NIGERIA, 29 MAG 2000
(2:12)
KADUNA : GIOVANE PRETE CATTOLICO
UCCISO (STANDARD, CHURCH/RELIGIOUS AFFAIRS) |
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Si sono svolti venerdì scorso i
funerali di Clement Ozi Bello, un prete di 26 anni dell’arcidiocesi
cattolica di Kaduna, ucciso il 23 maggio scorso da un manipolo inferocito
di giovani dimostranti di fede islamica che lo avevano atteso a Ungwar
Mu’azu, sulla strada del cosiddetto Western By-Pass (il passaggio
occidentale), mentre era alla guida di un furgoncino. La notizia del
delitto è stata resa nota soltanto dopo il rito funebre anche per evitare
che fosse causa di altri scontri dopo quelli in cui lunedì scorso, nella
capitale dell’omonimo stato settentrionale della Nigeria, avevano perso la
vita tra le 200 e le300 persone. Padre Clement, nato in una famiglia di
fede islamica e la cui madre si era da poco convertita a quella cristiana,
dopo che l’anno scorso il figlio era stato ordinato sacerdote, era il
parroco della Chiesa di San Pietro, a Kawo. Di lui non si avevano più
notizie da martedì, il giorno dopo gli scontri etnico-religiosi di Kaduna.
Era cominciata subito una febbrile ricerca ma il suo corpo era stato
trovato soltanto giovedì con una fune intorno alla testa e senza un
occhio, abbandonato in un canale di scolo. Il veicolo a bordo del quale
viaggiava era stato vandalizzato ed il motore asportato. Il direttore del
Centro Cattolico per le Comunicazioni Sociali Peter Yakubu ha ricordato
che nessun prete era stato mai ucciso nello stato di Kaduna, nonostante i
ripetuti scontri svoltisi nella zona, incluso il massacro di almeno 2.000
persone nel febbraio scorso quando il governo locale aveva tentato di
introdurre la “sharìa” o “legge islamica”. Un documento in sei punti in
cui si chiede al governo nazionale di intervenire anche contro
l’irresponsabile ostinazione con numerosi governatori di stati
settentrionali tenterebbero ancora di imporre “la sharìa” è stato intanto
diffuso dalla “Christian Association of Nigeria”. Anche la diocesi
anglicana di Kaduna, al termine del suo quinto sinodo svoltosi dal 20 al
23 maggio, ha rivolto al governo di Lagos un analogo appello. (di Mariano
Benni) (CO) |
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