non li ha presi il fiume, li prendono i nostri cuori. Sono dentro di noi e noi daremo fiato al loro grido, per dire: basta! Basta con il silenzio, che permette agli uccisori di farsi vittime e di riscuotere nel mondo simpatie ed appoggi politici ed economici; basta con il linguaggio forbito della diplomazia che chiama Rwanda e Uganda "paesi non invitati" in RDC, non riconosce ancora che anche il Burundi è implicato nella guerra e non osa ancora chiamarla guerra di aggressione. Questi morti in noi dicono: basta! Ne va della nostra stessa umanità, del nostro giubileo, del senso delle cose che viviamo ogni giorno. Non un'etnia, ma ristretti gruppi di potere alleati tra loro in Rwanda, Uganda, Burundi, con l'appoggio internazionale, da anni stanno destabilizzando l'Africa centrale. Complici, dei Congolesi che si sono prestati al loro gioco. Complici, quanti nel mondo investono sugli "uomini forti" del momento, quanti rovesciano fiumi di armi che permetteranno loro di rinnovare gli arsenali. Chi ne fa le spese è l'esausta popolazione congolese, e non solo. Linee per un impegno Nei giorni 11 e 13 maggio, ci siamo trovati con il gruppo congolese di riflessione che si riunisce nella Chiesa dei Congolesi a Roma. Abbiamo fatto il resoconto degli incontri avvenuti dopo il 16 aprile: incontro con il dott. Aldo Stevanin, primo segretario dell'on. Luciano Violante, Presidente della Camera dei Deputati, che ha già segnalato con urgenza il problema alla Commissione Esteri; incontro con l'incaricato esteri di un partito e presto con i dipartimenti esteri dei vari partiti. Presenza critica ad incontri con personalità congolesi o con particolari incarichi in RDC, di passaggio da Roma. Abbiamo rilevato disponibilità all'ascolto e anche all'impegno, ma anche un grande buco informativo. Abbiamo quindi reimpostato il lavoro. L'obiettivo è la pace nella Repubblica Democratica del Congo, nella giustizia e nel rispetto dell'integrità territoriale. Il nostro punto di vista è il popolo sofferente della RDC. Ci siamo divisi il lavoro in quattro settori: - INFORMAZIONE: vogliamo essere sentinelle sugli eventi e sulle notizie e interpretazioni che appaiono sui mass media, per intervenire prontamente a dire il nostro punto di vista; - POLITICA: continuiamo ad "osare" i contatti con le autorità, chiedendo incontri, mettendo a disposizione le nostre testimonianze, avanzando precise richieste; - CHIESA: continueremo i contatti con le autorità della Chiesa universali, nostre locali e nella RDC; svilupperemo un particolare impegno per la liberazione di mons. Emmanuel Kataliko, arcivescovo di Bukavu al confino dal 12 febbraio; - LABORATORIO: ricercheremo informazioni, documentazioni, prove; questo settore sarà a servizio degli altri. Cercheremo di lavorare in stretto contatto con la società civile in RDC. La Fraternità Missionaria di Vicomero (Parma) continuerà ad assicurare il lavoro di segreteria. Ci state se ci impegniamo ancora insieme? Se ci state, continuiamo ad impegnarci insieme. Non miriamo a costituire gruppi, o supergruppi, o reti, ci interessa il problema. Ecco la proposta. - Una scelta di digiuno e preghiera: saltare un pasto la settimana, il venerdì. In quel giorno sapremo che insieme a tanti stiamo facendo un passo verso i nostri fratelli del Congo. Sapete che insieme a noi, a marzo e aprile, anche tante persone a Bukavu, a Uvira, hanno digiunato e pregato, loro che già vivono in una quotidiana penuria! - Le quattro linee di lavoro sopra indicate: informazione, politica, chiesa e laboratorio. Insieme a voi e a nome vostro, noi ci impegneremo da qui, ma chi può, e nella misura in cui può, là dove si trova, veda di dare voce al popolo congolese in questi settori. Per esempio: - anzitutto informandosi personalmente, diffondendo le informazioni, reagendo a informazioni distorte, valorizzando il passaggio di testimoni; con una mostra, ecc.; - contattando le autorità politiche; ad esempio il Sindaco: un paese si potrebbe gemellare con i sopravvissuti di Katogota, o di Kasika, o di Makobola, di Kabinda, tutti luoghi di massacri inauditi; contattando un deputato della nostra regione, le segreterie dei partiti; scrivendo alle autorità nazionali e internazionali... Osiamo tutto e non temiamo nessuno! - parlando della situazione con il nostro parroco, le nostre comunità e gruppi ecclesiali, con il Vescovo, con altre confessioni religiose; per esempio, non sarebbe un bel gesto giubilare una visita fraterna del nostro vescovo a vescovi e popolazioni in sofferenza, per esempio a mons. Kataliko, arcivescovo di Bukavu in esilio, a mons. Misago, vescovo di Gikongoro, in Rwanda, ingiustamente sotto processo e minacciato di condanna a morte? - Cercando documentazione, in particolare sulle complicità internazionali nel conflitto, sul traffico di armi... Fateci sapere da subito se aderite al digiuno di un pasto al venerdì: anche far conoscere in quanti siamo serve a dar forza al grido. Fateci poi sapere le vostre iniziative e proposte nel campo dell'informazione, della politica, della chiesa e della ricerca di documentazione. Se trovate documenti interessanti al di fuori dei circuiti normali di internet, trasmetteteli alla segreteria, particolarmente per il gruppo che si occupa della documentazione. Dobbiamo anche trovare un nome, un motto o un "logo" all'impegno che ci unisce, per firmare ed essere riconosciuti. Che cosa suggerite? Per stavolta usiamo una firma provvisoria "gruppo per la pace in Congo". A quanti non risponderete intendendo chiuso qui il nostro impegno comune, rivolgiamo un saluto fraterno e riconoscente per il cammino fatto insieme; sospenderemo l'invio dei messaggi. A tutti un saluto di cuore. Possano i nostri passi sempre avvicinare quelli dei popoli che soffrono, sul cammino erto ma stupendo della ricerca di solidarietà, che ci renderà più veri. La segreteria del Gruppo per la pace in Congo P.S.: Chi tra voi riceve queste comunicazioni via fax, veda se può comunicarci un indirizzo di posta elettronica, per favorire il lavoro di segreteria. Parma, 25 maggio 2000. Secrétariat: Fraternità Missionaria, Strada Cavestro, 14/A - 43030 Vicomero (PR); tél.: 0521.31.42.63; fax: 0521.31.42.69; e.mail: muungano at libero.it Aux groupes et aux personnes qui demandent la paix en République Démocratique du Congo Bien chers Amis, Pardonnez-nous si nous commençons notre lettre par cette nouvelle qui vient d'arriver. Ce sont des choses que nous ne pouvons plus tolérer; des choses qui ne nous permettent pas de nous isoler dans nos projets de vacances, des choses qui nous poussent à comprimer nos engagements de chaque jour pour trouver du temps pour ce peuple congolais qui souffre, pour ces autres centaines de morts sans raison, dont on cherche à effacer même les traces. Nous disons : ça suffit ! Nous disons : non, ces morts n'ont pas été saisis par le fleuve, ils ont été saisis par notre c¦ur. Ils sont au dedans de nous et nous donnerons souffle à leur cri, pour dire : ça suffit ! Ça suffit avec le silence, qui permet aux tueurs de se faire victimes et de trouver dans le monde des sympathies et des appuis politiques et économiques ; ça suffit avec le langage voilé de la diplomatie, qui appelle Rwanda et Uganda " pays non-invités " en RDC, ne reconnaît pas encore que le Burundi aussi est impliqué dans la guerre et n'ose pas encore appeler ce conflit " guerre d'agression ". Ces morts en nous disent : ça suffit ! Il en va de notre même humanité, de notre jubilé, du sens des choses que nous vivons au jour le jour. Non pas une ethnie, mais des groupes restreints de pouvoir, entre eux alliés au Rwanda, en Uganda, au Burundi, avec l'appui international, depuis des années sont en train de déstabiliser l'Afrique centrale. Complices, des Congolais qui se sont prêtés à leur jeu. Complices, ceux qui dans le monde investissent dans les " hommes forts " du moment, ceux qui font couler dans les pays d'Afrique centrale des fleuves d'armes qui leur permettront de rénover leurs magasins. Celle qui en paie les frais c'est la population de la République Démocratique du Congo, qui est au bout de souffle, et non seulement elle. Des lignes pour un engagement Le 11 et le 13 mai, nous nous sommes rencontrés à Rome, à l'église des Congolais, avec le groupe congolais de réflexion. Nous avons fait un compte-rendu des rencontres qui ont eu lieu après le 16 avril : rencontre avec Mr. Aldo Stevanin, premier secrétaire de l'Hon. Luciano Violante, Président de la Chambre des Députés, qui a déjà signalé avec urgence le problème à la Commission Affaires Étrangères de la Chambre ; rencontre avec le responsable du Département Affaires Étrangères d'un parti et bientôt avec les Départements Affaires Étrangères de tous les partis. Présence critique à des rencontres qui ont eu lieu à Rome avec des personnalités congolaises ou ayant des responsabilités particulières en RDC. Dans nos contacts, nous avons remarqué disponibilité à l'écoute et même à l'engagement, mais aussi un vide au niveau des informations. Compte tenu de cela, nous avons reprogrammé notre travail. L'objectif est la paix en République Démocratique du Congo, dans la justice et dans le respect de l'intégrité territoriale. Notre point de vue est le peuple souffrant de la RDC. Nous avons partagé le travail en quatre secteurs : - INFORMATION : nous voulons être des sentinelles sur les événements et sur les nouvelles et les interprétations qui apparaissent sur les médias, pour intervenir promptement en donnant notre point de vue ; - POLITIQUE : nous continuons à " oser " les contacts avec les autorités, en demandant des rencontres, en mettant à disposition nos témoignages, en présentant des propositions précises ; - ÉGLISE: nous continuerons les contacts avec les autorités de l'Église universelles, avec les nôtres locales et en RDC ; nous développerons un engagement particulier pour la libération de mgr. Emmanuel Kataliko, archevêque de Bukavu, empêché de rejoindre son diocèse depuis le 12 février ; - LABORATOIRE : nous rechercherons des informations, des documents, des épreuves ; ce secteur sera à service des autres. Nous tâcherons de travailler en contact étroit avec la société civile en RDC. La Fraternité Missionaire de Vicomero (Parme) continuera à assurer le travail de secrétariat. Êtes-vous d'accord que nous nous engagions encore ensemble? Si vous êtes d'accord, nous continuerons à nous engager ensemble. Nous ne visons pas de constituer un nouveau groupe, ou un super-groupe, ou un réseau : ce qui nous tient à c¦ur est le problème. Voici notre proposition. - Un choix de jeûne et de prière : omettre un repas par semaine, le vendredi. Ce jour-là nous saurons qu'avec tant de monde nous sommes en train de faire un pas vers nos frères du Congo. Vous savez qu'avec nous, en mars et avril, beaucoup de monde à Bukavu et à Uvira, au Sud Kivu, ont jeûné et prié, eux qui déjà vivent dans une détresse quotidienne ! - Les quatre lignes de travail ci-dessus indiquées : information, politique, église et laboratoire. Avec vous en en votre nom, nous nous engagerons à partir d'ici ; mais celui qui peut, et dans la mesure où il le peut, qu'il tâche de donner voix au peuple congolais en ces secteurs. Par exemple : - Tout d'abord en se renseignant personnellement, en diffusant les informations, en réagissant aux informations manipulées, en valorisant le passage de témoins ; par une exposition, etc. ; - En contactant les autorités politiques ; par exemple, le Maire du village : un village pourrait se jumeler avec les survivants de Katogota, ou de Kasika, ou de Makobola, ou de Kabinda, lieux de massacres inouïs ; en contactant un député de notre région, les secrétariats de partis ; en écrivant aux autorités nationales et internationales... Osons tout et ne craignons rien ! - En parlant de la situation avec notre Curé, nos communautés et groupes ecclésiaux, avec l'Évêque, avec d'autres confessions religieuses ; par exemple, ne serait-ce un beau geste jubilaire qu'une visite fraternelle de notre évêque à des évêques et à des populations en souffrance, tel que mgr. Kataliko, archevêque de Bukavu en exile, à mgr. Misago, évêque de Gikongoro, au Rwanda, injustement sous procès et menacé de condamnation à mort ? - En cherchant de la documentation, en particulier sur les complicités internationales dans le conglit, sur le trafic d'armes... Communiquez-nous dès maintenant si vous adhérez au jeûne d'un repas le vendredi : même faire connaître combien nous sommes sert à donner force au cri. Faites-nous ensuite connaître vos initiatives et vos propositions dans le milieu de l'information, de la politique, de l'église et de la recherche de documentation. Si vous trouvez des documents intéressants en dehors des circuits normaux d'internet, transmettez-les au secrétariat, particulièrement pour le groupe qui s'occupe di Laboratorie. Nous devons aussi trouver un nom, on mot d'ordre, ou un " logo " à l'engagement qui nous unit, pour signer et être reconnus. Que suggérez-vous ? Pour cette fois-ci, nous utilisons une signature provisoire : " groupe pour la paix a Congo ". A ceux parmi vous qui ne répondrez pas en considérant conclu notre engagement commun, nous adressons une salutations fraternelle et reconnaissante pour le chemin parcouru ensemble ; nous suspendrons l'envoi des messages. À tous, nos salutations cordiales. Que nos pas puissent toujours approcher ceux des peuples qui souffrent, sur le chemin difficile mais merveilleux de la recherche de solidarité, qui nous rendra plus vrais. Le secrétariat du Groupe pour la paix au Congo P.S.: Ceux parmi vous qui reçoivent ces communications par fax, nous le prions de voir s'ils peuvent nous signaler une adresse e.mail, pour favoriser le travail du secrétariat. Parme, le 25 mai 2000. Secrétariat: Fraternità Missionaria, Strada Cavestro, 14/A - 43030 Vicomero (PR); tél.: 0521.31.42.63; fax: 0521.31.42.69; e.mail: muungano at libero.it
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